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Corso di formazione “Energia del futuro e sviluppo sostenibile”

Il corso si prefigge di fornire le informazioni di base necessarie per capire e affrontare il tema delle fonti di energia e del suo legame con lo sviluppo e la sostenibilità. Durante il corso verranno descritte le modalità di produzione attuali (principalmente da fonti fossili) e la prospettiva della produzione futura da fonti rinnovabili (acqua, sole, vento, biomasse) sufficienti per rispondere al fabbisogno energetico dell’Umanità se unita ad un uso consapevole basato sul risparmio e l’eliminazione degli sprechi.

Si mostrerà l’importanza sociale, economica, energetica ed anche occupazionale del settore delle fonti rinnovabili e l’alternativa tra “energia di guerra” (nucleare+fossili) ed “energia di pace” (rinnovabili). Si forniranno utili indicazioni sui principali aspetti legali e fiscali che disciplinano il settore energetico. Alcuni esempi di impianti e di esperienze già realizzate oltre all’illustrazione di alcune soluzioni tecnologiche futuribili completeranno il corso.

Organizzazione: Carolina Balladares (Terra Nuestra)
Direttore: Alfonso Navarra (Energia Felice)
Periodo di svolgimento: marzo/aprile 2015
Sede: sala conferenze, via Marsala 8 – Milano
Incontri: n. 4 da 2 ore

Il corso è gratuito ed è necessaria l’iscrizione congiunta alle associazioni “Terra Nuestra” ed “Energia Felice”

PROGRAMMA (in formato PDF)

1° incontro 26 marzo 2015
Ore 18.30 – 20.30
Alfonso Navarra c/o Carmen Gargiulo c/o Maurizio Colleoni

  • Presentazione del corso
  • La sostenibilità dal quartiere all’edificio
  • Costo del riscaldamento e isolamento termico
  • Pompe di calore e pannelli termico solari
  • Risparmio energetico nel quadro normativo nazionale

2° incontro 2 aprile 2015
Ore 18.30 – 20.30
Giuseppe Farinella c/o Rinaldo Zorzi

  • La produzione di energia elettrica in Italia e nel mondo
  • Nozioni generali sulla tecnologia fotovoltaica ed eolica
  • Riferimenti legislativi e incentivazione delle fonti rinnovabili
  • Tecnologie per la misura e il risparmio dell’energia in ambito domestico

3° incontro 9 aprile 2015
Ore 18.30 – 20.30
Roberto Meregalli c/o Fabio Strazzeri

  • La fabbrica del cibo: quanta energia, quanto inquinamento e quante emissioni climalteranti produce il sistema agroalimentare
  • Come si legge la bolletta
  • Contenziosi con i fornitori di energia

4° incontro 16 aprile 2015
Ore 18.30 – 20.30
Mario Agostinelli c/o Alfonso Navarra

  • Concetto generale di energia: energia e vita, energia e sviluppo
  • Energie rinnovabili e salvaguardia del pianeta
  • Energia nel futuro: rinnovabili, fissione, fusione
  • Piano energetico nazionale
  • Conclusioni

 

Supporti didattici:

  • Testo: “Cercare il sole dopo Fukushima” Aut. Mario Agostinelli, Roberto Meregalli, Pierattilio Tronconi;
  • Testo: “CIBO NON CIBO” Aut. Roberto Meregalli;
  • Testo: “Esigete! Il disarmo nucleare totale” Aut. Stéphane HESSEL e Albert Jacquard;
  • book: “ABB quaderno 10: Impianti fotovoltaici“ Ed. ABB;
  • book: “L’energia fotovoltaica op.22” Ed. ENEA;
  • Testo: “Energia per tutti” Manuale ARCI
  • Dispense dei relatori;
  • Slide “Energia Felice”

 

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Foto della Conferenza dell’ONU dei ragazzi (M.U.N.)

Pace e disarmo provocano insieme sofferenza e gioia“.
Questa l’affermazione di uno dei 400 giovani giunti da tutto il mondo per la XV Conferenza del M.U.N di Milano, esperienza didattica e civica che si è tenuta il 12 marzo presso il Liceo Linguistico Manzoni di Milano, e cui ha partecipato Energia Felice con una relazione di Mosca sul tema del nucleare.

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12 marzo a Milano: XV Conferenza dell’ONU dei ragazzi (M.U.N.)

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La XV Conferenza del M.U.N di Milano, esperienza didattica e civica che ha sede presso il Liceo Linguistico Manzoni di Milano – si attendono 250 studenti da tutta Europa, oltre a 250 italiani, lingua dei lavori l’inglese – sarà aperta da Luigi Mosca, scienziato italiano che lavora in Francia, tra i portavoce di “ESIGIAMO! il disarmo nucleare totale“, che parlerà dell’abolizione delle armi nucleari da ottenere come diritto riconosciuto dalla comunità internazionale.

