Risultati del Referendum

Il risultato del referendum è così sconsolatamente rilevante per l’impegno profuso a molti livelli – e tra questi anche quello della nostra Associazione Energia Felice – da richiedere una attenta valutazione anche a più voci, critiche, realisticamente propositive, ma non banalmente oscillanti tra il riconoscimento tardivo (e servile) dell’astuzia di Renzi e la accettazione di una partecipazione  irreversibilmente meno attiva dei cittadini ad una democrazia da tempo in svuotamento. Pubblicheremo più interventi e diverse opinioni.

RISULTATI

Tutta Italia (estero compreso)
Abitanti / Elettori: 64.741.677 / 50.675.406

Affluenza: 31,2 %

AFFLUENZA REGIONE PER REGIONE
(grafica a cura di repubblica.it)

affluenza e risultati Referendum 17 aprile 2016

RISULTATI REGIONE PER REGIONE
(grafica a cura di repubblica.it)

affluenza e risultati Referendum 17 aprile 2016

Referendum: le trivelle in mare vengono da lontano

dal Blog di Mario Agostinelli

logo-il fatto quotidiano 2015Nel gennaio del 1988, il manifesto pubblicava un articolo scritto da Attilio Tronconi, ricercatore della Asea Brown Boveri e dal sottoscritto, allora segretario della Cgil Lombardia contro un progetto dell’Enel per costruire una centrale off-shore da 2500 MW al largo delle coste emiliane nell’Adriatico. Questa storia delle trivelle in mare, per cui andremo a votare il 17 aprile, ha alle spalle antenati ben irresponsabili, politicamente e economicamente egemoni prima dei referendum sul nucleare e la cui eredità perdura nei governi attuali, nonostante le formali adesioni di premier e ministri agli obiettivi della recente conferenza di Parigi.

Referendum: le trivelle in mare vengono da lontano

Risottolineo oggi, con quell’articolo sottomano – e rileggendo la ripresa scandalizzata della notizia di una centrale in mare in un numero monografico de “il Mondo” del 20 febbraio del 1988 e in un servizio di Panorama del 31 gennaio 1988 – la mancanza di cura, se non la temerarietà, con cui la classe dirigente trattava l’ambiente prospiciente le spiagge allora inquinate per l’eutrofizzazione.

copertina il mondo - centrale off shore

L’allora ministro Battaglia, punto nel vivo dalla vittoria dei Sì al referendum per la cessazione del nucleare, a colpi di fiducia in Parlamento e con il placet del Cipe e del consiglio di amministrazione dell’Enel, aveva dato il via libera:
a) alla riconversione dell’impianto nucleare in costruzione a Montalto di Castro in un polo termoelettrico da ben 3300 MW,
b) alla proroga del sovrapprezzo termico sulle tariffe dell’elettricità, al fine di trasferire all’Enel alcune centinaia di miliardi di lire a titolo di risarcimento per il blocco nucleare,
c) alla riserva di ulteriori 3000 MW per nuovi impianti e ripotenziamenti di quelli esistenti.

In spregio alla partecipazione democratica e al diritto all’informazione, le decisioni sulla politica energetica venivano assunte in organismi ristretti, per rassicurare gli interessi intaccati da un referendum popolare. Non a caso, il mese prima l’Enel aveva approvato il finanziamento per 33 miliardi di lire della progettazione esecutiva di una centrale off-shore da 2500 MW al largo delle coste emiliane. La realizzazione di una centrale termoelettrica su un’isola artificiale era indicata tra le ipotesi del Piano Energetico come una soluzione da prendere in considerazione, ma solo dopo il 1995. Per il potente ministro dell’Industria c’era bisogno di “andare a mare” al più presto, ponendo la localizzazione dell’isola artificiale “nel mare Adriatico in una zona compresa fra i 10 e 30 Km, in cui possibilmente risulti presente nel corso dell’anno una foschia così da renderla invisibile dalla spiaggia”. Veniva altresì suggerita la preferenza di localizzare l’isola e il porto di rifornimento fuori dalle acque territoriali in modo da non pagare le imposte sui combustibili, l’Iva e l’imposta di fabbricazione.

