29 ottobre: Manifestazione Nazionale di Adria

Riceviamo e inoltriamo questa comunicazione dal Comitato del Polesine per la Manifestazione del 29 ottobre p.v.

L’assemblea di ieri sera ad Adria ha messo a punto le modalità organizzative. Aprirà il corteo lo striscione del comitato polesano seguito dalle famiglie. Seguirà lo striscione nazionale con i rappresentanti di tutte le associazioni promotrici. Poi gli striscioni e le bandiere delle singole associazioni. In particolare rivolgo un invito ai movimenti per l’acqua affinchè portino il loro insieme alle loro bandiere.Vogliamo sottolineare la relazione tra acqua-energia-clima. Chiuderanno il corteo i Partiti con le loro bandiere. In sostanza ci si propone di realizzare una Manifestazione allegra, colorata e ovviamente pacifica. E’ stato costituito uno specifico gruppo di lavoro per assicurare un adeguato servizio d’ordine.

Dal palco parleranno tre rappresentanti: uno del comitato polesano, uno del coordinamento regionale e uno del coordinamento nazionale.Ciascun livello decide come regolarsi. Si effettueranno alcuni collegamenti telematici con i presidi previsti negli altri siti. Poi si alteranno i rappresentanti dei Partiti che hanno aderito per brevi interventi. Chiuderemo con un simpatico concerto, di buon livello.

Ora tocca a ciascuno di noi organizzare da ogni luogo la partecipazione. La lotta del Polesine assume un valore nazionale perchè l’alternativa energetica basata sulle energie distribuite, le rinnovabili e l’efficienza energetica passa oggi attraverso la sconfitta del carbone, la fonte fossile più nociva alla salute, all’ambiente, al clima e all’occupazione. Il nostro recente convegno di Rovigo ha messo in luce come gli investimenti nelle rinnovabili e nell’efficienza producano risultati occupazionali incomparabilmente superiori (da 10 a 15 volte). Ai quali vanno aggiunti i posti di lavoro che si potrebbero creare con adeguate politiche volte a promuovere un turismo ecocompatibile, come ha incominciato a fare l’Emilia Romagna con risultati tutt’altro che disprezzabili. Il Delta è poi un bene comune che vogliamo tutelare.

Queste brevi note sono finalizzate ad invitare le associazioni promotrici e i singoli aderenti a coordinarsi a livello di singola città e provincia per promuovere una partecipazione organizzata nella bella città di Adria. E ora, come si diceva una volta: al lavoro e alla lotta.

Un caro saluto a tutti,

Oscar Mancini, Coordinamento veneto contro il carbone, 18 ottobre 2011

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Verbale riunione Comitato Energia Felice, 17 ottobre

Introduzione di Mario Agostinelli

L’alternativa economica e la lettura nuova di questi processi potrebbe avere delle ricadute nell’immediato. Anche se ci si scontra con la crisi culturale e di pensiero che stiamo vivendo, soprattutto a Milano. L’ARCI ha chiesto di diventare l’associazione che si occupa di beni comuni ed energia e ci propongono di decentrare nei loro circoli questo discorso. Ottima questa opportunità.

Intervento di Guido Viale

Sul decentramento siamo tutti d’accordo e lo proponiamo per tutti i settori (energetico, agricolo, alimentare, mobilità). Condividiamo il fatto che in questa fase la mediazione con la politica locale e le amministrazioni sia cruciale. Nei grossi centri, le amministrazioni purtroppo però sono controllate dalle multy-utility che sono state create con dimensioni extra-locali e che hanno creato perciò ingenti debiti ed oggi sono purtroppo in stato fallimentare. Il nodo è il debito, a livello italiano e europeo.

Come dice Adriano Sofri, ci sono alcuni economisti di estrema sinistra o destra che propongono il ritorno alla lira, che è una cosa anti epocale e ormai quel modello economico è superato e va ripensato. Recuperare competitività con il ritorno alla lira è impensabile. Siamo di fronte a un meccanismo mondiale finanziario ed economico che si è inceppato.

