Intervista dal sito qualenergia.it

“Sull’energia il governo guarda solo al passato”

di Leonardo Berlen su QualEnergia.it, 15 marzo 2012

Per Mario Agostinelli, co-autore del libro “L’Energia Felice”, il governo vede le rinnovabili solo come opzione da controllare o limitare. L’attenzione è rivolta al gas e al carbone con immagazzinamento della CO2. Nessun accenno a roadmap 2050 e a obiettivi 2020. Ma anche a sinistra c’è poca visione innovativa, dice Agostinelli.

“La preoccupazione di questo Governo è tutta rivolta agli aspetti economici-finanziari a breve termine. L’emergenza sembra non riguardare le questioni di più lungo periodo, come quelle ambientali ed energetiche, senza pensare alle notevoli ricadute che queste scelte potrebbero avere sul piano occupazionale”. A dirlo è Mario Agostinelli, chimico-fisico, ex ricercatore all’ENEA e per 7 anni segretario generale della CGIL Lombardia, autore, insieme a Pierangelo Tronconi, del libro “L’Energia Felice” e oggi presidente dell’Associazione Energia Felice. Lo abbiamo interpellato per darci una sua visione politica sull’operato dell’attuale Governo in campo energetico, anche alla luce delle recenti dichiarazioni del Ministro Passera, soprattutto in merito alle rinnovabili.

Agostinelli, ha un giudizio piuttosto severo sul governo Monti, non è forse ancora presto per esprimerlo?

Questo è un Governo, e Passera ne è l’esponente per eccellenza, che pensa che la soluzione degli aspetti di bilancio – soprattutto di natura aziendale, per buona parte nemmeno basati non tanto sull’economia reale, quanto sulla speculazione sui derivati – sia preponderante rispetto a tutto. Si fa riferimento spesso all’Europa, ma non c’è nessun accenno non solo alla roadmap europea al 2050 per le rinnovabili, ma nemmeno agli obiettivi del ’20-20-20’.

Vero, ma non potevamo però aspettarci da questo Governo la messa in discussione dell’attuale modello energetico.

Ovviamente no, c’è però un’idea costante sulle rinnovabili, viste come puro elemento integrativo all’interno del modello energetico basato sulle fonti fossili, e mai come elemento sostitutivo. Ogni volta che parlano di energie rinnovabili se ne parla come di qualcosa che va corretto o limitato.

Il punto all’ordine del giorno sembra quello del peso economico degli incentivi per le rinnovabili.

La critica è sempre la stessa. Era evidente che non si poteva collocare subito sul mercato questa grande novità che sono le fonti rinnovabili. Una critica spesso gratuita, mai basata su un vero rapporto costi-benefici. Le iniziative per lo sviluppo delle rinnovabili avrebbero dovuto aprire anche un canale nuovo per l’occupazione, specialmente su scala locale. Ci siamo limitati però a dare incentivi che alla fine hanno favorito l’acquisto di componenti e prodotti fabbricati all’estero.

Su cosa punterà questo Governo ‘a tempo’ in fatto di energia?

Quello che sembra il vero obiettivo del Governo è il rilancio del gas in tutte le sue coniugazioni, quindi rigassificatori, del gas proveniente dallo shale gas e quindi un sostegno agli aspetti più disastrosi dal punto di vista ambientale globale. Poi vedo una continua apertura, anche se c’è vergogna nel dirlo esplicitamente, al rilancio del carbone con sequestro di CO2. Ma in questo caso però non viene mai detto nulla sugli enormi incentivi che richiederebbe questa opzione tecnologica.

Insomma manca al Governo una visione su un futuro energetico e un modello di sviluppo diverso. Ma anche a sinistra lo sguardo è sempre poco attento a queste questioni?

Per quanto riguarda l’attuale Governo, non mi risulta proprio che Monti o Passera abbiano in mente una politica energetica alternativa. Entrambi erano seduti nei consigli di amministrazione delle aziende più fortemente energivore. Per me sono uomini del passato a cui il Paese sta affidando un po’ imprudentemente il futuro energetico. Sulla sinistra sono d’accordo. Devo dire con sorpresa, e gli va riconosciuto, che l’unico partito parlamentare che ha discusso di transizione energetica è stato l’Idv (vedi anche Green Economy, dieci proposte degli Ecodem per uscire dalla crisi, ndr). In un loro recente convegno, dove siamo stati invitati Silvestrini e io, è stato lanciato l’obiettivo del 100% rinnovabili e un piano energetico nazionale. Un fatto che è stato poco ripreso dalla stampa nazionale. Ma si sa, siamo dentro, per così dire, a un tentativo continuo di mistificazione dell’informazione.

