I talloni d’Achille del SEN – Pier Luigi Caffese

Alla Cassa Depositi e Prestiti-Fondo FSI-Al Presidente Commissione Industria Senato-Audizioni-Energia–Al MEF,MISE,MC-Al CIPE-Alla UE-27:

-invito al riesame delle infrastrutture del SEN Italia 2020 da Progettisti indipendenti energia ed economisti energetici per calcoli di convenienza economica infrastrutture energia fossili-ibride-rinnovabili-implementazioni industriali-distretti energia.

1.Occupazione SEN rivisto 50-50.

La Germania ha un target di 850.000 posti nell’energia.

L’Italia ha 80.000 posti nel fossile di Confindustria Energia e 15.000 nelle rinnovabili(da Bankitalia mentre Clini parla di 150.000 posti.Dato il gap solo l’Inps puo’ dardi i dati esatti).Se adottasse il 50-50 abbiamo:

-220.000 posti in rinnovabili,biofuels,bioH

-400.000 posti selvicoltura-city forest-no fire plan-allevamenti pesce ed animali-mangimi-piano riforestazione e piano landfill killer via plasma

-200.000 nuova agricoltura

-180.000 rifiuti e riciclaggio

-1 milione di posti di lavoro totali in 5 anni che diventano 3,6 milioni con l’avvio dell’industria a latere e dell’Export come si è verificato in Germania(da me documentato al MISE e CIPE con report tedesco).

Difatti l’industria a latere prevede 80.000 posti nei distretti locali concependo le aree protette anche come distretto(cioe’ un’area protetta non deve vivere solo a carico Stato ma attivarsi a vendere servizi e prodotti bio),13.000 nella chimica rinnovabile-ibrida,27.000 nelle bonifiche acqua-ambientali,50.000 nell’ecoturismo,100.000 nel trasporto pubblico locale via ferro-acqua,70.000 in infrastrutture trasporti energizzate(ferrovie,autostrade,ponte di Messina,Mose).

2.Infrastrutture energia fossili.

L’ottimismo di Passera sui 90 miliardi disponibili in questi giorni è stato distrutto da 3 interviste-audizioni di

Eni(Scaroni),Snam(Malcarne),Confindustria Energia(De Vita in tandem con il VP Confindustria).Nessuno vuol piu’ investire per costruire hubs,gasdotti,gassificatori senza che lo Stato si impegni a riconoscere la sicurezza in varie forme capacity payments,Scaroni tax security,gas grid bilancing,riconoscimento aumenti in tariffe dell’AEEG.Se lo Stato garantisse le infrastrutture fossili, dicono, ci sarebbe la ripresa degli investimenti.Peccato che hubs e rigasssificatori lavorino al 30-40% di capacità in Italia e pertanto investire per poi dare contributi alla sovracapacità degli impianti mi sembra assurdo.

3.Infrastrutture energia ibride-fossili.

Qui,siamo nel buio piu’ completo perchè l’Eu-27 impone di passare ad una energia pulita ma il SEN da timido scolaretto, scrive tra 10 anni un 35% di rinnovabili,ma come si realizza non lo dice.La concezione dell’energia italiana è 20 anni indietro perchè in Germania mai si discuterebbe di buttar soldi in infrastrutture fossili garantite dal Governo,in Germania oggi si discute di passare allo 80-100% di rinnovabili-ibride,dopo la rinuncia al nucleare.Ho inviato a MISE e CIPE l’ottimo lavoro tedesco di Rainer Hinrichs-Rahlwess della German Renewable Energy Federation, per portare la Germania ,esportando nel mondo,allo 80-100% di rinnovabili attraverso infrastrutture vere,large mass, di Wind Kraft,Wasser Kraft,Bioenergie,Solar Energie.Ecco i tedeschi discutono di infrastrutture rinnovabili-ibride per 200 miliardi e noi in Italia stiamo a discutere di gas importato e trivellazioni.Ma di syngas per sostituire il gas importato non ne parla nessuno(Confindustria-Eni-Enel-Snam),illudendosi che l’Italia diventi il polo gas Eu-27.Questo concetto è finito,il Nord EU-27 si produce lo syngas dal vento ed acqua e non gli importa niente di far sbarcare il gas da noi per farselo inviare via Snam.Interessa invece all’EU-27 che l’Italia diventi il piu’ grande produttore EU-27 di syngas perchè potrebbe usare in combinazione ottimale poco vento ma tanto hydro modulare perchè ci aiuta l’orografia con altezze medie appenniniche sui 700 m che in energia da hydro modulare sono tanti GW.Ma lo Wasser Kraft o hydro modulare o energia idrica per fasi giorno da noi è un fastidio.L’Enel la snobba e l’Eni mi ostacola perchè sa benissimo che con il mio syngas a grandi volumi faccio crollare il mito di Mattei di una energia dal metano a basso costo.Allora Mattei aveva ragione,oggi il costo gas importato è altissimo ed il mio syngas dall’acqua taglia inefficienze e rendite gas perchè costa meno del metano importato con infrastrutture fossili poco utilizzate.I tedeschi poi hanno saputo costruire intorno alle rinnovabili-ibride fior fiori di industrie,distretti,R&S,noi abbiamo fatto solo dello Ft con pannelli cinesi importati 70% e vento con piccole turbine importate.Sulle biomasse siamo 20 indietro e sull’hydro modulare chi lo propone è ostacolato a tutti i livelli,incluso AEEG dove manca un esperto di ibrido-rinnovabile e si vede dagli Atti.

O l’Italia vede l’energia come sviluppo o declina e chi è nel fossile non vede la leva occupazione.Il CIPE deve valutare la convenienza economica della infrastruttura energetica collegandola alla occupazione indotta ed alla nascita dell’industria collegata di supporto che produca nei distretti prescelti.

Sommario delle critiche al Sen perchè non spinge l’occupazione e non sa far rete industriale sulle rinnovabili-ibride(come i tedeschi che ne fanno l’industria di punta con grandi esportazioni).

Il dibattito sul SEN comincia ad entrare nel vivo ed i fossili con Scaroni-Eni e Malacarne-Snam(intervista al Corsera del 1.11.12)dicono che il gas è sempre piu’ un mercato difficile,che le infrastrutture gas lavorano al 30-40% delle capacità ed auspicano una appropriata evoluzione regolatoria che tradotto in soldi, significa che lo Stato deve garantire il ritorno economico.Se lo Stato garantisse il ritorno economico ad un prodotto importato ed inquinante,non vedo perchè non debba dare dei prestiti per sostituire quel prodotto importato a caro prezzo e che ci offre tante emergenze, con un sostituto che si chiama syngas, che oltrettutto è pulito almeno allo 80%.Cosi’ applicando una tecnologia moderna,abbiamo colto due piccioni con una fava cioe’ diminuiamo il prezzo che rimarrà costante per 5 anni e leviamo lo smog perchè riduciamo la CO2 dal 20% del Governo allo 80% che è il target del mio piano.Che ostacoli ci sono a produrre syngas dal vento,acqua,biomasse(lasciamo il solare perchè troppo caro)?

