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Verbale riunione nazionale comitato SI rinnovabili NO nucleare

Il 26 luglio c’è stata presso la cgil nazionale la preannunciata riunione per fare il punto sulla raccolta delle firme a sostegno della legge di iniziativa popolare a sostegno delle energie rinnovabili e contro il nucleare.

In sintesi questi i punti:

1) sono stati stampati 50.000 moduli e 50.000 opuscoli contenenti la legge e la relazione illustrativa in una veste più leggibile. Questo materiale è in larga misura già distribuito, ne resta una quantità che servirà per coprire le ulteriori esigenze.

La quantità del materiale non deve trarre in inganno perchè la dispersione durante una campagna come questa è molto grande e per coprire tutta l’area potenziale ne occorre una quantità molto più grande.

Nel sito www.oltreilnucleare.it verranno pubblicati le quantità, gli indirizzi e i nomi dei depositari in modo da facilitare chi vuole/deve mettersi in contatto per ritirare la quantità necessaria.

2) La distribuzione del materiale di per sè non garantisce che ci sia la raccolta delle firme, quindi occorre procedere a costituire i coordinamenti regionali finalizzati alla raccolta delle firme e se possibile anche territoriali e preparare un programma di lavoro per avviare/intensificare la raccolta delle firme e predisporre un programma di iniziative politiche di accompagnamento. La raccolta delle firme non è un fatto organizzativo ma un’occasione per fare iniziative politiche sulle rinnovabili e contro il nucleare.

A livello territoriale va fatto anche un piano di consegna dei moduli alle segreterie comunali per aiutare la raccolta delle firme in modo che ogni cittadino che voglia firmare in Comune lo possa fare, è molto importante che ci sia un rapporto diretto ovunque possibile perchè il semplice invio burocratico di alcuni moduli ai Comuni potrebbe non avere l’effetto sperato

Occorre tenere conto che la campagna pronucleare è in pieno dispiegamento e quindi la raccolta delle firme è un’importante occasione per reagire a questa campagna di parte ma anche insidiosa e condotta con mezzi finanziari enormi a disposizione.

3) La campagna di raccolta delle firme ha bisogno di un sostegno mediatico. L’esperienza della raccolta delle firme per il referendum per l’acqua pubblica ci dice che è molto importante lavorare sugli organi di informazione nel territorio, inoltre Terra ha già iniziato un’azione di sostegno, l’Unità ha ospitato un primo articolo, Liberazione più di uno, occorre arrivare agli altri organi di informazione, nessuno escluso, e abbiamo cercato di predisporre un piano di contatti. Tuttavia tutti i sostegni sono utili perchè nessuno di noi è in grado da solo di arrivare ovunque.

Anche manifesti e altri modi di pubblicizzare la raccolta sono utili. C’è l’impegno della cgil per un manifesto di sostegno, così farà il pd. E’ sperabile che altri facciano la stessa cosa. Suggeriamo di inserire la notizia e l’appoggio alla raccolta delle firme in tutti i siti in cui è possibile farlo.

Tutto il materiale di propaganda e orientamento che ci verrà inviato verrà messo a disposizione sul sito www.oltreilnucleare.it .

Per fare pubblicare nel sito notizie, materiale, ecc. inviate il materiale direttamente a umberto.zona@alice.it

4) In questa fase si svolgono molte feste di vartio tipo, di partito, di associazione. E’ importante che in tutte le occasioni possibili ci sia l’organizzazione della raccolta delle firme in occasione delle feste.

Pur rischiando un’evidente parzialità ricordo che Legambiente la farà a Rispescia nella prima metà di agosto e raccoglierà firme anche durante gli attracchi di goletta verde. Il PD garantisce la raccolta delle firme almeno in un certo numero di feste di cui ci invierà l’elenco, qualcosa è già stato fatto a Caracalla. La Federazione lo ha già fatto a Pomigliano dove ha raccolto 500 firme e continuerà a farlo, Sel lo sta facendo in alcune feste, altre notizie non sono ricordate solo perchè non sono state comunicate e quindi invito a completare il quadro, ne daremo notizia immediatamente.

Il grosso delle feste però verrà nelle prossime settimane e quindi c’è il tempo per preparare al meglio il lavoro.

