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Fukushima Italia, in onda domenica 11 marzo su Rai Tre

Un anno fa il disastro di Fukushima e a “Presadiretta” un reportage in esclusiva dalla zona proibita attorno alla centrale e nelle aree annientate dallo tsunami.

Alessandro Libbri, un giornalista italiano che sta in Giappone è riuscito a filmare la vita sospesa: dove abitavano 10mila persone ora è tutto abbandonato. Le interviste ai sindaci, agli psicologi, ai medici a quanti stanno cercando di recuperare dopo la più grande tragedia del Giappone dopo la seconda guerra mondiale.

E in Italia dopo Fukushima i politici che volevano il nucleare hanno rinunciato. Esiste un piano nazionale per l’energia? Ma cosa si sta facendo per implementare le energie rinnovabili? Tra zig-zag normativi imprenditori e consumatori non sanno come procedere mentre dobbiamo implementare le leggi europee in materia di consumo energetico. Chi produce energia pulita è in difficoltà nonostante la green economy sia in tutto il mondo considerata il volano dell’economia del futuro.

A Casalecchio di Reno esiste la comunità solare: lì le bollette stanno a zero e con i soldi che si risparmiano o si fanno con il surplus prodotto si ristrutturano le case perché consumino meno. In Italia nascono anche le ricerche più avanzate in fatto di rinnovabili.

Energia è un racconto di: Riccardo Iacona, Silvia Bencivelli, Sabrina Carreras e Elena Stramentinoli.

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Quanti morti a Fukushima?

Nei giorni scorsi, a inizio febbraio quando un’ondata di gelo ha subito fatto vacillare il nostro sistema “artificiale”, su qualche giornale è ricomparso il lamento per l’abbandono nucleare, tecnologia che rimane di grande fascino. Anche di Fukushima, molti hanno scritto che alla fine non è morto nessuno, quindi perché tanto can can?

Venticinque anni fa ero anch’io affascinato dai reattori, mi parevano macchine di straordinaria potenza (e lo sono), così “pulite” in apparenza, senza ciminiere e senza quell’enorme quantità di combustibile che necessita una centrale “fossile” della medesima dimensione. Ma occorre saper andare oltre le proprie simpatie e riconoscere anche i lati negativi e quando superano quelli positivi, saper rinunciare.

L’incidente di Fukushima ha costituito un ripasso per “i ripetenti di Cernobyl”, sulla non accettabilità di una tecnologia senza capacità di apprendimento che non sappiamo maneggiare. Inutile ogni volta dire “non accadrà più”, purtroppo continua ad accadere.

Il Giappone ha fama di efficienza, di serietà, di professionalità, eppure il reattore 1 non era in perfette condizioni prima del sisma, pochi giorni prima aveva ottenuto la licenza per estendere la sua vita di altri dieci anni nonostante carenze emerse nella sua manutenzione e nei sistemi di raffreddamento, ci hanno pensato sisma e tsuami a fermarlo per sempre, noi uomini no, avevano chiuso un occhio, come sempre quando in ballo ci sono “gli affari”. E succede a tutte le latitudini.

Come fidarsi delle rassicurazioni di imprese e governo che sistematicamente tendono a minimizzare e ad occultare i pericoli per evitare il panico nella popolazione? Nessuno è morto – sinora – per l’incidente nucleare, ma le decisioni relative alle zone da evacuare sono state prese non con l’obiettivo di difendere la popolazione ma di risultare gestibili in un paese affamato di spazi. Quanto accaduto ha evidenziato un governo e una impresa elettrica incapaci di gestire la situazione. Nessuno è morto ma tanti hanno perso tutto e la loro terra è stata resa inabitabile. Vi sembra cosa da poco?

Siamo esseri umani ospitati su un pianeta che ci fa da culla ed è nostro dovere far sì che le nostre attività custodiscano l’ecosistema che ci permette di sopravvivere. Siamo una specie arrivata a saper modificare, sconvolgere e distruggere i sistemi naturali, mettendo a rischio la nostra stessa sopravvivenza. Le attività che rendono la terra inospitale non sono degne di ciò che siamo e dovremmo ricordarlo più spesso.

“Fuku” significa felicità e “shima” isola, dell’isola della felicità ne abbiamo fatto una zona off-limits. Che l’11 marzo 2011 ci insegni ad accettare e praticare la responsabilità nel nostro agire, non a litigare come mocciosi su tecnologie incomprensibili alla maggior parte di noi. Che ci insegni che la lettura del mondo non si può ridurre ad interessi di parte e valutazioni economiche.

