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29 ottobre: Giornata di mobilitazione nazionale contro il carbone

CONTRO L’USO DEL CARBONE, PER UN LAVORO DEGNO,

PER CONTRASTARE I CAMBIAMENTI CLIMATICI E TUTELARE LA SALUTE

DANDO SPERANZA AL NOSTRO FUTURO

APPELLO PER UNA MANIFESTAZIONE NAZIONALE NEL POLESINE

E PRESIDI DAVANTI ALLE CENTRALI A CARBONE

 

La scelta di incrementare l’uso del carbone per la produzione di energia elettrica è una scelta nociva e sbagliata, soprattutto oggi che i cambiamenti climatici costituiscono una minaccia per il futuro del Pianeta e le fonti rinnovabili, insieme all’efficienza energetica, rappresentano l’alternativa efficace e praticabile. La combustione del carbone in centrali elettriche rappresenta, infatti, la più grande fonte “umana” di inquinamento da CO2, più del doppio di quelle a gas. A parole tutti sono per la lotta ai cambiamenti climatici, ma in Italia si fanno scelte in senso contrario, nonostante l’Unione Europea abbia assunto la decisione di ridurre entro il 2020 di almeno del 20% le emissioni di gas serra, rispetto ai livelli del 1990.

Il carbone è anche una grave minaccia per la salute di tutti: la combustione rilascia un cocktail di inquinanti micidiali (Arsenico, Cromo, Cadmio e Mercurio, per esempio), che coinvolgono un’area molto più vasta di quella intorno alla centrale. L’Anidride solforosa emessa, combinandosi con il vapore acqueo, provoca le piogge acide, per non parlare dei danni alla salute derivanti dalle polveri sottili.

La consapevolezza del legame tra danno ambientale e minacce per la salute umana, con inevitabili costi per la collettività, dovrebbe ormai costituire una consapevolezza comune. Ciò nonostante, e per mere convenienze proprie legate all’attuale prezzo del carbone (peraltro in salita), alcune aziende insistono per costruire nuove centrali a carbone o riconvertire centrali  esistenti.

Con i recenti referendum oltre 26 milioni di italiani hanno rivendicato il diritto a decidere del proprio futuro, un futuro in cui i cambiamenti climatici non raggiungano livelli distruttivi per l’ambiente, il benessere e la stessa specie umana, un futuro di vera sicurezza energetica, un futuro di vera e stabile occupazione. In contrasto con questa ampia richiesta popolare Governo, Enel e altri lanciano invece un “piano carbone” che, oltre a Porto Tolle, riguarda la riconversione di vecchie centrali come Vado Ligure, La Spezia, e Rossano Calabro,  o addirittura la costruzione  di nuove centrali come Saline Ioniche, con un livello di investimenti, pubblici e privati, dell’ordine di 10 miliardi di euro. Con buona pace del risparmio energetico e delle fonti rinnovabili. Rivendichiamo il diritto a essere coinvolti in scelte chiare, fondate su strategie e piani condivisi e non dettati dalle lobby energetiche, ma dall’interesse di tutti e dal bene comune.

Proponiamo il territorio polesano come laboratorio nazionale per cominciare ad immaginare ed attuare l’alternativa energetica, per uscire dalle fonti fossili.

Cominciamo questo percorso con una giornata di mobilitazione nazionale contro il carbone il 29 ottobre, e con una manifestazione nazionale nel Polesine.

A Porto Tolle, l’ENEL vuole – anche con modifiche alle leggi e alle normali procedure, operate da una politica compiacente – convertire una centrale a olio combustibile in una centrale a carbone della potenza di 2000 MW, nel mezzo del parco del Delta del Po. Questa centrale a carbone emetterebbe in un solo anno 10 milioni di tonnellate di CO2 (4 volte le emissioni di Milano), 2800 tonnellate di ossidi di azoto (come 3.5 milioni di auto), 3700 tonnellate di ossidi di zolfo (più di tutti i veicoli in Italia), richiedendo lo smaltimento di milioni di tonnellate di gessi e altre sostanze.

La centrale a carbone di Porto Tolle non ha alcun senso.

La riconversione avverrebbe al di fuori e contro di ogni strategia di riduzione delle emissioni di anidride carbonica (strategia che ancora oggi non c’è) e persino di ogni logica energetica, dal momento che l’Italia ha una potenza istallata quasi doppia rispetto al picco della domanda, al punto che i produttori di energia elettrica lamentano che gli impianti vengono oggi usati per un terzo della loro potenzialità.

Non solo: oggi le maggiori prospettive di nuovi posti di lavoro, nel mondo e in Italia, sono nei settori delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica, con numeri che in alcuni Paesi ormai superano l’industria tradizionale; al contrario, la centrale a carbone porrebbe a rischio l’occupazione già esistente, e quella futura, nell’agricoltura, nel turismo e nella pesca.

