Archivi categoria: Nucleare

22 marzo: conferenza a Milano

Conferenza

“Energia solare: i costi, le tecnologie, il mercato”

Milano, 22 marzo 2012, ore 18.00-20.00

Giovedi 22 marzo si tiene il convegno “Energia solare: i costi, le tecnologie, il mercato“, all’interno del ciclo di Conferenze sulle energie rinnovabili, proliferazione nucleare e sostenibilità energetica, organizzato dal circolo di Legambiente “Baciati dal Sole”

Relatore: Roberto Rizzo, coordinatore editoriale della rivista “FV-Fotovoltaici”

Presso il Negozio Civico ChiamaMilano in Largo Corsia dei Servi, 11 – Milano

Info: www.baciatidalsole.it

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Fukushima Italia, in onda domenica 11 marzo su Rai Tre

Un anno fa il disastro di Fukushima e a “Presadiretta” un reportage in esclusiva dalla zona proibita attorno alla centrale e nelle aree annientate dallo tsunami.

Alessandro Libbri, un giornalista italiano che sta in Giappone è riuscito a filmare la vita sospesa: dove abitavano 10mila persone ora è tutto abbandonato. Le interviste ai sindaci, agli psicologi, ai medici a quanti stanno cercando di recuperare dopo la più grande tragedia del Giappone dopo la seconda guerra mondiale.

E in Italia dopo Fukushima i politici che volevano il nucleare hanno rinunciato. Esiste un piano nazionale per l’energia? Ma cosa si sta facendo per implementare le energie rinnovabili? Tra zig-zag normativi imprenditori e consumatori non sanno come procedere mentre dobbiamo implementare le leggi europee in materia di consumo energetico. Chi produce energia pulita è in difficoltà nonostante la green economy sia in tutto il mondo considerata il volano dell’economia del futuro.

A Casalecchio di Reno esiste la comunità solare: lì le bollette stanno a zero e con i soldi che si risparmiano o si fanno con il surplus prodotto si ristrutturano le case perché consumino meno. In Italia nascono anche le ricerche più avanzate in fatto di rinnovabili.

Energia è un racconto di: Riccardo Iacona, Silvia Bencivelli, Sabrina Carreras e Elena Stramentinoli.

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Quanti morti a Fukushima?

Nei giorni scorsi, a inizio febbraio quando un’ondata di gelo ha subito fatto vacillare il nostro sistema “artificiale”, su qualche giornale è ricomparso il lamento per l’abbandono nucleare, tecnologia che rimane di grande fascino. Anche di Fukushima, molti hanno scritto che alla fine non è morto nessuno, quindi perché tanto can can?

Venticinque anni fa ero anch’io affascinato dai reattori, mi parevano macchine di straordinaria potenza (e lo sono), così “pulite” in apparenza, senza ciminiere e senza quell’enorme quantità di combustibile che necessita una centrale “fossile” della medesima dimensione. Ma occorre saper andare oltre le proprie simpatie e riconoscere anche i lati negativi e quando superano quelli positivi, saper rinunciare.

L’incidente di Fukushima ha costituito un ripasso per “i ripetenti di Cernobyl”, sulla non accettabilità di una tecnologia senza capacità di apprendimento che non sappiamo maneggiare. Inutile ogni volta dire “non accadrà più”, purtroppo continua ad accadere.

Il Giappone ha fama di efficienza, di serietà, di professionalità, eppure il reattore 1 non era in perfette condizioni prima del sisma, pochi giorni prima aveva ottenuto la licenza per estendere la sua vita di altri dieci anni nonostante carenze emerse nella sua manutenzione e nei sistemi di raffreddamento, ci hanno pensato sisma e tsuami a fermarlo per sempre, noi uomini no, avevano chiuso un occhio, come sempre quando in ballo ci sono “gli affari”. E succede a tutte le latitudini.

Come fidarsi delle rassicurazioni di imprese e governo che sistematicamente tendono a minimizzare e ad occultare i pericoli per evitare il panico nella popolazione? Nessuno è morto – sinora – per l’incidente nucleare, ma le decisioni relative alle zone da evacuare sono state prese non con l’obiettivo di difendere la popolazione ma di risultare gestibili in un paese affamato di spazi. Quanto accaduto ha evidenziato un governo e una impresa elettrica incapaci di gestire la situazione. Nessuno è morto ma tanti hanno perso tutto e la loro terra è stata resa inabitabile. Vi sembra cosa da poco?

Siamo esseri umani ospitati su un pianeta che ci fa da culla ed è nostro dovere far sì che le nostre attività custodiscano l’ecosistema che ci permette di sopravvivere. Siamo una specie arrivata a saper modificare, sconvolgere e distruggere i sistemi naturali, mettendo a rischio la nostra stessa sopravvivenza. Le attività che rendono la terra inospitale non sono degne di ciò che siamo e dovremmo ricordarlo più spesso.

“Fuku” significa felicità e “shima” isola, dell’isola della felicità ne abbiamo fatto una zona off-limits. Che l’11 marzo 2011 ci insegni ad accettare e praticare la responsabilità nel nostro agire, non a litigare come mocciosi su tecnologie incomprensibili alla maggior parte di noi. Che ci insegni che la lettura del mondo non si può ridurre ad interessi di parte e valutazioni economiche.

Roberto Meregalli, Beati i costruttori di pace

Per approfondire è disponibile: Dimenticare Fukushima (22 pagine sul nucleare oggi)

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8 marzo: presentazione libro a Monza

ECONOMIA VERDE – ENERGIA PULITA

Cercare il Sole. Dopo Fukushima

Monza, 8 marzo 2012, ore 21

Spalto Piodo 18

Mario Agostinelli, studioso di problemi dell’ambiente, presenta il suo libro.

L’autore presenta inoltre, con Marco Moro, direttore editoriale di Edizioni Ambiente, Imperativo energetico di Hermann Scheer.

Info: www.casadellacultura.org

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Per non dimenticare Fukushima. E la centrale

da Il manifesto 27.1.2012

di YUKARI SAITO – FUKUSHIMA

Era una zona quasi paradisiaca, ora la contaminazione ne ha fatto un deserto. A dieci mesi dal disastro, la vita non è tornata alla normalità. La popolazione è dispersa, la comunità frantumata, i bambini a rischio. Eppure il governo ha sostenuto che «l’allarme è cessato».

«L’uomo imparò a coltivare la terra. Imparò ad allevare gli animali. Coltivare e allevare sono due atti che ci rendono umani. Un giorno però si è reso impossibile coltivare, allevare o pescare, nonostante la terra, gli animali e i pesci siano sempre lì. Com’è possibile, allora, non chiederci se questo è ancora un uomo?», si interroga Jotaro Wakamatsu, poeta di Fukushima, residente appena fuori della zona off limit intorno alla centrale nucleare teatro del disastro cominciato l’11 marzo scorso.

Forse pochi sanno che la provincia di Fukushima, divenuta famosa come fonte di contaminazione radioattiva, era una zona all’avanguardia giapponese per l’agricoltura biologica, con 200 aziende attive e altre 500 in via di conversione. Iitate-mura, oggi noto per i punti caldi di radiazioni e le tracce di plutonio trovate sul territorio, nonostante disti 40 chilometri dalla centrale di Fukushima Daiichi, era stato addirittura definito il villaggio più bello del Giappone. Era abitato anche da giovani nativi di Tokyo, che innamorati del luogo avevano scelto di trasferircisi per diventare agricoltori biologici o allevatori di mucche.

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