Evidentemente si dava già allora per auspicabile la strada (o l’autostrada) di proliferazione di impianti di estrazione e trattamento di gas e petrolio al di là delle implicazioni che riguardano la sicurezza militare, i vincoli di spostamento dei lavoratori addetti, l’impatto ambientale, la pesca, il turismo, lontani dal controllo sociale e in grado di minimizzare (almeno alla vista) l’impatto ambientale, con controlli delegati alle sole istituzioni centrali esautorando le Regioni e le autonomie locali. Quel disegno è stato contrastato dalla coscienza popolare cresciuta durante la campagna referendaria sul nucleare, che oggi, nel caso dei fossili il governo ha voluto eludere. Sarebbe stato magari messo in cantiere, al prezzo di un restringimento della democrazia e di un accentramento dei poteri di decisione ogni volta che si profila un cambiamento della portata dell’abbandono del nucleare e, oggi, del passaggio alle rinnovabili.

Scrivemmo in quell’articolo del 1988: “Non si dà riconversione ecologica dell’economia senza più democrazia. Gli obiettivi della politica energetica vanno attuati con il concorso e il consenso della popolazione, con il contributo delle forze sociali e con il più vasto apporto delle forze intellettuali”. Quel vizio di fondo di considerare l’ambiente – e quello marino in particolare – un aspetto residuale è rimasto quasi intatto dopo quasi 30 anni in una ristretta cerchia delle classi dirigenti e il referendum di domenica ne riscopre gli enormi limiti in una prospettiva temporale che si fa sempre più stringente.

Laudato Sì, Trivelle No

UN E-BOOK DA SCARICARE GRATUITAMENTE PER IL REFERENDUM E OLTRE

laudato cover

Per cogliere l’occasione del referendum, occorre, oltre che recarsi a votare, andarci consapevoli della posta in gioco. Con questa intenzione è stato prodotto un e-book curato da Angelo Consoli e arricchito da contributi di molteplici esperienze e raccolti da più siti, oltre che da riflessioni che rappresentano culture non più ancorate al mondo dei fossili. Opera di notevole valore scientifico e culturale, che illustra una economia solare, sostenibile, digitale e circolare che già è in campo e che necessita solo di essere conosciuta e divulgata, si presenta di facile e stimolante lettura, con una riconoscibile finalità propositiva.

Si tratta di dare un punto di riferimento e sinergia  alla variegata galassia del mondo della sostenibilità,  che comprende non solo i Comitati NO TRIV e le organizzazioni ambientaliste (che non sono sufficienti a fare massa critica per arrivare al quorum), ma anche le comunità dell’energia e il mondo delle rinnovabili, banche del riuso, Gruppi di Acquisto Solidale e filiera corta in agricoltura, mobilità sostenibile, sharing economy  e economia collaborativa, consumatori consapevoli, imprese sociali ed etiche, giuristi ambientalisti. Produzioni tipiche, stampa3D, sistemi di accumulo a idrogeno, Smart grid e sensoristica, economia digitale,monete parallele, banche del tempo, mondo dell’open source e del free software, “prosumer” , gruppi e movimenti femminili e per l’eguaglianza  di genere, medici per l’ambiente, l’internet delle cose e tutto il mondo del modello economico distribuito.

Si tratta di presentare l’esistenza non solo potenziale ma anche attuale di un modello energetico alternativo ad alta intensità occupazionale in sostituzione dell’ormai superato modello fossile che invece il governo vuole portare avanti.

Questo e-book è stato messo a disposizione di tutti secondo la formula del creative Commons, (e per questo va apprezzato il coraggio visionario della Editrice Aracne) e vale la pena che venga diffuso, discusso, confutato se occorre e arricchito.

Ecco la versione definitiva scaricabile gratuitamente di “Laudato SI Trivelle NO – Manuale di Sopravvivenza per italiani che non vogliono morire fossili” qui

Clicca qui per la versione integrale 50mb

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Clicca qui per la Copertina 513kb

Tra i molti contributi:  Jeremy Rifkin; Livio de Santoli; Piero Lacorazza; Enzo Di Salvatore; Andrea Bo, Virginio Colmegna, Mario Agostinelli, Luca Pardi, Angelo Consoli, Rosario Trafiletti, Rosalba Giugni, Yvan Sagnet, Nicola Conenna.