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17 aprile: Giornata internazionale delle lotte contadine

Il 17 aprile è la giornata internazionale delle lotte contadine, che ricorda il massacro di 19 contadini che lottavano per terra e giustizia in Brasile, nel 1996. Ogni anno si celebra questo giorno in tutto il mondo, a difesa dei contadini e delle contadine che lottano per i loro diritti.

“La Via Campesina (coordinamento globale delle organizzazioni contadine) lotta per fermare l’accaparramento di terre (land grabbing) e rivendicare la terra che ci è stata sottratta. La terra deve stare nelle mani di chi la lavora!”

 

Incontro pubblico alle ore 21 presso UNITRE – Aula Conferenze 7 (I° piano)

via Ariberto 11 – Milano (MM2-S.Agostino/P.taGenova)

Introduce

Massimiliano Lepratti – ricercatore e musicista Intervengono

Raffaele Masto – giornalista di Radio Popolare, anche presentando il suo recente libro “Buongiorno Africa” (Bruno Mondadori – 2011)

Antonio Lupo – Presidente del Comitato Amig@s MST – Italia

Alfredo Somoza – Direttore di Icei e Dialoghi.info

Silvana Galassi – Prof. ssa di Ecologia della Univ.di Milano – Comitato milanese per l’acqua e Associazione Yacouba per l’Africa (VA) su: ” Chi ruba l’acqua all’Africa”

Proiezione di un video di Chico Buarque e di un video sul land grabbing

Renato Rossi – agronomo porta un saluto del direttivo di Aiab Lombardia

Coordina: Gino Perri di Metromondo

Promuovono: Comitato Amig@s Movimento Sem Terra, Arci Metromondo, Fratelli dell’uomo-onlus, ICEI (Istituto Cooperazione Economica Internazionale), Dialoghi.info

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Appello contro la Multiutility del Nord

ABBIAMO DETTO SI AI REFERENDUM

DICIAMO NO ALLA MULTIUTILITY

APPELLO CONTRO LA MULTIUTILITY DEL NORD

Facciamo parte dei 27 milioni di cittadine e cittadini che si sono espressi contro la privatizzazione dell’acqua e per la difesa dei beni comuni. Viviamo con forte preoccupazione i ripetuti tentativi di cancellazione del risultato referendario, che colpiscono al cuore la partecipazione democratica e la credibilità delle istituzioni.

Con l’abrogazione dell’art. 23 bis, il referendum ha restituito alla sfera pubblica non solo l’acqua, ma anche gli altri servizi pubblici, compresi i rifiuti e il trasporto pubblico locale. Decenni di liberalizzazioni e privatizzazioni ci lasciano aziende con miliardi di debito, aumento dei costi dei servizi per i cittadini, peggioramento delle condizioni dei lavoratori del settore, azzeramento degli investimenti in nuove reti, impianti e tecnologie, spreco di ingenti risorse naturali, finite e irriproducibili, e una drastica riduzione degli spazi di democrazia, di partecipazione e di trasparenza.

La proposta di creare una grande multiutility del nord si inserisce in questo quadro desolante. Ripercorre la strada dei fallimenti testimoniati dai bilanci in debito di A2A, Iren, Hera, ecc.; ci ripropone l’idea di vendere servizi essenziali per coprire buchi di bilancio; punta a superare i debiti delle aziende attraverso economie di scala.

Oggi più che mai una scelta del genere non deve essere perseguita. Al contrario è necessario aprire un ampio dibattito pubblico che coinvolga le amministrazioni locali, le assemblee elettive, coloro che hanno promosso e vinto i referendum, le associazioni, i comitati, tutti coloro che vogliono preservare l’universalità dei diritti fondamentali, come l’acqua, e tutelare i diritti dei lavoratori.

DIFENDI IL TUO VOTO, FIRMA ANCHE TU

Leggi l’appello integrale, firma anche tu su www.acquabenecomune.org

 

La giunta di Milano non ne ha parlato, il Consiglio Comunale tanto meno. Perché l’assessore Tabacci e il City manager Corritore presentano la mutiutility del nord come cosa decisa? Si vuole costruire una fusione di aziende locali, piene di debiti e creare, ignorando la volontà referendaria, un mega colosso affidato ai privati per gestire energia, rifiuti, trasporti e acqua.

Contro questa ipotesi, personalità del mondo della cultura, dei movimenti, del sociale e della politica, hanno lanciato un appello parzialmente riprodotto sul retro, leggilo e firmalo su www.acquabenecomune.org

Sabato 31 marzo, ore 12

Sala America, padiglione 4 – Fa’ la cosa giusta, Fiera Milano City

Il mio voto va rispettato.

Presentazione dell’appello contro la Multiutility

Acqua, rifiuti, trasporti ed energia devono essere sottoposti al controllo dei cittadini

Partecipano: Basilio Rizzo (presidente del Consiglio Comunale di Milano) – Moni Ovadia (Attore) – Andrea Di Stefano (Dir. rivista Valori, giornalista di Radio Popolare) – Emilio Molinari (Forum Nazionale dei Movimenti per l’Acqua). Presiede: Giovanna Procacci (Comitato Milanese Acquapubblica). Nel corso dell’incontro è previsto l’intervento artistico di Diego Parassole.

