Archivi tag: energia

Eventi del fine settimana

Venerdì 20 maggio 2011 – ore 20.30
presso Palazzo Malinverni, Piazza San Magno, Legnano (MI)

CONVEGNO “QUALI ENERGIE PER IL FUTURO?”

Volantino 20 maggio

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Venerdì 20 maggio 2011 – ore 21.00
Presso Teatro dell’Oratorio, Via San Francesco, Schianno

PER IL SI’ AL REFERNDUM CONTRO IL NUCLEARE – Incontro con Gian Piero Godio e Marco Caldiroli

Volantino 20 maggio

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Sabato 21 maggio 2011 – ore 10.00

MANIFESTAZIONE A CAORSO

Volantino della manifestazione

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Domenica 22 maggio 2011 – ore 15.00
presso Fortezza da Basso, Firenze

CLIMA ED ENERGIA
Incontro nell’ambito della mostra-convegno TERRAFUTURA

Programma completo degli incontri a Firenze

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No Nucleare Day 2011 a Milano

Con grande piacere possiamo finalmente annunciarvi che, in virtù della necessità di conoscere a fondo l’argomento che riguarda il nucleare, dell’avvicinarsi della data del referendum oramai prossimo, e degli interrogativi che ha suscitato il grave disastro di Fukushima, il 21 maggio 2011 a Milano, in piazza dei Mercanti, si ripeterà l’esperienza del presidio informativo No Nucleare Day avvenuta il 26 giugno dello scorso anno.

Per chi ancora non conosce quest’evento, si tratta di una giornata apartitica dedicata all’informazione e controinformazione sulla tematica dell’utilizzo dell’energia nucleare come risorsa energetica nel nostro paese. L’anno scorso infatti erano presenti undici relatori, economisti, ingegneri nucleari, ecologisti e medici, tutti impegnati nell’ambito informativo sulla tematica.

Hanno rinnovato la loro disponibilità ad essere presenti come relatori per il No Nucleare Day 2011 :

ALFONSO NAVARRA – Attivista della campagna sul disarmo nucleare

FIORELLO CORTIANA – Ecologista, tra i promotori del primo gruppo di base milanese “Ecologia 15”

GIANPAOLO PERSOGLIO – Consigliere Nazionale Ass. Fare verde-Onlus

MANUELA FUMAGALLI – Portavoce di Mondo Senza Guerre E Senza Violenza, promotrice della campagna “Eliminare la minaccia nucleare”

MICHELE BOATO – Docente di economia, ecopacifista, non-violento, direttore della storica rivista “Gaia”, impegnato contro la nocività dell’industria chimica dalla fine degli anni ’60

ALESSIA SACCHETTI – Consigliere Regionale WWF Lombardia

Organizzatori dell’Evento : Anna Ricci (349.7909282) – Davide Maccagnan (348.7046504)

Info: www.facebook.com/event

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Appuntamenti del fine settimana

Venerdì 13 maggio 2011 – ore 20.30
presso Casa del Popolo, Viale Stazione 31, Bellinzona

LA SINISTRA ITALIANA IN SVIZZERA VOTA 4 SI’
Incontro pubblico sui referendum

Volantino 13 maggio

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Sabato 14 maggio 2011 – ore 14.30-18.00
presso Auditoruim La Piastra, Sondrio

ACQUA, SOLE, VENTO E LEGITTIMO IMPEDIMENTO
Incontro pubblico sui referendum del 12-13 giugno

Volantino 14 maggio

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Chi non vuole il fotovoltaico e perché

A cura di Mario Agostinelli e Roberto Meregalli

È davvero straordinario quanto successo nel nostro Paese in materia di energia in questi mesi. Nessun altro Paese sarebbe stato in grado di redarre una legge per recepire una Direttiva Europea che ha il solo scopo di favorire lo sviluppo delle energie rinnovabili, bloccandone la crescita. Col Decreto del 3 marzo scorso, il ministro Romani è entrato a gamba tesa sulle società del settore in maniera brutale: su un campo di calcio sarebbe stato espulso, ma tutto è consentito dentro l’agone politico italiano ai rappresentanti delle lobbies per cui presta la sua opera il Cavaliere. Il Decreto era stato preceduto da una campagna stampa che da più di un anno si accanisce sulle energie pulite. Una propaganda che oggi si concretizza nell’allestimento puntiglioso da parte del Governo di un percorso a ostacoli nei confronti dell’espansione delle fonti naturali. A vantaggio di una stabilizzazione dell’impiego delle fonti fossili e del rilancio del nucleare.

