Archivi tag: sviluppo

Proposta per il dopo la vittoria referendaria

NOTA della Presidenza dell’Associazione Sì alle energie rinnovabili No al nucleare

La presidenza dell’Associazione Sì alle energie rinnovabili No al nucleare ritiene necessario procedere, dopo il risultato formidabile del referendum abrogativo del nucleare, ad iniziative che diano continuità al lavoro svolto, tra queste c’è la proposta di costituire un Centro Studi in grado di contribuire all’elaborazione di proposte con l’obiettivo di contribuire alla costruzione di un vero e proprio piano energetico nazionale. A questo scopo la Presidenza ha elaborato la nota allegata che servirà come base per i prossimi contatti che verranno presi con l’obiettivo di verificarne la praticabilità e la sostenibilità economica.

La proposta della costituzione del Centro Studi è stata illustrata anche al coordinamento del Comitato “Vota Sì per fermare il nucleare”, che si è riunito giovedi scorso, con la proposta di farla diventare un’iniziativa comune, come del resto è stato proposto per l’iniziativa a sostegno del disegno di legge di iniziativa popolare che abbiamo presentato il 21 dicembre scorso alla Camera dei Deputati.

Alfiero Grandi

NOTA dell’Associazione Sì alle energie rinnovabili No al nucleare

Sì alle energie rinnovabili No al nucleare, Associazione costituita con atto pubblico nel febbraio 2009, ha contribuito al successo del referendum abrogativo sul nucleare del 12/13 giugno scorso e ha lavorato insieme alle altre Associazioni Ambientaliste con le quali ha costituito il Comitato Vota SI per fermare il nucleare.

Sì alle energie rinnovabili No al nucleare ha presentato il 21/12/2010 alla Camera dei Deputati una proposta di legge di iniziativa popolare, con oltre 110.000 firme, denominata Sviluppo dellefficienza energetica e delle fonti rinnovabili per la salvaguardia del clima. Questa pdl è stata assegnata il 21/1/2011 dal Presidente della Camera – con il n° 3988 – alle Commissioni parlamentari 8° Ambiente e 10° Attività produttive e da allora è in attesa di essere esaminata.

Sì alle energie rinnovabili No al nucleare, dopo lo straordinario risultato del referendum che ha cancellato per la seconda volta il nucleare in Italia, vuole sviluppare uniniziativa per conquistare un futuro fondato sullefficienza, sul risparmio energetico e sulle fonti di energia rinnovabili. Efficienza, risparmio energetico e sviluppo delle energie rinnovabili sono le ragioni costitutive dellAssociazione fin dalla sua nascita.

L’Italia deve dotarsi di una politica energetica compatibile con lambiente, in grado di offrire prospettive di sviluppo della ricerca, degli investimenti e delloccupazione di qualità, come primo passo significativo – in attuazione degli impegni del 20/20/20 presi con lEuropa – per realizzare lobiettivo di superare lattuale sviluppo ad alta concentrazione di energia inquinante, che ha causato la gravissima crisi del clima. Occorre realizzare un nuova politica energetica fondata sulle fonti rinnovabili diffuse nel territorio, più accessibili e controllabili da parte dei cittadini, fino alle possibilità di autogestione. Lobiettivo è un modello di energia pulita e di partecipazione sociale più diretta.

Per questi obiettivi Sì alle energie rinnovabili No al nucleare intende promuovere un Centro Studi, articolabile in sezioni regionali, per avanzare proposte nelle materie energetiche in vista della convocazione di una conferenza nazionale e della predisposizione di un vero e proprio piano energetico per lItalia, ponendo lobiettivo ambizioso, come già ha fatto la Germania, della produzione di energia da fonti rinnovabili all80 % entro il 2050, con la contestuale riduzione del consumo energetico da fonti fossili.

