Primo confronto pubblico sulla gestione della Multiutility del Nord tra il sindaco Pisapia e i movimenti della città. Occasione, la presentazione del libro di Alfiero Grandi “Referendum e alternativa politica, mercoledì 9 maggio, presso la Libreria Punto Rosso a Milano.
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F-35: quanto inquinano le armi
di Mario Agostinelli – Il Fatto Quotidiano online – 14 maggio 2012
Con un debito pubblico al 120% del Pil e un’inflazione che supera il 3%, l’Italia ha deciso di ammodernare il proprio apparato attraverso l’acquisto di aerei da caccia e navi da guerra. Ha stabilito di destinare al bilancio difesa 2012 una cifra imponente pari a 19,9 miliardi di euro (l’1,22% del Pil). Novanta caccia F-35, al costo unitario di 135 milioni saranno acquistati e Finmeccanica parteciperà alla loro costruzione con un risultato occupazionale di 1500 occupati. Ci si può chiedere se con i costi così esorbitanti dei programmi e delle guerre non sarebbe meglio investire lo stesso denaro in settori che garantiscano più posti di lavoro, benessere e pace per il Paese. Come calcolato dall’Università del Massachusetts, se investiamo un miliardo di dollari nella difesa abbiamo 11.000 nuovi posti di lavoro; 17.000 se lo impegniamo nelle energie rinnovabili e 29.000 se fosse speso nel settore dell’educazione.
In questo post, vorrei enfatizzare gli aspetti legati ai terribili danni ambientali delle armi più distruttive che non si lesina ad acquistare e impiegare, nonostante la crisi venga assunta a vincolo insuperabile per tagliare le uscite dello stato. Basta fare dei conti nei serbatoi o dietro gli scarichi dei velivoli seminatori di morte, per chiedersi per quale perversa ragione al governo Monti sembrino indispensabili e perché invece un sindaco come quello di Milano – Pisapia – abbia meritevolmente chiesto di rinunciarvi.
Se guardiamo ai consumi, un aereo tipo F-15 Eagle consuma circa 16.200 litri/ora, un bombardiere B-52 12.000 litri/ora, un elicottero Apache 500 litri/ora. Un mese di guerra aerea calcolato su queste basi comporta l’emissione di 3,38 milioni di tonnellate di CO2, l’equivalente dell’effetto serra provocato in un anno da una città di 310 mila abitanti (poco meno di Bologna). Durante la guerra Desert Storm furono effettuati rifornimenti di carburante per missioni aeree per un volume di 675 milioni di litri, equivalenti a un pieno di circa 17 milioni di autovetture normali. Il serbatoio di un F-35 contiene 8391 kg di carburante. La combustione per ogni litro di carburante produce in media 2,5 kg di CO2. Dunque lo svuotamento dell’intero serbatoio di un F-35 (viaggio andata e ritorno nelle missioni in medio oriente) produce circa 21mila kg di anidride carbonica, pari all’emissione giornaliera di 1000 abitanti del nostro Paese.
Questi dati chiariscono cosa significhi non solo per i “nemici”, ma anche per tutta l’umanità e le generazioni future avventurarsi nella soluzione armata dei conflitti. Stiamo rincorrendo gli Stati Uniti, che invece stanno perdendo terreno velocemente nei confronti della Cina nel campo dell’economia verde. Questo anche per colpa dell’enorme spesa militare che sottrae risorse agli investimenti pubblici per mitigazione e adattamento climatico. Il gigante asiatico, ormai leader incontrastato della green economy, spende circa un sesto rispetto alla superpotenza americana per gli armamenti e il doppio per ridurre le emissioni e prepararsi ai cambiamenti climatici. Anche negli Usa sta crescendo un’opposizione alle scelte di continuo riarmo. Uno studio della Quadrennial Defense Review propone un cambio di direzione, stimando che un miliardo di dollari speso in armamenti creerà circa 8mila posti di lavoro, se speso per potenziare il trasporto pubblico 20mila, se speso per l’efficienza energetica negli edifici o per le infrastrutture circa 13mila.