Confindustria ha così lanciato un fuoco di sbarramento, accusando le imprese fotovoltaiche di desiderare il metodo tedesco ma con incentivi all’italiana e insinuando che volessero “nascondere l’interesse a garantirsi inaccettabili rendite sulle spalle dei cittadini e dell’industria”. Detto dallo staff della Marcegaglia, che il 21 febbraio 2011 ha inaugurato un impianto di ben 3 MW a Taranto sui suoi stabilimenti – assicurandosi così per vent’anni con il vecchio conto energia quelle che definisce ora “inaccettabili rendite” – fa una certa impressione! Anche Enel ha perorato la causa per la riduzione degli incentivi, scandalizzandosi per gli oneri in bolletta, ma ignorando deliberatamente che gli incentivi per le fonti rinnovabili pesano per meno della metà del totale degli oneri di sistema che compongono la bolletta elettrica: nel 2010 circa 2,7 miliardi alle rinnovabili su un totale di oltre 5,8 miliardi di euro, con il povero fotovoltaico a pesare per 826 milioni. Perché Confindustria ed Enel non puntano invece il dito contro un miliardo di euro di IVA che in maniera del tutto scorretta lo Stato incamera sugli oneri? Nessuno ricorda poi che ogni anno milioni di euro li paghiamo per il vecchio nucleare (285 milioni nel solo 2010: più del costo del fotovoltaico nel 2009) e che si sono versati 1,2 miliardi di euro per il noto CIP6 che, seppur in esaurimento, ancora nel 2010 incentivava gli scarti di raffinerie.

Confartigianato ha spiegato che “gli incentivi alle rinnovabili hanno fatto nascere 85.000 imprese e 150.000 posti di lavoro, a differenza di altre forme di agevolazione ben più costose che di fatto si traducono in meri sussidi senza generare né sviluppo né occupazione”. Prendiamo ad esempio i 3,3 miliardi l’anno di minor gettito nelle casse dello Stato dovute ad agevolazioni tariffarie su energia e carburanti. Di queste, 1.6 miliardi sono per il trasporto aereo, 817 milioni per l’agricoltura, 492 milioni per il trasporto marittimo. Oppure consideriamo le industrie energivore che non pagano accise sull’energia per 241 milioni di euro l’anno (e si tratta delle stesse industrie che accusano il fotovoltaico per i suoi incentivi!).

Ma c’è un ulteriore motivo per cui il fotovoltaico vede una dura opposizione, in particolare da parte del mondo dei produttori di energia elettrica (Assoelettrica): il suo effetto sul mercato elettrico, perché si comincia ad intuire che questa fonte riduce il prezzo dell’energia elettrica. Pochi italiani sanno che con la fine del monopolio statale e la trasformazione di Enel in una società per azioni, i produttori di energia si sono moltiplicati e per definire il prezzo all’ingrosso dell’energia elettrica è stata creata una Borsa elettrica, dove vengono scambiate quantità stabilite di energia e vengono definiti i programmi di immissione e di prelievo di elettricità della Rete di Trasmissione Nazionale, gestita da Terna. Il Gestore del Mercato Elettrico (GME) riceve le offerte, ora per ora, fino alla saturazione del fabbisogno previsto per il giorno seguente. Per ogni ora del giorno però, l’energia elettrica viene acquistata in blocco al prezzo più alto offerto in quell’ora. Ciò significa che chi ha “piazzato” 100 MWh prodotti col carbone (la fonte fossile meno costosa) riceve lo stesso prezzo (al MWh) di chi ha visto accogliere la propria offerta per una quantità pari a 10 MWh prodotta con un turbogas a costi molto superiori. Nelle ore di punta sono gli impianti più flessibili e più costosi (come i turbogas) a dover essere attivati e ad alzare i prezzi. A meno che ci sia disponibile una fonte calmierante. Ora, siccome il fotovoltaico funziona negli orari di punta ed ha un costo di produzione “marginale” (di esercizio) molto basso, entra in concorrenza con queste fonti fossili più costose, abbassando il prezzo orario e modificando così la formazione dei prezzi. Così, volumi crescenti di energia a costo marginale trascurabile (eolica e solare) spostano la curva di offerta e provocano una riduzione del prezzo di equilibrio. Francesco Meneguzzo di ASPO Italia stima che 1.000 MW di solare fotovoltaico sono in grado di far risparmiare 500 milioni di euro in bolletta, ovvero di pareggiare il relativo costo attuale di incentivazione (pari a circa 450 milioni), così demonizzato da Romani, Confindustria, Enel e compagnia. Il che significherebbe che il fotovoltaico, anche con il vecchio conto energia, si ripaga da sé e in più produce lavoro e fatturato (valutato dal Politecnico di Milano in 7,6 miliardi di euro nel 2010).

