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Petrolio, cambiamo di nuovo vita

Spettacolo teatrale

Venerdì 1 aprile, ore 21:00

Teatro Barrio’s – Via Barona angolo Via Boffalora – MILANO

Da un soggetto di Gabriele Porrati

Con: Gabriele Porrati (monologhi), Paolo Ciccone, Angela Giassi, Martina Fontana (autoharp e voce), Gian Maria Franzin (pianoforte), Mario Rovati (chitarra e voce)

Inizia il declino della risorsa che ha rivoluzionato gli ultimi decenni di storia mondiale modificando completamente le nostre esistenze. Nessuno Si è mai preoccupato di spiegarci che stavamo vivendo un momento di abbondanza energetica transitoria. Ora cambieremo nuovamente modelli di vita ed abitudini. E ne usciremo ritrovando molte cose che ci eravamo persi per strada. Muoviamoci, il futuro ci aspetta!

Lo spettacolo “Petrolio, cambiamo di nuovo vita”, si prefigge di portare queste tematiche all’attenzione del pubblico, intercettando la voglia crescente che tutti quanti abbiamo di riuscire a “vivere meglio” di quanto oggi non ci riesca di fare. Se tutti fossimo più aperti verso il mutamento; se lo temessimo di meno, se non lo vedessimo come un nemico ma come un alleato, se i nostri sforzi fossero tesi a cambiare le cose anziché cercare di mantenerle uguali a loro stesse, riusciremmo a realizzare che in una transizione – peraltro ineluttabile – avremmo una gran quantità di cose da ritrovare, che sarebbe bello scambiare con quelle che è necessario lasciarsi dietro.

In collaborazione con Progetto Cambiamo di Pavia, TerreMoto Teatro e MDF Movimento Decrescita felice Milano

Info: www.cambiamo.orgterremototeatro.blogspot.com

Ingresso 5 Euro

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Lettera dal Giappone

Cari amici, innanzi tutto, ringrazio di cuore per tutti i messaggi di solidarietà per gli eventi catastrofici che hanno colpito un quarto del Giappone. Ora, purtroppo, sono le centrali nucleari della Tepco a tenerci col fiato sospeso e a minacciare anche il resto del mondo.

E questo mi rende davvero furiosa: perché si tratta di un incidente causato dalla presunzione umana e dalla logica del profitto in primis, diverso dai fenomeni naturali inevitabili quali i terremoti e i maremoti; perché tra gli operatori del salvataggio, i contadini, gli abitanti della zona, che ne stanno già pagandole conseguenze dirette, non ci sono quelle persone che hanno partecipato alla scelta nuclearista o chi ne ha affermato per anni la sicurezza traendone dei vantaggi personali; e soprattutto perché questa emergenza distrae l’attenzione e riduce notevolmente le energie e le risorse che andrebbero destinate ai soccorsi dei maremotati.

Molti di voi mi hanno chiesto sin dal primo momento su come si poteva aiutare la popolazione colpita stando in Italia. Vi rispondo solo ora, perché volevo comprendere meglio il meccanismo dei vari canali e individuare i modi più efficaci e sicuri per raggiungere i più bisognosi. (Non è stato facile trovare i canali agevoli per i contribuiti dall’estero.)

In calce, ho messo un elenco dei link, dove potete trovare le informazioni; alcuni di questi offrono anche notizie (in inglese) più attendibili sulle situazioni giapponesi. Resto a disposizione di chi ha bisogno di ulteriori informazioni.

Infine, una richiesta/preghiera del tutto personale mia più che mai accorata: questa tragedia giapponese deve servire almeno al futuro dei vivi. Essa offre ai giapponesi un’occasione eccezionale per rivedere seriamente l’intero sistema socio-economico ed energetico della società; agli italiani, invece, darebbe una chance (o un motivo) per ricredersi della cosiddetta sicurezza e convenienza dell’energia nucleare. A me sembra quasi provvidenziale che il referendum capiti proprio ora (e molti cittadini giapponesi saranno sicuramente invidiosi di voi).

