La manifestazione di sabato 19 marzo a Caorso per ribadire il No al ritorno del nucleare in Italia
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Sabato 19 marzo a Caorso
Sabato 19 marzo, dalle 16 alle 19, nella sala consiliare del Comune di Caorso, si terrà l’iniziativa “Il nucleare divide, l’energia rinnovabile unisce”. L’evento, organizzato dall’associazione CaBoiardi, l’associazione Creafuturo (Cremona) e Giovani Democratici di Piacenza, sarà preceduto alle 15 da una cerimonia simbolica sul ponte di Castelvetro delle organizzazioni antinucleari di Viadana, Cremona e Mantova: “Uniremo le due sponde del fiume, in omaggio ai 150 anni dell’Unità d’Italia, con un asse ideale, una carovana che partirà da Viadana (Mantova) e raggiungerà Caorso” ha spiegato Marco Pezzoni (Creafuturo Cremona).
Nello stesso tempo, vista la tragica situazione che sta investendo il Giappone in questi giorni, il coordinamento No Nuke di Piacenza organizzerà un sit in di fronte al Comune di Caorso, in attesa dell’arrivo della carovana dall’altra sponda del Po.
Un evento che, per la prima volta, vede unite le asssociazioni, i movimenti e i partiti. Hanno aderito infatti Legambiente, Partito Democratico, Italia dei Valori (impegnata nella sensibilizzazione del referendum voluto proprio dal segretario Di Pietro), Sinistra, Ecologia e Libertà. Federazione della Sinistra-Rifondazione, Federazione dei Verdi, Ecologisti Democratici. E i Comitati antinucleari di Casalmaggiore, Viadana, Cremona, Canneto sul Po, Piadena, Bologna, Acli e Arci Cremona, Rete Donna Cremona.
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Assemblea a Fa’ la cosa giusta!
Prima assemblea del Comitato lombardo per il Referendum
VOTA SÌ per fermare il nucleare
Domenica 27 marzo ore 14:30 a Fà la cosa giusta!
Fiera Milano City, Sala Europa, ingresso Porta Scarampo
Obiettivo 25 milioni di voti. Il Comitato nazionale VOTA SÌ per fermare il nucleare, lancia la sua sfida referendaria per portare al voto almeno 25 milioni di cittadini. Nonostante una massiccia campagna di disinformazione, il nucleare resta costoso, continua ad essere insicuro e mette a rischio la salute e l’ambiente, senza liberare l’Italia dalla dipendenza energetica.
Il Governo faccia marcia indietro sul decreto per le rinnovabili e dica no al nucleare. Riuniamoci e partecipiamo numerosi perché non ci siano più disastri come Chernobyl o come Fukushima in Giappone. Sarà l’occasione per scambiarci materiali informativi e divulgativi su quello che sta succedendo in Italia (successo e attacco alle rinnovabili, l’Enel e le sue cordate…) e nel mondo (incidenti e declino del nucleare…).
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Hanno aderito al Comitato Nazionale: Acli, AEM terra nuova, AIAB, Alleanza per il Clima, ALPA-Ass. Lavoratori Produttori Agroalimentari, Alternativa, AltraMente, Altro.Ve Rete per un altroveneto, Amici della Terra, Arci, Arci servizio Civile, Articolo 21, ASud -Rigas, Auser, Beati costruttori di pace, CEPES, Cgil Lazio, Cgil Umbria, Città Amica, Comitato SÌ alle Rinnovabili NO al nucleare, Costituente Ecologista, CRBM -Campagna per la Riforma della Banca Mondiale, Eco, Ecologisti Democratici, Energiafelice, Eurosolar Italia, Fairtrade Italia, Fare Verde, Federazione nazionale Pro Natura, Federconsumatori, Fiom-Cgil, Focsiv-Volontari nel mondo, Fondazione Culturale Banca Etica, Fondazione Culturale Responsabilit&arave; Etica Onlus, Forum Ambientalista, Greenpeace, Greenreport, ISDE-Medici per l’Ambiente, Italia Nostra, Jane Goodall Instit ute Italia, L’Altro Quotidiano, La Nuova Ecologia, Lega Consumatori, Legambiente, Libera Associazione Origine, Libera Contro le mafie, Libera Università di Alcatraz, Liberacittadinanza, LIPU-Birdlife Italia, Mani Tese, Mountain Wilderness Italia, Movimento Difesa del Cittadino, Otherearth forum energia ricerca, Rete degli Studenti Medi, Rete della Conoscenza, Rivista Confronti, Servizio Civile Internazionale S.C.I., Slow Food, Terra Nuova, Terra Quotidiano, Terra! Onlus, Unione degli Universitari, VAS, WWF, XXV Aprile, Ya Basta-Rigas.