Notiamo che la manifestazione di sabato 15 ottobre è stata una cosa molto importante perché non è stata organizzata da nessuno (capacità di auto convocarsi) e ha visto la partecipazione di tutte le generazioni: dai sessantenni ai giovani, passano per la generazione TQ (trenta-quarant’anni). Questo è un esempio lampante della falsa narrazione come dice Vendola di quanto successo sabato a Roma. Naomi Klein, intervenendo a New York, ha detto che questo slogan americano è nato in Italia un anno fa: “La vostra crisi, noi non la paghiamo”. La priorità oggi dovrebbe essere quella di iniziare a contabilizzare le competenze che ci sono sul territorio.

Intervento di Alfonso Navarra           

Bisogna iniziare ad attualizzare le prese di posizione dei referendum su acqua ed energia (grandi opere, sviluppo). Grazie al ricatto della crisi e del debito stiamo assistendo al cambio di prospettive che sono state manifestate con il voto popolare di giugno. Dobbiamo convertire l’economia e risolvere il problema del debito: ecco i due punti su cui lavorare nei prossimi mesi. Se non risolveremo questi due punti, lasceremo ai poteri forti di gestire la situazione solo per i propri profitti.

Intervento di Mario Agostinelli

Bisogna esplicitare cosa significa non pagare il debito. Non è solo questione di perfidia delle banche , ma c’è una responsabilità diretta del capitale industriale, che ha ridotto i salari, non ha reinvestito, ha speculato ed ha de localizzato le produzioni. C’è quindi un nesso diretto tra non pagamento del debito e cambio del paradigma di sviluppo e, quindi, riconversione dell’economia. Il privilegio deve essere dato al livello territoriale e in questo senso è decisiva l’occasione di passare da un modello centralizzato ad uno decentrato per l’energia

Altri interventi

La questione del debito che è una problematica planetaria, va oggi agganciata alla tematica ecologica. Il legame tra meccanismo monetario e utilizzo dei beni del pianeta è profondamente connesso. Abbiamo slegato la moneta dai beni prodotti (1971) e la base monetaria è ormai relegata alla Banca centrale di ogni singolo stato. Matematicamente, il sistema è destinato a saltare!

Prossima riunione: Giovedì 27 ottobre ore 17.00 – via Borsieri 12, Milano

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Due serate su energie rinnovabili e risparmio energetico

Giovedì 20 Ottobre ore 20,45
Energie Rinnovabili: quali sono? Quanto rendono?
Risparmio energetico ed efficienza

Intervengono: Mario Agostinelli (Chimico-Fisico CCR di Ispra), Roberto Meregalli (Esperto di Energie Alternative, Beati i Costruttori di Pace),  Adriano Pirotta (Progettista Civile ed Urbanista). Coordina Giuseppe Farinella (“Energia Felice”).

Giovedì 27 Ottobre ore 20,45
Energia dal sole: Fotovoltaico e Solare Termico
Gruppi di Acquisto Fotovoltaico: cosa sono?
Finanza Etica ed Energie Rinnovabili

Intervengono: Maurizio Colleoni (Punto Rosso Fotovoltaico), Riccardo Vivo (Solare Termico “Progetto Habitat”), Patrizio Monticelli (MAG2Finance – Cooperativa Finanziaria Solidale)

Le serate si terranno presso
Cascina del Ronco, Via Ronco Basso 13, Villa d’Almè (BG)

Per  informazioni: arcinvalle@gmail.com – desvalbrembana@gmail.com

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Invito a partecipare alla Giornata europea degli indignati

COMUNICATO DEL COORDINAMENTO ENERGIA FELICE

A tutto il popolo ed in particolare a tutto il popolo che ha manifestato con il referendum la volontà di chiudere la partita con il nucleare

Condividiamo la scelta di partecipare alla giornata di mobilitazione internazionale del 15 ottobre.

In quella giornata in molte parti del globo si manifesterà contro l’austerity e le scelte economiche in questo periodo di crisi; una crisi che riguarda anche la politica istituzionale e la democrazia. Una crisi assunta a pretesto di ricatti che spacciano privatizzazioni e Grandi Opere come rimedi salvifici. Grazie ad una sua – della crisi – truffaldina gestione antipopolare, le centrali nucleari, che abbiamo cacciato dalla porta, potremmo vedercele tornare dalla finestra, come recentissimamente l’AD dell’ENEL Fulvio Conti ha minacciato.

