Archivi categoria: Nucleare

Domenica 19: manifestazione a Viadana

Domenica 19 dicembre a Viadana (MN)

Siete tutti invitati a partecipare a questa grande manifestazione per ribadire il nostro NO deciso e motivato al ritorno del Nucleare in Italia, in uno dei luoghi individuati per la costruzione delle centrali nella nostra Regione.

No al nucleare inutilmente costoso quando con gli stessi soldi si potrebbe investire da subito su energie rinnovabili e il loro potenziamento nel territorio Nazionale! No al nucleare perché non siamo dis…posti a pensare a uno smaltimento dei rifiuti tossici gestito come lo smaltimento dei rifiuti di Napoli.

Sì agli investimenti sulla ricerca, unica strada per sviluppare sistemi sicuri e efficienti per la produzione dell’energia. Sì al risparmio energetico come obiettivo per il rispetto dell’ambiente e il miglioramento delle condizionidi vita di tutti noi. Sì a una pianificazione europea della produzione di energia per valorizzare le strutture già esistenti e massimizzarne al resa.

A Viadana, terra di confine tra le province di Mantova, Cremona, Reggio Emilia, Piacenza e Parma, saremo insieme ai GD dell’Emilia Romagna per manifestare pacificamente contro questo progetto scellerato di sviluppo economico ed energetico della destra che punta sulla reintroduzione del nucleare e dimentica di investire seriamente sulle energie rinnovabili.

Assieme a noi ci saranno Maurizio Martina (Segretario Regionale PD Lombardia), Stella Bianchi (Resp. Ambiente PD) e diversi esponenti nazionali e regionali del Partito Democratico. Con noi anche Legambiente, Comitato H2O, Arci, Energia Felice, Coldiretti, Arci, Acli, CGIL, rappresentanti degli agricoltori che subiranno danni irreparabili nel caso della costruzione di una centrale nucleare, i cittadini che con le loro proteste avevano dato forza ai comitati antinucleare nati negli anni passati, e quelli che con grande forza costituiscono il fronte antinucleare della nostra Regione. Sarà allestito un palco nella piazza di Viadana per permettere a tutti di esprimersi al microfono libero, con il coordinamento dei Giovani Democratici.

A chiusura della manifestazione risotto e vin brulè per tutti! NON MANCATE!!

La pagina di Facebook della manifestazione

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Lunedì 13, incontro pubblico a Saronno

“Energia da fonti rinnovabili e da nucleare: energie a confronto su attualità e prospettive”

Lunedì 13 dicembre, ore 20.45 presso Sala ACLI, vicolo Santa Maria 7, Saronno (VA)

Introduce:
Giuseppe Mauri, membro di Ricerca Sistema Elettrico
Intervengono:
Marco Ricotti, docente di impianti nucleari al Politecnico di Milano;
Carlo Monguzzi e Sergio Zabot, coautori del libro “illusione nucleare”;
Mario Agostinelli, portavoce del Contratto mondiale per l’energia e il clima.
Modera:
Gianluca Ruggieri, ricercatore dell’Università Insubria

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Proteggiamo il prof. Veronesi da sé stesso

Da Il Manifesto, 5 dicembre 2010

Umberto Veronesi continua a deliziarci con le sue sparate a favore del nucleare. L’affermazione più roboante è di qualche giorno fa. Il professore potrebbe dormire avendo in camera da letto scorie nucleari: “non esce neanche la minima quantità di radiazioni” (AGI, 30 novembre). Se una affermazione di questo tipo la facesse come Presidente dell’Agenzia di sicurezza nucleare in qualche documento ufficiale Veronesi andrebbe denunciato per falso ideologico; vediamo perché e, anche a beneficio del prof. Veronesi, diamo qualche dato.

