Energia rinnovabili, il Covid-19 non ne ferma la crescita. Due studi ci spiegano perché

La terribile vicenda della pandemia in corso ha scosso le fondamenta di un rapporto tra scienza, informazione e democrazia che si era andato deteriorando, fino a mostrare l’inadeguatezza del rapporto che i cittadini hanno con il consenso legittimo che questi poteri possono e devono rappresentare. I processi di conoscenza e di interpretazione della realtà quotidiana, della vita dei cittadini, si sono ormai separati dalle nozioni che gli specialisti apprendono in modo non più interdisciplinare, fino a ricorrere a metodi di indagine così oscure ed a conseguenti decisioni che sfuggono al processo di partecipazione cui ogni comunità deve avere diritto.

Questo non vale solo nel caso dell’impalpabile azione distruttiva di un virus tanto minuscolo quanto onnipresente: vale anche quando ci si deve occupare dei meccanismi del cambiamento climatico o della conservazione della natura o, come nel caso che prendo qui in esame, degli effetti sulla salute o sul lavoro della progettazione di impianti che trasformano l’energia di fonti fossili o rinnovabili che siano.

Da tempo scrivo su questo blog della vicenda della conversione della centrale a carbone di Civitavecchia. Anziché aprire una discussione per garantire una presa di coscienza della popolazione sul futuro che le spetta, precipitano sul territorio decisioni o progetti che poco hanno a che fare con la ricerca consensuale del bene comune. Data l’importanza di passaggi come questo, che segneranno la vita di generazioni, mi limito qui a fornire qualche elemento di valutazione, il più accreditato possibile.

Sono di recentissima uscita due importanti studi sulle prospettive delle rinnovabili e sul sostegno dell’idrogeno e delle batterie alla loro efficienza e diffusione: il primo proviene dalla Iea e il secondo da Irena , l’uno e l’altro prestigiosi istituti, le cui analisi non saranno certo sfuggite ai dirigenti di Enel ed Eni che progettano e gestiranno gli impianti energetici dell’alto Lazio in una prospettiva temporale di almeno 20/30 anni, quando, cioè, secondo il Parlamento Europeo le emissioni di CO2 dovranno essere azzerate.

Il contenuto di questi due complessi ed esaurienti documenti, corredati di dati e grafici da chiunque rintracciabili in rete, mostra che la crisi del Covid-19 sta danneggiando, ma non ferma, a livello globale la crescita delle energie rinnovabili. Mentre l’economia globale e la vita quotidiana sono state frenate, le tecnologie per la generazione di elettricità da fonti rinnovabili, hanno dimostrato più flessibilità e maggiore resistenza alla crisi, rispetto agli impianti alimentati da fonti fossili.

Secondo le previsioni e in netto contrasto con tutti gli altri combustibili, le energie rinnovabili utilizzate per generare elettricità cresceranno nel mondo di quasi il 7% nel 2020, “annus horribilis”. A dimostrazione di questa previsione, nell’ottobre 2020, le azioni delle società solari in tutto il mondo erano più che raddoppiate di valore dal dicembre del 2019. Spinta da Cina e Stati Uniti, la capacità rinnovabile netta installata non solo ad uso elettrico crescerà di quasi il 4% a livello globale nel 2020, raggiungendo quasi 200 GW.

Ovvero, con l’aggiunta di energia eolica e idroelettrica la crescita di capacità rinnovabile globale raggiunge un nuovo record in quest’anno tremendo, rappresentando quasi il 90% dell’aumento della capacità totale di energia in tutto il mondo, con un forte incremento nei settori industriali, ancor più che negli edifici.

L’Europa e l’India guideranno un’impennata successiva delle energie rinnovabili nel 2021, valutata attorno a + 10%. Per l’Ue, questo è principalmente il risultato di progetti eolici e solari fotovoltaici su scala industriale precedentemente venduti all’asta in Francia e Germania (non in Italia!) e la cui crescita è supportata dalle politiche degli Stati membri per raggiungere l’obiettivo del 60% di energia rinnovabile al 2030 grazie anche al Recovery Fund dell’Ue che fornisce finanziamenti e sovvenzioni a basso costo. Potremmo quindi dire che le energie rinnovabili resistono alla crisi del Covid-19 ma non alle incertezze politiche…, come nel caso italiano.