Per questo motivo scegliamo di portare in piazza le nostre esperienze e lotte. Perchè l’espressione di 27 milioni di cittadini e cittadine è messa a repentaglio dalle scelte di questo governo e dal silenzio dell’opposizione; perchè, appunto, con il referendum, svoltosi dopo la catastrofe di Fukushima, abbiamo detto che il nucleare, “vecchio” o “nuovo” che sia, è un rischio da stolti che non accettiamo di correre.

Scegliamo di essere, dunque, a Roma nella parte di apertura del corteo con uno striscione che dice:

27 milioni di persone hanno deciso: democrazia è garantire la liberazione dal nucleare.

Una volta per tutte.

Indietro non si torna.

Andiamo avanti verso le energie davvero pulite. Lottiamo per sottrarre i beni comuni al mercato e per affermare la supremazia delle nostre vite sopra l’incipiente “dittatura finanziaria”.

Appuntamento, dietro il pullmino del Tour antinucleare 2011, sabato 15 ottobre, ore 13,30 – P.zza della Repubblica – entrata Uniroma3 (guardando la Basilica a sinistra)

Per il CEF (via Borsieri, 12 – 2059 Milano): Mario Agostinelli e Alfonso Navarra

29 ottobre: Giornata di mobilitazione nazionale contro il carbone

CONTRO L’USO DEL CARBONE, PER UN LAVORO DEGNO,

PER CONTRASTARE I CAMBIAMENTI CLIMATICI E TUTELARE LA SALUTE

DANDO SPERANZA AL NOSTRO FUTURO

APPELLO PER UNA MANIFESTAZIONE NAZIONALE NEL POLESINE

E PRESIDI DAVANTI ALLE CENTRALI A CARBONE

 

La scelta di incrementare l’uso del carbone per la produzione di energia elettrica è una scelta nociva e sbagliata, soprattutto oggi che i cambiamenti climatici costituiscono una minaccia per il futuro del Pianeta e le fonti rinnovabili, insieme all’efficienza energetica, rappresentano l’alternativa efficace e praticabile. La combustione del carbone in centrali elettriche rappresenta, infatti, la più grande fonte “umana” di inquinamento da CO2, più del doppio di quelle a gas. A parole tutti sono per la lotta ai cambiamenti climatici, ma in Italia si fanno scelte in senso contrario, nonostante l’Unione Europea abbia assunto la decisione di ridurre entro il 2020 di almeno del 20% le emissioni di gas serra, rispetto ai livelli del 1990.

Il carbone è anche una grave minaccia per la salute di tutti: la combustione rilascia un cocktail di inquinanti micidiali (Arsenico, Cromo, Cadmio e Mercurio, per esempio), che coinvolgono un’area molto più vasta di quella intorno alla centrale. L’Anidride solforosa emessa, combinandosi con il vapore acqueo, provoca le piogge acide, per non parlare dei danni alla salute derivanti dalle polveri sottili.

La consapevolezza del legame tra danno ambientale e minacce per la salute umana, con inevitabili costi per la collettività, dovrebbe ormai costituire una consapevolezza comune. Ciò nonostante, e per mere convenienze proprie legate all’attuale prezzo del carbone (peraltro in salita), alcune aziende insistono per costruire nuove centrali a carbone o riconvertire centrali  esistenti.

Con i recenti referendum oltre 26 milioni di italiani hanno rivendicato il diritto a decidere del proprio futuro, un futuro in cui i cambiamenti climatici non raggiungano livelli distruttivi per l’ambiente, il benessere e la stessa specie umana, un futuro di vera sicurezza energetica, un futuro di vera e stabile occupazione. In contrasto con questa ampia richiesta popolare Governo, Enel e altri lanciano invece un “piano carbone” che, oltre a Porto Tolle, riguarda la riconversione di vecchie centrali come Vado Ligure, La Spezia, e Rossano Calabro,  o addirittura la costruzione  di nuove centrali come Saline Ioniche, con un livello di investimenti, pubblici e privati, dell’ordine di 10 miliardi di euro. Con buona pace del risparmio energetico e delle fonti rinnovabili. Rivendichiamo il diritto a essere coinvolti in scelte chiare, fondate su strategie e piani condivisi e non dettati dalle lobby energetiche, ma dall’interesse di tutti e dal bene comune.

