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13-17 giugno: la Tenda del sole a Milano

5 giorni di incontri per far rispettare il nostro voto referendario!

Via Dante, Milano – ore 17.00 – 20.00

Intendiamo sensibilizzare la popolazione milanese su questi tre punti fondamentali:

1) chiudere definitivamente la partita del nucleare attuando a tutti i livelli incluso il livello locale la volontà popolare espressasi col referendum del giugno 2011

2) promuovere l’alternativa del risparmio e delle rinnovabili come base di un nuovo modello economico metropolitano a partire da una gestione partecipata dei servizi pubblici locali

3) denunciare il progetto della Multiutility del Nord in cui si vorrebbe ulteriormente stravolgere e snaturare A2A da sottrarre del tutto al controllo comunale

NB : Una caratteristica determinante e specifica del nostro Sportello Energia collegato alla Tenda è l’orientamento in senso antinucleare dei cittadini: INVITIAMO A DISDIRE I CONTRATTI CON A2A ed ALTRE COMPAGNIE FILO-NUCLEARISTE (o pesantemente compromesse con il vecchio modello fossile) per approdare a fornitori rinnovabili o ragionevolmente “sostenibili” (es. Cooperativa Reternegie e TRENTA spa con le quali l’Associazione Energia Felice si sta convenzionando).

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NO alla MULTIUTILITY

Appunti di Mario Agostinelli sullo svolgimento dell’assemblea milanese del 5 giugno 2012

Ci sono fatti, decisioni che spesso sfuggono alla nostra attenzione perché stiamo facendo altro, perché ci risultano troppo complessi, perché …

La questione della “Grande Multiutility del Nord” discussa il 5 sera nella sala Alessi di Palazzo Marino strapiena di gente, rappresenta una di quelle complessità che è necessario comprendere bene in quanto riassume in sé gli elementi di una strategia e di un comportamento non trasparente e partecipativo che la giunta di Milano, che abbiamo fortemente voluto per segnare un cambiamento, sta praticando.

Molto in sintesi riassumendo solo quattro dei diversi interventi:

1. è una questione di stravolgimento giuridico;

Gaetano Azzariti – costituzionalista – ha “semplicemente” letto le motivazioni della Corte Costituzionale che hanno dato ragione ai quesiti referendari per le quali questa operazione a carattere finanziario speculativo e distorcente il pubblico interesse, non è ammissibile. Ma ha anche aggiunto che dopo solo due mesi (agosto 2011) dalla grande espressione popolare che ha sancito l’esito positivo dei referendum, con il decreto n. 138, veniva di fatto ripristinato l’art. 23/bis abrogato.

Non solo, ma anche il Governo “tecnico” Monti, dopo sette mesi (Febbraio 2012) con altro decreto “Crescitalia” all’art. 3 peggiorava ulteriormente dichiarando “virtuosi” i Comuni che avrebbero ceduto i servizi pubblici. La questione multiutility si pone politicamente in questo solco e tende a privatizzare i servizi che i comuni dovrebbero rafforzare per conservare e rendere un diritto dei cittadini l’accesso ai beni comuni

2. è una questione di economia finanziaria;

Andrea Di Stefano – economista – ha motivato le ragioni debitorie delle aziende per le quali si dice sia necessaria l’operazione (oltre 7 miliardi tra A2A e Iren). Ancora un “gioco” finanziario che sarà pagato dalla collettività a fronte di operazioni sbagliate e gestioni poco accurate fatte da dirigenti superpagati che non sono chiamati a rendere conto: e qui la Giunta e il Sindaco di Milano dovrebbero intervenire.

Ma quello che si evince con estrema gravità è che l’ideatore dell’operazione “Grande Multiutility” è il ministro Passera che, prevedendo il sostegno finanziario della Cassa Depositi e Prestiti, manterrebbe l’agibilità del Governo sulla manovra, consentendo l’entrata piena dei privati e lasciando ai Comuni qualche soldo di utili eventuali per l’affitto delle reti, deresponsabilizzandoli dei loro compiti istituzionali.