A questa iniziativa sono invitati a partecipare, entrando nella base sociale di sostegno, quanti hanno contribuito al successo del referendum, i settori produttivi impegnati nellefficienza energetica, nel risparmio e nelle energie rinnovabili, le organizzazioni sindacali e sociali, i tecnici, i ricercatori, gli scienziati, i cittadini che a vario titolo intendono contribuire alliniziativa. Il Centro studi deve coniugare proposte legislative con informazione, formazione e crescita del patrimonio culturale e scientifico del paese, con lobiettivo di stimolare ricerca, sperimentazione e nuove tecnologie nelle energie rinnovabili.

Sì alle energie rinnovabili No al nucleare nelle prossime settimane cercherà tutti i contatti per verificare la sostenibilità finanziaria della proposta e le disponibilità da parte di tutte le competenze scientifiche, professionali, sociali che hanno contribuito al successo del referendum. Il Centro studi avrà un comitato di garanti per assicurarne la trasparenza e leccellenza necessarie.

Roma, 2 luglio 2011

Condividi

Mercoledì antinucleare a Milano

Per i mercoledi antinucleari di via Borsieri, 12, c/o Spazio Kronos, il 29 giugno siamo organizzati nel seguente modo:

  • ore 17.00-19.00: i compiti e le scelte del Coordinamento Energia Felice (inclusa la proposta di Cooperativa Energetica). Partecipano: Mario Agostinelli, Giuseppe Farinella, Massimo De Giuli, Antonio Frascone e altri.
  • ore 19.00-20.30: discussioni su “O la Borsa o la Vita“. La domanda è: ‘sta minchia di debito pubblico l’abbiamo fatto noi popolo? Perché tutti, politica, giornalismo, scienza accademica, ce lo vogliono fare pagare proprio a noi? Perché dovremmo finanziare speculatori e banchieri, ma anche TAV e centrali nucleari?
Condividi

Presidio a Milano per i valsusini aggrediti militarmente

Ho ricevuto una telefonata dal segretario della FIOM della Lombardia. Dà, per i milanesi, un appuntamento alle 17.30 in Piazza San Babila: dobbiamo solidarizzare con i NO-TAV contro l’aggressione che la Valle di Susa sta subendo per imporre questa Grande Opera dispendiosa, inutile ed ambientalmente catastrofica. Anche da altre realtà organizzate provengono sollecitazioni a ritrovarsi in Piazza San Babila, raccogliendo l’appello dei valsusini.

Personalmente oggi non ho la possibilità di partecipare al presidio. Ma invito caldamente chi può ad esserci per ribadire che solidarizziamo con chi difende il proprio “territorio”; ma anche che siamo pronti ad una “lotta comune” di cittadini italiani per destinare le risorse pubbliche ad un orientamento economico e sociale finalizzato alla mobilità sostenibile di tutti (elemento dei beni comuni e dei diritti).

Una mail che ho ricevuto può riassumere bene i termini del problema. Da una parte abbiamo 20 miliardi da buttare in “una grande opera ad impatto ambientale devastante ed irreversibile utile solo ai viaggi ultraveloci ed ultracostosi dell’upper class”. Dall’altra manteniamo, nelle linee periferiche malamente predisposte per la gente comune che deve recarsi al lavoro, dei veri e propri “carri bestiame”.

La forza militare viene messa a disposizione di “un modello economico che sempre più sta mandando in crisi l’intero paese (e sta producendo più o meno indirettamente macelleria sociale attraverso lo spostamento di denaro pubblico dai servizi alle cattedrali nel deserto)”. La forza dell’unità popolare, adottando il passo montanaro della “lunga durata”, deve crescere e non piegarsi alla repressione!

Le alternative esistono e vanno perseguite!

Alfonso Navarra e Mario Agostinelli

Condividi

Riunione del Comitato Energia Felice

Mercoledi 22 giugno, noi del Comitato Energia Felice, ci riuniamo allo Spazio Kronos, in via Borsieri, 12 (Milano), al solito orario delle 18.00.