Non so come pensate, ma io confesso con tutta la franchezza che preferisco la CO2 alla radiazione. Ma, per fortuna, il mondo non è condannato a scegliere tra questi due: ci sono tante alternative tra il sole, il vento, la geotermia e tutte le tecnologie a nostra disposizione. (Tra l’altro, ho saputo che gli impianti eolici nelle zone colpite sono rimasti illesi.)

Grazie per l’attenzione e per un eventuale aiuto. Un caro saluto da

Yukari Saito, di nuovo da Pisa – e-mail: yukaris@lillinet.org

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A. Il modo più semplice/facile:

In Giappone, tutti i contributi – tranne quelli versati direttamente a numerose ONG o associazioni di volontariato – vengono raccolti dalla Croce Rossa. L’ambasciata giapponese a Roma ha aperto un conto per raccogliere i contributi provenienti dall’Italia che andranno alla CR.

B. Chi preferisce, invece, una ONG più agile, potrei segnalare le seguenti:

PEACE WINDS: una ONG con la sede a Tokyo, attiva – sin dal 1996 in varie zone nel mondo colpite dai terremoti/maremoti/conflitti militari; sin dai primi momenti lo staff sta svolgendo le attività di soccorsi in varie forme (distribuzione dei viveri, fornitura del contatto telefonico, cura medica ecc.)

JEN: una ONG nata durante i conflitti nell’ex Jugoslavia per soccorrere i civili; lavora nei soccorsi alle popolazioni colpite calamite naturali e delle guerre in varie parti nel mondo; pagabile con carta di credito.

the NGO Collaboration Center for Hanshin Quake Rehabilitation: una ONG nata a Kobe durante il grosso terremoto che colpì la zona nel 1995; lavora in piccoli progetti concreti impossibili per le grosse organizzazioni, statali e non, per far fronte alle esigenze particolari dei terremotati (per es. distribuzione del latte particolare per i neonati allergici o distribuzione delle verdure acquistate dai contadini colpiti dalle ceneri vulcanici (prodotti commestibili ma invendibili al mercato ordinario) nel sud della penisola ecc.); contributo tramite bonifico internazionale;

Citizens’ Nuclear Information Center: un centro d’informazioni gestito dagli scienziati, attivisti e cittadini comuni che aspirano al mondo senza nucleare; in questi giorni sta giocando un ruolo fondamentale per informare i cittadini sugli effetti della radiazione;

C. Altre fonti d’informazioni:

Anche diverse ONG internazionali stanno svolgendo attività di soccorso e/o informazioni preziose direttamente sul luogo. Per esempio:

Greenpeace

Medici senza frontiere

UStream

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Sabato 19 marzo a Caorso

Sabato 19 marzo, dalle 16 alle 19, nella sala consiliare del Comune di Caorso, si terrà l’iniziativa “Il nucleare divide, l’energia rinnovabile unisce”. L’evento, organizzato dall’associazione CaBoiardi, l’associazione Creafuturo (Cremona) e Giovani Democratici di Piacenza, sarà preceduto alle 15 da una cerimonia simbolica sul ponte di Castelvetro delle organizzazioni antinucleari di Viadana, Cremona e Mantova: “Uniremo le due sponde del fiume, in omaggio ai 150 anni dell’Unità d’Italia, con un asse ideale, una carovana che partirà da Viadana (Mantova) e raggiungerà Caorso” ha spiegato Marco Pezzoni (Creafuturo Cremona).

Nello stesso tempo, vista la tragica situazione che sta investendo il Giappone in questi giorni, il coordinamento No Nuke di Piacenza organizzerà un sit in di fronte al Comune di Caorso, in attesa dell’arrivo della carovana dall’altra sponda del Po.

Un evento che, per la prima volta, vede unite le asssociazioni, i movimenti e i partiti. Hanno aderito infatti Legambiente, Partito Democratico, Italia dei Valori (impegnata nella sensibilizzazione del referendum voluto proprio dal segretario Di Pietro), Sinistra, Ecologia e Libertà. Federazione della Sinistra-Rifondazione, Federazione dei Verdi, Ecologisti Democratici. E i Comitati antinucleari di Casalmaggiore, Viadana, Cremona, Canneto sul Po, Piadena, Bologna, Acli e Arci Cremona, Rete Donna Cremona.