Per produrre quantitativi industriali di syngas occorre ragionare in termini di reti,applicando concetti di energia ibrida perchè le rinnovabili punto a punto sono troppo costose.E’ un grossolano errore dell’energia sotto casa perchè la vera energia di massa si fa con infrastrutture di massa, poche ma buone, e non con la sommatoria di milioni di impianti ft o minihydroo piccole turbine vento che costano troppo a collegarle al grid.Questa è la vera rivoluzione che non piace ai paladini delle rinnovabili disseminate sul territorio perchè lo Stato con gli incentivi garantiva loro profitti da rentiers investendo cifre limitate.Questo concetto che mi trova in disaccordo sovente con il Ministro Clini che vuole la polverizzazione dei contributi e che fa applicare all’Italia tecnologie importate e sbagliate(cito i pannelli ft cinesi,le batterie di accumulo di Terna,tutte le batterie che usiamo con base idrogeno che non produciamo a costo basso,l’etanolo cellulosico enzimatico).Per le biomasse il discorso è diverso:ci vogliono 500.000 agricoltori che coltivano

biomasse povere(canna,salicornia,malvacee,ricino,alghe,…) ma che le portino in bioraffinerie come si porta il latte alla latteria con un sistema moderno di raccolta che include anche i rifiuti.Qui le strade sono innumerevoli:l’Eni usa il 90% metano ed il 10% biomassa(ecofin Marghera),io uso 100% biomassa trattata

alte temperature HTSE,La Mossi Ghisolfi l’etanolo cellulosico enzimatico.Ogni strada scelta ha costi diversi:l’Eni fa un biodiesel blended 10 biomassa-90 fossile sui 2 euro litro alla pompa,Mossi-Ghisolfi un etanolo che è un alcool sui 4 euro litro con incentivo Stato sui 2 euro,Caffese un biofuel 100% biomassa che costa 0,50 cent fob industria ed 1 euro alla pompa,senza incentivi.Ma c’è un punto ancora piu’ trascurato dal dibattito che nel momento che si passa ad un 50 fossile-50 rinnovabile ibrido, si deve creare la struttura industriale o distretti di supporto.Quando il fossile era 100%

ed il metano-oil costavano niente,l’Eni si butto’sulla chimica fossile.Poi i costi aumentarono ed oggi tutta la chimica e raffinazione fossile sono un problema enorme con 50.000 disoccupati.I tedeschi nel costruire le infrastrutture rinnovabili hanno costruito dei grandi poli RE ben supportati dalle Università.Tutto questo l’ho documentato al MISE inviando il Report tedesco RE Market ma in Italia ragioniamo ancora su rinnovabili

puntuali spesso in mano straniera come tecnologia.Sul vento in mare siamo indietro,ma sull’hydro modulare non abbiamo capito niente.Pensate al contrario che i tedeschi hanno puntato molto sul vento(110 GW) ed oggi forse leggendo bene le mie ricerche ed implementazioni ragionano di sviluppare l’hydro modulare a supporto del vento.Se leggete il piano tedesco di Steffen,troverete molte analogie con il mio piano che forza molto di piu’ l’hydro per ottenere energia elettrica a 30 euro al MWh.Che poi da tanti MW elettrici si passi al syngas,il duo Scaroni-Malacarne lo sanno benissimo e dato che gli rompe le uova nel paniere non vogliono lo syngas,non vogliono che passi nel grid e chiedono al MISE e AEEG di bloccarmi sul nascere, non dandomi incentivi o burocratizzando il tutto con certificati bianchi in mano alla AEEG che vede l’hydro modulare come il fumo negli occhi.Poi il capolavoro convincono Confindustria Energia a tenere a bada le rinnovabili,non costruendo una infrastruttura rinnovabile che sia una.Ora mi domando ma il CIPE non deve valutare se queste infrastrutture energetiche si reggono in piedi senza contributi o giocchetti di capacity payments,take or pay,ritorno garantito sull’investimento?.Snam si svegli dal torpore prepari navi rigassificatrici ed una flotta a noleggio di gasiere e mi faccia un favore che lo Stato dovrebbe imporgli:mi faccia passare nella rete Snam lo syngas e sarei ben lieto che volesse produrlo insieme.

Energia,contratti gas,infrastrutture fossili costose,nessuna infrastruttura ibrida rinnovabile.

Abbiamo un grosso problema di sviluppo tarpato da una Confindustria Energia concettualmente vecchia in tecnologie di 20 anni ed uno Scaroni,il solare, che tira troppo la corda gas e che il Governo dovrebbe rispedire al mittente perchè Scaroni s’è accorto dello shale gas, ma non s’è accorto del syngas che possiamo produrre a meno del suo gas importato take or pay(roba da biblioteche energia).L’Italia puo’ rinunciare alla garanzia di fornitura gas importato perchè se lo produce in casa senza trivellare.Certo molti media diranno che produrre syngas in Italia è impossibile, come produrre biofuel o bioH htse ma sappia il solare(lo chiamo cosi’ perchè dice le rinnovabili moderne dell’Eni stanno nel sole caro da morire,lo dice il MIT ma il MIT sostiene tutt’altro).Ora una generazione di energetici, che hanno girato il mondo come Lei,sa fare i conti e vede che il fossile-gas ci costa troppo ed allora dice al Governo perchè non lo produciamo noi? Costa in infrastrutture serie ibride-rinnovabili,quelle che una vecchia Confindustria Energia non vuole ma che sono il futuro.

Energia,contratti gas,infrastrutture fossili costose,nessuna infrastruttura ibrida rinnovabile.

Le infrastrutture ibride energetiche della relazione56/2012/I/COM della AEEG.

Leggo a pp.55 su interventi per ridurre le criticità che bisogna concentrarsi su:

-strumenti incentivanti(spero anche occupazione come il DOE Usa)

-feed in tariff europea(copiare la tedesca perchè funziona bene)

-procedure autorizzative, ma non vanno al CIPE?

-regolazione all’accesso ai servizi di sistema(concetto vecchio perchè pago Terna se mi conviene)

-sviluppo infrastrutture necessarie(parliamo di rinnovabili.ibride e non di fossili).Dove sono queste infrastrutture se non c’è alcuna domanda alla UE-27 ed al Mise? Non è un problema secondario,è vitale per l’Italia perchè senza il 35% rinnovabile è un sogno.

Il MISE,la AEEG,il CIPE si devono chiarire le idee perchè nessun privato verrà mai ad investire per un costo energia sui 30 euro al MWh di media.E’ lo Stato che deve programmarlo,scegliendo un fornitore come Ansaldo in grado di costruire una offshore wind farm da 40 GW che si appoggia sull’hydro modulare del Po ed affluenti per 200 GW.Figurarsi se Eni-Enel-a2a si buttano nell’impresa quando devono vendere la loro energia da gas a non meno di 60 euro al MWh.Forse i danesi sarebbero capaci sul vento, ma sull’hydro modulare fatto su 200 affluenti del Po usando impianti quasi tutti esistenti sono migliori i nostri ingegneri, se ben guidati.Poi Ansaldo deve costruire le turbine di pompaggio e sono da 2 a 4 miliardi di ordini.Non c’è quasi niente da importare,nemmeno metalli rari.

-prenotazione,barriere ingresso,connessione in tempi rapidi sono concetti di AEEG superati come gli accumuli batterie di Terna costosissimi