Proprio partendo da questo va ricordato che per essere certi dalla validità della presentazione delle firme occorre raccoglierne almeno il 50 % in più dello stretto necessario perchè l’esperienza ci dice che anomalie ed errori comportano la cancellazione di quote rilevanti delle firme raccolte. Puntando almeno a 80.000 firme per stare tranquilli, molte di più per sottolinearne il valore politico, vuol dire che nei tre mesi di settembre, ottobre, novembre debbono essere raccolte non meno di 30.000 firme al mese solo per essere certi di potere presentare la proposta di legge ed è un impegno rilevante, tanto più se non si riuscirà ad avere attenzione mediatica. Abbiamo discusso se darci un obiettivo di raccolta delle firme più impegnativo, alla fine di questa prima discussione abbiamo preferito indicare il limite minimo delle 80.000 firme ma di puntare comunque al massimo possibile.

5) Concluso il periodo delle feste si entrerà tra circa un mese nella ripresa politica e quindi occorre avere chiarezza sul programma di lavoro di ciascuno: banchetti organizzati periodicamente nelle piazze e nei ritrovi principali, giornate nazionali di raccolta delle singole organizzazioni, in accordo tra loro o anche singolarmente.

Sottolineo alcune occasioni (limitate solo perchè sono quelle note) il 29 settembre ci sarà una manifestazione sindacale nazionale della cgil a Roma, legata ad un programma europeo di iniziative, il 16 ottobre la fiom organizzerà una manifestazione nazionale a Roma, ci sono poi altre importanti occasioni come Terra madre, ecc.

Tutte le notizie che riguardano occasioni in cui è possibile organizzare la raccolta delle firme debbono essere inviate direttamente al sito per essere pubblicate.

6) Occorre coinvolgere organizzazioni che pure non erano presenti al deposito delle firme in cassazione. Sottolineo il contributo che Fare verde si è impegnato a dare con il ritiro dei moduli. Altre organizzazioni possono essere contattate, a livello nazionale e locale, l’uno rafforza l’altro. A livello nazionale faremo un lavoro di allargamento in tutte le direzioni possibili, verso tutti quelli che condividono gli obiettivi della legge di iniziativa popolare.

7) Costituiremo un piccolo gruppo di volontari con il compito di seguire la raccolta, tuttavia deve essere chiaro a tutti che non abbiamo risorse e quindi non possiamo permetterci iniziative costose e quindi sarà tutto lavoro rigorosamente volontario. Vi faremo avere notizie su questo lavoro.

Dal nostro logo deriveremo anche un logo specifico per tutta la campagna di raccolta delle firme.

8 ) Attenzione, man mano che verranno raccolte firme c’è il rischio che vengano mal custodite o peggio smarrite, quindi si deve cercare di avere un punto di raccolta certo in ogni località, organizzazione, ecc. Meglio se questo punto di riferimento viene comunicato al sito. La raccolta delle firme comporta anche un altro problema, per ora poco rilevante ma lo diventerà. Si tratta della certificazione che solo i comuni di residenza possono dare che i firmatari sono effettivamente elettori iscritti nelle liste e va ricordato che questa attestazione va allegata al modulo. Dall’esperienza della raccolta delle firme per il referednum per l’acqua pubblica attingeremo un programma informatico che, dopo un testaggio, metteremo a vostra disposizione e che può facilitare molto il nostro lavoro, evitando di far girare moduli, che sarebbe costoso e a rischio smarrimento.

9) Per partire con la raccolta occorreva avere un gruppo di promotori, ovviamente man mano che si allargherà la platea tutti i soggetti che hanno contribuito all’iniziativa (vecchi e nuovi) saranno protagonisti della consegna delle firme raccolte alla Camera dei deputati che è il ramo del parlamento individuato per la consegna.

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Verbale riunione 20 luglio, Comitato lombardo “Energia Felice” (SÌ rinnovabili No nucleare )

Care amiche ed amici, ci siamo riuniti il 20 luglio come costituendo “Comitato Energia Felice”, che prende l’abbrivio dalla necessità di promuovere e gestire in Lombardia la LIP sulle rinnovabili depositata in Cassazione il 7 giugno scorso da 30 ambientalisti “storici”.

Si fa presente che nella sede di via Borsieri 12 sono arrvati i moduli per la raccolta firme ed opuscoli di accompagnamento con il testo della proposta di legge stampato.