La sicurezza delle centrali è solo una favola
Roma, 12 marzo 2011 – Comunicato stampa
Comitato per il Sì al referendum nucleare: “La sicurezza delle centrali è solo una favola”
Presentata oggi a Roma la campagna referendaria “Quello che sta accadendo in Giappone è la conferma drammatica, cui nessuno di noi avrebbe voluto assistere, del fatto che il nucleare a prova di incidenti non esiste, che la sicurezza delle centrali atomiche è una favola alla quale gli italiani non crederanno”. Il Comitato ‘Vota sì per fermare il nucleare’, le oltre 50 associazioni che oggi, a Roma, hanno presentato la campagna referendaria per portare al voto almeno 25 milioni di cittadini e far prevalere il sì, denuncia la “follia” di un ritorno dell’Italia, che conosce bene il dramma dei terremoti, all’energia atomica. “Dalla centrale di Fukushima – sottolinea il comitato in una nota – ci arrivano immagini che sono la prova lampante di quanto sosteniamo da tempo: il governo non deve portare il Paese in un’avventura pericolosa, impopolare e antieconomica come quella dell’atomo”.
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LE ADESIONI: Acli, AEM terra nuova, AIAB, Alleanza per il Clima, ALPA-Ass. Lavoratori Produttori Agroalimentari, Alternativa, AltraMente, Altro.Ve Rete per un altroveneto, Amici della Terra, Arci, Arci servizio Civile, Articolo 21, ASud -Rigas, Auser, Beati costruttori di pace, CEPES, Cgil Lazio, Cgil Umbria, Città Amica, Comitato SI’ alle Rinnovabili NO al nucleare, Costituente Ecologista, CRBM -Campagna per la Riforma della Banca Mondiale, Eco, Ecologisti Democratici, Energiafelice, Eurosolar Italia, Fairtrade Italia, Fare Verde, Federazione nazionale Pro Natura, Federconsumatori, Fiom-Cgil, Focsiv-Volontari nel mondo, Fondazione Culturale Banca Etica, Fondazione Culturale Responsabilità Etica Onlus, Forum Ambientalista, Greenpeace, Greenreport, ISDE-Medici per l’Ambiente, Italia Nostra, Jane Goodall Institute Italia, L’Altro Quotidiano, La Nuova Ecologia, Lega Consumatori, Legambiente, Libera Associazione Origine, Libera Contro le mafie, Libera Università di Alcatraz, Liberacittadinanza, LIPU-Birdlife Italia, Mani Tese, Mountain Wilderness Italia, Movimento Difesa del Cittadino, Otherearth forum energia ricerca, Rete degli Studenti Medi, Rete della Conoscenza, Rivista Confronti, Servizio Civile Internazionale S.C.I., Slow Food, Terra Nuova, Terra Quotidiano, Terra! Onlus, Unione degli Universitari, VAS, WWF, XXV Aprile, Ya Basta-Rigas ______________________________________________________________________________
Si è deciso di produrre bandiere da mettere alle finestre e di puntare alla nascita di 10.000 comitati popolari e di organizzare manifestazioni sotto le sedi regionali RAI per chiedere di pubblicizzare l’esistenza dei referendum
Ecco le bugie da smascherare e altrettante ragioni per votare SI’ contro l’energia atomica:
Il nucleare ha un ruolo fondamentale e viene rilanciato in tutto il mondo. NON E’ VERO.
Non è così, né in termini relativi, né in termini assoluti. In termini relativi il peso del nucleare nella produzione globale di elettricità è sceso dal 17,2% del 1999 al 13,5% del 2008 (International Energy Agency, 2010).
L’energia nucleare è abbondante, serve all’Italia per la sua sicurezza energetica e dà lavoro. NON E’ VERO.
La propaganda filonucleare continua a ripetere che tra 50 anni le fonti fossili potrebbero non bastare. Che le fonti fossili avranno un declino è certo, ma anche l’uranio è un elemento che si estrae da risorse limitate e dunque anche l’Uranio tra 50 anni sarà in declino. L’impatto occupazionale del nucleare in Italia è valutato in 10 mila posti di lavoro, per la maggior parte nella fase di costruzione (8-10 anni). Per centrare gli obiettivi europei obbligatori al 2020 per le fonti rinnovabili secondo uno studio della Bocconi, l’impatto occupazionale può generare in Italia fino a 250 mila posti di lavoro.
