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Lettera dal Giappone

Cari amici, innanzi tutto, ringrazio di cuore per tutti i messaggi di solidarietà per gli eventi catastrofici che hanno colpito un quarto del Giappone. Ora, purtroppo, sono le centrali nucleari della Tepco a tenerci col fiato sospeso e a minacciare anche il resto del mondo.

E questo mi rende davvero furiosa: perché si tratta di un incidente causato dalla presunzione umana e dalla logica del profitto in primis, diverso dai fenomeni naturali inevitabili quali i terremoti e i maremoti; perché tra gli operatori del salvataggio, i contadini, gli abitanti della zona, che ne stanno già pagandole conseguenze dirette, non ci sono quelle persone che hanno partecipato alla scelta nuclearista o chi ne ha affermato per anni la sicurezza traendone dei vantaggi personali; e soprattutto perché questa emergenza distrae l’attenzione e riduce notevolmente le energie e le risorse che andrebbero destinate ai soccorsi dei maremotati.

Molti di voi mi hanno chiesto sin dal primo momento su come si poteva aiutare la popolazione colpita stando in Italia. Vi rispondo solo ora, perché volevo comprendere meglio il meccanismo dei vari canali e individuare i modi più efficaci e sicuri per raggiungere i più bisognosi. (Non è stato facile trovare i canali agevoli per i contribuiti dall’estero.)

In calce, ho messo un elenco dei link, dove potete trovare le informazioni; alcuni di questi offrono anche notizie (in inglese) più attendibili sulle situazioni giapponesi. Resto a disposizione di chi ha bisogno di ulteriori informazioni.

Infine, una richiesta/preghiera del tutto personale mia più che mai accorata: questa tragedia giapponese deve servire almeno al futuro dei vivi. Essa offre ai giapponesi un’occasione eccezionale per rivedere seriamente l’intero sistema socio-economico ed energetico della società; agli italiani, invece, darebbe una chance (o un motivo) per ricredersi della cosiddetta sicurezza e convenienza dell’energia nucleare. A me sembra quasi provvidenziale che il referendum capiti proprio ora (e molti cittadini giapponesi saranno sicuramente invidiosi di voi).

Non so come pensate, ma io confesso con tutta la franchezza che preferisco la CO2 alla radiazione. Ma, per fortuna, il mondo non è condannato a scegliere tra questi due: ci sono tante alternative tra il sole, il vento, la geotermia e tutte le tecnologie a nostra disposizione. (Tra l’altro, ho saputo che gli impianti eolici nelle zone colpite sono rimasti illesi.)

Grazie per l’attenzione e per un eventuale aiuto. Un caro saluto da

Yukari Saito, di nuovo da Pisa – e-mail: yukaris@lillinet.org

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A. Il modo più semplice/facile:

In Giappone, tutti i contributi – tranne quelli versati direttamente a numerose ONG o associazioni di volontariato – vengono raccolti dalla Croce Rossa. L’ambasciata giapponese a Roma ha aperto un conto per raccogliere i contributi provenienti dall’Italia che andranno alla CR.

B. Chi preferisce, invece, una ONG più agile, potrei segnalare le seguenti:

PEACE WINDS: una ONG con la sede a Tokyo, attiva – sin dal 1996 in varie zone nel mondo colpite dai terremoti/maremoti/conflitti militari; sin dai primi momenti lo staff sta svolgendo le attività di soccorsi in varie forme (distribuzione dei viveri, fornitura del contatto telefonico, cura medica ecc.)

JEN: una ONG nata durante i conflitti nell’ex Jugoslavia per soccorrere i civili; lavora nei soccorsi alle popolazioni colpite calamite naturali e delle guerre in varie parti nel mondo; pagabile con carta di credito.

the NGO Collaboration Center for Hanshin Quake Rehabilitation: una ONG nata a Kobe durante il grosso terremoto che colpì la zona nel 1995; lavora in piccoli progetti concreti impossibili per le grosse organizzazioni, statali e non, per far fronte alle esigenze particolari dei terremotati (per es. distribuzione del latte particolare per i neonati allergici o distribuzione delle verdure acquistate dai contadini colpiti dalle ceneri vulcanici (prodotti commestibili ma invendibili al mercato ordinario) nel sud della penisola ecc.); contributo tramite bonifico internazionale;

Citizens’ Nuclear Information Center: un centro d’informazioni gestito dagli scienziati, attivisti e cittadini comuni che aspirano al mondo senza nucleare; in questi giorni sta giocando un ruolo fondamentale per informare i cittadini sugli effetti della radiazione;

C. Altre fonti d’informazioni:

Anche diverse ONG internazionali stanno svolgendo attività di soccorso e/o informazioni preziose direttamente sul luogo. Per esempio:

Greenpeace

Medici senza frontiere

UStream

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Assemblea – Difendiano i beni comuni

Difendiano i beni comuni: l’acqua, l’aria, il cibo

Assemblea

30 marzo 2011 – ore 20 30 – Sala Alessi – Palazzo Marino

Saluti di Basilio Rizzo, consigliere comunale

Presiedono: Giovanna Procacci – Franco Calamida

Interventi di: Luigi Ferrajoli, teorico del diritto – Gianni Tamino, Docente di biologia – Diego Parassole, artista – Antonio Lupo, Comitato amigos sem terra Italia – Mario Agostinelli, Comitato Energia Felice – Erica Rodari, Comitato referendum acqua di Milano e provincia – Alberto Patrucco, artista – Emilio Molinari, Contratto mondiale dell’acqua.