Proponiamo il territorio polesano come laboratorio nazionale per cominciare ad immaginare ed attuare l’alternativa energetica, per uscire dalle fonti fossili.

Cominciamo questo percorso con una giornata di mobilitazione nazionale contro il carbone il 29 ottobre, e con una manifestazione nazionale nel Polesine.

A Porto Tolle, l’ENEL vuole – anche con modifiche alle leggi e alle normali procedure, operate da una politica compiacente – convertire una centrale a olio combustibile in una centrale a carbone della potenza di 2000 MW, nel mezzo del parco del Delta del Po. Questa centrale a carbone emetterebbe in un solo anno 10 milioni di tonnellate di CO2 (4 volte le emissioni di Milano), 2800 tonnellate di ossidi di azoto (come 3.5 milioni di auto), 3700 tonnellate di ossidi di zolfo (più di tutti i veicoli in Italia), richiedendo lo smaltimento di milioni di tonnellate di gessi e altre sostanze.

La centrale a carbone di Porto Tolle non ha alcun senso.

La riconversione avverrebbe al di fuori e contro di ogni strategia di riduzione delle emissioni di anidride carbonica (strategia che ancora oggi non c’è) e persino di ogni logica energetica, dal momento che l’Italia ha una potenza istallata quasi doppia rispetto al picco della domanda, al punto che i produttori di energia elettrica lamentano che gli impianti vengono oggi usati per un terzo della loro potenzialità.

Non solo: oggi le maggiori prospettive di nuovi posti di lavoro, nel mondo e in Italia, sono nei settori delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica, con numeri che in alcuni Paesi ormai superano l’industria tradizionale; al contrario, la centrale a carbone porrebbe a rischio l’occupazione già esistente, e quella futura, nell’agricoltura, nel turismo e nella pesca.

La riconversione a carbone avverrebbe con una tecnologia di combustione che, pur spinta ai suoi migliori livelli, resta sempre assai più inquinante di quella basata sul gas naturale, e dannosa per la salute; nel caso di Porto Tolle, i dati di rilevazione e le epidemiologie mostrano che l’inquinamento e i danni sanitari si estenderebbero per buona parte della Pianura Padana.

Il ricatto occupazionale di ENEL, dunque, va rifiutato da tutti con dignità e fermezza, perché oggi più che ieri il futuro è nell’economia sostenibile per l’ambiente e la salute, tanto più che, sul piano occupazionale, la bonifica dell’area ed una sua riconversione verso impianti e produzioni nel settore delle energie rinnovabili pulite darebbero lavoro stabile e sicuro ad un maggior numero di persone.

Con la giornata del 29 ottobre ci rivolgiamo a tutti, anche a coloro che subiscono il ricatto occupazionale, nel Polesine e ovunque in Italia vi siano centrali a carbone o progetti di costruzione di nuove centrali o di ampliamento di quelle esistenti, per rifiutare tutti insieme la contrapposizione tra lavoro ambiente e salute, cominciando  invece a costruire un lavoro dignitoso, una società basata sull’interesse comune e non sugli interessi di poche lobbies, sulla possibilità di un futuro per tutte e tutti.

Promotori

Alternativa, AltraMente scuola per tutti, AltroVe, Arci, A Sud, Cepes, Circolo culturale AmbienteScienze, Comitato Energiafelice, Comitato SI’ alle Rinnovabili NO al nucleare, Coordinamento Veneto contro il carbone, Ecologisti Democratici, Fare Verde, Federconsumatori, Focsiv – Volontari nel mondo, Forum Ambientalista, Greenpeace, ISDE-Medici per l’Ambiente, Italia Nostra, Kyoto Club, Legambiente, Lipu, Movimento difesa del cittadino, Movimento Ecologista, OtherEarth, Rete della Conoscenza (Uds-Link), RIGAS, Slow Food Italia, WWF, Ya Basta.

Per adesioni: segreteria@fermiamoilcarbone.itwww.fermiamoilcarbone.it