-la AEEG,il MISE,il CIPE devono capire che il vento è variabile(25% di produzione su 100 di capacità)ma una volta che ho pompato-ripompato l’acqua nell’hydro modulare che funziona 2 fasi giorno, ho una produzione continua di energia che si autobilancia per tutte le rinnovabili collegate e non serve piu’ a niente sprecare soldi Terna in trasmissioni puntuali.Tutto quell’armamentario della AEEG salta(parlo di prenotazioni capacità di rete,borsa acqua accumuli,carichi residui,margini di riserva,sbilanciamenti terreno favorevole alle assurde centrali gas per bilanciamenti dell’Eni-vecchia scuola).Ora se anche il vento fosse carente il sistema produce energia lo stesso perchè l’autoconsumo è del 17%-19% max ed ho disponibile lo 81% che vendo come MW elettrici dove volete(borsa,clienti TOP) ma che giro poi per syngas e successivamente biofuels.La mancanza di acqua per siccità puo’ essere un problema e difatti il sistema è provvisto di dessalatori(Ansaldo li produce) che funzionano con l’energia hydro-vento.Ma il sistema su indicazioni della Protezione Civile o Autorità Bacino in caso di esondazioni fa girare in senso inverso le turbine e rimanda l’acqua eccessiva in mare.La AEEG parla di 9 miliardi che vanno a rinnovabili puntuali,che sono da ridurre dato lo spreco, ma se investissimo 5 miliardi annui in infrastrutture ibride-rinnovabili abbiamo 720.000 occupati e 125 miliardi di ricavi con un value dell’hydro modulare sui 700 miliardi annui.Questo sistema al Nord si fa con il Po-Adige,al centro con Arno e Tevere ed al Sud dato che mancano i fiumi con acqua, dobbiamo passare dai miei laghi di mare che sono uno dei migliori progetti mondiali di phs marino che lo Stato dovrebbe registrare come la pizza a legna perchè i laghi marini danno energia,acqua,pesci,salute e turismo nautico.Volete che un ingegnere italiano non sappia costruire una diga in mare.Lo stiamo facendo a Venezia al Mose ma siamo cosi’ cretini da spendere soldi e non ricavarne utili da energia.Il passaggio MW elettrici-syngas si fa per via chimica RWGS e poi il passaggio ai biofuel o bioH che ha la stessa tecnologia si fa con HTSE biomassa che costa molto meno dell’etanolo cellulolico enzimatico di Clini(OK in Brasile,ma no da noi per costi alti da incentivi pubblici).

Energia,contratti gas,infrastrutture fossili costose,nessuna infrastruttura ibrida rinnovabile.

L’intervista di Regina,Vicepr.Confindustria, a Borsa italiana è lastricata di cose sbagliate ed intenzioni ma profuma di tecnologia di 20 anni fa(il DOE USA boccierebbe Regina con 4).Non dice mai cosa fare per ridurre il costo elettrico al MWh che Confindustria Energia non si sogna di ridurre e nessun investitore privato mai saprà proporre perchè è troppo bello lo status quo e dire a parole di ridurre lo smog senza poi saperlo fare perchè ridurlo del 20% è per ignoranti o cattivi progettisti in energie ibride-rinnovabili.E ne abbiamo troppi come all’Ilva dove bastava acquistare il sistema Siemens acciaio pulito.Costa 1 miliardo ma si compri.Lo smog in Italia si riduce passando progressivamente da gas naturale a syngas e da fuel fossili a biofuels.Le discariche vanno chiuse con il plasma waste e le emmissioni Co2 vanno convogliate in bioraffineria.Ma se nessuno fa niente,lo smog aumenta perchè nel SEN del Governo c’è ancora piu’ fossile ed infrastrutture fossili.Se Miniambiente, le Regioni e Comuni vogliono continuare a prendere le multe UE-27,sappiano che le tecnologie ci sono ma mancano volonta’ di fare e sapienza specifica.Lombardia e Comune di Milano mi dissero no a biofuels htse,centrali plasma rifiuti anche per discariche,amianto,denitrificazione con salicornia fiumi.Chi ha ragione? Regioni e Comuni con smog e discariche o il sottoscritto che riduceva lo smog,eliminando anche le discariche.Non mi consola il fatto che 3 Assessori e Direttori Lombardia con cui parlai,oggi siano in galera ma noi lombardi ci godremo lo smog per altri 40 anni.

Il CIPE sotto la guida del Ministro della Coesione deve fare le pulci sui costi inutili e dovrebbe invece utilizzare le infrastrutture energetiche da approvare come il miglior strumento di sviluppo che ha l’Italia,cercando di copiare con intelligenza quanto hanno fatto i tedeschi sulle rinnovabili-ibride, che hanno saputo costruire dei poli industriali sul territorio per poi esportare in tutto il mondo con Siemens ed altri i loro sistemi ibridi di energia.Inviero’ al CIPE il Report in inglese(dato gia’ al MISE) che mi ha inviato ufficialmente il Governo Tedesco, ma devo dire che la Confindustria Energia di oggi che è esclusivamente fossile,anzi è indietro 20 anni, mai e poi mai investirà in infrastrutture energetiche ibride-rinnovabili.Questo lo deve fare lo Stato dando i contratti a chi sa vincere appalti mondiali come Ansaldo che in 5 anni è in grado di costruire un sistema vento in mare appoggiato dall’hydro che funzina da energy storage in continuo su 300 fiumi.Quello che nessuno capisce è l’impresa motrice in aree meridionali o depresse che mai saranno in grado di progettare una energia capillare a livello di fiumi e mari con grande vantaggio locale perchè dietro questo piano energia ibrida da 220.000 giovani,c’è il piano agricolo di supporto con biomasse povere mai trattate da noi(500.000 giovani).Faccio un esempio la salicornia allevabile in acque salmastre è una biomassa ottima per biofuel(NASA)ma è anche il miglior feed o mangime per crostacei,pesci,animali.Che poi tutti i concimi azotati si possano produrre dal vento ed acqua è da buoni chimici spiegarlo ma in tutto il mondo si fa.

1.Contratti gas,vincoli di fornitura,Snam verso LNG.

L’articolo di Mucchetti,unico giornalista non prono ai dictats Eni,sul Corsera del 31.10.12 evidenzia che faremmo un errore colossale a pagare all’Eni capacity payments,tassa sicurezza sui contratti take or pay,bilanciamenti gas.Dove sbaglia il Mucchetti? Quando parla di infrastrutture fossili dove riparla di hubs a terra o offshore, che costano tantissimo 3 miliardi l’uno,mentre è sufficiente una nave rigassificatrice che stia nel porto o fuori dove si affianca la gasiera che oggi sono navi enormi persino da 300.000 t.Mucchetti non sa che ci sono domande per 17 hubs e se il Governo screma le richieste assurde deve finanziare 10 hubs che sono sempre 30 miliardi contro 10 navi rigassificatrici che costano 3 miliardi,risparmio 27 miliardi.Anzi la nave rigassificatrice lavora cosi’ bene che la Shell ordina solo navi.Snam deve cambiare ed importare sempre piu’ LNG prendendo a nolo flotte e navi rigassificatrici che non ha.Poi Snam si deve convincere a far passare nella rete snam lo syngas che produciamo e portiamo alle bioraffinerie per farne anche biofuels.

2.Shale gas.La rivoluzione shale ha portato enormi vantaggi agli Usa-Canada che se lo sono trovati sotto in quantità.Da noi non esiste la possibilità di trovarne significativi giacimenti.Dopo lo shale ognuno se lo lavora in casa e se lo esporta come l’area Pacifico-Indiano deve passare sempre attraverso le navi rigassificatrici e la Shell ha pronto il gassificatore shale che lo pulisce solo nel 2018 e puo’ essere installato a bordo o su una portaerei dismessa.Chi promette tanto shale da trivellazioni nel Med non guarda le carte geologiche marine che danno molte riserve oil-gas interessanti solo nel MED Orientale(Cipro-Israele-Grecia-Turchia) ma non da noi dove c’è ben poco.Chi insiste in Italia lo fa per tenere i prezzi alti a vita con le trivellazioni che costano molto,perchè oggi produrre syngas in italia costa meno del gas importato o trivellato.Ma bisogna saperlo fare dotando il paese di infrastrutture serie che mai nessun privato costruirà perchè ne l’Eni ne l’Enel hanno interesse a far scendere il costo elettrico al MWh a 30 euro:difatti lo Stato dovrebbe dare un prestito ad Ansaldo che le costruisce e poi con ricavi si ammortizzano i costi,logica ben diversa dagli incentivi su rinnovabili che non vengono messe in rete e stoccate.Quelli che vogliono investire in Italia oggi propongono infrastrutture fossili perchè si assicurano 50 anni di costi alti(controprova: cause vinte da Edison oggi EDF contro Eni-Qatar gas)

3.Syngas prodotto in Italia con infrastrutture ibride-rinnovabili.