Le analisi correnti dell’emissione radioattiva delle scorie vetrificate – quelle dirette a Gorleben in Germania per le quali ci sono state le manifestazioni a novembre – indicano che a un metro di distanza il rateo di dose, a seconda del tipo di contenitore, è di 40, 100 o 200 microSievert all’ora (World Nuclear Transport Institute, luglio 2006). Supponendo che il professor Veronesi dorma 6 ore a notte, ci passerebbe 2.190 ore all’anno. La dose di radiazioni conseguente (gamma e neutroni) varierebbe, a seconda del tipo di contenitore e di scorie, da 87 a 438 milliSievert (mSv) all’anno, quando la dose massima consentita per un individuo della popolazione è di 1 mSv all’anno (i lavoratori addetti sono invece autorizzati a prenderne 20 all’anno). Se invece il professore preferisse tenere in camera da letto materiali nucleari non irraggiati, allora se la passerebbe molto meglio: infatti in questo caso il rateo di dose varia da 1 a 6 microSv all’ora con una dose annuale tra 2 e 12 mSv (comunque dal doppio a 12 volte la dose massima ammessa per la popolazione).

Quali le conseguenze? Se, per assurdo, tutti i cittadini italiani seguissero il prof. Veronesi nell’esperimento di dormire accanto alle scorie nucleari trasportate a Gorleben, anche assumendo quelle con il minore irraggiamento e una permanenza di sole 6 ore a notte, avremmo una dose collettiva annuale superiore ai 5 milioni di Sievert, dose per la quale, applicando i coefficienti ufficiali di rischio, avremmo oltre 250 mila casi di tumore fatali all’anno. Il prof. Veronesi dovrebbe fare almeno un corso rapido sul tema per evitare di dire castronerie del genere.

E comunque Veronesi ci rassicura che il problema delle scorie non esiste, perché secondo lui le potremo mandare in Spagna dove “c’è una vera e propria gara” per avere il deposito temporaneo per le scorie nucleari. In effetti, sugli ottomila comuni spagnoli, in 8 comuni di 5 regioni hanno dichiarato la loro disponibilità, ma tutte e cinque le regioni coinvolte i cui parlamenti regionali si stanno opponendo con forza all’ipotesi di localizzazione. Ma qualcuno ha avvisato il governo spagnolo delle intenzioni del nostro futuro Presidente dell’Agenzia di sicurezza nucleare?

Un’altra notizia tendenziosa è quella che in Svizzera sono state ordinare tre nuove centrali. Di sicuro ce ne sono 3 che devono chiudere e le aziende elettriche le vorrebbero sostituire. La Camera dei Cantoni su iniziativa del Cantone di Basilea, quello più fortemente antinucleare, ha deciso di continuare la procedura decisionale sulle tre centrali che avrà termine con un referendum nel 2013. Di recente si sono tenuti due referendum locali che hanno deciso la fuoriuscita dal nucleare – a Berna e a St Gallen –  che si aggiungono alle decisioni antinucleari (e conseguente piani energetici basati sulle rinnovabili e efficienza) già prese dalle città di Zurigo, Basilea e Ginevra.

Il fervore ideologico di Veronesi a favore del nucleare gli fa fare affermazioni destituite di ogni fondamento, o dare notizie false o presentate in modo da distorcere la realtà: qualcuno per favore vuol proteggere Veronesi da sé stesso?

Giuseppe Onufrio, Direttore Esecutivo Greenpeace Italia

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Energia in Italia: chi decide?

Da Il Fatto Quotidiano, 6 dicembre 2010

“Due tycoon-oligarchi, con un rapporto personale che scavalca le istituzioni dei loro Paesi. Berlusconi e Putin hanno trovato nell’energia il terreno per un business condiviso. Eni e Gazprom sono diventati il centro dei loro interessi comuni”. “C’è la convinzione che Berlusconi e i suoi accoliti traggano cospicui profitti personali da molti contratti di fornitura energetica tra Italia e Russia”.