I cambiamenti climatici, la desertificazione, le carestie, l’esaurirsi di fonti energetiche tradizionali, impongono di rivoluzionare il nostro modo di guardare al mondo. Non risolveremo i suoi, cioè nostri, problemi con le stesse categorie conoscitive e con le pratiche con le quali li abbiamo creati. Occorre affermare, oltre quella ambientale, anche una nuova civiltà giuridica, all’altezza della sfida.

L’acqua, l’atmosfera, altri beni ecologici, che in passato non erano neppure considerati beni, ma semplicemente cose, sono oggi considerati beni comuni, a causa dell’intervenuta scarsità, e si sono rivelati fondamentali per la sopravvivenza del genere umano. Sono beni comuni l’aria, l’acqua, l’accesso e la fertilità della terra, il cibo, e le attività umane non devono ridurli a merce. La sovranità alimentare è il diritto di tutti i popoli di scegliere il proprio modello di produzione e di consumo degli alimenti, con sistemi doversificati e su base contadina.

In difesa dei beni comuni, contro le privatizzazioni e i feroci monopli della multinazinali (dell’acqua, degli alimenti, delle risorse energetiche) sono cresciuti, in molte parti del mondo, importanti movimenti e pratiche di mutualità sociale.

Nella nostra realtà l’obiettivo del movimento per l’ acqua pubblica, e il milione e 400 mila firme raccolte per il referendum, ha assunto un valore emblematico, un simbolo che codifica una raltà articolata, un convergere di esperienze sociali diverse: le reti dei gruppi di acquisto solidale, le associazioni, i partiti, i sindacati, collettivi dei quartieri, i distretti di economia solidale, e molti che hanno ritrovato la passione e le condizioni per un rinnovato impegno sociale e politico.

C’è anche la buona politica, possiamo nobilitare la politica, indicare una prospettiva, in un mondo in cui non tutto sia merce e sia possibile un modello di sviluppo alternativo, che non divori risorse energetiche e bellezze della natura. Per questo è necessario il successo dei referendum in difesa delll’acqua pubblica e di quello contro il nucleare.

Promossa da: Adesso basta! Comitato di Milano e Provincia “due si per l’acqua bene comune”.

SCARICA IL VOLANTINO IN PDF (397 Kb)

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Mail bombing per dire NO al nucleare

PER DIRE NO AL NUCLEARE RISPONDENDO ALLE RECENTI DICHIARAZIONI DI FORMIGONI

«Le centrali nucleari in Lombardia – dichiara Silvia Gadda, segretario dei GD Lombardia – che vuole così tanto il Presidente Roberto Formigoni, saranno forse pronte quando lui avrà 80 anni. Noi, che ne avremo 35 di anni, le centrali nucleari non le vogliamo».

Arriva un messaggio forte e chiaro dai Giovani democratici della Lombardia, da sempre contrari al ritorno del nucleare in Italia, perché convinti che la via da seguire sia quella di uno sviluppo con fonti energetiche “pulite”.

«Lo scorso 19 dicembre – spiega Bufalino Giuseppe, esperto delle tematiche ambientali per i giovani del PD – eravamo tantissimi a Viadana, nel mantovano, per manifestare contro la politica scellerata del governo e del presidente Formigoni sul ritorno del nucleare in Italia; il popolo italiano si è già espresso contro questa ipotesi col referendum del 1987. Abbiamo deciso, a seguito delle dichiarazioni del presidente Formigoni di venerdì scorso con cui apre all’ipotesi di costruire nuove centrali nucleari nel nostro territorio, di sommergere di e-mail gli uffici di Regione Lombardia per far sentire la nostra voce e per ribadire l’invito a chi governa la regione di meditare e considerare con attenzione la prospettiva di sviluppo energetico che vogliamo per il nostro paese e per la nostra regione». I giovani ritengono che il governatore della Lombardia dovrebbe mettersi d’accordo con se stesso: le sue recenti dichiarazioni (favorevole al nucleare in Lombardia) “cozzano” in modo evidente con quanto promesso in campagna elettorale (assolutamente contrarie al nucleare il Lombardia).

Tutti i cittadini lombardi sono invitati a inviare un’E-MAIL al presidente Formigoni e agli assessori per dire NO al Nucleare.

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