La riconversione a carbone avverrebbe con una tecnologia di combustione che, pur spinta ai suoi migliori livelli, resta sempre assai più inquinante di quella basata sul gas naturale, e dannosa per la salute; nel caso di Porto Tolle, i dati di rilevazione e le epidemiologie mostrano che l’inquinamento e i danni sanitari si estenderebbero per buona parte della Pianura Padana.

Il ricatto occupazionale di ENEL, dunque, va rifiutato da tutti con dignità e fermezza, perché oggi più che ieri il futuro è nell’economia sostenibile per l’ambiente e la salute, tanto più che, sul piano occupazionale, la bonifica dell’area ed una sua riconversione verso impianti e produzioni nel settore delle energie rinnovabili pulite darebbero lavoro stabile e sicuro ad un maggior numero di persone.

Con la giornata del 29 ottobre ci rivolgiamo a tutti, anche a coloro che subiscono il ricatto occupazionale, nel Polesine e ovunque in Italia vi siano centrali a carbone o progetti di costruzione di nuove centrali o di ampliamento di quelle esistenti, per rifiutare tutti insieme la contrapposizione tra lavoro ambiente e salute, cominciando  invece a costruire un lavoro dignitoso, una società basata sull’interesse comune e non sugli interessi di poche lobbies, sulla possibilità di un futuro per tutte e tutti.

Promotori

Alternativa, AltraMente scuola per tutti, AltroVe, Arci, A Sud, Cepes, Circolo culturale AmbienteScienze, Comitato Energiafelice, Comitato SI’ alle Rinnovabili NO al nucleare, Coordinamento Veneto contro il carbone, Ecologisti Democratici, Fare Verde, Federconsumatori, Focsiv – Volontari nel mondo, Forum Ambientalista, Greenpeace, ISDE-Medici per l’Ambiente, Italia Nostra, Kyoto Club, Legambiente, Lipu, Movimento difesa del cittadino, Movimento Ecologista, OtherEarth, Rete della Conoscenza (Uds-Link), RIGAS, Slow Food Italia, WWF, Ya Basta.

Per adesioni: segreteria@fermiamoilcarbone.itwww.fermiamoilcarbone.it

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6 ottobre: appuntamento a Milano

Giovedi 6 ottobre dalle 18.00 ci vediamo come “Energia Felice” allo Spazio Kronos di via Borsieri, 12 (Milano).

Ai “Colloqui di Dobbiaco“, dal titolo “Benessere senza crescita”, presenti, ad es., Wolfgang Sachs e Daniel Cohn-Bendit, sono stati presi utili contatti europei. Anche i “pensatori verdi” sono consapevoli che la “crisi della crescita” possa maturare ed esplodere prima ancora che sia pronta una “alternativa per la post-crescita”.

E’ la vigilia del nostro tour antinucleare che partirà il 7 ottobre da Milano per arrivare a Torino in giornata; quindi l’8 ottobre siamo in Val di Susa e il 9 ottobre al deposito di scorie di Saluggia: il primo week-end di 5 previsti, con punto apicale il 15 ottobre a Roma, alla manifestazione degli “indignados”. Abbiamo inoltre da fare il punto sui cantieri che abbiamo avviato (cooperativa, associazione collegata all’ARCI – abbiamo incontrato Emanuele Patti, eventuale ESCO), e sullo spettacolo “Acqua e Sole”. I writer amici di Giacomo Sicurello affrescheranno la saracinesca chiusa dello Spazio Kronos. Segue l’aperitivo e poi, chi vuole, si aggrega per la solita, conviviale, amichevole “pizzata” nel locale di fronte.

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Cambiamo l’Europa, cambiamo l’Italia

PEOPLE OF EUROPE, RISE UP!

MANIFESTAZIONE NAZIONALE

sabato 15 ottobre ROMA – ore 14

 La giornata del 15 ottobre vedrà mobilitazioni in tutta Europa, nel Mediterraneo e in altre regioni del mondo, contro la distruzione dei diritti, dei beni comuni, del lavoro e della democrazia compiuta, con le politiche anticrisi, a difesa dei profitti e della speculazione finanziaria. Le persone non sono un debito.

Anche in Italia è già stata raccolta da tanti soggetti organizzati, alleanze sociali, gruppi informali e persone che hanno dato vita al Coordinamento 15 ottobre . Non vogliamo fare un passo di più verso il baratro in cui l’Europa e l’Italia si stanno dirigendo e che la manovra del Governo continua ad avvicinare. Vogliamo un’altra economia, un’altra società e una democrazia vera.

Il Coordinamento 15 ottobre si mette al servizio della riuscita della mobilitazione. Curerà unitariamente le caratteristiche, la logistica e l’organizzazione della manifestazione nazionale di Roma e ne definirà le sue parti comuni. Il suo obiettivo è favorire la massima inclusione, convergenza, convivenza e cooperazione delle molteplici e plurali forze sociali, reti, energie individuali e collettive che stanno preparando e prepareranno la mobilitazione con i propri appelli, le proprie alleanze, i propri contenuti.