Nonostante le sfide emerse dalla crisi del coronavirus, i fondamenti dell’espansione delle energie rinnovabili non sono mutati. Il solare fotovoltaico e l’eolico-onshore sono già i modi più economici per aggiungere nuovi impianti di generazione di elettricità nella maggior parte dei paesi.

I due studi citati affermano che nei paesi in cui sono disponibili buone risorse e finanziamenti economici, gli impianti eolici e solari fotovoltaici metteranno già alla prova gli impianti a combustibili fossili esistenti, non solo i nuovi. I progetti solari infatti ora offrono l’elettricità con il costo più basso della storia. Forse è bene segnalare ad Eni ed Enel (e, ovviamente, informare i cittadini spesso ignari) di riferirsi al grafico qui riprodotto. Come si può vedere, la capacità totale installata eolica e solare fotovoltaica è destinata a superare quella del gas naturale nel 2023 e del carbone nel 2024.


Il continuo calo dei costi delle energie rinnovabili sta cambiando il panorama degli investitori e il ruolo delle politiche. Irena prevede che il costo del KWh da (rinnovabili +batterie o idrogeno) sia già inferiore nel 2027 al costo del KWh da fonte fossile. Inoltre, va ricordato che le misure di stimolo economico incentrate sull’energia pulita possono sostenere direttamente o indirettamente le energie rinnovabili e lo stoccaggio in idrogeno. Sebbene la maggior parte dei miliardi di euro siano destinati dalla Ue in pacchetti finalizzati a fornire sollievo economico a breve termine, la previsione è che circa 300 miliardi di essi siano legati al risanamento del clima.

Infine, gli stessi studi citati rilevano che per un investimento di 1 milione di euro si producono 7,49 posti di lavoro a tempo pieno nelle rinnovabili e 7,72 posti nell’efficienza, contro solo 2,65 nei fossili. Ne vogliamo parlare sul serio a Civitavecchia e nelle Regioni che stanno approvando i Piani energetici? Oppure in Parlamento, dove si deve rivedere il Pniec e tra i cittadini elettori, che sono messi sotto tutela dai tecnici di Enel ed Eni e delle grandi ex-municipalizzate? Tutti appiccicati alle scelte obsolete della combustione del gas, pagato in bolletta sotto le spoglie arcane del “capacity market” e con il contributo dei cittadini consumatori.

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CURIAMO IL PIANETA

CORSO PER INSEGNANTI CGIL FLC

Strumenti didattici per comprendere e affrontare l’attuale intreccio di crisi pandemica, ecologica e sociale

a cura di associazione Laudato si’

PRATICARE L’ECOLOGIA INTEGRALE

Con l’enciclica Laudato si’ sulla cura della “casa comune”, papa Francesco ha chiesto agli abitanti della Terra, credenti e non credenti, di fermarsi a riflettere sull’evidenza che l’umanità sta creando le condizioni per la propria estinzione.  Siamo ospiti e non padroni del mondo che abitiamo e non è più possibile separare la salute degli uomini da quella degli animali e dell’ambiente, così come non è più possibile assentire alle enormi ingiustizie che vedono 27 persone possedere la stessa ricchezza della metà più povera degli abitanti della Terra. L’enciclica, non diversamente dai movimenti dei giovani che in ogni continente chiedono il diritto al futuro, indica la necessità di una presa di coscienza e l’assunzione di comportamenti individuali e collettivi che affrontino l’imminenza del “punto di non ritorno” indicato dagli scienziati, quando il riscaldamento climatico produrrà conseguenze irreversibili. A esserne maggiormente colpiti saranno i territori fragili, e le prime vittime saranno gli esseri umani più poveri ed esposti: quelli che papa Francesco chiama gli “scarti” di una cultura e di un sistema economico che ha fatto del profitto e della sopraffazione il proprio nucleo normativo.