Si parla molto di ‘effetto rinnovabili’ sul ribasso dei prezzi dell’energia elettrica nelle ore di punta in fascia F1. In realtà i prezzi della fasce orarie serali e dei week end crescono molto di più. Ne ha parlato anche lei in un recente articolo su Il Fatto Quotidiano on line.

È così. La Borsa elettrica ha ormai recepito l’offerta da rinnovabili, ma le grandi compagnie energetiche possono fare cartello. Possono immettere anche la parte più cara della loro produzione. Per esempio possono spegnere i turbogas in quelle fasce. Per questo, la mia ipotesi è che alle rinnovabili si cercherà di rendere la vita dura.

Notizie dal Forum alternativo di Marsiglia

Dal nostro inviato al Forum alternativo mondiale dell’acqua di Marsiglia, Massimo De Giuli

Giovedì 15 marzo, si è tenuta la presentazione congiunta delle 2 Iniziative Civiche Europee (ICE) sull’acqua:

  • la proposta “Acqua per i Cittadini “, ideata da Riccardo Petrella con l’IERPE – “Institut Européen de Recerche sul la Politique de l’Eau”, con Energia Felice tra i primi promotori, prevede la raccolta di 1milione di firme da aprile 2013.
  • la proposta “L’acqua e i servizi igienico-sanitari sono un diritto umano!” promossa dai sindacati europei della Funzione Pubblica – per l’Italia: FP di CGIL CISL UIL – sarà presentata alla Commissione europea il prossimo 1 aprile con inizio raccolta firme dei cittadini in tutta la Unione Eurpea, ad acquisita sua accettazione).

I relatori sono stati (oltre a Petrella, posto fra il pubblico, in conclusione dell’incontro) Tommaso Fattori (con funzione di moderatore) per il movimento italiano acqua, Emmanuel Poilane per la Platform ECI-Water di Petrella, Jerry Van Den Berge di EPSU per i sindacati europei EPSU FSESP EGOD.

Segnaliamo l’importante relazione svolta da Via Campesina su rapporto ed effetti distruttivi sui terreni a causa dello sfruttamento delle fonti d’acqua e della produzione di biocarburanti, mettendo ancor più in evidenza l’interconnessione esistente tra i beni comuni acqua, suolo agricolo, energia, cibo (sovranità alimentare) e la necessità di operare una coordinata azione a loro difesa.

Il Forum Alternativo Mondiale dell’Acqua ha naturalmente rafforzato e favorito nuove relazioni tra i partecipanti, molti aggiornamenti, e la valutazione di nuovi progetti comuni tra cui, nel nostro specifico, le applicazioni energetiche rinnovabili in Brasile (ovvero, villagi solari allestiti mediante coinvolgimento delle locali cooperative costruttrici) e la partecipazione all’ormai prossimo appuntamento di Rio+20 dai prossimi 20-22 giugno.

12 marzo a Milano: Dipende da noi. Dissociarsi per riconciliarci

Milano, lunedì 12 marzo 2012 – ore 20.30

Teatro Smeraldo – piazza XXV aprile 10

con

Gustavo ZAGREBELSKY, Roberto SAVIANO, Sandra BONSANTI

 

conduce Concita DE GREGORIO

partecipano: Giuliano PISAPIA – Umberto ECO – Lorenza CARLASSARE – Roberta DE MONTICELLI – Lella COSTA

COME ARRIVARE

MM2 linea Verde – fermate Moscova – Garibaldi

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Dipende da noi. Dissociarsi per riconciliarci

Fukushima Italia, in onda domenica 11 marzo su Rai Tre

Un anno fa il disastro di Fukushima e a “Presadiretta” un reportage in esclusiva dalla zona proibita attorno alla centrale e nelle aree annientate dallo tsunami.