Dove il Mucchetti ed il Mise sbagliano è di non credere nel syngas come invece fa il NordEuropa ed i tedeschi che attorno alle rinnovabili hanno costruito la migliore industria del mondo da me rigorosamente documentata al MISE dove ho inviato il Report tedesco nella versione inglese sul business collegato alle rinnovabili che è un business vero e concreto di energia ibrida.Lo syngas che è un gas  sintetico equivalente gas naturale si ottiene dal vento,dai rifiuti e secondo miei accurati studi tutti documentati al MISE dall’hydro modulare,che significa saper usare in modo moderno acqua con l’hydro esistente ed il mare.Ora se il gas naturale importato o trivellato aumenta di prezzo come oggi anche per contratti capestro o mal fatti,chi ci impedisce di produrre lo syngas in casa?Forse l’ignoranza.Per produrre lo syngas industrialmente e che costi poco,abbiamo bisogno di grandi infrastrutture ibride rinnovabili che sono quelle che mancano veramente all’Italia.Mancano grandi farm offshore wind che poi sappiano stoccare l’energia variabile o oscillatoria vento in energia costante o continua.Questo lo puo’ dare solo l’hydro modulare che è l’unico a permettere una energia base 30 euro al MWh contro i 60 euro del gas naturale di 60 euro al MWh.Lo syngas si produce anche dai rifiuti ma qui bisogni essere veri esperti perchè l’inceneritore per fisica produce vapore ma non syngas e tra la tecnologia gassosa e la tecnologia plasma detta plasma waste vince per costi il plasma modulare detto cool plasma di 7° generazione(che ho documentato al MISE).La tecnologia plasma ha anche il grande vantaggio di liberarci da tutte le discariche perchè tratta anche i suoli contaminati e farci risparmiare un sacco di soldi nel furto legalizzato Sogin perchè il plasma tratta anche rifiuti radiologici che invece Sogin si fa pagare a costi spropositati.La Sogin tratti solo i rifiuti da centrali tipo Caorso ma quelli ospedalieri non devono passare da Sogin ma essere plasmati come l’amianto oggetto di false e pericolose discariche(per tutti L’Assessore Cristiani-Lombardia in galera per falsa discarica amianto)

4.Consultazioni piano Terna 2012-ultima parte accumuli-

In tutto il mondo che vuole risparmiare costi fissi e trasporto energia, si bilancia il grid con l’hydro modulare perchè le batterie costano 10 volte tanto.Ho sempre sostenuto che bilanciare il grid con le centrali gas era un vezzo che costava soldi e continue emergenze all’Italia.Oggi utilizzare le batterie per stoccaggi energia significa caricare dei costi aggiuntivi come collegare con le trasmissioni su tralicci aerei le plant rinnovabili con il grid.Il vento ed il solare vanno stoccati con l’hydro modulare piu’ vicino e se manca lo costruiamo anche in mare.Terna concepisce solo l’accumulo,io concepisco un leverage energetico vento in mare-hydro modulare del 500%.Questo mio leverage mi è riconosciuto mondialmente come il leverage del 250% con le biomasse trattate HTSE per biofuel,cioe’ diminuisco la biomassa ma metto nel trattamento tanta energia che solo l’hydro modulare mi da ad un costo basso inferiore a 30 euro al MWh.L’energia ibrida non è un mestire da Terna mentre un grande mestiere sarebbe utilizzare la rete attuale Terna per l’internet di internet.Ma parlo di futuro sui cui Terna guadagnerebbe molto bene.

5.Navi rigassificatrici,infrastrutture fossili ed ibride rinnovabili che non si citano nel Sen:audizione pubblica e CIPE.I progetti riportati sono un copyright pier luigi Caffese-i progetti sono depositati al MISE e Commissione EU-27 Energia e non sono replicabili senza autorizzazione dell’Autore P.L.Caffese.

Il simbolo della mia energia ibrida-rinnovabile-mare è il morone- centrolophus pompilius- che non è una leccia-ricciola o nisseua da fondo ma è un centrolofide che nei viaggi in Oceano chiamavamo medusa fish,cioe’ viene fuori un pesce dal sapore meraviglioso perchè mangia(ibridizza) crostacei e meduse.E’ il miglior pesce ligure,è raro come la mia energia ibrida che sa ottimizzare l’esistente con rinnovabili e stoccaggi per farne anche biofuels.Come dal mare?Si,se si vuole con acqua di mare e biomasse di mare.Un invito ai Liguri:lasciatemi organizzare una Superansaldo,poi so come allevare morun e crostacei tipo batti batti.

Il Mise ed il CIPE dovranno valutare le infrastrutture energetiche elettriche,fossili,gas liquido ed approvarle in ragione della convenienza economica e dello sviluppo in termini di occupazione e ricavi a lungo termine con riduzione CO2 dello 80%.Non presentando ad Eu-27una serie di infrastrutture energetiche ibridi rinnovabili non avremo accesso ai fondi EU-27 in cofinanziamento che dovrebbero riguardare:

-la rete di hydro modulare in Italia(PHS in inglese,STEP in francese)per 5 miliardi

-piano sinergico offshore wind(40GW)-modular hydro Po da 20 miliardi che prevede 2/3 bioraffinerie HTSE biofuels 100% biomassa ad 1 euro litro alla pompa e 0,50 euro litro fob bioraffineria

-piano sinergico offshore wind-marine modula hydro Sud ed Isole analogo al precedente costo 20 miliardi.

-piano vie d’acqua con hydro per 800 GW costo 15 miliardi

-45 miliardi investiti in 10 anni permettono 8-10 punti di pil,la diminuzione di 40 miliardi di import fossile e 720.000 posti ai giovani.Il finanziamento dovrebbe avvenire tramite Banca Europea e non gravare sul bilancio statale italiano in quanto infrastruttura europea energia sostitutiva import fossile.

-il piano da 15 miliardi waterways deve avere accesso a specifici fondi border line perchè unisce con vie d’acqua Italia-Francia Svizzera-Austria-Germania e paesi Donau river,immettendosi nel grid EU-27 waterways che è troppo sbilanciato favorendo il Nord EU-27 e non collegato con il MED.

6.Occupazione 720.000 posti.

Il SEN prevede 25.000 posti in trivellazione ma trascura di dire che ne perdiamo 50.000 tra chimica-raffinazione-distribuzione fossile.Oggi l’energia fossile al 90% assorbe 80.000 posti mentre in Germania il target è di 850.000 posti.Significa che il modello fossile italiano è 1 a 10 rispetto al modello ibrido-rinnovabile tedesco e difatti Caffese adottando l’ibrido calcola 720.000 posti in 5 anni e 3,6 milioni in 20 anni per la filiera biomasse-biofuel-bioidrogeno.Il Governo, la prima cosa che dovrebbe fare, è incentivare l’occupazione vera su progetti con la formula del DOE e non lasciare a nessuno il patteggiamento come vuole l’AEEG o inciucio come lo chiamo io.Regole certe eguali per tutti ma che premino l’occupazione vera con audit Inps sull’occupazione che paga i contributi.

7.Costo energia per filiera e feed-in-tariff alla tedesca.

Non evidenziare il costo delle varie filiere è un errore perchè la gente si convincerebbe che insistere sul solare che costa 10 volte tanto l’hydro modulare è impossibile.Come quelli che propugnano l’auto elettrica o idrogeno senza conoscere i costi del MW elettrico o dell’idrogeno.La AEEG non vuole la feed in tariff alla tedesca e questo dimostra l’arrettratezza culturale dei fossili che comandano o tecnici di vecchia vision fossile.