Ci impegniamo insieme a costruire una manifestazione partecipata, pacifica, inclusiva, plurale e di massa, il cui obiettivo è raccogliere e dare massimo spazio alla opposizione popolare, alle lotte e alle pratiche alternative diffuse nel nostro paese.

La manifestazione partirà alle ore 14.00 da Piazza della Repubblica e arriverà a Piazza San Giovanni. Sarà una tappa della ripresa di spazio pubblico di mobilitazione permanente, come si sta realizzando in tutta Europa e nel Mediterraneo, che è necessario mettere in campo per cambiare l’Italia e il nostro continente.

Invitiamo i cittadini e le cittadine, nativi e migranti, le lavoratrici e i lavoratori, i soggetti organizzati, i gruppi, le reti formali e informali a partecipare attivamente al 15 ottobre, a coinvolgere le proprie comunità, a organizzare la partecipazione al corteo di Roma.

Il Coordinamento 15 ottobre invita a costruire in tutto il territorio la partecipazione italiana alla giornata europea e internazionale “UNITED FOR GLOBAL CHANGE” e a convergere nella giornata nazionale di mobilitazione a Roma.

Info: http://15ottobre.wordpress.com

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Presidio a Milano per i valsusini aggrediti militarmente

Ho ricevuto una telefonata dal segretario della FIOM della Lombardia. Dà, per i milanesi, un appuntamento alle 17.30 in Piazza San Babila: dobbiamo solidarizzare con i NO-TAV contro l’aggressione che la Valle di Susa sta subendo per imporre questa Grande Opera dispendiosa, inutile ed ambientalmente catastrofica. Anche da altre realtà organizzate provengono sollecitazioni a ritrovarsi in Piazza San Babila, raccogliendo l’appello dei valsusini.

Personalmente oggi non ho la possibilità di partecipare al presidio. Ma invito caldamente chi può ad esserci per ribadire che solidarizziamo con chi difende il proprio “territorio”; ma anche che siamo pronti ad una “lotta comune” di cittadini italiani per destinare le risorse pubbliche ad un orientamento economico e sociale finalizzato alla mobilità sostenibile di tutti (elemento dei beni comuni e dei diritti).

Una mail che ho ricevuto può riassumere bene i termini del problema. Da una parte abbiamo 20 miliardi da buttare in “una grande opera ad impatto ambientale devastante ed irreversibile utile solo ai viaggi ultraveloci ed ultracostosi dell’upper class”. Dall’altra manteniamo, nelle linee periferiche malamente predisposte per la gente comune che deve recarsi al lavoro, dei veri e propri “carri bestiame”.

La forza militare viene messa a disposizione di “un modello economico che sempre più sta mandando in crisi l’intero paese (e sta producendo più o meno indirettamente macelleria sociale attraverso lo spostamento di denaro pubblico dai servizi alle cattedrali nel deserto)”. La forza dell’unità popolare, adottando il passo montanaro della “lunga durata”, deve crescere e non piegarsi alla repressione!

Le alternative esistono e vanno perseguite!

Alfonso Navarra e Mario Agostinelli

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In memoria di Umberto Chiarini

Carissimi/e, abbiamo perso un grande amico e compagno, Umberto Chiarini, protagonista di tante battaglie a Viadana sin dalla fine degli anni ’70. Tre giorni dopo la grande vittoria ai referendum è stato stroncato da un infarto.

I funerali di Umberto si terranno mercoledì 22 giugno, alle ore 17, a Fossacaprara, frazione di Casalmaggiore. La salma arriverà dall’ospedale Oglio Po verso le ore 16. La funzione religiosa si svolgerà all’aperto, presso la Chiesa di Fossacaprara, sul prato tra argine e cielo. Per desiderio e consiglio dei familiari, abbiamo deciso di promuovere una raccolta di fondi da destinare alla solidarietà.

Come Coordinamenti Antinucleari Territoriali di Cremona, Mantova, Reggio Emilia, Parma e Piacenza abbiamo pensato di effettuare una raccolta di fondi da devolvere, in memoria di Umberto Chiarini, all’associazione “UN BAMBINO PER AMICO” che da tempo opera a favore dei bambini dell’orfanatrofio di Loznica in Serbia.

Questa associazione, di cui Umberto è stato uno dei promotori e tra i più attivi collaboratori, è una onlus della bassa reggiana che dal 1992 si occupa in modo particolare dei bambini vittime della guerra. Dal 1993 è punto di riferimento locale per tutte le iniziative di solidarietà verso i popoli della ex Jugoslavia.

Obiettivo dell’associazione è anche quello di stimolare e sensibilizzare i giovani e la comunità sulle tematiche della diversità, della pace e della solidarietà. E’ per questo che vengono promossi progetti specifici nelle scuole e iniziative pubbliche sul territorio, inerenti queste tematiche.

Sul sito dell’associazione potete trovare tutte le informazioni sulla loro attività e sui progetti in corso.

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