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12 marzo a Milano: Dipende da noi. Dissociarsi per riconciliarci

Milano, lunedì 12 marzo 2012 – ore 20.30

Teatro Smeraldo – piazza XXV aprile 10

con

Gustavo ZAGREBELSKY, Roberto SAVIANO, Sandra BONSANTI

 

conduce Concita DE GREGORIO

partecipano: Giuliano PISAPIA – Umberto ECO – Lorenza CARLASSARE – Roberta DE MONTICELLI – Lella COSTA

COME ARRIVARE

MM2 linea Verde – fermate Moscova – Garibaldi

FIRMA IL MANIFESTO

Dipende da noi. Dissociarsi per riconciliarci

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Iren-A2A, no alla grande Multiutility del nord

COMUNICATO STAMPA

Premesso che, come ASSOCIAZIONE ENERGIA FELICE, condividiamo le osservazioni critiche e le preoccupazioni del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua sull’operazione “Multiutility del Nord”, desideriamo sottolineare i seguenti aspetti che riteniamo molto importante sottoporre all’attenzione della Giunta Pisapia e per l’illustrazione dei quali sollecitiamo un incontro con gli assessori competenti.

Ben al di là del problema, pur importantissimo, della partecipazione democratica alla gestione di servizi pubblici essenziali, quelle che sarebbero pregiudicate con la velleità di creare una compagnia energetica orientata a un business transnazionale ispirato alla logica del profitto e della finanza, sono le possibilità di costruire infrastrutture adeguate a un modello energetico “rinnovabile” e “risparmioso”, pulito, diffuso, localmente autogestito e in pratica autosufficiente.

Si tratta di rinunciare in partenza alla base fondamentale per costruire un modello di produzione e di consumo alternativo al sistema globale che stiamo vedendo collassare. Assistiamo all’esplosione di “Fukushime nucleari, climatiche e finanziarie”, con la crisi economica e del debito che provoca impoverimento, disoccupazione e ruba speranza e dignità a giovani, a meno a giovani, a donne, insomma al 99% sempre più schiacciato dall’1% straricco e privilegiato.

La nostra convinzione è che la conversione ecologica sia una necessità senza alternative. E vorremmo che la giunta del “vento nuovo”, del cambiamento, della promozione dei beni comuni, percorresse con coerenza la strada indicata dal popolo italiano con chiarezza attraverso il voto dei referendum di giugno.

Sarebbe quindi più che opportuno che, in attuazione della volontà referendaria, si avviasse subito, da parte del Comune di Milano, il processo per gestire l’acqua e l’energia attraverso strutture giuridicamente ripubblicizzate e con modalità partecipative effettive.

Milano, 9 febbraio 2012

Associazione Energia Felice, affiliata all’ARCI – Via Nicola Antonio Porpora, 113 – 20131 Milano

SCARICA IL COMUNICATO IN PDF (61 Kb)

 

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Appello: Giù le mani dall’acqua e dalla democrazia!

FIRMA E FAI FIRMARE L’APPELLO>>>

Il 12 e 13 giugno scorsi 26 milioni di donne e uomini hanno votato per l’affermazione dell’acqua come bene comune e diritto umano universale e per la sua gestione partecipativa e senza logiche di profitto.

Le stesse persone hanno votato anche la difesa dei servizi pubblici locali dalle strategie di privatizzazione: una grande e diffusa partecipazione popolare, che si è espressa in ogni territorio, dimostrando la grande vitalità democratica di una società in movimento e la capacità di attivare un nuovo rapporto tra cittadini e Stato attraverso la politica.

Il voto ha posto il nuovo linguaggio dei beni comuni e della partecipazione democratica come base fondamentale di un possibile nuovo modello sociale capace di rispondere alle drammatiche contraddizioni di una crisi economico-finanziaria sociale ed ecologica senza precedenti.

A questa straordinaria esperienza di democrazia il precedente Governo Berlusconi ha risposto con un attacco diretto al voto referendario, riproponendo le stesse norme abrogate con l’esclusione solo formale del servizio idrico integrato.

Adesso, utilizzando come espediente la precipitazione della crisi economico-finanziaria e del debito, il Governo guidato da Mario Monti si appresta a replicare ed approfondire tale attacco attraverso un decreto quadro sulle strategie di liberalizzazione che vuole intervenire direttamente anche sull’acqua, forse addirittura in parallelo ad un analogo provvedimento a livello di Unione Europea che segua la falsariga di quanto venne proposto anni addietro con la direttiva Bolkestein. In questo modo si vuole mettere all’angolo l’espressione democratica della maggioranza assoluta del popolo italiano, schiacciare ogni voce critica rispetto alla egemonia delle leggi di mercato ed evitare che il “contagio” si estenda fuori Italia.

Noi non ci stiamo.

L’acqua non è una merce, ma un bene comune che appartiene a tutti gli esseri viventi e a nessuno in maniera esclusiva, e tanto meno può essere affidata in gestione al mercato.

I beni comuni sono l’humus del legame sociale fra le persone e non merci per la speculazione finanziaria.

Ma sorge, a questo punto, una enorme e fondamentale questione che riguarda la democrazia: nessuna “esigenza” di qualsivoglia mercato può impunemente violare l’esito di una consultazione democratica, garantita dalla Costituzione, nella quale si è espressa senza equivoci la maggioranza assoluta del popolo italiano.

Chiediamo con determinazione al Governo Monti di interrompere da subito la strada intrapresa.

Chiediamo a tutti i partiti, a tutte le forze sociali e sindacali di prendere immediata posizione per il rispetto del voto democratico del popolo italiano.

Chiediamo alle donne e agli uomini di questo paese di sottoscrivere questo appello e di prepararsi alla mobilitazione per la difesa del voto referendario.
Oggi più che mai, si scrive acqua e si legge democrazia.

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