3. Centrale la convergenza acqua energia

Mario Agostinelli – Associazione Energia Felice – sottolinea la convergenza dei movimenti per l’acqua e l’energia e il successso grande della prima operazione di informazione e confronto su una materia finora clandestina. Quello della multiutility è un progetto sul modello vecchio delle energia fossili centralizzate oggetto delle più spregiudicate speculazioni finanziarie. Il nuovo – efficienza e rinnovabili – richiede dimensioni territoriali, diffrenziazione da città a città, ricadute occupazionali programmate e qualificate. Il piano McKinsey richiesto da Passera e Tabacci non parla che di road map verso la privatizzazione e di espropriazione delle quote dei comuni a cui rimarrebbe un canone d’affitto. Nessun cenno al piano industriale e all’occupazione. Un’autentica contromisura rispetto ad una strategia sui beni comuni, che dovrebbe essere l’ispirazione dell’amministrazione Pisapia e che, ci auguriamo, possa tornare ad esserlo con una discussione del Consiglio comunale e la informazione e partecipazione piena dei cittadini.

4. è una questione di democrazia politica;

Emilio Molinari – Forum Nazionale Movimenti Acqua – considera questa manovra politicamente molto grave. Anzitutto è dichiarata da Tabacci/Fassino/Passera come una decisione acquisita senza che il Consiglio Comunale di Milano abbia mai discusso. L’ambiguità del Sindaco Pisapia che lascia intendere senza voler aprire un dibattito con la cittadinanza. Eppure lo slogan della campagna elettorale era “Democrazia partecipata”. Ma ancora più grave è l’esautoramento dei comuni dal potere/dovere del governo della cosa pubblica, dei servizi primari per i propri cittadini: energia, rifiuti, acqua, …

E infine, quelle dichiarazioni di politica imprenditoriale – Tabacci/Fassino/Passera – che vedono questa Multiutility come la grande impresa capace di concorrere sul mercato per fare utili (= speculare finanziariamente). I servizi primari non sono beni speculativi, sono erogati per il bene della collettività che per loro corrisponde con le tariffe e le tasse.

Allora la nostra forte richiesta è che questo Governo, che questo Comune, che questo Sindaco diano un segno chiaro e inequivocabile di rispetto della volontà dichiarata dal voto popolare di 27 milioni di cittadini, e soprattutto chiediamo che il governo di questa città, il suo Sindaco, non confondano mai l’interesse privato con la democrazia partecipativa.

Ora è necessario attivare una grande mobilitazione popolare perché ogni cittadino si renda conto del duplice inganno che la Giunta Comunale sta perpetrando: quella di sottrarsi dal dovere di amministrare i Servizi pubblici e quello di sottrarre i cittadini alla partecipazione, decisione dei loro diritti.

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5 giugno: dibattito pubblico sulla Multiutility del Nord a Milano

MARTEDì 5 GIUGNO 2012

SALA ALESSI

PALAZZO MARINO

 ore 20.30-23.30

 

Coordinatore: Fabio Tamburini (Direttore Radio24)

Saluti istituzionali: Basilio Rizzo (Presidente Consiglio Comunale)

Introduzione: Giovanna Procacci (Comitato Milanese Acquapubblica), Gaetano Azzariti (costituzionalista), Valerio Onida (costituzionalista), Andrea Di Stefano (direttore Rivista Valori)

Interventi programmati: Anita Sonego (Consigliere Comunale SinistraxPisapia), Carlo Monguzzi (Presidente Commissione Ambiente), altri consiglieri comunali, Vincenzo Greco (Segretario Filctem-Cgil Milano), Mario Agostinelli (Energia Felice), Damiano Di Simine (Legambiente), ARCI-MI, Rosario Lembo (Comitato Italiano Contratto Mondiale sull’Acqua Onlus.

Conclusioni: Emilio Molinari (Forum Nazionale Movimenti Acqua)

Organizzato dai Gruppi Consiliari: Sinistra per Pisapia, Movimento Cinque Stelle

In collaborazione con: Comitato Milanese Acquapubblica, Comitato Italiano Contratto Mondiale sull’Acqua Onlus, Associazione Energia Felice, Milano, Intergas, Adesso BASTA.