Roberto Meregalli, Beati i costruttori di pace

Per approfondire è disponibile: Dimenticare Fukushima (22 pagine sul nucleare oggi)

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8 marzo: presentazione dello Smart Grid Executive Report

Quanto è intelligente il “sistema” elettrico italiano? Applicazioni, tecnologie e prospettive di sviluppo delle Smart Grid in Italia

Presentazione della prima edizione dello Smart Grid Executive Report

Milano, giovedì 8 Marzo 2012

Il concetto di Smart Grid sottintende una molteplicità di interpretazioni in merito a cosa si debba intendere per sistema elettrico “intelligente” e a quali siano le soluzioni e le tecnologie costitutive della Smart Grid.

Nonostante la mancanza di una visione condivisa su questi punti, c’è un’ampia convergenza tra ricercatori ed operatori del settore sul fatto che la transizione verso il paradigma Smart Grid sia ormai inevitabile. Questo per effetto delle politiche energetiche a livello comunitario e nazionale, che stanno promuovendo con forza l’utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili e l’affermazione di un sistema di generazione distribuito. La Smart Grid rappresenta un elemento abilitante e al tempo stesso imprescindibile perché questi cambiamenti si realizzino. In questo percorso di progressiva diffusione del paradigma Smart Grid sono diversi gli attori a giocare un ruolo rilevante: il legislatore, innanzitutto – considerata la natura ancora fortemente regolata del sistema elettrico in Italia – e gli operatori industriali – che saranno chiamati ad identificare i modelli di business e le partnership per cogliere le opportunità che l’evoluzione normativa e lo sviluppo delle tecnologie abilitanti offrirà loro.

L’obiettivo della prima edizione dello Smart Grid Executive Report – e del dibattito sul tema che coinvolgerà durante il convegno esponenti del mondo delle imprese e delle istituzioni – è quello di offrire gli strumenti necessari a policy maker ed operatori industriali per promuovere l’evoluzione virtuosa del sistema elettrico italiano verso un modello “intelligente”.

Da un lato la ricerca offre una mappatura completa delle funzionalità e delle soluzioni Smart e delle normative che ad oggi nel nostro Paese interessano l’adozione di questo paradigma. Dall’altro, lo studio riporta i risultati di una serie di interviste con operatori del settore che hanno permesso di stimare il potenziale di mercato in Italia delle soluzioni Smart (tra cui smart inverter, sistemi di ottimizzazione degli asset di generazione, sistemi di storage, advanced metering infrastructure, home management system), mappare il processo di adozione delle stesse ed i driver che ne influenzeranno la diffusione nei prossimi anni, con particolare riferimento anche all’impatto che la mobilità elettrica potrà avere sul sistema elettrico italiano.

POLITECNICO DI MILANO

Aula Carlo De’ Carli, Via Durando, 10

Programma

9.15 Registrazione partecipanti

9.45 Apre i lavori: Umberto Bertelè, School of Management – Politecnico di Milano

10.00 Presentano lo Smart Grid Executive Report: Vittorio Chiesa, Davide Chiaroni, Federico Frattini, Energy & Strategy Group – Politecnico di Milano

11.00 Smart Grid: innovazione tecnologica e progetti in corso in Italia: Maurizio Delfanti, Dipartimento di Energia – Politecnico di Milano

11.15 Coffee break

11.45 Tavola Rotonda con i manager delle imprese partner della ricerca: ABB, Edison, Enel Green Power, Eni Power, Ferla, Martifer, Power One, SGS, Siemens, SMA

Modera: Maurizio Melis, Radio 24 – Il Sole 24 Ore

13.10 Chiusura lavori

 

Informazioni: tel. 02.2399.4842 – convegni@energystrategy.it – www.energystrategy.it

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8 marzo: presentazione libro a Monza

ECONOMIA VERDE – ENERGIA PULITA

Cercare il Sole. Dopo Fukushima

Monza, 8 marzo 2012, ore 21

Spalto Piodo 18

Mario Agostinelli, studioso di problemi dell’ambiente, presenta il suo libro.

L’autore presenta inoltre, con Marco Moro, direttore editoriale di Edizioni Ambiente, Imperativo energetico di Hermann Scheer.