Se si sceglie il riarmo, come indica la vicenda degli F-35, oltre alla devastazione della pace si compiono sia un danno ambientale in prospettiva che uno occupazionale immediato. Se si vuole contenere in 2°C l’aumento della temperatura del pianeta, bisogna limitare le emissioni di CO2 entro 350ppm. Quindi non solo rinunciare allo spaventoso consumo energetico delle armi moderne ma destinare alla riconversione ecologica dell’economia una percentuale di Pil pari almeno alla metà di quella che gran parte delle nazioni dedica alle spese militari, creando in più ricchezza e occupazione. L’abbassamento a 350 ppm si potrebbe raggiungere con investimento tra l’1 e il 3% del Pil globale. Un investimento lungimirante, considerando il rischio enorme del “global warming” e i vantaggi economici, ambientali e occupazionali che questa decisione procurerebbe. E allora, ci ripensi il governo Monti, così attento – dice lui – al contenimento e alla produttività della spesa pubblica.
13 maggio: Festa al Parco Forlanini
Facciamo del Forlanini un grande parco per la città
Siamo un gruppo di cittadini delle zone 3 e 4, impegnati per la valorizzazione, l’ampliamento e la riqualificazione del Parco Forlanini come importante risorsa ambientale e di fruizione pubblica della città di Milano.
● Crediamo sia di grande importanza per la nostra città che si dia finalmente forma e vita al progetto del Grande Parco Forlanini, che dovrebbe estendersi ed essere liberamente fruibile dai cittadini milanesi, con percorsi e collegamenti ciclopedonali, da viale Argonne fino all’Idroscalo!
● Chiediamo quindi che si investa in questa grande risorsa ambientale e di fruizione pubblica.
● Chiediamo che si costituisca un progetto per i parchi della città in cui le funzioni sportive vengano programmate e non allocate casualmente come sta purtroppo avvenendo.
● In questo momento infatti la realizzazione di un campo da golf su un’area di circa 117.000 mq (che alla fine dei lavori risulterà completamente recintata) snatura la matrice agricola delle aree interessate e pone un pesante vincolo sul futuro del Parco.
● Per questo ci siamo attivati per fermare l’ampliamento del campo da golf per altri 35.000 mq.
● Ora vogliamo far sentire a tutta la città che il nostro patrimonio comune va difeso e valorizzato.
Per questo DOMENICA 13 MAGGIO 2012
vi invitiamo ad una festa in via privata Taverna (a destra dopo il ponte sul Lambro e la ricicleria di via Corelli) sulla porzione di terreno di 35.000 mq adiacenti all’area dei lavori, di cui chiediamo l’annessione al parco in tempi brevi.
Programma del pomeriggio
14.30 Biciclettata con Ciclobby da piazzale Susa (via Giovanni Da Milano) al Parco Forlanini (via Taverna) in contemporanea Thai chi nel parco (campo adiacente via Taverna)
14/19 Tutti all’Ortoparco con Orti d’Azienda per giocare a coltivare l’orto e partecipare a giochi a premi
15/18 Attività con ragazzi/e dagli 8 ai 12 anni a cura del CUS Milano RUGBY ASD nel campo di via Taverna
15.30 Allestimento e presentazione della mostra “Il Grande Parco Forlanini: dal Duomo all’Idroscalo, dal Parco Lambro a Monluè”
15.45/ 16.30 Confronto con i cittadini sul progetto del Grande Parco Forlanini
16.30 Primo percorso alla scoperta delle buone erbacce con Oikos (a piedi) in contemporanea Ginnastica artistica e giochi per ragazzi con S.G. Pro Patria 1883
17.30 Secondo percorso alla scoperta delle buone erbacce con Oikos (in bicicletta) in contemporanea Thai Chi al boschetto dei Faggi Chiusura del pomeriggio con il tour “Esplorazione urbana – alla scoperta del Grande Forlanini” sono previsti anche: animazione e spazi gioco per bambini, musica, merenda e altre sorprese…
