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Sull’ambiente Papa Francesco è in fuorigioco come Tsipras in Europa?

dal Blog di Mario Agostinelli

Non deve sfuggire come la nostra stampa abbia sorvolato sulla scomodissima Enciclica “Laudato Si’”. In successione temporale registriamo: uno scoop di anticipo dei contenuti del testo del “papa verde”, con un po’ di irrisione e banalizzazione nelle intestazioni poste a corredo delle citazioni ad opera del vaticanista Sandro Magister dell’Espresso; titoli di spalla sulle prime pagine dei quotidiani per la durata delle prime24 ore; dal giorno immediatamente dopo, spostamento dell’attenzione da una riflessione sconvolgente e articolata in oltre 200 pagine sul degrado della “casa comune” alla diatriba su gay e coppie di fatto, con definitiva metabolizzazione dell’Enciclica nel rullo compressore delle informazioni correnti.

Tutte le emittenti Tv, immancabilmente elettrizzate dalle visite in Vaticano dei premier di turno, nei Tg hanno dato la notizia solo in posizioni arretrate e non si sono affatto premurate di aprire i loro monotoni talk-show a temi come la giustizia sociale e climatica o il destino del pianeta. Insomma, l’Enciclica è stata ridotta ad una mera “curiosità”, un colpo d’ala francescano da considerare fuori dalla mischia che ci viene giornalmente esibita.
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Eppure, è fuor di dubbio che due voci – pur su piani diversi – guardano oggi al futuro con una irriducibilità totale al pensiero unico: Bergoglio e Tsipras. Con una radicalità che mette in imbarazzo i governanti di mezzo mondo e i loro consiglieri che si riuniscono assieme ai Ceo delle multinazionali ai meeting del Bilderberg.

Ascoltare queste voci e quanto sostengono come alternativa possibile è intollerabile per troike, banche, corporation privatizzatrici di beni comuni, governi tecnici e politici obbedienti, che citano numeri e regolette quando si tratta di persone e della loro vita (e morte). Di conseguenza, non devono essere presi sul serio, nemmeno quando le loro indicazioni e le loro battaglie hanno radici popolari e sono sostenute dal mondo scientifico e da quella parte del mondo economico che non si schiaccia sul presente, ma guarda al futuro e alle emergenze da affrontare. Le “truppe” che li potrebbero sostenere vanno messe fuori gioco in anticipo, come se si muovessero su un terreno assolutamente impraticabile, come sta succedendo a quelle di Tsipras che si sono illuse di autorappresentare il loro destino.

Nel caso clamoroso di Francesco – senza voler richiamare la battuta di Stalin su quante truppe avesse il Papa – il tratto eminentemente secolare di una chiamata alle armi per salvare il Pianeta, viene depotenziato come opzione ideologica a cui precludere basi sociali di massa. Eppure l’argomento ha una logica inconfutabile, per credenti e non: nemmeno l’uomo si salva se non si salva il pianeta.

Una presa di posizione così senza mezze misure non può che essere contestata nel campo dei conservatori. John Vidal e Suzanne Goldenberg su The Guardian elencano le opposizioni a partire dagli Stati Uniti, terreno decisivo per lo scontro aperto. John Boehner, leader repubblicano del Congresso, e Rick Santorum, candidato alla Presidenza, cattolici dichiarati e negazionisti sul clima, non hanno tardato ad esprimersi contro. Stephen Moore, un economista cattolico, definisce Francesco “un autentico disastro, parte di un movimento radicale verde anticristiano e anti progresso”. Mentre James Inhofe, il capo della commissione ambiente al Senato americano, ha dichiarato: “Il Papa dovrebbe fare il suo mestiere”. L’American Petroleum Institute, una lobby potentissima ha controbattuto che “l’uso del carbone aiuta i poveri a migliorare le loro condizioni”. Ma la debolezza di questi avversari è quella di appartenere tutti alle lobby sotto accusa quando si parla di responsabilità umana sull’ambiente.

Il Papa, invece, ha dalla sua una strategia di lungo periodo, che non si rivolge solo a 5000 vescovi e ad un miliardo e duecentomila fedeli. Accanto al ghanese Peter Turkson, presidente Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, all’Arcivescovo del Perù Pedro Barreto Jimeno, al cardinale honduregno Oscar Maradiaga, a Neil Thorns, autorevolissimo esponente della diplomazia vaticana e al preside dell’università cattolica di Buenos Aires Agosta Scarel, si stanno muovendo a sostegno autorevolissimi scienziati e riconosciuti economisti. Nessuno può sottovalutare che Ban Ki-moon, presidente Onu e i direttori della Fao e dell’Ipcc hanno espresso apprezzamenti calorosi. Perfino lo speaker repubblicano John Boehner, un cattolico praticante e dichiarato, dà per vinta la partita per Francesco.