8.Assise della green energy a Rimini.E’ venduta come il futuro dell’energia italiana ma la chiamerei l’arroganza di conoscere la green energy senza saperne valutare i costi troppo alti.Chiudo con una affermazione tranchant:l’energia verde o rinnovabile senza stoccaggi in Italia non decollerà mai senza l’energia ibrida.E’ solo uno spreco di soldi pubblici e sovrapiu’ su bollette.Ho letto i lavori preparatori e noto che sullo smog ,noi ibridi operiamo al 75-80% di riduzione,gli altri è tanto se vanno al 25% di riduzione.Sull’hydro modulare non c’è niente e meno che mai il marino.Sui biofuels l’unica proposta è l’etanolo enzimatico della Mossi-Ghisolfi che è caro sui 4 euro litro.Lo Stato dovrebbe pagare 2 euro litro di incentivi quando il mio HTSE biofuel ad 1 euro litro non costerebbe un euro allo Stato in incentivi.La green energy senza l’ibrido muore per alti costi e lo Stato non si puo’ dissanguare per le lobbies tipo Ft.Ma se mettono il tessuto al posto del pannello il ft vive senza incentivi ma bisogna stoccarlo.

9.Infrastrutture energetiche fossili.

E’ il segreto gestito meglio dal Governo ma sappiamo di 3 gasdotti da 25 miliardi l’uno e di 10 hubs LNG da 3 miliardi l’uno,in totale 75 miliardi,piu’ 30 miliardi di hubs fanno 105 e 15 miliardi di raffinerie fossili-gasdotti locali, si arriva a 120 miliardi tutti fossili con riduzione co2 di appena il 20%.Ai 120 miliardi dobbiamo sommare i 15 miliardi delle trivellazioni per arrivare a 135 miliardi.Significa che ci teniamo per 40 anni il gas,i fuels fossili, lo smog e quello che è piu’ grave le bollette care e 25.000 disoccupati in piu'(differenza tra i 50.000 che perdiamo in chimica raffineria fossile ed i 25.000 che acquisiamo nelle trivellazioni).Tanti soldi spesi per nulla.Il pagamento della sicurezza come vogliono l’Eni ed i gasisti metano con capacity payments e tassa Scaroni sui contratti take or pay, sarebbe il sigillo dell’inefficienza e della prepotenza perchè il gas importato lo possiamo sostituire con syngas fatto in Italia che costa meno.Confermo che ci sono 90 miliardi pronti come dice Passera ma a noi servono altri investimenti non fossili, per dare sviluppo al paese.720.000 giovani pendono dalle decisioni MISE-CIPE.

10.Le infrastrutture che vanno al CIPE.

Le ho ricostruite leggendo carte riservate EU-27 e mi meraviglio che un Governo di tecnici non mandi avanti alcun progetto ibrido-rinnovabile,di bioraffinerie 100% biomassa(quella Ecofin di Marghera è 90% fossile metano),di biofuel HTSE,di hydro rinnovabile,di vento in mare:niente di niente.Ora mi domando come puo’ realizzare il 35% di rinnovabile-ibrido a basso costo senza partire dall’hydro modulare che sinergizza il vento?E’ l’unica energia che costa 30 euro al MWh contro i 60 euro delle centrali gas.6.Infrastrutture autorizzate elettricità da UE-27(17 progetti).

-Terna 14 progetti di trasmissione-Moncada Group 1 progetto Italia-Albania-Europa Grid 1 progetto Italia-Hr-nessun progetto vento in mare-nessun progetto hydro modulare da 40 GW che costa 3 miliardi-nessun progetto hydro marino-nessun progetto plasma waste-nessun progetto ospedale ibrido-nessun progetto building ibrido-nessun progetto nave con propulsione ibrida-nessun progetto HTSE biofuel-BIOH.Praticamente nessun progetto di energia moderna ma tanti progetti per importare energia.Se leggete la tabella ufficiale 27 paesi progettano vento ed ibrido,l’Italia non ha nessun progetto serio.

11.Infrastrutture Autorizzate Gas(13 progetti)

1.Snam Adriatica pipeline adeguamento2.GDF Suez Bagnolo gas storage3.Desfa-IGI-Poseidon Interconnessione Grecia.4.Eon,Iren,Asa,Golas,Olt Rigassificatore Toscano Livorno??5.Api Nova Energia Rigassificatore Falconara.6.Gioia Tauro LNG.7.Porto Empedocle Enel.8.Edison 3 impianti storage gas S.Potito,piazza Mozzini,Cellino.9.Geogastock Ferrandina gas storage.10.Snam R.G.Masera (Svizzera)

11.Cornegliano Gas Storage.12 .Galsi gasdotto Algeria Sonnatrach,edison Fuel,Sfirs.13.Stogit Bordolano UGS stock gas.12.HUBS LNG esistenti o in costruzione o progettati(17):

Premetto che gli hubs italiani sono depositati alla UE-27 ed indicati nel libro francese sul mercato Gas europeo che è la bibbia per i progettisti.Oggi Malacarne-AD Snam dice che lavorano al 30-40% capacità1.Panigaglia-Snam-Eni2.Brindisi(rinuncia di B.P.)3.Rovigo Isola di Porto Levante-Qatar,Edison.altri4.Rosignano Marittimo.Progetti proposti:5.Augusta6.Castiglione della Pescaia

7.Corigliano Calabro.8.Gioia Tauro anche shale gas senza depurarlo.9.Livorno Offshore

10 Muggia forte opposizione locale.11 Porto Empedocle Enel.12 Porto Torres Sassari13.San Ferdinando Taranto14 Trieste offshore15 Trieste Zaule16 Vado Ligure17 Monfalcone Fincantieri con inceneritore su piattaforma(Bono).Progetto vietato da norme UE-27.

13.Navi rigassificatrici.

Non è previsto alcun progetto se non a Livorno acquisendo vecchia nave da trasformare nei cantieri polacchi.Allego la mia memoria su navi rigassificatrici.Ora che ci siano 17 progetti hubs a 3 miliardi l’uno significa che spenderemmo 51 miliardi,mentre 10 navi rigassificatrici che fanno lo stesso lavoro costano 3 miliardi.48 miliardi sarebbe uno spreco enorme.

14.Infrastrutture energetiche ibride-rinnovabili.Il Mise dice nel Sen che riduce il fossile dal 90% attuale al 65% che è ancora poco per sviluppare il paese,riducendo le importazioni.Diciamo che la soluzione migliore sarebbe il 50% fossile ed il 50% ibrido rinnovabile ma che sia il 50% come dico io o il 35% come dice il MISE nel Sen,bisogna produrlo.Questo è il vero nodo su cui il SEN ed il CIPE navigano nel buio perchè non c’è scritta una infrastruttura ibrida-rinnovabile degna del nome.Far passare gli accumuli o batterie di Terna per infrastrutture vitali significa solo non capire niente di energia moderna e caricarsi di extracosti buoni per Terna,ma negativi per il paese.

15.Perchè Caffese insiste sul progetto di sinergia vento in mare con l’hydro modulare?

Perchè è il miglior progetto al mondo ma bisogna capirlo,dimensionandolo come segue:

-costruiamo in mare a 40 miglia 136 GW di vento con 13.600 turbine vento da 10 MWh l’una

-significa passare ad Ansaldo un ordine che vale 13,6 miliardi tutto in Italia,senza cinesi di mezzo

-il coefficiente del vento è del 25% significa che l’effettiva produzione è di 34 GW

-dato che il vento produce energia variabile la devo stoccare nell’hydro modulare e basta un invaso-lago circolare di 5,7 km.di raggio che significa 65 km.2 di superfice con una altezza di 215 m tra i due bacini.