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9 maggio: Presentazione libro con Grandi e Pisapia
DEMOCRAZIA, BENI COMUNI, ALTERNATIVA POLITICA
Una nuova prospettiva per il cambiamento politico e sociale del nostro Paese nell’occasione presentazione del libro
REFERENDUM E ALTERNATIVA
di Alfiero Grandi
Mercoledi 9 maggio 2012 alle ore 17.30, presso la Libreria Les Mottes (Punto Rosso) in Via Carmagnola, a Milano
Partecipano
Alfiero Grandi (Presidente Ars e autore del libro)
Aldo Tortorella (Direttore rivista “Critica marxista”)
Giuliano Pisapia (Sindaco di Milano)
Mario Agostinelli (Presidenza Comitato Si alle Rinnovabili, No al nucleare)
Luigi Vinci (Condirettore della rivista “Progetto Lavoro”)
Coordina Giorgio Riolo (Ass. Cult. Punto Rosso)
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Associazione Culturale Punto Rosso – Via G. Pepe 14, 20159 Milano – Tel. E fax 02/874324 – info@puntorosso.it – www.puntorosso.it
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Lancio della Campagna: “Stop ENEL – Per un nuovo modello energetico”
Assemblea internazionale verso la costituzione di una rete delle comunità danneggiate dall’ENEL
29 aprile 2012, ore 10-18
CSOA Ex Snia Viscosa, Via prenestina 173, Roma
Lancio della Campagna
30 aprile 2012, ore 13.30-17.30
Di fronte sede ENEL, Viale Regina Margherita 125, Roma
Come primo appuntamento si incontreremo a Roma il 29 aprile in un’assemblea internazionale presso il CSOA Ex-SNIA comitati e associazioni italiani, rappresentanti delle comunità e movimenti locali dal Cile, Guatemala, Colombia, Albania, Romania, Russia. Il 30 aprile, giorno dell’assemblea degli azionisti, si terrà di fronte ENEL una conferenza stampa di presentazione della campagna: STOP ENEL. Per un nuovo modello energetico.
Parteciperanno: Monsignor Alvaro Ramazzini – testimone d’onore delle comunità nel dialogo con l’ENEL (diga di Palo Viejo in Guatemala); Concepcion Santay – Sindaco indigeno maya/ixiles di San Juan Cotzal (diga di Palo Viejo in Guatemala); Victor Formantel Gallardo – Movimento Sociale dell’Aysèn (progetto Hydroaysen per la costruzione di cinque dighe nella Patagonia cilena); Juan Pablo Orrego – Ecosistemas/Patagonia sin Represas (Cile); Jorge Eladio Hueche Catriquir – in rappresentanza della comunità indigena Mapuche di Panguipulli (Cile); Miller Armin Dussan Calderon – Professore Surcolombiana e presidente di Assoquimbo (diga di El Quimbo in Colombia); Vladimir Slivyak – Ecodefense (progetto di centrale nucleare di Kaliningrad e centrale a carbone di Reftinskaya, in Russia); Codruta Nedelcu – ARIN (centrale a carbone di Galati in Romania); Diana Popa – BWN (centrale a carbone di Galati in Romania); Elona Saro – EDEN Center (centrale a carbone di Porto Romano in Albania); un rappresentante del Comitato No Coke di Civitavecchia; un rappresentante del Comitato Ambiente Amiata.
LEGGI L’APPELLO (PDF, 270 Kb)
Prime adesioni: Ass. di amicizia con il popolo Mapuche, Ass. culturale Aktivamente, Ass. Italia-Nicaragua, A Sud, ATTAC Italia, Campagna di solidarietà con le Comunità Ixiles del Guatemala, Campagna per la Riforma della Banca Mondiale, Centro studi Juan Gerardi, CEVI – Centro di Volontariato Internazionale, Collettivo Lucciole per lanterne, Comitato Carlos Fonseca, Confederazione COBAS, Forum Ambientalista, Movimento No Coke Alto Lazio, Punto pace Pax Christi Reggio Emilia, Retenergie, Selvas.org, Servizio Civile Internazionale, Solarecollettivo Onlus, Sos Geotermia Coordinamento dei Movimenti per l’Amiata, SUR – Società Umane Resistenti, Yaku