Info: www.casadellacultura.org

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Manifesto “Dalle fossili alle rinnovabili”

Realizzare un sistema energetico sostenibile per l’Italia e richiedere al Governo un Piano per la transizione dalle fonti inquinanti a quelle verdi ed alternative. Con queste finalità nasce il Manifesto “Dalle fossili alle rinnovabili” di EnergoClub Onlus, articolato progetto di azioni concrete rivolto a famiglie ed imprese intenzionate a contribuire alla transizione sopracitata.

Il Manifesto, che è stato presentato il 24 febbraio a Pescara, ha lo scopo di permettere alle famiglie e alle imprese di partecipare al cambiamento energetico del Paese, propone azioni concrete alle famiglie e alle imprese tramite i progetti di EnergoClub e quindi vuole promuovere il cambiamento a cominciare “dal basso”.

L’energia è alla base delle strategie di sviluppo del nostro Paese e ne condiziona sostenibilità, progresso, grado di benessere. L’attuale sistema italiano, basato per circa il 90% su fonti fossili inquinanti, costose, limitate e gestite da pochi Paesi politicamente instabili determina conseguenze gravi sull’economia, l’ambiente e la salute dei cittadini.

AMBIENTE: l’industrializzazione ha alterato il ciclo naturale del carbonio portando l’anidride carbonica a concentrazioni tali da provocare profondi mutamenti climatici e, anche in Italia, fenomeni di desertificazione, eventi atmosferici estremi, innalzamento dei mari, riduzione della biodiversità, alterazione degli ecosistemi. A livello europeo il 66% delle emissioni totali di gas a effetto serra derivano dalla produzione di energia elettrica e termica e dal consumo di energia nelle abitazioni, nell’industria e nei trasporti.

ECONOMIA: oltre a comportare una spesa di circa 50 miliardi di euro all’anno per l’importazione, la forte dipendenza dai combustibili fossili è una delle principali cause del debito di 700 milioni euro accumulato nel periodo 2008-2011 per il mancato raggiungimento degli obiettivi del Protocollo di Kyoto. È grazie all’incremento della produzione di energia elettrica da rinnovabili che, nello stesso periodo, si è ottenuta una riduzione pari al 40% del taglio delle emissioni climalteranti rispetto al 1990 previsto per l’Italia (14 milioni di tonnellate/anno). In Italia le fonti rinnovabili – combinate con efficienza e risparmio energetici – sarebbero competitive e sufficienti a soddisfare il fabbisogno energetico e generare un’occupazione tale da contribuire al rilancio dell’economia.

SALUTE: l’elevata concentrazione di polveri (PM10, PM2,5, polveri ultra fini, nanoparticelle, black carbon) e sostanze inquinanti nelle aree densamente urbanizzate e industrializzate rappresenta un fattore di rischio per lo sviluppo di malattie respiratorie e cardiovascolari, soprattutto per la presenza di prodotti di combustione carboniosi nella composizione del particolato fine. Ogni anno in Europa sono quasi 400.000 i decessi prematuri attribuibili all’inquinamento atmosferico e oltre 100.000 i ricoveri ospedalieri per malattie dovute agli attuali livelli di particelle sospese nell’aria. Il rischio per la salute pubblica è paragonabile a quello degli incidenti automobilistici o del tabagismo.

RISORSE: a conferma dell’insostenibilità dell’attuale sistema, gli esperti sottolineano il raggiungimento del picco dell’estrazione del petrolio – una risorsa finita formatasi in milioni di anni e consumata nell’arco di appena due secoli, generando tensioni, guerre e crisi economiche – e l’inizio del declino della sua disponibilità. Le fonti rinnovabili sono inesauribili, ampiamente disponibili, per loro natura libere e distribuite, non generano conflitti e sono prodotte vicino ai luoghi d’utilizzo. Si chiude, dunque, l’era del petrolio. Si va ad inaugurare l’era delle fonti rinnovabili.

Sulla base di queste premesse EnergoClub invita i cittadini a sottoscrivere i valori alla base del

MANIFESTO PER L’ENERGIA SOSTENIBILE

“Dalle fossili alle rinnovabili”

per costruire insieme un sistema energetico sostenibile per l’Italia e richiedere al Governo italiano un Piano per la transizione dalle fonti fossili alle fonti rinnovabili.

Per sottoscrivere il Manifesto: Adesione al Manifesto

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