di Roberto Meregalli
Dal primo luglio sono tornate a salire (anche se di poco), le bollette dell’elettricità. E la responsabilità è stata attribuita anche questa volta alle fonti rinnovabili. Da due/tre anni le FER sono additate come causa del caro bollette e l’Autorità per l’energia elettrica ed il gas (AEEG) si è fatta paladina di questa posizione. Non che non ci si debba preoccupare del crescente peso degli oneri di sistema in bolletta, ma l’impressione è che si stia esagerando.
Fonte AEEG
Proviamo ad analizzare i numeri. Per prima cosa il recente aumento, pari all’1,4% non è dovuto all’aumento degli oneri relativi alla fatidica voce A3 che comprende quelli che sostengono le fonti rinnovabili (vedi nota), infatti pesavano per 98 euro l’anno e tali rimangono, anzi percentualmente scendono lievemente dal 19,23% al 18,98% della bolletta.
Prezzi medi annuali per utenti domestici con potenza pari a 3KW e consumi sino a 2.700 kWh annui
Confronto prima e dopo l’aumento del 1 luglio 2013 (valori in €)
Componente della bolletta | In vigore sino al 30 giugno 2013 | In vigore dal 1 luglio 2013 |
Energia (PED+PPE) e commercializzazione | 270 | 276 |
Trasmissione | 75 | 75 |
Oneri di sistema | 98 | 98 |
Imposte ed IVA | 68 | 69 |
Totale | 511 | 518 |
Fonte: Acquirente Unico
La sola componente che sale è quella propria dell’energia, nella parte (come specifica l’AEEG) relativa al bilanciamento, cioè quei costi che Terna (società responsabile del dispacciamento) impiega per bilanciare quotidianamente domanda ed offerta di elettricità compensando gli errori di previsione e i problemi di generazione. Certo la colpa viene addossata alle rinnovabili perché intermittenti (ma non tutte), ma probabilmente se si dedicassero risorse ed energie a rendere più efficienti i mercati infragiornalieri (al fine di consentire un’efficiente partecipazione al mercato delle fonti rinnovabili intermittenti), più precise le stime di generazione e non si ostacolassero i sistemi di accumulo tutto sarebbe risolto. Pertanto se si volesse fare qualcosa di concreto per evitare sprechi ed ottimizzare la spesa fatta per incentivare le nuove fonti, è in questa direzione che si dovrebbe celermente andare, senza inutili continui lamenti da parte di Assoelettrica.
Anche perché il conto energia ha cessato di esistere il 6 luglio, pertanto il fotovoltaico non crescerà più come onere in bolletta. Il problema in verità è amplificato dal calo dei consumi, cioè dalla riduzione della quantità di energia elettrica (fatturata) su cui spalmare gli oneri di sistema, pertanto sarebbe utile in presenza di una sempre maggiore disponibilità di elettricità verde, pensare a come sostituire col vettore elettrico altre forme di energia “più sporche”. Fortunatamente anche Assoelettrica e l’Autorità stessa sembrano averlo compreso e pertanto speriamo di avere dal regolatore buone nuove.
Nota: Componente A3 (fonti rinnovabili e assimilate) – E’ la più consistente fra gli oneri di sistema e finanzia sia l’incentivazione del fotovoltaico sia il sistema del Cip 6, che incentiva le fonti rinnovabili e assimilate (impianti alimentati da combustibili fossili e da combustibili di processo quali scarti di raffineria etc).