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Sabato 19 marzo a Caorso

Sabato 19 marzo, dalle 16 alle 19, nella sala consiliare del Comune di Caorso, si terrà l’iniziativa “Il nucleare divide, l’energia rinnovabile unisce”. L’evento, organizzato dall’associazione CaBoiardi, l’associazione Creafuturo (Cremona) e Giovani Democratici di Piacenza, sarà preceduto alle 15 da una cerimonia simbolica sul ponte di Castelvetro delle organizzazioni antinucleari di Viadana, Cremona e Mantova: “Uniremo le due sponde del fiume, in omaggio ai 150 anni dell’Unità d’Italia, con un asse ideale, una carovana che partirà da Viadana (Mantova) e raggiungerà Caorso” ha spiegato Marco Pezzoni (Creafuturo Cremona).

Nello stesso tempo, vista la tragica situazione che sta investendo il Giappone in questi giorni, il coordinamento No Nuke di Piacenza organizzerà un sit in di fronte al Comune di Caorso, in attesa dell’arrivo della carovana dall’altra sponda del Po.

Un evento che, per la prima volta, vede unite le asssociazioni, i movimenti e i partiti. Hanno aderito infatti Legambiente, Partito Democratico, Italia dei Valori (impegnata nella sensibilizzazione del referendum voluto proprio dal segretario Di Pietro), Sinistra, Ecologia e Libertà. Federazione della Sinistra-Rifondazione, Federazione dei Verdi, Ecologisti Democratici. E i Comitati antinucleari di Casalmaggiore, Viadana, Cremona, Canneto sul Po, Piadena, Bologna, Acli e Arci Cremona, Rete Donna Cremona.

SCARICA IL MANIFESTO DELL’INIZIATIVA (PDF, 287 Kb)

FOTO DELLA MANIFESTAZIONE >>>

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Collaborazione con la Rete civica italiana

Le organizzazioni italiane che si occupano di democrazia diretta stanno organizzando la Settimana della Democrazia diretta 2011 che avrà luogo dal 26 maggio al 2 giugno. La campagna mira a dare migliori strumenti di DD agli italiani (es. raccolte di firme per PdL di iniziativa popolare con tempi certi di discussione). In questo senso – per i movimenti che raccolgono firme – è un investimento per lavorare più efficacemente in futuro.

Avendo lavorato al WWF per 20 anni e essendomi spesso occupato di campagne, propongo alcune riflessioni su slogan e possibili sinergie tra le nostre campagne anche in vista delle future raccolte di firme.

1) A mio avviso, è fondamentale capitalizzare l’enorme sforzo che i volontari faranno ai banchetti per dire agli italiani che gli strumenti di cui dispongono per incidere direttamente sulle scelte amministrative sono veramente di basso livello e che quindi devono/possono recuperare spazi democratici. Basti pensare che abbiamo recentemente raccolto 100.000 firme per il progetto di legge per la promozione delle energie rinnovabili e, nonostante lo sforzo disumano, non abbiamo tempi certi per la discussione dell’iniziativa in parlamento, non siamo interlocutori privilegiati per andare a trattativa con lo Stato. Delle 213 iniziative di legge nazionali che si sono avute dal 1948 al 2005 solo il 13,6% (29) sono diventate legge; delle 153 iniziative regionali solo 18 (11,8%) sono diventate legge…

Detto questo mi pare che sarebbe intelligente lavorare anche per migliorare l’efficacia delle nostre iniziative future e utilizzare la imminente campagna referendaria per prendere due piccioni con una fava. Vi proporrei quindi di inserire sui volantini che distribuiremo per la campagna referendaria una frase del tipo: “Miglioriamo insieme gli strumenti per far esercitare la sovranità popolare prevista dall’art.1 della Costituzione. Andate a votare Sì ai referendum e partecipate alla Settimana della democrazia diretta 26 maggio – 2 giugno 2011”.

2) Per quanto riguarda gli adesivi e gli slogan a mio avviso dobbiamo stare attenti a non fare errori di prospettiva e di linguaggio. Intendo dire che tra noi parliamo di referendum tutti i giorni per cui sento persone noi che propongono ingenuamente slogan del tipo “Sì alle rinnovabili, no al nucleare”. Non si potrebbe fare niente di più sbagliato perché probabilmente da parte dei media e dei partiti ci sarà il tentativo di non informare per non far raggiungere il quorum. Lo slogan deve quindi dire che ci sono i referendum, deve dire la data e dire come votare e su quale argomento. Quindi essere del tipo: “Sostieni la democrazia. Vota Sì ai referendum acqua e nucleare del gg mm 2011”.