OBIETTIVI

L’associazione Laudato si’ ha tratto dall’enciclica Laudato si’ indicazioni che investono i comportamenti individuali e collettivi di ciascuno, ponendo l’educazione e la formazione al centro di un processo di resistenza culturale che deve iniziare dalla scuola. È essenziale che studenti e studentesse possano essere accompagnati a cogliere in uno stesso orizzonte fenomeni apparentemente distanti e poco comprensibili, che tuttavia hanno un peso enorme sulle nostre esistenze.

In particolare vogliamo favorire:

  • la conoscenza scientifica dei fenomeni del riscaldamento climatico e della depredazione ambientale
  • l’analisi di un sistema economico che produce “scarti” umani e materiali, povertà e migrazione forzata
  • la riflessione su una cultura antropocentrica che vede l’uomo come destinatario delle risorse del pianeta e riduce il vivente a “cosa” utilizzabile ed eliminabile, e che crede di poter piegare le forze della natura al suo servizio: dal nucleare alle armi chimiche e batteriologiche
  • la percezione del livello di ineguaglianza che si esprime nelle povertà e nel mancato o ridotto accesso alle cure, a una sana alimentazione, all’abitazione e all’istruzione
  • la competenza per produrre cambiamenti che riguardino tanto gli stili di vita individuali quanto l’orizzonte globale indicato dagli Obiettivi di sviluppo sostenibile 2030, a cominciare dalle città e dai territori in cui si vive
  • l’elaborazione di un diritto al lavoro finalizzato alla realizzazione individuale e alla sostenibilità economica e ambientale, che veda come prioritaria la cura dei singoli, della collettività e degli ecosistemi
  • la coscienza delle diseguaglianze di genere e delle discriminazioni sessuate
  • la volontà di recuperare un rapporto con il mondo animale, la natura, la bellezza e l’armonia del creato, senza il quale gli esseri umani sprofondano nell’alienazione
  • la coscienza dei limiti, dei pericoli e delle grandi possibilità connesse alla  tecnologica e al mondo digitale, assieme all’analisi della tecnosfera e degli sviluppi in positivo della cittadinanza digitale

STRUTTURA DEL CORSO

La nostra proposta formativa si basa sul volume Niente di questo mondo ci risulta indifferente, pubblicato nel maggio 2020, risultato di un serrato confronto durato più di due anni tra un centinaio di attivisti, associazioni, studiosi ed esperti, che si sono resi disponibili ad attività di supporto didattico per introdurre l’ecologia integrale nelle scuole.

I corsi saranno strutturati in 6 o più lezioni della durata complessiva di 60’, divise in 45’ di esposizione da parte di due relatori, in presenza o in remoto, così da assicurare una diversa prospettiva sul medesimo argomento, e 15’ di confronto e dialogo finale con i partecipanti.

Durante ciascuna lezione verranno mostrati powerpoint e brevi video, slide con dati e documenti, quadri normativi europei e internazionali relativi agli specifici argomenti trattati, sitografie e bibliografie per approfondimenti.

Prima di ciascuna lezione verrà distribuito materiale preparatorio.

Al termine delle singole lezioni e al termine del corso verranno distribuiti strumenti didattici per facilitare la continuazione del lavoro con gli studenti.

