COP 21

Alcuni degli articoli prodotti da Energia Felice per preparare e accompagnare l’evento che si è tenuto a Parigi dal 30 novembre al 12 dicembre 2015.

Argomenti

Parigi: il “filo rosso” per la giustizia climatica diventa un corteo

Filo rosso per la giustiziaParigi, 12 Dicembre 2015 – di Alfonso Navarra

Il « filo rosso », non autorizzato, indetto per stamattina alle 12 dalla Coalizione Climat 21, che avrebbe dovuto essere una ripetizione della catena umana del 29 novembre (quella marchiata dalle cariche poliziesche e da centinaia di arresti con il pretesto dei Black Bloc), strapieno di manifestanti, si è trasormato in un corteo che, radunato a ridosso dell’Arco di Trionfo, bloccato nella direzione Elisi, occupando tutto lo spazio di via della Grande Armata, ha imboccato la direzione opposta.

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COP 21 a Parigi – Nessuna sintonia tra società civile e governi


Cop21: attenti al gioco delle tre carte

Cop21: attenti al gioco delle tre carte

10 Dicembre 2015, di Mario Agostinelli

Occorre non cadere ancora una volta nella trappola mediatica e concettuale di tutte le conferenze mondiali sul clima fin qui svolte. Anche perché al numero 21 non c’è più tempo. Ma, tra il dire e il fare, per i governi seduti al tavolo Onu conta soprattutto l’apparire. Qui di seguito tre esempi di irresponsabilità camuffata, come al gioco delle tre carte, che non sembra proprio bandito da Parigi.

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Il nucleare non salverà il clima

nucleare-clima

Parigi, 8 dicembre 2015, di Alfonso Navarra

Parigi, che si sveglia lepenista (grazie, credo, anche all’insipenza di Hollande ed ai suoi strumentali stati di emergenza per la guerra al terrorismo islamico”) gioca a fare la “capitale del mondo” durante la conferenza sul clima. E’ la logica dei grandi eventi calamita tutto, che abbiamo già visto dispiegarsi con l’EXPO di Milano: ogni realtà culturale e associativa riceve le sue briciole di finanziamento per partecipare alla celebrazione del tema retorico dominante, mentre la grande industria nucleare (EDF, AREVA) sponsorizza.

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Il clima di Parigi

COP 21: Riduzione emissioni o barbarie

7 Dicembre 2015, di Roberto Meregalli

Sino a qualche giorno fa Parigi veniva associata all’imminente ventunesima conferenza delle Parti dedicata al clima. Quantomeno nella mente del 29% della popolazione italiana, secondo una stima di Legambiente, per gli altri, COP21 probabilmente faceva immaginare più un nuovo supermercato che una conferenza multilaterale su come preservare la nostra vita su questo pianeta (questo è il tema in questione).

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Cop21: per combattere l’inquinamento il Pentagono è militesente

Cop21 a Parigi

1 Dicembre 2015, di Mario Agostinelli

Quando nel 1991 l’Onu diede legittimazione alla guerra aerea degli Stati Uniti in Iraq – “Tempesta nel deserto” – accompagnata più tardi dagli scarponi sul suolo iracheno – “Scudo nel deserto” – qualcuno di noi cominciò a fare i conti di quale fosse non solo la spaventosa devastazione in vite umane e abitazioni, ma anche il riflesso sulla natura e il clima in termini di emissioni di CO2. Ne deducemmo che nei primi due anni la guerra all’Iraq era costata circa 200 miliardi di dollari e che il petrolio pompato dai pozzi iracheni ne avrebbe fruttati circa 30. Di fatto per la guerra sono stati consumati 650 milioni di barili equivalenti (bombe comprese) all’immissione in atmosfera di 300 milioni di tonnellate di CO2, ben più dei gas climalteranti di tutta l’Africa subsahariana.

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Voglia di guerra e Cop21: palle di fuoco e buchi nell’acqua

Cop21 a Parigi

28 Novembre 2015, di Mario Agostinelli

Scrivo queste note in partenza per Parigi, dove si sta aprendo la Conferenza Mondiale sul clima (Cop 21). Come ricorda l’acronimo, si tratta della 21esima Conferenza sul clima e se ci aggiungiamo anche tutti i “meeting” preparatori di natura politica e tecnica, sono diverse centinaia gli incontri svolti ad oggi a livello internazionale (migliaia se ci aggiungiamo quelli a livello interregionale) per cercare di adottare una politica climatica che sia “compatibile” con la sopravvivenza della specie umana, almeno alle condizioni di cui una parte della popolazione terrestre beneficia già oggi e tenendo in mente i limiti fisici che dobbiamo porre alla nostra impronta ecologica.

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