3) Per quanto riguarda il linguaggio e lo stile in generale della campagna a mio avviso non dobbiamo cadere nell’errore di far diventare i referendum una battaglia di “sinistra” per cercare di recuperare consensi partitici. Dobbiamo usare un linguaggio molto semplice, concreto e “asettico” che dica anche all’elettorato di centro destra perchè conviene votare e che disinneschi quindi quelle dinamiche che portano a non votare o a votare per schieramenti ideologici precostituiti senza entrare nel merito delle questioni.

Per il volantinaggio: http://retecivicaitaliana.it/volantinaggio-diffuso-sincronizzato/

Per la “Settimana della democrazia diretta: http://retecivicaitaliana.it/le-iniziative/democrazia-diretta/

A cura di Roberto Brambilla

 

 

 

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I tagli alle rinnovabili sono pro-nucleare?

Da Il Fatto Quotidiano, 8 marzo 2011

Da più parti viene biasimata la politica degli incentivi alle energie rinnovabili, colpevoli – a sentire i critici meno disinteressati – non solo di pesare sulla bolletta dei consumatori, ma anche di aver favorito “grassi affari garantiti” a speculatori e malavita. Innanzitutto bisogna respingere l’idea che il fotovoltaico sia in mano a speculatori, multinazionali e mafiosi. In Italia i primi investitori nel settore sono state le famiglie, con impianti di piccola taglia, che hanno mobilitato risorse economiche ancorate territorialmente, dando anche la spinta a diverse imprese locali ad investire nel settore. Tuttavia, poiché il governo è intervenuto pesantemente, proviamo ad analizzare brevemente la questione.

Il 25 gennaio 2011, durante un’audizione informale davanti alla X Commissione Senato, il Gestore dei Servizi Elettrici ha paventato la possibilità che gli impianti fotovoltaici installati in Italia al 31 dicembre 2010 abbiano già raggiunto i 7.000 Mw, per un totale di 200.000 impianti. Anche se non ancora allacciati alla rete, 55mila di questi impianti (per un totale di 4.000 MW), se entreranno in esercizio entro giugno 2011, avranno diritto alle tariffe di incentivazione previste per il 2010. Stando così le cose, nel corso del 2011 sarebbe raggiunto il target di 8.000 Mw di fotovoltaico installato, che il Piano di Azione Nazionale sulle fonti di energia rinnovabili (Fer) aveva previsto per l’anno 2020.

Secondo l’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas, per tutte le rinnovabili complessivamente, il costo degli incentivi corrispondenti a un prelievo dalle bollette è stato di 2,5 miliardi di euro nel 2009, 2,75 nel 2010 e potrebbe raggiungere i 5,7 miliardi nel 2011. La composizione dei prelievi a carico dei consumatori non è però sempre ben esplicitata. Se prendiamo gli oneri in bolletta nel 2010, scopriamo che dei 5.808 miliardi di euro totali soltanto il 47% è imputabile alle rinnovabili. La restante parte è suddivisa tra assimilate (ben 1.214 miliardi), oneri nucleari (285 milioni di euro), agevolazioni tariffarie per le Ferrovie dello Stato (355 milioni), mentre la restante parte è suddivisa tra ulteriori forme di finanziamento e agevolazioni.

Tutti puntano il dito su quei 2,75 miliardi di incentivi alle rinnovabili, ma nessuno lo fa contro il quasi miliardo di euro di Iva che in maniera del tutto scorretta lo Stato incamera sulle bollette. Nessuno ricorda che ogni anno milioni di euro li paghiamo sia, come detto, per il vecchio nucleare, sia per il noto Cip6 (“assimilate” = 1,2 miliardi nel 2010, seppure in esaurimento), quando i “costosissimi” incentivi al solo fotovoltaico sono stati 826 milioni. Detto questo, il discorso va completato con un’altra considerazione: le Fer, a fronte dei sussidi che ricevono, producono effettivamente (nessun impianto non funzionante prende incentivi!) lavoro, entrate fiscali, risparmi negli acquisti di combustibili fossili, riduzione delle emissioni climalteranti e nessuna ipoteca sul futuro dei nostri figli, diversamente dal nucleare. E, per di più, evitano al nostro paese l’esposizione a multe per il mancato raggiungimento degli obiettivi di Kyoto.