E mentre, nonostante l’ostruzionismo di piccolo cabotaggio, verrà “bucata” a più livelli la ribalta dei media, l’Enciclica avrà il suo impatto pubblico massimo nell’incontro del Papa con Obama a settembre e nel suo intervento al Congresso Usa e all’assemblea generale dell’Onu, con l’ambizione non dissimulata di mettere un carico da novanta sullo svolgimento del convegno mondiale sul clima previsto per dicembre a Parigi (Cop 21).

Una partita cruciale a cui la politica locale e internazionale, definita “non all’altezza della sfida” farebbe bene a non sottrarsi. Intanto, tranne pochissime rare eccezioni (proprio ieri Stefano Fassina), continua a macerarsi nelle dinamiche di un potere in allontanamento dalla società.

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8 maggio: incontro “Magenta solare”

La Città di Magenta e l’Associazione Energia Felice
sono lieti di invitarvi a

8 maggio: Magenta solareMAGENTA SOLARE
Idee sul futuro nell’anno di EXPO 2015

VENERDÌ 8 MAGGIO 2015
ore 21.00 – CinemateatroNuovo – Via San Martino, 19 – Magenta

– Saluti e introduzione
Marco Invernizzi, Sindaco di Magenta
– Con-vivere. Imparare nell’era solare
Mario Agostinelli, Energiafelice
– I beni comuni hanno un’anima commerciale? L’alienazione nelle parole
Peter Kammerer, Università di Urbino
– Giustizia climatica. Quanto tempo ancora?
Marica Dipierri, Associazione A SUD
– Efficienza energetica a scala locale. Riflessioni su un’esperienza
Fulvio Fagiani, Coordinatore PAES
– Azioni per una città più verde. Credevamo fosse un sogno
Rosella Brumetti, Assessora all’Ambiente Comune di Corsico
– Energia e vita. Che Expo sarà
Massimo Scalia, Università La Sapienza

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Energia Bene comune – Festival Sabir Lampedusa

LAMPEDUSA 1-5/10/2014

Quale energia – Bene comune solo se rinnovabile
intervento a cura di Giuseppe Farinella, delegato di Energia Felice

Il protocollo di kyoto e il contratto mondiale dell’energia nel 2005
Riflessione su quanto hanno inciso le nostre proposte
– garantire a tutti l’accesso all’energia e di conseguenza combattere la povertà ed il sottosviluppo
– limitare i cambiamenti climatici e l’inquinamento dell’aria, che l’attuale tipo di sviluppo produce;
– limitare l’impatto ambientale e sociale della produzione e della trasformazione di energia su larga scala;
– ribaltare il paradigma energetico basato sul controllo centralizzato delle risorse, decentralizzando la produzione;
– favorire democrazia e partecipazione perché sole vento e biomasse in quanto rinnovabili e distribuite sul territorio, non monopolizzabili, come invece il petrolio, il carbone, il metano e il nucleare;
Obbiettivi che avevano la necessità di essere praticati e che hanno inciso profondamente nel modo di pensare e affrontare le questioni energetiche.

Cosa è cambiato
Europa 20/20/20 (-20% co2, +20% rinnovabili, +20% efficienza), direttiva europea 2009 con la quale si sono ottenuti enormi risultati che stanno incidendo sulle scelte politiche mondiali.
Grazie alla direttiva europea e alla azione politica della sinistra in Italia negli ultimi 10 anni abbiamo raddoppiato la produzione di energia da fonti rinnovabili (+PV +eolico +biomasse) mettendo in crisi le centrali a metano e a carbone e dimostrando che esiste una alternativa praticabile all’uso dei combustibili fossili.
E’ possibile delineare un percorso che entro il 2050 potrebbe consentire a qualunque nazione industrializzata di affrancarsi dal petrolio, dal carbone e dal nucleare.
Auto, camion, navi e aeroplani ultraleggeri e, quando possibile, elettrici o ibridi; edifici super efficienti e progettati con modalità innovative; cogenerazione di calore ed elettricità , cicli chiusi e biomimesi; reti intelligenti, apporti massicci di energia da fonti rinnovabili…

Il clima, se fosse una banca l’avrebbero salvato” articolo di Mario Agostinelli
“Il negoziato che si svolge nell’ambito della Convenzione sui Cambiamenti Climatici è lungo e complesso, ma sembra arrivato a un punto cruciale nel percorso per l’approvazione di un nuovo strumento legale che favorisca la riduzione globale delle emissioni di gas serra. I leader internazionali sono convocati nel mese di dicembre in Perù per preparare un accordo globale sul clima nel 2015 a Parigi.
Dalla mobilitazione di tante persone, organizzazioni e popoli diversi, agli annunci dei banchieri Rockefeller (ieri padroni di Exxor e oggi di Standard Oil) di non voler più investire nei combustibili fossili; dai piani ambiziosi di alcuni Paesi alle coalizioni di grandi aziende: tutto si è riversato all’interno del Palazzo di Vetro, lasciando interdetti i grandi e i piccoli della Terra”.