Aderiscono: Legambiente, ARCI-Milano.

 

A CHI SERVE LA MULTIUTILITY NEL NORD?

Si parla da mesi di creare una grande Multiutility (una mega-azienda pubblico/privata, ma più privata che pubblica) per gestire l’energia e i servizi essenziali dei Comuni del Nord. Il progetto prevede la fusione di A2A (Milano e Brescia), IREN (Genova, Torino, Piacenza, Reggio Emilia), HERA (Bologna), con l’inserimento anche di soggetti finanziari, da quotare in borsa e far partecipare a gare per la gestione dei servizi in giro per il mondo.

La Giunta di Milano non ne ha parlato, il Consiglio Comunale tanto meno, ma l’Assessore Tabacci e il City Manager Corritore presentano la Multiutility del Nord come cosa decisa.

Con il voto referendario del 12-13 giugno 2011, 27 milioni di cittadini hanno restituito alla sfera pubblica non solo l’acqua ma anche gli altri servizi pubblici e hanno sancito un modello di energia da fonti rinnovabili e governata nel territorio. Serve una gestione dell’acqua, dell’energia, dei rifiuti, dei trasporti vicina ai cittadini e partecipata.

La costruzione della Multiutility come prospettata alla stampa e in convegni chiusi ignora il risultato dei referendum, favorisce oggettivamente gli interessi di centri di potere economico-finanziari e ha prospettive economiche tutt’altro che certe.

Chiediamo che sulla Multiutility del Nord si apra invece una discussione pubblica, che esca dai convegni per esperti e dai ristretti ambiti dell’amministrazione cittadina e delle segreterie dei partiti e coinvolga i cittadini tutti, permettendo così quella partecipazione che è stata il vero motore dell’esito referendario come dell’elezione del Sindaco Pisapia.

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Fermiamo chi scherza col fuoco atomico

A cura di Alfonso Navarra

Noi tiriamo su – ad un anno esatto dalla vittoria referendaria – il 13 giugno 2012, la “Tenda del Sole“. Lo abbiamo deciso ieri, 16 maggio, nella riunione del CAVRA milanese (Comitato per l’attuazione della volontà del referendum antinucleare). A prescindere dal fatto che il Sindaco Pisapia ci incontri o meno (dopo l’abboccamento con Energia Felice il 9 maggio) e che cominci a dar retta alla nostra proposta di Tavolo di partecipazione energetica.

Dobbiamo ribadire, con una iniziativa pubblica, in piazza, non una tantum, che il popolo è sovrano e che esistono oggi 3 obiettivi da portare avanti per concretizzare la sua, la nostra vittoria:

1– chiudere con i piani nucleari in Italia e dall’Italia (vedi Enel e Fimeccanica);

2– garantire la (relativa) sicurezza del “vecchio” nucleare degli anni ’60 – ’70 e ’80, che costituisce una minaccia tuttora incombente;

3– risolvere in modo alternativo i problemi che l’opzione nucleare pretendeva di affrontare, come, per esempio, il rispetto degli impegni di Kyoto e l’emancipazione del nostro Paese dalla dipendenza dei combustibili fossili.

Aggiungiamo pure, cosa non trascurabile in questi momenti di crisi economica, la produzione di energia a costi convenienti e con importanti ricadute occupazionali. Dobbiamo altresì vigilare su manovre europee che rischiano di fare rientrare dalla finestra quello che si è cacciato dalla porta.

Tutto questo parte da Milano, ma deve coinvolgere i livelli nazionale ed internazionale.

E’ altresì essenziale che si colleghino in un discorso ed un’azione coordinata ed unica i movimenti “acqua e sole” perchè la volontà referendaria del popolo italiano, nel combinato disposto di tutti i pronunciamenti, ha individuato un orizzonte condiviso e maggioritario di vero cambiamento: riconoscimento e presa in cura da parte di tutti dei beni comuni naturali, gestione pubblica dei beni pubblici, difesa dello Stato sociale, dei diritti e del Diritto.

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