Si può contattate il sottoscritto allo 3400-878893 per venirli a prendere (si troverà un sostituto nell’eventualità – auspicata – di partenza per le vacanze).

Chi li ritira deve anche mettersi nell’ottica di farli vidimare presso le cancellerie dei tribunali.

Ad inizio settembre ci si rivedrà per la vera e propria partenza del lavoro organizzato di raccolta firme (e della campagna annessa e connessa).

Sono emerse dall’incontro, tra l’altro, le seguenti necessità:

  • redigere un volantino adatto per sensibilizzare i cittadini comuni ai banchetti;
  • redigere un documento per coinvolgere in un lavoro unitario le diverse reti antinucleari che si sono formate (es. il tavolo delle associazioni ambientaliste, il comitato “salute-ambiente-energia”, la Rete Nazionale Antinucleare, altro …)
  • scrivere un invito per contattare e coinvolgere le associazioni imprenditoriali e professionali che hanno interesse allo sviluppo delle rinnovabili (referente proposta: Antonio Fiascone);
  • preparare un progetto per una rete controinformativa che potrebbe nascere nel lavoro antinucleare per le rinnovabili (referente proposta: Roberto Brambilla).

Per agevolare l’adempimento di questi “compiti per le vacanze” trovate in allegato due proposte:

  1. una bozza di volantino per la sensibilizzazione ai banchetti;
  2. il documento per contattare e coinvolgere altre reti e realtà organizzate (ricavato dalla precedente proposta di volantino).

Saluti antinucleari e teniamoci comunque in contatto!

Mario Agostinelli, Alfonso Navarra

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Bozza relazione DDL rinnovabili

E’ necessaria e urgente una svolta radicale e globale nelle politiche energetiche a favore delle fonti rinnovabili e di usi razionali ed efficienti dell’energia. La impongono il tendenziale esaurirsi del petrolio, più in generale delle fonti non rinnovabili e la drammatica accelerazione dei cambiamenti climatici.

O si agisce subito o alla crisi economica e sociale, che sta sconvolgendo la vita di miliardi di donne ed uomini, si intreccerà sempre di più quella ambientale e climatica.

Entrambi i problemi per essere risolti obbligano a notevoli discontinuità ed innovazioni nelle politiche economiche, in quelle fiscali ed industriali e negli stessi comportamenti e stili di vita delle persone.

Da subito vanno prese decisioni politico programmatiche per avviare una globale e graduale transizione dall’attuale dipendenza dalle fonti fossili verso l’uso razionale ed efficiente delle fonti energetiche rinnovabili, pulite e prive di effetti collaterali se non quello di sostituire le importazioni di petrolio con lavoro ed occupazione, che nel 2020, nella sola Italia, potrebbe contare oltre 300.000 nuovi posti di lavoro.

E’ questa la strada su cui si è incamminata l’Europa con la decisione unilaterale e vincolante per i suoi stati membri di ridurre, entro il 2020, le emissioni climalteranti del 20% realizzando, entro la stessa scadenza, un aumento sempre del 20% sia dell’efficienza energetica sia del utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili.

Si tratta di impegni vincolanti a cui anche il nostro paese dovrebbe far fronte ed invece non lo fa. Come per Kyoto, (dove per non averlo rispettato non saranno i dirigenti delle imprese inadempienti a pagare le multe che la comunità europea ci sta già infliggendo, bensì i cittadini italiani) niente si sta facendo per realizzare gli obiettivi della nuova direttiva europea per le fonti rinnovabili che va recepita entro il 5 Dicembre 2010. Il Governo italiano si è inoltre caratterizzato per un duro contrasto verso ulteriori decisioni europee più stringenti come la riduzione del 30 % delle emissioni di CO2. Fino ad ora inutilmente l’Europa sta chiedendo conto all’Italia di quali siano i nostri piani e quali progressi  sono stati compiuti nell’uso delle fonti rinnovabili.

Le mancate risposte del Governo italiano nascondono una diversa strategia rispetto all’Europa e al suo pacchetto clima che affida la riduzione delle emissioni e la diversificazione dal petrolio all’avventura  nucleare, cioè a una fonte non rinnovabile e non prevista negli impegni europei, che non ha risolto i problemi delle scorie radioattive e della sicurezza, e che ridurrebbe le emissioni solo per una quota modesta della produzione di elettricità, e solo dopo il completamento delle centrale, ben oltre il 2020, data entro la quale gli altri paesi Europei avranno già ridotto le loro emissioni del 20% ed oltre. Va invertita la rotta che sta portando il paese fuori dall’Europa.

