Nucleare: il referendum non chiude la partita

In questi giorni siamo impegnati allo spasimo per raggiungere il – difficile, non ci illudiamo, ma comunque alla portata – quorum sui referendum. Per quanto mi riguarda, io comunque amo sempre riflettere sugli scenari che si prospettano: è un vizio di cui non riesco a privarmi. La domanda che mi pongo è: che succede se vince il SI’ al quesito per fermare il nucleare? Dopo i festeggiamenti di prammatica vado finalmente in pensione come antinuclearista di professione? Provo a ragionarci su per vedere se finalmente mi trovo davanti un futuro radioso di vacanze al mare, possibilmente tutto l’anno, con la mia partner.

Se il 12 e 13 giugno vince il SI’ (con l’abrogazione dei commi 1 e 8 dell’art. 5 del decreto Omnibus) viene logicamente a cadere la possibilità di realizzare centrali nucleari, anche nel caso in cui venissero acquisite evidenze scientifiche , mediante il supporto dell’Agenzia di Veronesi. Il governo potrà (anche se non sarà più vincolato a farlo entro il maggio 2012) adottare la strategia energetica nazionale, ma questa non potrà includere il ricorso al nucleare. Le trappole interpretative però restano e sono dovute all’essenza delle nostre regole referendarie: esse infatti consentono solo l’abrogazione di norme di legge ben codificate, non permettono affatto di esprimere orientamenti politici ben definiti (e meno che mai “per l’eternità”). La partita vera viene poi, come sempre, giocata politicamente.

Era già accaduto, con il referendum del 1987, che – ad essere precisi – avrebbe dovuto produrre solo un blocco alla ricerca e alle attività nucleari all’estero (e c’era anche la questione delle compensazioni per gli enti locali). La decisione di chiudere i lavori per le nuove centrali non era obbligatoria, ma fu proprio quello che venne fatto. Al contrario, era obbligatorio che l’Enel non si impegnasse in programmi nucleari all’estero, ma, di nuovo, fu proprio quello che la partecipata di Stato fece. Vedremo riproporci, in qualche modo, un film simile, vale a dire non si fa quello che si deve e si fa quello che non si deve?

Pensate che, in Italia, questo andazzo non sia possibile?

I segni già si vedono in quanto sta maturando nei nostri ambienti governativi. Cito il Sole 24 Ore di oggi, in particolare un articolo a firma di Federico Rendina: “Siccome le nuove norme che si chiede di abolire sono quelle che fissano tempi certi e un percorso obbligato per quel piano energetico complessivo di cui l’Italia non riesce da anni a dotarsi, ecco in agguato un pericoloso effetto boomerang: niente piano energetico nazionale; niente quadro complessivo per meglio sviluppare, tra l’altro, le rinnovabili“.

Il ricatto di una situazione emergenziale così prospettata potrebbe aprire la strada alla riproposizione di una via autonoma e “semplificata” all’atomo. Citiamo sempre l’articolo di Rendina: “Con un atto amministrativo autonomo sull’onda di una delega legislativa il governo si riserverebbe la facoltà di riproporre per intero e magari rafforzate le stesse norme (poi abolite) già nel mirino originario del referendum, per giunta in piena autonomia e senza controllo. Evitando così il ricorso ad un processo legislativo nella sua completezza, con l’usuale passaggio dal setaccio parlamentare che costituirebbe comunque una doverosa garanzia“.

In sostanza si tornerebbe alla legge “sviluppo” di due anni fa (n. 99/2009), poi superata da altre norme attuative e dalla “moratoria” che abbiamo abrogato: quella che ha istituito l’ASN di Veronesi e ha previsto il ricorso agli impianti nucleari fissando gli adempimenti successivi. L’idea che poterebbe essere coltivata, da parte dei fautori del nucleare, se volessero forzare la mano (ma potrebbero benissimo aspettare un quinquennio dopo altri 25 lavorando nel frattempo sotto traccia) è “ricominciare da tre”.

Stiamo perciò bene attenti a non dormire sugli allori e a dare per scontato che il nucleare in Italia stia per diventare un capitolo ormai chiuso. Le giaculatorie esorcistiche degli ambientalisti di professione sulla non sostenibilità economica della tecnologia nucleare odierna non terranno da sole a bada gli interessi potentissimi e globali dei “vampiri atomici”. Per comprendere questo c’è bisogno di chi focalizza l’attenzione sui legami strettissimi tra “atomo di pace” (sic) ed “atomo di guerra”.