Prima di toccare le rinnovabili, perciò, si potrebbe intervenire sulla cifra equivalente che dovrebbe al massimo essere riversata sulla fiscalità generale e non sui consumi in bolletta. Eppure il Governo è andato giù duro ed ha deciso la sospensione, in attesa di un definitivo pronunciamento a giugno. Ci sarebbe da sorridere, se il blocco non passasse attraverso il decreto che recepisce nella nostra legislazione la Direttiva 2009/28/Ce, relativa alla promozione dell’uso delle fonti rinnovabili in Europa. Il peggio che si possa fare con queste fonti è quello di fare politiche a singhiozzo, come fecero gli Usa nel periodo 1998-2005: l’altalena dei provvedimenti causò un’altalena degli investimenti che crollavano e poi si impennavano.

Noi pensiamo che la critica agli incentivi per le rinnovabili sia di natura politica. Se non fosse così, si discuterebbe della transizione fino all’avvenuto “apprendimento” e al consolidamento sul mercato; si penserebbe a rimodulare gli incentivi in base alla grandezza degli impianti, affinché non vadano a ingrassare le società multinazionali e vadano a premiare le scelte virtuose delle famiglie e delle imprese. Oppure, si farebbe di tutto perché nascano filiere economiche locali legate alle fonti naturali, in modo che gli incentivi alla produzione ricadano soprattutto all’interno del territorio e non sulle aziende cinesi, magari già incentivate in loco per esportare la produzione.

In definitiva, riteniamo che si voglia attaccare un settore senza un vero motivo, per preparare il terreno agli investimenti nel nucleare. La verità è che è in atto una campagna per gettare fango sull’intero settore delle fonti eoliche e solari, che in un solo anno ha installato capacità generativa equivalente a uno dei mega reattori nucleari da 1.600 Mw che si vogliono imporre in Italia e che hanno bisogno di minimo otto anni, per essere costruiti. E chi assicura i consumatori che gli investimenti per il nucleare non incideranno ancora di più sulle bollette energetiche?

di Mario Agostinelli e Giovanni Carrosio

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Incontro a Bologna, giovedì 10 marzo

Giovedì 10 marzo, ore 19.00, Via Casarini 17/5 – Bologna

Questa terra è la nostra terra

Verso i referendum “2 SI per l’acqua bene comune” e “un SI per fermare il nucleare”.

Intervengono Marco Bersani (Comitato referendario 2 SI per l’Acqua Bene Comune) e Mario Agostinelli (Comitato nazionale per il No al Nucleare e per il Si alle Rinnovabili).

In collaborazione con Comitato acqua bene comune Bologna e Ass. Ya basta Italia.

SCARICA IL VOLANTINO (JPEG, 291 Mb)

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Acqua e nucleare: votiamo a Maggio!

Roma, 3 Marzo 2011 – Ore 11.00

Presidio a Piazza Montecitorio

Poco più di un mese fa la Corte costituzionale ha ammesso i quesiti referendari per la ripubblicizzazione dell’acqua e contro il nucleare. A questo punto il Governo deve indire le date in cui i cittadini italiani saranno chiamati a votare.

Per questo, Giovedì 3 Marzo, saremo davanti a Montecitorio per chiedere che la tornata referendaria sia accorpata a quella delle elezioni amministrative che con ogni probabilità si realizzeranno entro Maggio.

Riteniamo che questo sia doveroso per almeno due motivi: in primo luogo perché sia garantita la partecipazione democratica a scelte fondamentali per la vita di questo paese e che non venga usata come una clava la strategia del silenzio e dell’astensionismo.

In secondo luogo ci sembrerebbe ingiustificabile in un periodo di crisi come quello che stiamo vivendo che vengano indetti tre appuntamenti elettorali nel giro di un mese e mezzo con l’aggravio della spesa pubblica. Infatti sganciare i referendum dalle elezioni amministrative costerebbe alla collettività più di 400 milioni di €.

Per questo chiediamo a tutti i movimenti sociali, per la difesa ambientale e dei beni comuni, alle realtà sindacali ed associative di unirsi a noi ed aderire a questa richiesta.

Perché vogliamo chiedere che vengano garantiti i diritti di tutti e che non si speculi politicamente facendo pagare i cittadini e le cittadine.

Sì per l’acqua bene comune.

Sì per fermare il nucleare.

Comitato Referendario 2 Sì per l’Acqua Bene Comune

Comitato “Vota SI’ per fermare il nucleare”

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