Dobbiamo riprendere, sviluppare e concretizzare la discussione iniziata mercoledi scorso sui compiti del dopo referendum. Sottoponiamo alcune considerazioni emerse che fungono da spunti per una riflessione che deve andare avanti con i contributi più liberi, aperti ed ampi. La partita antinucleare non si chiude dopo l’esito referendario ed oggi si gioca essenzialmente a livello europeo. E’ lì che dobbiamo provare a chiudere il discorso, con la lotta e con l’iniziativa politica.

Dall’Europa può infatti arrivare una spinta ancora a rilanciare il nucleare anche in Italia (che, del resto, era già, nel confronto che abbiamo appena vinto, non di marca nazionale ma di provenienza essenzialmente estera), se la “svolta” che arriva dall’Italia e dalla Germania non viene coraggiosamente recepita, se l’oltranzismo francese non viene isolato e se la “sceneggiata” degli stress test sulla sicurezza delle centrali atomiche riesce a prendere il largo. Un esempio è stato il voto del Parlamento Europeo, in aprile, che non è riuscito nemmeno a mettersi d’accordo sulla moratoria per le nuove centrali in attesa degli esiti degli stress test.

Una Campagna europea sul “NO AL NUCLEARE, SI ALLE RINNOVABILI”, che utilizzi lo strumento di una “risoluzione di iniziativa popolare”, potrebbe far leva anche sulle reti di NUKEWATCH nazionali, da coordinare (la mobilità delle scorie, oltretutto, è effettivamente trans-europea).

Per quanto riguarda l’Italia, il consiglio è quello di non fare molto affidamento sulla fermezza “rinnovabile” di partiti che erano filonucleari fino all’altro ieri e quando proclamano la contrarietà a “questo” nucleare non si sa nemmeno bene se domani, a Fukushima meno “calda”, sarebbero disposti ad accogliere i mini-reattori della Westinghouse (visti come nucleare “altro” rispetto agli EPR)…

La delega della gestione dei risultati referendari ai partiti è comunque la cosa più sbagliata che possiamo fare. Soprattutto se è vero, come è vero, che il vero artefice della “vittoria”, vale a dire “popolo dell’ecologia, del welfare, della democrazia comuni”, ha ben capito che la soluzione dei problemi non passa affatto per la sostituzione delle oligarchie di centro-destra con quelle di centro-sinistra. E’ nata l’esigenza sentita diffusamente di costruire una “società dei cittadini” e quindi si è avviata una ricerca collettiva per una riforma delle istituzioni che valorizzi democrazia diretta e democrazia partecipata.

A livello italiano possiamo e dobbiamo riprendere la Legge di Iniziativa Popolare su cui abbiamo raccolto le 100.000 firme (oltre 20.000 in Lombardia) ed articolarla, come indirizzi e proposte, a livello locale. Gli interlocutori istituzionali sono a livello comunale, provinciale e regionale. Proposte e delibere di iniziative popolari possono essere avviate coordinatamente e contemporaneamente con i comitati per l’acqua pubblica, che hanno più urgenza di noi antinuclearisti di porre dei “paletti” inequivocabili ed immediati per l’applicazione della volontà popolare espressa nei referendum.

Info: Alfonso Navarra – Mario Agostinelli

Coordinamento Energia Felice – via Borsieri, 12 – 20159 Milano

Condividi

Riflessioni su Fukushima

di Claudio Laudisa, docente di II° livello ed orientatore di Formazione Professionale – Provincia di Roma

Gli eventi di Fukushima. ci inducono a riflettere in generale sul rapporto uomo-natura ancora una volta, e in particolare sul problema della sicurezza della vita come principio di responsabilità e come diritto civico. Ancora una volta sono svanite le certezze sul modello di sviluppo fondato sulla produzione ed un uso dell’Energia e di fonte petrolifera e di fonte nucleare, falsamente alternative e concorrenti, in realtà terreno comune di dominio di lobby politiche ed economiche confortate da corporazioni di scienziati e tecnici.