Vacanze al mare SI’, perciò, ma con giudizio…

Alfonso Navarra

PS: la partita non è chiusa nemmeno nella malaugurata ipotesi che non raggiungessimo il quorum

Veduta di Arcore

Buongiorno, mi chiamo Andrea Vandoni, sono un pittore vicino ai temi dell’ambiente.  Convinto della mostruosità dell’energia nucleare ho dipinto un quadro, “Veduta di Arcore“, con centrale nucleare sullo sfondo. Se qualcuno vuole le centrali deve essere pronto a mettersele nel proprio giardino! Messaggio fin banale ma molto chiaro e diretto.

Potete usare questa immagine come credete meglio, in forma anonima oppure no, non ha importanza, voglio solo fare la mia piccola parte. Se la diffusione di questa immagine potesse contribuire a sensibilizzare la gente e invogliarla al voto referendario io ne sarei felice.
Grazie per l’impegno

Andrea Vandoni
andyvandoni@hotmail.comwww.myspace.com/andreavandoni

Il 12 e 13 giugno ai referendum vota Sì

I quesiti referendari su acqua e nucleare

PRIMO QUESITO

“Modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica. Abrogazione”

Si propone l’abrogazione dell’art. 23 bis della Legge n. 133/2008, cosi come modificato dall’art.15 del decreto 135/2009 (c.d. Decreto Ronchi) relativo alla privatizzazione dei servizi pubblici locali, compreso quello idrico.

Abrogare questa norma significa contrastare l’accelerazione sulle privatizzazioni imposta dal Governo che impone agli Enti locali di consegnare definitivamente al mercato i servizi idrici di questo Paese.

SECONDO QUESITO

“Determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all’adeguata remunerazione del capitale investito. Abrogazione parziale di norma”

Si propone l’abrogazione dell’art. 154 del Decreto Legislativo n. 152/2006 (c.d. Codice dell’Ambiente), limitatamente a quella parte del comma 1 che dispone che la tariffa per il servizio idrico sia determinata tenendo conto dell’“adeguatezza della remunerazione del capitale investito”.

Abrogando questa parte dell’articolo sulla norma tariffaria, si elimina il “cavallo di Troia” che ha aperto la strada ai privati nella gestione dei servizi idrici: si impedisce di fare profitti sull’acqua.

TERZO QUESITO

“Nuove centrali per la produzione di energia nucleare. Abrogazione parziale di norme”

Si propone l’abrogazione del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, nel testo risultante per effetto di modificazioni e integrazioni successive.

Abrogando queste norme si determina l’impossibilità di costruire nel territorio nazionale impianti di produzione di energia nucleare.

Allarme nucleare a Cuggiono

Con tute bianche, contatori Geiger, maschere antigas, una squadra di quindici attivisti pro referendum ha animato piazza San Giorgio nella tarda mattinata di domenica 5 giugno. Tre grossi bidoni gialli con simboli radioattivi si trovavano infatti nei pressi del sagrato della basilica proprio all’orario di uscita dei fedeli. Da qui il tempestivo intervento della squadra anti contaminazione che scendendo dal camioncino del “soccorso nucleare” ha testato il grado di radioattività dei cittadini. Mentre il ticchettio dei contatori, l’ululato della sirena animava l’uscita della Messa e alcuni giornalisti con tanto di cameramen al seguito intervistavano le persone, altri attivisti distribuivano indicazioni per i referendum di domenica 12 e lunedì 13. Ovviamente per un convinto SI al fine di fermare il ritorno del nucleare in Italia. L’intervento è stato molto apprezzato dai cittadini presenti che hanno ben volentieri partecipato a questa animazione. Anche il tema “acqua bene comune” è stato toccato in maniera creativa ed ironica. La “vedovella” di Piazza San Giorgio, era addobbata con paramenti a lutto mentre dal nastro della corona funebre che la ornava, la fontanella dell’acqua pubblica lanciava un messaggio molto chiaro “NON FARMI MORIRE, VOTA SI”.

Cuggiono – Domenica 5 giugno 2011