Queste le rivelazioni di WikiLeaks che il nostro Presidente del Consiglio e il presidente dell’Eni, Scaroni, liquidano con fastidio come pure illazioni o banalità. Altro che minimizzare! Questo è il segno di quanto in basso sia caduta la democrazia e di come sia scaduto il senso delle istituzioni in Italia. Se nientemeno che il futuro energetico di una delle prime dieci potenze del mondo è sottratto al Parlamento (da decenni non c’è uno straccio di Piano Energetico Nazionale) e pochi boiardi di stato possono scodinzolare dietro a un premier chiacchierato senza nemmeno dover riferire in sedi pubbliche, è ora di preoccuparsi. Inoltre i rapporti pubblicati dal sito di Assange riferiscono che l’ambasciatore americano considera le scelte energetiche italiane come semplice appannaggio di Berlusconi e di come queste siano condivise tra lui e pochi manager nominati dal Governo. Si parla anche di alcuni fiduciari personali collocati a Mosca dentro le banche e gli enti di rappresentanza che svolgono l’azione esecutiva per conto del Premier e dei suoi “amici imprenditori”. Scelte energetiche che spiegano i rapporti privilegiati del cavaliere con despoti e personaggi autoritari come Gheddafi, Putin e Erdogan, tutti fautori del rilancio delle fonti fossili e del sistema delle grandi opere come i gasdotti e le megacentrali. Tutti in campo per sostenere il nucleare come loro necessario partner del futuro. Già, perché la questione sempre tenuta ai margini del dibattito sul nucleare è la necessità ormai assodata di passare da un sistema di fornitura di energia sostenuto da ingenti risorse finanziarie (fortemente centralizzato e sempre più autoritario) ad uno alternativo, fondato sul risparmio familiare e sull’autoproduzione, decentrato sul territorio, governato democraticamente e integrato nei cicli naturali.

Atomo o sole. In fondo è qui che si gioca la partita per il modello di società che si vuole costruire: valutando i costi e i benefici, compiendo scelte tecnologiche a favore dell’ambiente piuttosto che del profitto. Come può un Paese discutere serenamente di scelte decisive per il suo futuro, se gli è negata la possibilità di influenzare e controllare gli oligarchi che determinano la politica estera e stabiliscono perfino accordi militari sulla base di interessi e affari di circoli ristretti? Come ci si può fidare di questi personaggi che hanno deciso senza discussione e trasparenza di fare dell’Italia la piattaforma in Europa del gas e del petrolio (da sostituire domani con l’uranio anziché con le rinnovabili), espandendo ancora le grandi infrastrutture e la concentrazione finanziaria e restringendo invece l’ambito dei meccanismi decisionali? Berlusconi quando sigla l’accordo per i reattori EPR con la Francia (oltre 60 miliardi a consuntivo!) semplicemente pensa a procrastinare il sistema che lo vede già promotore, con le lobby che lo circondano, di affari enormi (20 miliardi per il gasdotto Southstream con la Russia e 8 miliardi per Nabucco con la Turchia). Queste decisioni, però, sono incompatibili con una significativa diffusione degli impianti eolici e solari e con il 20% di risparmio energetico programmati dall’UE. Ecco spiegata allora la propaganda che un tycoon-imprenditore sosterrà per convincere gli Italiani a passare all’atomo e si giustifica la voce che circola sui 20 milioni messi a bilancio da Enel per raggiungere gli studenti delle scuole e le massaie nelle loro case. Un ente elettrico che si espande con partecipazioni atomiche all’Est e che – benedicente Putin – sigla un accordo per un reattore a Kaliningrad, mentre la Sogin pensa al trasporto di scorie nel Kazakistan. Da questi dati, si coglie un altro nesso che deve mettere in allarme chi si batte per l’acqua pubblica e chi sta raccogliendo firme per le rinnovabili . Le “utilities” (ex municipalizzate) come A2A, sperano, per risanare i loro bilanci, di entrare nel business nucleare e partecipare così a una torta offerta dal governo con i soldi pubblici. Così come sperano nel mantenimento del decreto Ronchi per la messa a gara dell’acqua, onde rimpinguare i profitti in calo con la gestione del servizio idrico, l’affare del futuro.

Mario Agostinelli

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