I reattori di quarta e quinta generazione non rimangono esenti da possibilità di pericolo, malgrado le affannose rassicurazioni di fisici e tecnici, e rimangono sempre soggette ad impreviste e incontrollabili cause naturali: la Natura, matrigna o benigna che sia, ci richiama ad una attenzione e a quel pieno rispetto che si deve ad una presenza nascosta, insospettata e spesso sconvolgente: la Natura ama nascondersi (Eraclito) e spesso si disvela sovvertendo e scompigliando ogni opera e fabbrica dell’uomo.

Non ci sono pertanto condizioni assolute di sicurezza della vita, ci sono sempre percentuali di condizioni di rischio e il volume di queste percentuali sono sempre determinate dalle lobby di potere e degli affari: dalle Sette Sorelle agli affari delle costruzioni delle Centrali, anche se la criminalità organizzata ha messo gli occhi sopra le fonti rinnovabili eoliche. E’ di questi giorni la notizia proveniente da un dossier dei Verdi che “ l’accordo nucleare del 24 febbraio tra Berlusconi e Sarkozy, benedetto a Villa Madama dall’Enel e dalla francese Edf, oggi non sia più il cemento armato, e che l’attività di lobbying di alcuni ministri sia tornata più forte e che nel grande business del nucleare italiano – 30 miliardi di euro – possa rientrare il gruppo Westinghouse-Ansaldo con il progetto Iris, ovvero del nucleare minore, centrali di piccola taglia, capitale americano al posto del francese. E’ dunque questo potere globale affaristico il vero e proprio committente della tecnologia e della scienza (un po’ come le case farmaceutiche): le corporazioni di scienziati, qui come altrove, che si affrettano a dichiararsi unilateralmente detentori della ragione, in quanto scientifica, nei confronti della emotività e quindi dell’irrazionalità, sono solamente dei chien de garde, come sempre dai tempi di Copernico e Galilei. Anche i settimanali cattolici tifano apertamente per il Si e venerdì prossimo la CEI organizzerà a Padova un convegno dal titolo “Per una Chiesa custode del creato” e, naturalmente in difesa dell’acqua c’è padre Alex Zanotelli. Possiamo ricordare che nel cosiddetto Appello di Heidelberg, a proposito del degrado ambientale, nel 1992 ben 260 scienziati, fra i quali molti premi Nobel, indirizzarono ai Capi di Stato e di governo un appello avverso “lo spettro dell’emergere di una cultura ecologica” vista come “ideologia irrazionale che si oppone al progresso della scienza e nuoce allo sviluppo economico e sociale” e per diffidare le “autorità responsabili del destino del nostro pianeta dal prendere qualunque decisione su argomenti pseudoscientifici”. Spiace vedere persone come Veronesi e la Hack accomunate con il Forum Nucleare Italiano e con l’Agenzia per la Sicurezza Nucleare. Bisogna ricordare che il governo italiano, oltre il gioco delle tre carte della pausa di riflessione, in realtà non ha alcun programma di politica energetica,la continua ambiguità e scorrettezza sulle informazioni e sulla comunicazione, nasconde in modo spregiudicato tornaconti politici ed economici. Anche il governo giapponese si è caratterizzato per ipocrisia e contraddittorietà comunicativa sul reale pericolo.

Il problema dell’Energia e della sua produzione comunque rimane, ma forse dobbiamo transitare da una concezione e da una pratica politica per moti aspetti vincolante e vincolata pubblico/privata ad una concezione di Energia Come Bene Comune.

“Al principio speranza contrapponiamo il principio responsabilità e non il principio paura. Ma la paura fa parte della responsabilità altrettanto quanto la speranza, e noi dobbiamo perorarne ancora la causa, poiché la paura è oggi più necessaria – e quando parliamo della paura che fa parte della responsabilità, non intendiamo la paura che dissuade dall’azione, ma quella che esorta a compierla; intendiamo la paura per l’oggetto della responsabilità – che in qualsiasi altra epoca in cui, animati dalla fiducia nel buon andamento delle cose umane, si poteva considerarla con sufficienza una debolezza dei pusillanimi e dei nevrotici” (H.Jonas- Il principio di responsabilità.)

Condividi