L’energia nucleare costa meno. E’ FALSO.
Con i nuovi impianti i costi aumenteranno. Le stime più recenti fatte negli Stati Uniti dimostrano che al 2020 il costo del kilowattora nucleare da nuovi impianti sarà maggiore del 75% rispetto a quello del gas e del 27% rispetto all’eolico. E a pagare saranno i cittadini.
L’energia elettrica è in Italia più cara perché non abbiamo fatto il nucleare? BALLE!
Se in Italia l’energia elettrica per le utenze domestiche costa più che negli altri paesi non è certo per l’assenza d’impianti nucleari ma piuttosto per aspetti ed extracosti caratteristici del sistema elettrico italiano. Sulla tariffa che paghiamo in bolletta, il costo di produzione è circa un terzo, il resto è rappresentato da altre componenti legate al ricarico dei produttori, ai costi di distribuzione, alle tasse, allo smaltimento delle vecchie centrali.
Le centrali di ultima generazione sono totalmente sicure. ASSOLUTAMENTE NO!
Non ci sono certezze dal punto di vista della sicurezza: nemmeno i nuovi reattori sono stati progettati con criteri di sicurezza intrinseca e in caso d’incidente non sono in grado di autoregolarsi. Tre agenzie europee per la sicurezza nucleare, la britannica HSE’sND, la finlandese STUK e la stessa agenzia francese ASN hanno clamorosamente bocciato con un comunicato congiunto (novembre 2009) l’EPR di Areva.
Il nucleare è una fonte pulita che di norma non produce impatti. DECISAMENTE FALSO.
Al di là del rischio di incidenti gravi, i reattori nucleari rilasciano radioattività nell’aria e nell’acqua, nel corso del loro normale funzionamento e a causa di incidenti piccoli che sono abbastanza frequenti. I lavoratori delle centrali e i cittadini che abitano nelle loro vicinanze sono sempre a contatto diretto con la radioattività. Un’indagine fatta in Germania su 17 centrali ha mostrato una dipendenza dell’insorgenza di patologie infantili (bambini da 0 a 5 anni) dalla vicinanza alla centrale. Nel raggio di 5 km dalla centrale è stato, addirittura, rilevato un incremento dei tumori embriogenetici (del feto nel ventre materno) di 1,6 volte rispetto alla media e di 2,2 volte delle leucemie infantili rispetto ai casi attesi.
Siamo già circondati da reattori, allora tanto vale farne anche da noi. TANTO PEGGIO, TANTO MEGLIO?
Il rischio in caso d’incidente nucleare è puntuale, cioè tanto maggiore quanto più vicini si è alla sorgente di radiazioni. Questa semplice osservazione è alla base di uno dei principi della radioprotezione.
La questione delle scorie nucleari è risolta. MAGARI!
La questione delle scorie radioattive più pericolose e del loro enorme tempo di dimezzamento (il tempo che occorre per dimezzare la radioattività di un elemento, che va dalle migliaia ai milioni di anni) costituisce ancora un problema di ricerca fondamentale. La “vetrificazione”, spesso contrabbandata come soluzione del problema, è soltanto una fase di condizionamento di queste scorie e resta aperto il problema del loro confinamento in siti geologici adeguati. Negli Stati Uniti è dal 1978 che si sta studiando un deposito definitivo per le scorie radioattive a più alta intensità nel sito di Yucca Mountain, nel deserto del Nevada. I suoi costi di costruzione supereranno i 54 miliardi di dollari (e dovranno essere pagati con le tasse dei contribuenti), ma non è affatto certo che entrerà mai in funzione.
Il nucleare è la strada per tagliare le emissioni di gas serra che provocano i cambiamenti climatici e non è in alternativa all’efficienza energetica e alle energie rinnovabili. NON E’ VERO.
Si stima che anche raddoppiando l’attuale potenza nucleare installata, le emissioni di CO2 si ridurrebbero solo del 5%. E in Italia il nucleare arriverebbe, comunque, dopo il 2026.