TRACCE PER LE LEZIONI

  1. Clima
  2. Sintomi e cause del riscaldamento globale
  3. Spiegazione e interconnessione dei fenomeni climatici che contrassegnano la crisi in atto: desertificazioni, siccità, incendi, inondazioni, innalzamento dei mari, uragani, eventi meteorologici estremi, scioglimento dei ghiacciai, rottura del permafrost e conseguente fuoriuscita di metano e agenti patogeni sconosciuti, invasioni epocali di insetti.
  4. Motivi e pericoli del negazionismo climatico.
  5. Funzione del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico dell’ONU e della Conferenza delle Parti (COP) della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici.
  6. Analisi delle richieste e degli allarmi lanciati dagli scienziati e dal movimento globale  Fridays For Future.
  7. Cosa fare: fonti rinnovabili, decarbonizzazione, transizione energetica. Ripensare la mobilità. Salvare le grandi foreste pluviali
  • Migrazioni ambientali
  • Depredazione ambientale: land grabbing e water grabbing
  • Estrattivismo e minerali dei conflitti
  • Da cosa fuggono i migranti? Chi è un profugo?
  • Relazione tra crisi climatica, guerre e migrazioni di massa
  • Quadro giuridico internazionale e Convenzioni
  • Libia, Mediterraneo, accoglienza in Italia e in Europa
  • Percezione e realtà del fenomeno migratorio
  • Scarti e povertà
  • Resti della produzione industriale e discariche tossiche
  • Resti del nostro consumo e inquinamento dei mari
  • L’Antropocene come era geologica segnata dai nostri rifiuti
  • Lo scarto come paradigma delle diseguaglianze: continenti scartati e periferie
  • Scarti umani: poveri, emarginati, reclusi
  • Il lavoro schiavo
  • Destinazione universale dei beni della Terra
  • Le categorie dello scarto durante la pandemia di Covid-19: anziani, RSA, protocolli di accesso alla terapia intensiva, “pulizia etnica” dei popoli nativi
  • Giustizia sociale e giustizia ambientale sono due facce della stessa medaglia
  • Virtuale e artificiale
  • L’era digitale
  • La disinformazione cibernetica
  • La guerra per il controllo dei Big Data
  • Il riconoscimento facciale e il Grande Fratello
  • Amazon e il mondo a domicilio
  • Fake news e realtà aumentata
  • Sovranità digitale, democrazia partecipativa e Smart city
  • Guerra e nucleare
  • Il rischio di una corsa al riarmo nucleare
  • Gli ordigni atomici sul suolo europeo
  • Ghedi, Aviano e Sigonella: depositi nucleari Nato
  • Contiguità tra nucleare militare e nucleare civile
  • Il movimento pacifista contro il nucleare
  • Disobbedienza civile.
  • Riconciliare gli esseri umani con la natura e il vivente
  • evitare le pandemie ripristinando gli ecosistemi e gli spazi vitali delle specie
  • stili di vita, consumo etico e beni comuni
  • conversione ecologica
  • diritto alla bellezza, al silenzio, all’aria pulita, al futuro
  • presenza della natura nei luoghi in cui viviamo (scuole, uffici, fabbriche, spazi pubblici, periferie)
  • portare la cura del pianeta, delle relazioni e del vivente nelle politiche educative, occupazionali, sociali e culturali

Istruzione, ricerca e ambiente per un’altra idea di futuro

9 novembre 2020

Le Giornate del Lavoro CGIL

VII EDIZIONE

a cura della FLC CGIL

Ne discutono insieme:

Mario Agostinelli, vice Presidente Laudato si’ – Presidente Energia Felice – ricercatore Enea

Alessandro Personé, Unione degli Studenti – Studenti per l’ambiente

Francesco Sinopoli, Segretario generale FLC CGIL

I relatori potranno partecipare ed intervenire collegandosi al seguente link: https://meet.google.com/mmj-nsdp-gun

Comunità per il Clima: un nuovo modello di comunità sostenibile

19/11, online

(bozza presentazione)

Webinar di presentazione del libro:

“Niente di questo mondo ci risulta indifferente”

Premessa

L’enciclica Laudato sì, individua ed indica le profonde connessioni tra pace, accoglienza, tutela ambientale, giustizia sociale, lavoro degno, rispetto della natura, lotta alla povertà e sostenibilità dei consumi.

L’enciclica traccia un percorso di pensiero e di azione imperniato sull’ecologia integrale.

Quanto sopra, al di là delle parole dette a favore di un nuovo modello centrato sulla sostenibilità ambientale, economica e sociale, poi stenta nei fatti ad affermarsi e ad essere posto al centro delle scelte politiche in relazione ad un nuovo modello economico da promuovere.

Leggendo i commenti dei giornali e i risultati delle analisi economiche, il nodo centrale è sempre lo stesso: calano i consumi, scende il PIL, bisogna rilanciare l’economia, la produzione i consumi ! Questo non è più possibile e servono scelte radicali perseguite con tenacia e lungimiranza.

Ovviamente mantenere la barra, sulla necessità del cambiamento non è semplice; serve una grande consapevolezza dell’ineluttabilità del trapasso ad un modello alternativo a quello consumistico, senza che questo spaventi e rischi di impoverire le comunità.