Alessandro Libbri, un giornalista italiano che sta in Giappone è riuscito a filmare la vita sospesa: dove abitavano 10mila persone ora è tutto abbandonato. Le interviste ai sindaci, agli psicologi, ai medici a quanti stanno cercando di recuperare dopo la più grande tragedia del Giappone dopo la seconda guerra mondiale.

E in Italia dopo Fukushima i politici che volevano il nucleare hanno rinunciato. Esiste un piano nazionale per l’energia? Ma cosa si sta facendo per implementare le energie rinnovabili? Tra zig-zag normativi imprenditori e consumatori non sanno come procedere mentre dobbiamo implementare le leggi europee in materia di consumo energetico. Chi produce energia pulita è in difficoltà nonostante la green economy sia in tutto il mondo considerata il volano dell’economia del futuro.

A Casalecchio di Reno esiste la comunità solare: lì le bollette stanno a zero e con i soldi che si risparmiano o si fanno con il surplus prodotto si ristrutturano le case perché consumino meno. In Italia nascono anche le ricerche più avanzate in fatto di rinnovabili.

Energia è un racconto di: Riccardo Iacona, Silvia Bencivelli, Sabrina Carreras e Elena Stramentinoli.

Quanti morti a Fukushima?

Nei giorni scorsi, a inizio febbraio quando un’ondata di gelo ha subito fatto vacillare il nostro sistema “artificiale”, su qualche giornale è ricomparso il lamento per l’abbandono nucleare, tecnologia che rimane di grande fascino. Anche di Fukushima, molti hanno scritto che alla fine non è morto nessuno, quindi perché tanto can can?

Venticinque anni fa ero anch’io affascinato dai reattori, mi parevano macchine di straordinaria potenza (e lo sono), così “pulite” in apparenza, senza ciminiere e senza quell’enorme quantità di combustibile che necessita una centrale “fossile” della medesima dimensione. Ma occorre saper andare oltre le proprie simpatie e riconoscere anche i lati negativi e quando superano quelli positivi, saper rinunciare.

L’incidente di Fukushima ha costituito un ripasso per “i ripetenti di Cernobyl”, sulla non accettabilità di una tecnologia senza capacità di apprendimento che non sappiamo maneggiare. Inutile ogni volta dire “non accadrà più”, purtroppo continua ad accadere.

Il Giappone ha fama di efficienza, di serietà, di professionalità, eppure il reattore 1 non era in perfette condizioni prima del sisma, pochi giorni prima aveva ottenuto la licenza per estendere la sua vita di altri dieci anni nonostante carenze emerse nella sua manutenzione e nei sistemi di raffreddamento, ci hanno pensato sisma e tsuami a fermarlo per sempre, noi uomini no, avevano chiuso un occhio, come sempre quando in ballo ci sono “gli affari”. E succede a tutte le latitudini.

Come fidarsi delle rassicurazioni di imprese e governo che sistematicamente tendono a minimizzare e ad occultare i pericoli per evitare il panico nella popolazione? Nessuno è morto – sinora – per l’incidente nucleare, ma le decisioni relative alle zone da evacuare sono state prese non con l’obiettivo di difendere la popolazione ma di risultare gestibili in un paese affamato di spazi. Quanto accaduto ha evidenziato un governo e una impresa elettrica incapaci di gestire la situazione. Nessuno è morto ma tanti hanno perso tutto e la loro terra è stata resa inabitabile. Vi sembra cosa da poco?

Siamo esseri umani ospitati su un pianeta che ci fa da culla ed è nostro dovere far sì che le nostre attività custodiscano l’ecosistema che ci permette di sopravvivere. Siamo una specie arrivata a saper modificare, sconvolgere e distruggere i sistemi naturali, mettendo a rischio la nostra stessa sopravvivenza. Le attività che rendono la terra inospitale non sono degne di ciò che siamo e dovremmo ricordarlo più spesso.

“Fuku” significa felicità e “shima” isola, dell’isola della felicità ne abbiamo fatto una zona off-limits. Che l’11 marzo 2011 ci insegni ad accettare e praticare la responsabilità nel nostro agire, non a litigare come mocciosi su tecnologie incomprensibili alla maggior parte di noi. Che ci insegni che la lettura del mondo non si può ridurre ad interessi di parte e valutazioni economiche.

Roberto Meregalli, Beati i costruttori di pace

Per approfondire è disponibile: Dimenticare Fukushima (22 pagine sul nucleare oggi)