SCARICA IL MANIFESTO DELL’INIZIATIVA (PDF, 287 Kb)

FOTO DELLA MANIFESTAZIONE >>>

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Collaborazione con la Rete civica italiana

Le organizzazioni italiane che si occupano di democrazia diretta stanno organizzando la Settimana della Democrazia diretta 2011 che avrà luogo dal 26 maggio al 2 giugno. La campagna mira a dare migliori strumenti di DD agli italiani (es. raccolte di firme per PdL di iniziativa popolare con tempi certi di discussione). In questo senso – per i movimenti che raccolgono firme – è un investimento per lavorare più efficacemente in futuro.

Avendo lavorato al WWF per 20 anni e essendomi spesso occupato di campagne, propongo alcune riflessioni su slogan e possibili sinergie tra le nostre campagne anche in vista delle future raccolte di firme.

1) A mio avviso, è fondamentale capitalizzare l’enorme sforzo che i volontari faranno ai banchetti per dire agli italiani che gli strumenti di cui dispongono per incidere direttamente sulle scelte amministrative sono veramente di basso livello e che quindi devono/possono recuperare spazi democratici. Basti pensare che abbiamo recentemente raccolto 100.000 firme per il progetto di legge per la promozione delle energie rinnovabili e, nonostante lo sforzo disumano, non abbiamo tempi certi per la discussione dell’iniziativa in parlamento, non siamo interlocutori privilegiati per andare a trattativa con lo Stato. Delle 213 iniziative di legge nazionali che si sono avute dal 1948 al 2005 solo il 13,6% (29) sono diventate legge; delle 153 iniziative regionali solo 18 (11,8%) sono diventate legge…

Detto questo mi pare che sarebbe intelligente lavorare anche per migliorare l’efficacia delle nostre iniziative future e utilizzare la imminente campagna referendaria per prendere due piccioni con una fava. Vi proporrei quindi di inserire sui volantini che distribuiremo per la campagna referendaria una frase del tipo: “Miglioriamo insieme gli strumenti per far esercitare la sovranità popolare prevista dall’art.1 della Costituzione. Andate a votare Sì ai referendum e partecipate alla Settimana della democrazia diretta 26 maggio – 2 giugno 2011”.

2) Per quanto riguarda gli adesivi e gli slogan a mio avviso dobbiamo stare attenti a non fare errori di prospettiva e di linguaggio. Intendo dire che tra noi parliamo di referendum tutti i giorni per cui sento persone noi che propongono ingenuamente slogan del tipo “Sì alle rinnovabili, no al nucleare”. Non si potrebbe fare niente di più sbagliato perché probabilmente da parte dei media e dei partiti ci sarà il tentativo di non informare per non far raggiungere il quorum. Lo slogan deve quindi dire che ci sono i referendum, deve dire la data e dire come votare e su quale argomento. Quindi essere del tipo: “Sostieni la democrazia. Vota Sì ai referendum acqua e nucleare del gg mm 2011”.

3) Per quanto riguarda il linguaggio e lo stile in generale della campagna a mio avviso non dobbiamo cadere nell’errore di far diventare i referendum una battaglia di “sinistra” per cercare di recuperare consensi partitici. Dobbiamo usare un linguaggio molto semplice, concreto e “asettico” che dica anche all’elettorato di centro destra perchè conviene votare e che disinneschi quindi quelle dinamiche che portano a non votare o a votare per schieramenti ideologici precostituiti senza entrare nel merito delle questioni.

Per il volantinaggio: http://retecivicaitaliana.it/volantinaggio-diffuso-sincronizzato/

Per la “Settimana della democrazia diretta: http://retecivicaitaliana.it/le-iniziative/democrazia-diretta/

A cura di Roberto Brambilla

 

 

 

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