Il Progetto Comunità per il clima (promosso dall’Associazione Borghi Autentici e l’Associazione Laudato sì – Un’alleanza per il Clima, la terra e la giustizia sociale) deve essere motore primo di questa sfida e accompagnare gli amministratori delle comunità locali che, convinti della necessità del cambiamento siano poi capaci di trasferire questa necessità alla Comunità di cui sono espressione.

La riconversione ecologica è assai più di un riformismo verboso: è una pratica continua che può avere nei Borghi Autentici protagonisti privilegiati.

La pubblicazione “Niente di questo mondo ci risulta indifferente” è il risultato di un percorso promosso dall’ l’Associazione Laudato sì – Un’alleanza per il Clima, la terra e la giustizia sociale attraverso un tavolo formato da attivisti, studiosi, rappresentanti dell’associazionismo e dei movimenti, credenti e non credenti che hanno deciso di confrontarsi e collaborare alla stesura di un documento capace di tradurre la visione unitaria e sovversiva dell’enciclica in una sintetica disamina per punti.   

La pubblicazione, curata da Daniela Padoan, è un lavoro collettivo dei soci fondatori dell’Associazione Laudato sì – Un’alleanza per il Clima, la terra e la giustizia sociale: Mario Agostinelli, Virginio Colmegna, Oreste Magni, Antonio Soffientini, Guido Viale, Emilio Molinari, Daniela Padoan, Paola Regina, Simona Sambati, Emanuela Vicentini.

Nel corso del webinar, interverranno:

Don Virginio Colmegna,

Mario Agostinelli,

Daniela Padoan,

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Introduce e coordina: Antonio cardelli, Vice Segretario nazionale dell’Associazione Borghi Autentici d’Italia.

Armi nucleari, ok alla ratifica del trattato per la proibizione. Ma manca la firma dell’Italia

La notizia rimbalza nascosta ma inoccultabile sui media di ogni Paese. Incredulità e disattenzione sembrano gli effetti cui si abbandonano in questi giorni gli opinionisti, i politici, perfino gli intellettuali, che in questo mondo civile hanno spesso dato per scontato che la vita e la sopravvivenza di intere popolazioni – o addirittura del genere umano – potessero essere esposti alla mancanza di controllo di pochi irresponsabili, disposti a risolvere con la forza nucleare più distruttiva le contese e i conflitti internazionali.

In fondo, dopo 75 anni, la nemesi di Hiroshima e Nagasaki ricade su chi ha cercato di interpretare sotto il profilo dell’annientamento la figura del nemico sconfitto. Forse solo così si spiega la mancanza di sollievo e la noncuranza con cui la maggior parte dei cittadini delle potenze nucleari del mondo o che ospitano sui loro territori ordigni atomici (è il caso dell’Italia) ha accolto una svolta storica sul piano legale, anche se non ancora conquistata su quello politico.

Dopo che il 7 luglio 2017, 122 paesi avevano votato in sede Onu a favore del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari, il 24 ottobre 2020 il Tpan ha raggiunto i 50 Stati firmatari richiesti per la sua entrata in vigore, dopo che l’Honduras l’ha ratificato, appena un giorno dopo la Giamaica e Nauru.

Nel mondo, a partire dalla voce dei Paesi minori, sta succedendo qualcosa di nuovo e proprio quando la pandemia sembrerebbe sopire le grandi speranze. Sono milioni i cittadini – anche italiani – che si sono mobilitati per vietare le armi nucleari con una legge di validità internazionale e il ruolo della Campagna Internazionale per Abolire le Armi Nucleari, l’Ican, è stato decisivo. Tra 90 giorni, nonostante l’opposizione degli Stati Uniti, verrà ratificato il divieto categorico delle armi nucleari, oltre a quelle batteriologiche e chimiche.

Decenni di attivismo hanno raggiunto quello che molti hanno detto essere impossibile. Tutti e 50 gli Stati hanno dimostrato una vera determinazione, affrontando livelli di pressione senza precedenti da parte degli Stati armati nucleari per non aderire. Una recente lettera, resa pubblica solo pochi giorni prima della cerimonia, dimostra come l’amministrazione Trump abbia esercitato pressioni dirette sui 50 Stati, affinché si astengano dall’incoraggiare altri ad aderirvi.