Inoltre l’attuale impianto normativo italiano non è in grado di consentire al paese di realizzare gli obiettivi assegnati al nostro paese dal pacchetto clima EU. Né fino ad ora sono state presentate proposte di recepimento della direttiva europea sulle  le fonti rinnovabili.

Con questa proposta di legge di iniziativa popolare si intende contribuire a colmare questo deficit e ad offrire un quadro normativo adeguato e in grado di recepire la direttiva.

In estrema sintesi la legge all’articolo 1 stabilisce le finalità di politica energetica fondata sulle fonti rinnovabili ed escludendo l’uso del nucleare all’articolo 2. L’articolo 3 chiarisce, dopo l’esperienza negativa del Cip6 e delle fonti assimilate, quali siano le vere fonti rinnovabili e fra queste quali sono sostenibili e quali no, ammettendo all’incentivazione solo quelle sostenibili.

L’articolo 4 stabilisce che la produzione di energia elettrica e di calore da fonti rinnovabili sostenibili, cosi come gli usi razionali ed efficienti dell’energia, sono da considerarsi attività di pubblica utilità. Per questa ragione hanno entrambe diritto ad una equa e giusta remunerazione che compensi l’energia effettivamente prodotta o quella risparmiata, ma anche i vantaggi ambientali che entrambe incorporano, non emettendo gas nocivi al clima o inquinanti l’aria che respiriamo.

L’articolo 5 afferma che l’energia elettrica prodotta con fonti rinnovabili deve essere, da parte del gestore, immessa obbligatoriamente in rete.

L’articolo 7 punta a far compiere al Paese un passo deciso per migliorare la propria efficienza energetica: un piano di riqualificazione degli edifici che ne riduca i consumi di elettricità e calore e sposti le attività del settore edile verso la manutenzione e riqualificazione del già costruito abbandonando la cementificazione  del territorio.

Promuovendo lo sviluppo delle rinnovabili sostenibili e promuovendo una forte politica di risparmio energetico la legge intende favorire l’abbandono dell’attuale modello energetico monopolista e centralista, per passare ad uno distribuito sul territorio e conquistare così democrazia energetica: ogni casa, ogni condominio, comunità, quartiere, centro commerciale, fabbrica potrà produrre energia per il fabbisogno sia proprio che del vicinato sfruttando le fonti rinnovabili più convenienti secondo le potenzialità del luogo. Coerentemente con questo contesto l’articolo 10 richiede interventi di adeguamento della rete elettrica a favore delle rinnovabili e stabilisce che la proprietà e la gestione della stessa debbono essere pubbliche.

Infine per quanto riguarda la mobilità l’articolo 13 intende favorire scelte capaci di sottoporre il territorio italiano ad “una cura del ferro” per spostare la mobilità di persone e merci dalla gomma al ferro, su tram, metrò, treni, e al cabotaggio sulle autostrade del mare, concentrando in questa direzione le scelte e  gli investimenti infrastrutturali anziché su strade ed autostrade e trasporto individuale.

Per realizzare gli obiettivi di questa legge emergono come fonti di finanziamento: il conto energia, la Tobin tax che potrebbe anche contribuire a regolare il mercato finanziario mentre si potrebbero usare a fini sociali le entrate della tassazione volta a scoraggiare la speculazione, l’istituzione di un fondo speciale presso la Cassa Depositi e Prestiti per adeguare gli edifici pubblici.

L’approvazione di questa legge consentirebbe a questo paese di conquistare una reale autonomia energetica perché  da un lato promuovendo usi razionali dell’energia ne ridurrebbe il fabbisogno e dall’altro perché produrrebbe l’energia necessaria con le uniche fonti di cui l’Italia resterà sempre veramente ricca: cioè il sole, il vento, le biomasse, la forza dell’acqua fluente e il calore che scorre sotto terra.

Mettere l’Italia al passo dell’Europa e inserirla fra i paesi che  guidano la lotta ai cambiamenti climatici è una straordinaria opportunità per uscire dalla crisi economica, creando nuovi posti di lavoro e ponendo le basi per uno sviluppo durevole, sostenibile e per una migliore qualità di vita.

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