L’altezza dello stock di acqua a 200 m è di 50m ed abbiamo 0,05 kmx65km.2=3,25 km.3.Ora se

-1m3 a 400 m.mi darebbe 1KWh

-1km3 a 400 m.mi da 1TWh

-1km.2 a200m.mi da 500GWh

-3,25 km.3 a 200 m.mi danno 1635 GWh che sono 2 giorni di autonomia cioe’ 48 H

-significa che abbiamo 1625 GWh di autonomia per 48 ore senza vento=34GW

-Cosa significa? Che 34 GW di hydro modulare permettono di assistere un grande parco eolico in mare

che produce 34 GW effettivi dato che il vento ha il coefficiente del 25% ma la potenza da installare è 4 volte tanto,cioe’ 34×4=138 GW.Il mio sistema di hydro modulare produce 34GW ma la capacità e’ di 1635 GWh durante 2 giorni,in realta’ 1,9 giorni per le perdite in energia elettrica o autoconsumo di pompaggio-ripompaggio che progetto dal 17% al 19% come in questo caso.Questo sistema ibrido produce 300 TWh l’anno che è il 60% dell’energia prodotta in Francia e puo’ rimpiazzare 45 GW nucleari dati da 15 EPR da 1500 MW l’una che costerebbero 9 miliardi x 15=135 miliardi.

16.Quanto costano queste infrastrutture ibrida-rinnovabile?

-l’hydro modulare costa 5 miliardi fatto su strutture esistenti

-l’hydro modulare costa 51 miliardi se fatto ex novo in mare o tra fiumi e laghi,costa molto meno se usiamo Po,Tevere,Adige,fiumi veneti,Delta Po e mare

-l’hydro modulare costa 15 miliardi con le vie d’acqua per 800 GW

Diciamo che se adottassimo l’ipotesi piu’ cara di 187 miliardi sommando 51 miliardi di hydro ai 136 miliardi del massimo costo del vento in mare,abbiamo:136 GWx8760 ore annuox0,25=297.840 GWh all’anno che moltiplicati per 10 anni di produzione base,danno un costo di 6,3 centesimi al KWh.Si tenga conto che la vita media delle dighe supera 100 anni e la media turbine è di 25 anni,salvo uragani impossibili da noi.

17.Che cos’è l’autostrada energetica?Che cos’è il Mose energetico?Che cos’è il Ponte dello Stretto Energetico?E’ un concetto difficile da spiegare per chi non mastica energia ibrida.Ma se mettiamo sulla nuova Autostrada Venezia-Civitavecchia che passa da Anas ad Ansaldo le condotte gas per portare syngas che produciamo a Marghera-Mantova-Porto Tolle-Livorno-Civitavecchia Centrali Enel-Malagrotta discarica da sostituire con centrale plasma waste che produce sempre syngas,posso girare lo syngas in tutte le bioraffinerie collegate per farne biofuels o metterlo nella rete snam.Se dopo mettiamo sotto la pavimentazione autostrada una elpipes di trasmissione di potenza elettrica sino a 30 GW,non devo piu’ mettere tralicci tipo Terna con alte perdite perchè l’elpipes perdono solo l’1%.Poi su questa austrada metto pompe biofuel che vendono ad 1 euro litro e domani vendono idrogeno autoprodotto da Ansaldo E-fuels.

Lo stesso dicasi per il Mose costituito da dighe in mare che al largo hanno una paratia mobile che si solleva per l’alta marea.Se attorno a queste dighe costruisco un lago di mare(crf.mio progetto) ottengo 10 GWh al km.2 con diga di 100 m meno il 17% di autoconsumo.Lo stesso dicasi per il Ponte Stretto dove metto delle tubature in plastica rinforzata per l’hydro modulare che mi consente energia in continuo in base ai laghi marini a latere ed in base all’altezza del ponte sul mare che se fosse di 100 m,conferma 10 GWh al km.2

18.I sistemi ibridi abbattono l’alto costo degli elettrodotti Terna e rendono inutili accumuli e sistemi batterie troppo cari.Dopo rendono inutile qualsiasi bilanciamento con le centrali gas come vuole l’Eni per piazzare il metano importato, che costa troppo.

19.Plasmawaste con syngas e chiusura discariche.

Data la complessità sara’ oggetto di ulteriore valutazione che ho gia’ inviato al Mise.

20.Applicazioni navali di energia ibrida.Ad esempio sui nuovi traghetti Ro-Ro.La Marina-Aviazione-Difesa applicando l’ibrido risparmia il 50% sui fuels.

Cordiali saluti.dr pier luigi caffese caffit@alice.it Milano 2.11.12.

Effetto serra: attenzione alle biomasse!

di  sul Il Fatto Quotidiano 29 ottobre 2012

È valutazione comune che il ricorso alle biomasse(coltivazioni, alberi ad alto fusto, palme, barbabietole da zucchero, etc.) contribuisca a ridurre l’emissione di CO2. Così, di fronte ad un caminetto scoppiettante o al rabbocco con biocombustibile al nostro autoveicolo, ci sentiamo in pace con il clima che cambia. Ma uno studio appena pubblicato dal JRC, il centro comune di ricerche della UE che ha sede ad Ispra, ammonisce sulla possibilità che le attuali politiche bioenergetiche dell’UE aumentino le emissioni di gas a effetto serra nel breve termine.

Nel 2009, la Bioenergia costituiva più di due terzi della produzione primaria delle energie rinnovabili UE e verrà contabilizzata per più della metà delle riduzioni delle emissioni degli Stati previste per il 2020 nei loro piani di azione nazionali. Il nostro governo, nel suo piano energetico, sposta addirittura gli incentivi dal solare alle bioenergie.

Nel rapporto scientifico anticipato da Euractive si legge che: “l’uso di tronchi [alberi] proveniente da foreste a fini bioenergetici causerebbe un effettivo aumento dei gas serra: emissioni paragonabili a quelle di equivalenti combustibili fossili nel breve periodo”. Questo perché la combustione di un albero per produrre bioenergia – ad esempio in forma di pellet, legno o trucioli – rilascia tutto il carbonio che l’albero ha assorbito nella sua vita ma, contemporaneamente, riduce anche il deposito vegetale in grado di assorbire nuovo carbonio nella vita futura. Di conseguenza, si crea un “debito di carbonio” con un bilancio di emissioni sfavorevole rispetto alla produzione distruttiva e una tantum di bioenergia.

Le conclusioni del gruppo di scienziati sono che “con una corretta contabilità, la bioenergia da tronchi o da coltivazioni intensive non contribuirebbe a obiettivi politici di breve termine, come gli obiettivi del 2020, anche se l’uso di potature, puliture e residui (biomasse di seconda generazione) potrebbe invece dare un contributo considerevole”. Queste osservazioni sono di capitale importanza, dato che attualmente la UE valuta come neutri gli effetti delle biomasse e non evita né contabilizza così effetti indesiderati.

In effetti, la bioenergia sembrerebbe la scelta più semplice ed economica. In particolare per i trasporti, il biocombustibile o il biogas si inseriscono nel sistema e non c’è bisogno di cambiare molto: basta mettere biodiesel a base di olio di palma, soia e semi di colza e bruciarlo all’interno del sistema esistente.

Ad oggi non ci sono regole internazionali concordate sulla contabilità della CO2 per la gestione forestale. La bioenergia è semplicemente considerata come “carbon neutral” dallo stesso protocollo di Kyoto. Quindi, il cambiamento che sarebbe imposto da questo studio è molto vincolante e oneroso e viene perciò contrastato dai grandi produttori di legname e dalle corporation dell’agroindustria. Se nell’ambito della politica delle energie rinnovabili dell’UE le regole per premiare la creazione di disavanzi netti di emissioni fossero prese davvero in considerazione, molti dei prodotti in commercio (pellets, trucioli, agro combustibili) verrebbero disincentivati.