Beatrice Finh, premio Nobel per la Pace, ha dichiarato: “I 50 paesi che ratificano questo Trattato stanno dimostrando una vera leadership nella definizione di una nuova norma internazionale secondo cui le armi nucleari non sono più solo immorali bensì totalmente illegali”.

Il trattato richiede che tutti i paesi che lo ratificano “mai in nessuna circostanza … sviluppino, testino, producano, fabbrichino e altrimenti acquisiscano, possiedano o accumulino armi nucleari o altri dispositivi esplosivi nucleari”. Vieta inoltre qualsiasi trasferimento o uso di armi nucleari o ordigni esplosivi nucleari – e la minaccia di utilizzare tali armi – e richiede alle parti di promuovere il trattato in altri paesi.

Purtroppo, il cammino reale è ancora lungo e insidioso, anche se la ratifica ha un significato storico e dirompente. Ci sono oltre 14.000 bombe nucleari nel mondo, migliaia delle quali sono pronte per essere lanciate in un istante e la potenza di molte di quelle testate è decine di volte maggiore delle armi sganciate su Nagasaki e Hiroshima. Nessuna potenza nucleare l’ha firmato, e solo 6 dei 49 stati europei hanno approvato e ratificato il trattato: Austria, Irlanda, Malta, San Marino Liechtenstein e lo Stato del Vaticano. L’Italia non ha firmato né ratificato il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari, pur essendo uno dei cinque stati europei che ospitano testate nucleari statunitensi nell’ambito di accordi Nato presso le basi aeree di Aviano e di Ghedi.

Settantacinque anni e le lotte per la pace non sono passate invano. Ora abbiamo più chiara una visione delle interconnessioni che regolano non solo la sopravvivenza, ma anche l’orizzonte praticabile di una giustizia sociale e possiamo ancor meglio interpretare gli allarmi “romantici” con cui Albert Einstein, Bertrand Russell, Philip Morrison, Omar Bradley, Joseph Rotblat, cercavano di disinnescare il pericolo tutt’altro che irreale di un conflitto atomico.

Stiamo lasciando l’era nucleare per entrare, ci auguriamo, in quella solare. Per molti aspetti l’era solare oggi è al punto in cui si trovava l’era del carbone quando venne inventata la macchina a vapore. In quell’epoca il carbone era usato per riscaldare le abitazioni e per fondere materiale ferroso, mentre era appena agli inizi l’idea di usare motori a vapore alimentati a carbone per fornire energia alle fabbriche o ai sistemi dì trasporto.

Quando si considerano le tecnologie solari, gli attuali leader politici, ancora affascinati dal carbone e dall’energia nucleare, si comportano come gli scettici del XVIII secolo nei confronti del motore a vapore. L’era solare non può che coesistere con la pace e in tale contesto la connessione tra nucleare civile e militare ha continuato a rappresentare ancor oggi una contraddizione irrisolta.

Sappiamo quanto siano in atto tendenze ambientali che minacciano di alterare a fondo il pianeta e che mettono in pericolo la vita di molte specie che lo abitano, compreso l’uomo. Ogni anno nove milioni di ettari di suolo produttivo si trasformano in arido deserto; ogni anno vengono abbattuti oltre undici milioni di ettari di foreste, che equivarranno in un quarto di secolo a una superficie pari a quella dell’India. In un tempo che viene a mancare è di segno positivo lo slancio dei primi 50 Paesi per bandire il nucleare.

Ora tocca a noi, alla pressione che sapremo fare a cominciare dai nostri Comuni, le nostre Regioni, il nostro Governo. Nell’ultima enciclica “Fratelli Tutti” Francesco sembra anticipare l’avvenimento del 24 ottobre scorso, quando scrive: “Mai più la guerra! E che l’obiettivo finale dell’eliminazione totale delle armi nucleari diventi una sfida e sia un imperativo morale e umanitario. E con il denaro che si impiega nelle armi e in altre spese militari costituiamo un Fondo mondiale per sconfiggere la fame e la povertà”. Basterà uno sforzo congiunto, non solo a sconfiggere il coronavirus, ma anche a non tornare più a come eravamo prima?

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