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Nucleare 2015 (Fukushima +4): nuovo quaderno di Energia Felice

Quaderno 4

Nucleare 2015 (Fukushima +4)

Occorrerebbe riflettere a fondo in questo quarto anniversario e chiedersi come sia possibile che si possa ancora sostenere che l’industria nucleare debba creare da ora 12 gigawatt di potenza (grosso modo 10 reattori!) ogni anno per il prossimo decennio.

L’alternativa ormai concretamente realizzabile è quella di un sistema energetico in armonia con i processi naturali e di pace.

(Disponibile nello shop)

A cura di Roberto Meregalli

Estratto

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Fukushima, quattro anni dopo e oltre. Davvero si investe ancora sul nucleare?

di Mario Agostinelli – dal blog de Il Fatto Quotidiano

fukushimaIl notiziario di Bloomberg del 25 febbraio svela le preoccupazioni della Tepco, la corporation elettrica giapponese, che, a quattro anni dalla fusione del nocciolo dei reattori di Fukushima e delle barre di combustibile esauste, sta indagando le cause di un picco di livelli di radiazione registrato a febbraio nell’acqua di drenaggio riversata nell’oceano Pacifico.

Evidentemente, l’acqua piovana viene ancor oggi contaminata dal contatto con sostanze radioattive. La Tepco aveva già scoperto 23.000 becquerel per litro di Cesio 137 nell’acqua piovana accumulata sul tetto dell’edificio del reattore n° 2, quando il limite legale per il rilascio di cesio 137 dovrebbe non superare i 90 becquerel per litro. Una dose mortale, che permane e si diffonde nel tempo, in aggiunta al fatto che una simile esposizione aumenta in modo incalcolabile lo sviluppo di tumori. Evidentemente, le perdite nell’oceano sono ancora in corso, anche dopo l’evacuazione di 160.000 persone nella zona e dopo che il governo giapponese si era prefisso di bonificare 11 delle municipalità più gravemente contaminate della Prefettura di Fukushima entro il marzo 2014, per ridurre la dose annua a 1 milliSievert.

La presenza di acqua radioattiva costituisce una novità a cui l’incidente di Chernobyl non ci aveva esposto: i reattori di Fukushima, al contrario di quello ucraino, sono reattori moderati ad acqua e la fusione del nocciolo, se c’è sversamento in mare dell’acqua di raffreddamento, comporta una diffusione delle radiazioni attraverso la dinamica delle correnti e la propagazione attraverso le catene alimentari che l’oceano ospita. Purtroppo le informazioni che abbiamo seguono lo standard di segretezza e non trasparenza di tutto il sistema nucleare: nulla è sotto controllo e ormai i dati sulla contaminazione e le conseguenze sanitarie sono stati talmente nascosti e manipolati fin dall’inizio, che è veramente difficile fare bilanci e previsioni serie.

Occorrerebbe riflettere a fondo in questo quarto anniversario e chiedersi come sia possibile che gli analisti della Iaea (l’Agenzia per l’energia nucleare) possano ancora sostenere che dal 2015 l’industria nucleare dovrà creare 12 gigawatt di potenza (grosso modo 10 reattori!) ogni anno per il prossimo decennio, al fine di contribuire al raggiungimento dell’obiettivo di un aumento di temperatura non superiore ai 2°C. La Cina per prima si appresta a costruire 21 centrali e a metterne in progettazione altre 27, ma sta incontrando serie opposizioni da parte delle popolazioni e forti dubbi nei gruppi dirigenti. Ancora una volta si divaricano le decisioni dei gruppi dominanti dalle aspettative della gente comune e si indicano soluzioni sbagliate e insostenibili, non tenendo in conto l’alternativa ormai concretamente realizzabile di un sistema energetico in armonia con i processi naturali e di pace. Già, perché questa è la questione all’ordine del giorno per il futuro del pianeta.

La dimensione energetica dei processi radioattivi è fuori scala rispetto alla normale percezione dei nostri sensi e non sappiamo controllarne appieno gli effetti sulla vita. Gli incidenti registrati sollevano una questione che va al di là del tempo e del luogo in cui sono avvenuti: il problema del fallout radioattivo globale, dovuto a Fukushima, ma anche a Chernobyl del 1986, a Three Mile Island del 1979, ad una quantità di incidenti minori sconosciuti, e soprattutto a decenni di test per mettere a punto gli arsenali atomici (i 511 test atmosferici dopo la seconda guerra mondiale hanno raggiunto una potenza totale di 438 megatoni, pari a 29.000 bombe come quelle di Hiroshima!).

A che prezzo di salute e di decessi si può auspicare un futuro per una tecnologia che si rivela intrinsecamente insicura e imponderabile nelle sue ricadute? In tempi in cui si ridislocano armi letali assemblate con i prodotti delle fissioni all’interno di impianti destinati all’elettricità, è bene non dimenticare che nucleare civile e militare spesso si sono sostenuti l’un l’altro.

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