Nella Commissione europea cresce la convinzione che, come minimo, dovranno essere emanate indicazioni per permettere l’uso della biomassa solo a saldo di emissioni positive (calcolando quindi il ciclo vegetale, il ciclo del trasporto, la distruzione del territorio, oltre a tener conto della sottrazione di terreno alla salubrità o all’alimentazione). Questo fa pensare che i biocarburanti di prima generazione non saranno “il futuro dell’Europa”, dato che, pur apparendo amici del clima e ottenendo sovvenzioni, possono essere considerati addirittura peggio dei combustibili fossili che vanno a sostituire.

La questione è ancora più grave fuori Europa, dove le grandi compagnie distruggono suolo fertile per l’alimentazione ai fini di importare energia per la mobilità. Le nuove regole che saranno adottate dall’UE quasi certamente modificheranno i biocarburanti e conterranno misure volte a impedire incentivi per lo spostamento continuo delle colture alimentari per il carburante. Con una nuova crisi alimentare incombente e quasi un miliardo di persone sul pianeta che soffrono la fame, dobbiamo smettere del tutto di bruciare il cibo e di provocare volatilità dei prezzi alimentari. Favorire invece il settore biocarburanti di seconda generazione ha il potenziale di scatenare forti investimenti, ricerca e sviluppo industriale, nel mantenimento delle foreste e delle culture e, forse, nel settore delle alghe (bioenergia di terza generazione). Ma, mentre viene strombazzata la nuova Strategia Energetica nazionale (SEN), chi si sta occupando di tutto ciò nel nostro Paese?

Piano Passera: una strategia per grandi lobby che ci incolla al passato

di Mario Agostinelli – Pubblico giornale 30 ottobre 2012

Il governo dei tecnici continua ad affrontare non solo l’emergenza, ma tutto l’arco delle questioni che dovrebbero riguardare il futuro del Paese. Cercando di applicare nelle more di un tempo breve in cui la democrazia è depotenziata, ricette drastiche e impopolari, che si pongono però l’obiettivo di costituire la struttura portante della modernizzazione del Paese per il lungo periodo, con o senza il premier attuale. Il piano Passera per l’energia, messo sul sito del ministero pochi giorni orsono, è parte rilevante di questa strategia. La trentennale assenza di una politica energetica nazionale viene improvvisamente “risolta” con l’apparizione su internet di uno studio compilato con seducenti illustrazioni e una retorica accattivante. Allora, prima di analizzare il cuore del documento, occorre chiederci: è opportuno che un governo senza legittimazione popolare delinei la strategia energetica destinata a segnare le sorti del paese per molto tempo? Ci si dirà: è prevista una ampia consultazione on line della durata di sei settimane ed una Conferenza Nazionale (ad ora del tutto imprecisata per struttura e partecipanti!): ma quale potere è consegnato a questo percorso? Potrebbe forse mettere in discussione o emendare i cardini della proposta lanciata senza alcun confronto preventivo?

Veniamo ora a questi cardini, che sono: l’Italia come hub europeo del gas; investimento nel petrolio nazionale, con un incremento delle trivellazioni; riaccentramento dei poteri in materia energetica a discapito degli enti locali; molte belle parole sull’efficienza, accompagnate però – a quanto si sa – dalla eliminazione del 55% di detrazioni fin qui previste per interventi di risparmio energetico in edilizia; attenzione alle rinnovabili, però in funzione integrativa e non sostitutiva del sistema attuale e, per di più, sottoposte ad una sopravvivenza competitiva sul mercato rispetto a gas e petrolio, che continuano a godere di franchigia rispetto ai loro costi ambientali.

Passera in questo modo propone uno scenario non certo in linea con la strategia UE – la road map al 2050 – che tende significativamente all’obiettivo del 100% di energie rinnovabili. Offre al capitale industriale nazionale e alle banche d’affari le chiavi dei gasdotti, delle raffinerie, dei rigassificatori e delle rotte metaniere. Rilancia i soliti  grandi affari senza trasparenza. Ma taglia così le gambe ad un modello energetico decentrato sul territorio e confermato da una autentica esplosione delle fonti rinnovabili, che ci colloca al secondo posto nella classifica mondiale.

In tal modo si sostengono interessi di lobbies molto potenti, ma si mina alla base il tessuto di imprenditoria nuova, spesso a carattere locale, che stava sviluppando grande flessibilità e capacità di innovazione, nuove professionalità e raccordi virtuosi con il mondo della ricerca. Inoltre, si prendono le distanze da quella riconversione ecologica dell’economia che il nostro sistema deve con urgenza affrontare e che può sviluppare solo in una dimensione culturale, democratica e politica partecipativa e agli antipodi rispetto a scenari energetici futuri da cui si ammicca al passato.

Proprio in questi giorni la Confederazione Elvetica mette in consultazione una sua  strategia verso il 2050. La Svizzera propone un cambiamento radicale dell’intero sistema energetico, ritenuto necessario dopo la decisione di abbandonare l’atomo. Il documento muove da alcuni punti chiari. Per citare la relatrice “dal 2001 il prezzo del barile di petrolio e quello del gas sono continuamente saliti, con conseguente aumento del prezzo delle energie convenzionali. Nello stesso tempo le energie alternative costano sempre  meno, ma sono ancora relativamente care e vanno quindi sostenute, assieme ad un diverso stile di vita.” Su queste basi si è aperta una vera consultazione, adeguata a un tema come l’energia che richiede una svolta epocale e partecipata. Durerà 8 mesi, con obiettivi come la riduzione del 35% dei consumi, standard di dispersione dimezzati per gli edifici e ridotti del 40% per le emissioni delle automobili, incentivi all’autoproduzione, tasse sulla CO2.

E se, anziché la Russia, assumessimo come modello la Svizzera e si aprisse una vera consultazione che riporti al centro le minacce al clima, anzichè l’interesse degli enti energetici e di un sistema industriale che non si rinnova e  ci incolla al passato?

 

Strategia Energetica Nazionale: il dibattito sul quotidiano Pubblico

Il Ministero dello Sviluppo Economico ha presentato pochi giorni fa la Strategia Energetica Nazionale. Si tratta al momento di una bozza sulla base della quale il governo ha aperto una fase di consultazioni che verrà conclusa con una Conferenza nazionale.

Da molto tempo l’Italia non si dava un piano strategico in un settore così importante. È però discutibile che a colmare questo vuoto sia un governo tecnico. Ed è soprattutto fondamentale che siano offerte forme di partecipazione effettive alla cittadinanza, in tutte le sue articolazioni, per poter contribuire alla definizione di scelte tanto rilevanti per il futuro del paese.

Per questa ragione, Pubblico ha deciso di offrirsi come piattaforma per aprire un dibattito trasparente e plurale sulle linee strategiche proposte dal governo.

Abbiamo chiesto a una serie di esperti, di diverso orientamento, di contribuire a questa riflessione, che si svolgerà in misura importante online. Il giornale ospiterà anche alcuni interventi nella sua versione cartacea. E si impegna a raccogliere e trasmettere ai suoi lettori una sintesi dei suoi principali contenuti. Il dibattito verrà concluso con un Forum al quale inviteremo a partecipare una rappresentanza del Ministero. Se volete mandare dei vostri contributi, potete scrivere a: contributi@pubblico.eu

Collaborano a questa iniziativa anche http://www.energiafelice.it/ e http://qualenergia.it/

 

Nuove trivelle in Lombardia?

Questo articolo è tratto da www.salviamoilpaesaggio.it

Il preoccupante interesse per l’oro nero, insostenibile ed insensato, non si limita al Canale di Sicilia ma sbarca anche nella pianura lombarda, già martoriata da cemento e nuove autostrade. Un’analisi delle zone interessate con un approfondimento per la situazione nella zona est della Provincia di Milano.