Riflettere sull’analisi dell’economista Fitoussi: la crescita economica dei paesi in via di sviluppo solo se sostenuta da energia da fonti rinnovabili potrà creare più occupazione e ridurre la domanda di fossili creando un circolo economico virtuoso per uscire dalla crisi.

Quale energia: Bene comune solo se rinnovabile
Il footprint sta peggiorando ad un ritmo insostenibile: da un consumo di 3/4 delle risorse generate dal pianeta negli anni ’60 ad oggi che già dal mese di settembre siamo in deficit.
Il nodo è politico non più tecnico o scientifico: movimento mondiale sempre più ampio e capace di incidere.
Agire per creare economia dal basso democratica, capace di valorizzare risorse locali.

Proposte operative
– Promuovere l’uso di energia da fonti rinnovabili con progetti di cooperazione e di sostegno allo sviluppo nei paesi che si affacciano sul mediterraneo
“In the Mediterranean region, the level of urbanisation reached 60% in 2010. The annual urbanisation rate has been around 2% during the last decade. In absolute figures, population in urban areas in the MENA region has already reached 165 million. This is expected to increase by another 80 million by 2025, which will make the region one of the most urbanised in the world, with around 80% of the total population living in urbanised areas. Presently, Mediterranean cities face a range of challenges relating to sustainable development and climate change. Consequently, the need for investments in many areas, including transport systems, water and waste management infrastructure and energy saving activities, is already significant and is expected to increase sharply over the ensuing years.”
– A Vienna (8-9 dicembre 2014) cominciamo a liberare il Pianeta da tutte le armi nucleari
La “ribellione” degli Stati non nucleari (contiamo ben 125 dichiarazioni ufficiali!), supportata dai movimenti della società civile, come l’ICAN e i Mayors for Peace, a livello internazionale, ed ESIGIAMO! in Italia, rende finalmente possibile un negoziato internazionale che porti ad un Trattato per la messa al bando e l’eliminazione di tutte le armi nucleari. Un negoziato che può partire dalla Conferenza internazionale che si terrà a Vienna l’8 e 9 dicembre 2014.

Giuseppe Farinella

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13 maggio: Festa al Parco Forlanini

Facciamo del Forlanini un grande parco per la città

Siamo un gruppo di cittadini delle zone 3 e 4, impegnati per la valorizzazione, l’ampliamento e la riqualificazione del Parco Forlanini come importante risorsa ambientale e di fruizione pubblica della città di Milano.

● Crediamo sia di grande importanza per la nostra città che si dia finalmente forma e vita al progetto del Grande Parco Forlanini, che dovrebbe estendersi ed essere liberamente fruibile dai cittadini milanesi, con percorsi e collegamenti ciclopedonali, da viale Argonne fino all’Idroscalo!

● Chiediamo quindi che si investa in questa grande risorsa ambientale e di fruizione pubblica.

● Chiediamo che si costituisca un progetto per i parchi della città in cui le funzioni sportive vengano programmate e non allocate casualmente come sta purtroppo avvenendo.

● In questo momento infatti la realizzazione di un campo da golf su un’area di circa 117.000 mq (che alla fine dei lavori risulterà completamente recintata) snatura la matrice agricola delle aree interessate e pone un pesante vincolo sul futuro del Parco.

● Per questo ci siamo attivati per fermare l’ampliamento del campo da golf per altri 35.000 mq.

● Ora vogliamo far sentire a tutta la città che il nostro patrimonio comune va difeso e valorizzato.

Per questo DOMENICA 13 MAGGIO 2012

vi invitiamo ad una festa in via privata Taverna (a destra dopo il ponte sul Lambro e la ricicleria di via Corelli) sulla porzione di terreno di 35.000 mq adiacenti all’area dei lavori, di cui chiediamo l’annessione al parco in tempi brevi.

Programma del pomeriggio

14.30 Biciclettata con Ciclobby da piazzale Susa (via Giovanni Da Milano) al Parco Forlanini (via Taverna) in contemporanea Thai chi nel parco (campo adiacente via Taverna)

14/19 Tutti all’Ortoparco con Orti d’Azienda per giocare a coltivare l’orto e partecipare a giochi a premi

15/18 Attività con ragazzi/e dagli 8 ai 12 anni a cura del CUS Milano RUGBY ASD nel campo di via Taverna

15.30 Allestimento e presentazione della mostra “Il Grande Parco Forlanini: dal Duomo all’Idroscalo, dal Parco Lambro a Monluè”

15.45/ 16.30 Confronto con i cittadini sul progetto del Grande Parco Forlanini

16.30 Primo percorso alla scoperta delle buone erbacce con Oikos (a piedi) in contemporanea Ginnastica artistica e giochi per ragazzi con S.G. Pro Patria 1883

17.30 Secondo percorso alla scoperta delle buone erbacce con Oikos (in bicicletta) in contemporanea Thai Chi al boschetto dei Faggi Chiusura del pomeriggio con il tour “Esplorazione urbana – alla scoperta del Grande Forlanini” sono previsti anche: animazione e spazi gioco per bambini, musica, merenda e altre sorprese…

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