Comitato ‘Vota sì per fermare il nucleare’ – www.fermiamoilnucleare.it
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Milano: aperitivi No-Nuke
Il Coordinamento Energia Felice, con gli aperitivi No-Nuke del mercoledi (c/o Kronos, via Borsieri 12, Milano) ritiene importante approfondire, in vista del referendum del 12 (?) giugno, per il quale è attivamente mobilitato, una informazione ed un dibattito seri sulla questione nucleare e sull’alternativa delle rinnovabili.
Mercoledi 16 marzo – ore 18.00, a Milano, discuteremo con Alfonso Navarra: “Tutto quello che sul nucleare non vi dice la TV”.
Mercoledi 23 marzo – stessa ora e stesso posto – Mario Agostinelli spiegherà quanto sta succedendo ai reattori nucleari giapponesi “incindentati” dall’impatto del binomio terremoto-tsunami.
Non mancate, anche per venire a prendere il materiale antinucleare da distribuire in strada o porta a porta.
Abbiamo anche preparato delle schede formative che – crediamo – risulteranno utilissime a tutti gli attivisti. Procurarvele sarà anche un occasione per contribuire alle spese del CEF che non ha dietro partiti politici. Diamoci dentro, poiché abbiamo solo tre mesi scarsi per portare a votare 25 milioni circa di italiani e chiuderla una buona volta con i piani nucleari di questo governo!
Info: 02-58101226 – kronospn@tiscali.it – info@energiafelice.it
Qui di seguito, qualche spunto per la riflessione e la discussione.
Nonostante le rassicurazioni del premier nipponico, e gli sforzi eroici dei “superpompieri” coadiuvati dai tecnici americani per evitare la catastrofe, è ancora alta la probabilità che a Fukushisma – o in qualche altra centrale nucleare sbatacchiata dal sisma – accada una Chernobyl 2, vale a dire una fusione del nocciolo, che, secondo Masashi Goto, ex progettista di impianti atomici, darebbe vita ad “un vulcano che diffonde materiale radioattivo”. La stampa, con la sua solita propensione allarmistica, non lesina oggi i titoli catastrofici ad effetto, “sparati” persino sulle prime pagine. Manca, naturalmente, una spiegazione ragionata del rischio atomico e delle sue cause effettive, al di là delle interviste agli esperti, spesso travisati, a cui si fa dire tutto e il contrario di tutto. Nel frattempo sarà opportuno ricordare quello che, anche su questa tragedia in corso, non apprendermo mai dai tipici programmi televisivi, il più delle volte esempi di superficialità urlata ad uso e consumo di “maggioranze” o “opposizioni” che si vorrebbero mantenere relegate al livello di tifoserie da stadio:
1- “Chernobyl era un reattore militare finalizzato alla produzione di plutonio military grade con caratteristiche specifiche per confezionare ordigni atomici, nucleali, bombe atomiche insomma!” – Questo “piccolo particolare” lo lasciamo menzionare all’ing. Giorgio Prinzi, Segretario del Comitato italiano per il rilancio del Nucleare (CIRN), da cui traiamo la citazione.
2 – Il Giappone ha 55 centrali nucleari anche perchè è la più importante “potenza nucleare latente”. E’ il terzo produttore mondiale di energia nucleare (dopo USA e Francia) con un 30% del fabbisogno elettrico coperto dall’atomo “di pace”, che però sostiene ambizioni militari. Ha impianti di arricchimento dell’uranio in proprio. Ma, con la scusa di voler aggirare la dipendenza da questo minerale di cui non ha disponibilità di miniere, ha lanciato da tempo un vasto programma per l’acquisizione di larghi quantitativi dell’altro combustibile nucleare cioé del Plutonio, che è anche il miglior “esplosivo” per le bombe nucleari. Ne avrebbe accumulato, nel corso degli anni, una trentina di tonnellate. A farla breve, in pochi mesi il Giappone potrebbe oggi in tre mesi dispiegare 4.000 testate atomiche. Anche questo “dettaglio” conviene farlo rivelare a Paul Wolfowitz, ex vicesegretario di Stato di George W. Bush (vedi “Sole 24 Ore” del 24 settembre 2009).
3- Nella stessa centrale di Fukushima uno dei tre reattori andava a MOX, miscela di ossidi di uranio e plutonio. Qui, se il reattore esplodesse, i guai per l’inquinamento sarebbero veramente grossi, ma proprio grossi, il fallout radioattivo contenendo plutonio…
Per l’uso militare dei reattori giapponesi vedi il seguente rapporto: www.largeassociates.com
Buona lettura!