PETROLIO LOMBARDO, MINACCIA OSCURA

La notizia pubblicata su Corriere Ambiente lo scorso 4 Ottobre porta all’attenzione di tutti il fatto che anche la Lombardia è a rischio trivelle. Riaffiorano interessi per petrolio e gas nelle stesse aree già sondate qualche decennio fa. Siti operativi già attivi in passato e nuove richieste in fase di valutazione: si allunga l’ombra di una minaccia oscura che interessa numerose provincie e spaventa anche oltre confine, in Svizzera.

Perché è ripresa la “corsa al petrolio”? Qual è la situazione?
Cosa sanno i cittadini? Quali sono i rischi?

I NUMERI E LE PROVINCIE INTERESSATE

L’articolo sopracitato ricorda che su tutto il territorio lombardo sono ben 25 i nuovi sitisotto esame da parte del Ministero dello Sviluppo Economico, da ovest ad est, che si aggiungono alle 17 concessioni vigenti per la coltivazione di idrocarburi e 7 per lo stoccaggio di gas.
Una dettagliata planimetria colloca sul territorio lombardo siti attivi, permessi di ricerca già concessi e nuove richieste in esame.

Al momento sembrano “salve” solo le provincie di Lecco e Sondrio, anche se va ricordato che è di pochi anni fa l’assalto provato e respinto a Montevecchia (LC) dove la società australiana Po Valley era intenzionata ad effettuare pericolose ricerche in un area di grande valenza paesaggistica del Parco del Curone.

Le nuove istanze che interessano le provincie di Como e Varese spaventano oltreconfine. Nel Canton Ticino infatti non solo le associazioni ambientaliste, ma anche gli enti istituzionali, manifestano preoccupazione per una scelta, quella di puntare ancora sulle fonti fossili, che genera problemi ambientali locali e non risolve, anzi peggiora, i problemi climatici globali. I comuni svizzeri potrebbero anche attivarsi per presentare osservazioni ufficiali nelle istanze in corso.

Lo scenario complessivo sembra quello di una regione che prova a togliere alla Basilicata il titolo di “Texas d’Italia”.

L’EST MILANESE E LA SUA STORIA PETROLIFERA

Analizzando le informazioni riportate sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico in merito alle istanze in corso e il dettagliato archivio storico si scopre che:

– per la “ricerca di idrocarburi” figura un lungo elenco storico dei pozzi dal 1895 al 2011. Nelle provincie di Milano e Monza e Brianza sono ben 264 di cui uno rispettivamente a Monza, Lissone, Burago e Carugate e ben 31 nel solo comune di Brugherio dove risulta anche una concessione per lo stoccaggio di gas.

– per la “coltivazione di idrocarburi” sono elencate 17 concessioni, tra cui una riferita al comune di Pessano con Bornago, ambito d’interesse di ENI già da qualche anno. Una concessione che copre però un’area molto ampia che giunge fino al Vimercatese (Burago Molgora, Agrate Brianza e Caponago).

Tra le nuove istanze di “permesso di ricerca in terraferma” ce n’è una, arrivata alla fase di conferenza dei servizi, che fa riferimento al comune di Melzo, il cosiddetto “Progetto Melzo” della società italo-americana Mac Oil. L’istanza interessa, anche in questo caso, una serie di comuni della zona (Bellusco, Busnago, Cambiago, Cavenago di Brianza, Ornago e il già citato comune di Pessano con Bornago) e coinvolge anche alcuni comuni della provincia di Bergamo.

PESSANO CON BORNAGO: CORSI E RICORSI

Giuseppe Moretti del Circolo Legambiente “Il Molgora” di Pessano con Bornago ci racconta che l’Eni fece un carotaggio in quella zona già negli anni 70. La campagna fu poi abbandonata e il pozzo fu chiuso e sigillato.
Dopo anni, nel 2001, arrivò una proposta di riattivazione, finalizzata all’estrazione di gas che prevedeva inoltre la realizzazione di un’annessa centrale.

Ci fu l’opposizione dei cittadini e numerose proteste: furono convocate assemblee pubbliche in cui partecipò anche Eni. L’impianto proposto era troppo vicino alle abitazioni ed era inoltre nell’area del Parco del Molgora. L’impatto sarebbe stato devastante: oltre al traffico degli automezzi generato, il paesaggio sarebbe stato sconvolto da una torcia continuamente accesa come quella che si vede nella classica immagine dei pozzi petroliferi del medio oriente. La società fortunatamente rinunciò.

Ora le associazioni locali, alla luce anche delle notizie attuali, continuano a seguire con attenzione le vicende e non abbassano la guardia.

POCA INFORMAZIONE, TANTA PREOCCUPAZIONE

Sono poche le informazioni sull’argomento reperibili dalla stampa locale e dai comuni interessati, che abbiamo interpellato direttamente per conoscere l’avanzamento dei procedimenti in corso e le posizioni delle Amministrazioni Locali senza avere però alcun riscontro.

Per la zona del Vimercatese un recente articolo de “Il Cittadino”, conferma che il permesso di ricerca per Melzo ha ottenuto il via libera del Ministero. Sfruttando studi già fatti, saranno nuovamente oggetto di indagine le stratificazioni in cui potrebbero essere contenuti idrocarburi, confidando in risultati migliori della campagne di ricerca dei decenni scorsi.

Nella bassa bergamasca, interessata dal “Progetto Melzo”, cresce in rete la preoccupazione e la protesta: anche qui in diversi comuni (Arzago, Casirate, Fara Gera d’Adda, Treviglio e Calvenzano) riaffiorano situazioni che sembravano, dopo anni di silenzio, definitivamente accantonate.

GEOLOGIA ED ECONOMIA

La Pianura Padana ha geologicamente le caratteristiche per contenere idrocarburi, ma è tutta da valutare la quantità estraibile, su cui ovviamente vige il riservo da parte delle compagnie. Nei decenni scorsi sono state fatte numerose indagini e l’area è stata anche sfruttata. Ora però i residui ancora estraibili potrebbero trovarsi ad elevate profondità con forte possibilità di insuccesso.

Ma il prezzo del petrolio così alto e le discutibili agevolazioni dovute alle scelte governative italiane (bassi oneri di estrazioni rispetto ad altri paesi ed esigui obblighi di compensazione ambientale, le royalties) spingono comunque le compagnie, anche e soprattutto straniere, ad investire nuovamente.

La strategia energetica nazione proposta dal Governo ed in particolare dal ministro Passera è nuova sulla carta ma di vecchia concezione: prospetta infatti uno scenario futuro basato ancora principalmente sulle fonti fossili e non sulle rinnovabili. Una scelta esclusivamente economica, che mira a far cassa.

Ma per i territorio le previsioni non sono buone: più che una pioggia di soldi, il rischio è di una pioggia nera ed inquinante come quella che nel 1994 colpì Trecate (NO) dopo l’esplosione di un pozzo di trivellazione dell’AGIP.

PERICOLOSO MIRAGGIO

Le società petrolifere credono nel miraggio ed investono miliardi di euro, e promettono nuovi posti di lavoro, nuove entrate per lo Stato e risparmi in bolletta.

Ma se tutto questo sarà realizzato quale sarà il prezzo in termini di salute, inquinamento e sfruttamento del territorio?

Ogni compensazione economica sarebbe comunque insufficiente a giustificare il definitivo colpo di grazia per un territorio già devastato dalla cementificazione e inquinamento: occupare infatti le esigue aree agricole e libere con i nuovi pozzi, i relativi cantieri e gli impianti altamente inquinanti necessari ad estrazione, stoccaggio e trasporto di petrolio e gas, sarebbe insostenibile.