Un governo che pensa ai propri cittadini saprebbe da che parte stare. Ma è lo stesso governo che si è prefisso di far saltare il referendum contro il nucleare e di ammazzare le rinnovabili.

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Nucleare e acqua: i Sì che aiuteranno l’Italia a crescere

Nelle piazze e nelle strade della Lombardia parte la mobilitazione per i referendum del 12 e 13 giugno

Grande manifestazione antinucleare a Caorso il 21 maggio e 1000 piazze per il referendum

Sono oltre 100 le associazioni nazionali e una miriade i comitati che sostengono le campagne per i SI’ ai referendum che il 12 e 13 giugno chiameranno gli italiani al voto contro il ritorno dell’incubo nucleare e per il mantenimento dell’acqua pubblica. Ed ora, dopo l’approvazione scandalosamente tardiva del regolamento per la par condicio, parte la chiamata alla mobilitazione per portare gli elettori al voto referendario.

“Il Presidente del Consiglio ha certificato con le sue dichiarazioni quello che sapevamo da tempo: gli italiani sono in stragrande maggioranza contrari al piano nucleare del governo, lo erano prima dell’incidente in Giappone, e lo sono ancora di più ora che questo sventurato Paese ha vissuto sulla sua pelle gli effetti di scelte energetiche sconsiderate – dichiarano le associazioni del Comitato promotore lombardo ‘Vota Sì per fermare il nucleare’ -. Ma la lobby nucleare lavora slealmente per impedire che, con l’esercizio del voto, il popolo scriva la parola fine alla spregiudicata avventura nucleare, traghettando l’Italia per sempre fuori da ogni velleità nuclearista, e dando un segnale forte anche agli altri Paesi europei in cui la scelta nucleare appare sempre più declinante e incerta. La nostra è una forte chiamata di responsabilità e impegno: ci mobilitiamo in tutte le piazze per informare i cittadini, il 12-13 giugno si vota, ognuno è chiamato a compiere il proprio dovere civico, e ad apporre una croce definitiva sul Sì che abroga il piano di ritorno al nucleare voluto dal Governo”. Il Comitato promotore annuncia inoltre di avere in calendario due momenti di mobilitazione regionale: il 21 maggio a Caorso (PC), insieme ai comitati emiliani, una grande manifestazione antinucleare. E il 5 giugno, in tutta la Lombardia, banchetti e gazebo in mille piazze per informare i cittadini sul voto che li attende.

“Vogliamo che i cittadini lombardi dicano la loro su scelte fondamentali quali sono quelle sul futuro energetico e dell’approvvigionamento idrico – prosegue il Comitato -. I tre referendum sul nucleare e l’acqua pubblica rappresentano un momento di alta democrazia per condizionare in modo inequivocabile le scelte di Governo e Regioni, arginando l’ingresso di privati e speculatori nella gestione di beni fondamentali”.

Sul voto antinucleare pesa l’incognita del voto alla Camera previsto il prossimo 17 maggio, ma i comitati referendari saranno nelle piazze insieme, e fin d’ora dicono no a leggi-truffa che impediscano l’esercizio del diritto di voto e depotenzino lo strumento referendario, previsto in ogni democrazia avanzata per permettere al popolo di essere presente nelle scelte fondamentali sulla cosa pubblica.

Comitato promotore lombardo “Vota Sì per fermare il nucleare”

www.fermiamoilnucleare.it

SCARICA IL VOLANTINO PER LA MANIFESTAZIONE DI CAORSO (PDF, 340 Kb)

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