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Dichiarazione del Movimento europeo per l’acqua dopo il FAMA di Brasilia

Dal 17 al 22 marzo 2018, una delegazione di circa 20 membri del Movimento Europeo dell’Acqua, ha partecipato al Forum Mondiale Alternativo sull’Acqua (FAMA, Foro Alternativo Mundial da Agua) a Brasilia: l’alternativa concreta al World Water Forum, organizzato dal World Water Council, che rappresenta la voce delle multinazionali e della Banca Mondiale.

Movimenti sociali, sindacati, comunità locali, gruppi femministi e popoli indigeni si sono riuniti per combattere le multinazionali che vogliono trasformare l’acqua in una merce e promuovere la finanziarizzazione dei sistemi idrici e degli ecosistemi, privatizzando le risorse e mercificando un diritto umano.

Il FAMA è stato un evento caldo e pieno di speranza, che ha riunito 7000 attivisti provenienti da diversi luoghi e facilitato lo scambio di sfide, esperienze e soluzioni. Ancora una volta è stata confermata l’importanza di approfondire e rafforzare le posizioni e le connessioni tra movimenti sociali, sindacati, popolazioni indigene e comunità locali. È emerso inoltre quanto sia cruciale concentrarsi sulle lotte delle donne contro la privatizzazione della natura e il patriarcato.

Nel frattempo, le multinazionali e gli Stati riuniti nel “forum delle multinazionali ” hanno affermato che stanno cercando azioni positive sull’acqua, come affermato nella Dichiarazione ministeriale. Tuttavia, la loro azione non va decisamente nella direzione di una sincera promozione del riconoscimento e dell’attuazione del diritto umano all’acqua.

La deforestazione, l’agroindustria e il progetto idroelettrico non sono nemmeno menzionati nella Dichiarazione ministeriale, ma l’impatto dell’agroindustria e dell’ accaparramento delle fonti idriche sono una delle preoccupazioni fondamentali per le popolazioni indigene, i piccoli agricoltori e i movimenti di base. In effetti, le conseguenze dell’agroindustria, come ampiamente discusso durante la FAMA, sono catastrofiche: fiumi inquinati, livelli di acquiferi in declino, scomparsa di sorgenti, minaccia al regime idrico, siccità legate alla deforestazione. L’agricoltura familiare e la pesca sono messe in discussione, hanno luogo sempre piu’ sfratti forzati, la terra è monopolizzata, i biotopi sono in pericolo.

Tutto ciò a vantaggio di grandi banche o fondi pensione in Olanda, Svezia o Germania i cui beneficiari spesso non sono consapevoli che la loro pensione causa la violazione dei diritti umani delle popolazioni indigene e la distruzione dell’ambiente.

I partecipanti al forum delle imprese hanno insistito sulla necessità di “rispettare il diritto di ogni essere umano, indipendentemente dalla condizione e luogo di vita, alla sicurezza dell’acqua potabile ed ai servizi igienico-sanitari come diritti umani fondamentali”, ma mirano a farlo attraverso una cooperazione impossibile tra settore pubblico e quelli interessati dalla privatizzazione. Tale “cooperazione” non esisterà mai!

In effetti, la Dichiarazione ministeriale menziona a malapena il riconoscimento del diritto umano all’acqua di cui alla risoluzione ONU 64/292. Non a caso, infatti, tale diritto non è ancora goduto in nessuna parte nel mondo e l’accesso all’acqua è ancora subordinato alla logica di trasformare un diritto umano in una questione di accessibilità economica, fondata sul ruolo del settore privato nella presunta applicazione di un tale diritto.

Certamente, la parola privatizzazione non è nemmeno menzionata nella Dichiarazione ministeriale, mentre tutti quelli che si sono riuniti al FAMA ripetutamente e chiaramente hanno affermato che questo è il problema cruciale che colpisce le persone in tutto il mondo.

Denunciando la privatizzazione e finanziarizzazione della natura da parte delle società e delle istituzioni finanziarie multilaterali, la dichiarazione finale della FAMA ha descritto l’impatto di queste politiche sulla natura (e più in generale sulle disuguaglianze sociali) e le loro responsabilità in materia di criminalizzazione, minacce e uccisioni di difensori dei diritti ambientali.

Il FAMA ha denunciato le violazioni dei diritti umani all’acqua, ma ha anche promosso alternative efficaci, dall’agroecologia su piccola scala alle partnership pubblico-pubblico e pubblico-comunitario.

L’EWM ha contribuito all’ampio dibattito facendo conoscere le esperienze di lotta europee ed ha sottolineato come l’impatto negativo della mercificazione dell’acqua e della privatizzazione sia una preoccupazione condivisa.

Come EWM ci ispiriamo alla lotta del movimento dell’acqua in America Latina ed in Brasile e torniamo nei nostri territori convinti che rafforzare la cooperazione sia fondamentale per combattere la privatizzazione e ottenere giustizia idrica. Le nostre lotte sono intrecciate. Non solo perché, come tutti sappiamo, la maggior parte delle maggiori multinazionali responsabili della privatizzazione e l’accaparramento d’acqua hanno il loro quartier generale in Europa, ma ancor più per l’importanza cruciale che le risorse idriche, ad esempio l’acquifero Guarani, hanno a livello globale.

Combattiamo lo stesso nemico, che implementa politiche simili con diverse “facce” sia nel Nord Globale che nel Sud Globale. Quindi, dobbiamo condurre queste lotte sia a livello locale, nelle nostre comunità in una prospettiva globale. Le politiche di privatizzazione dell’acqua e di accaparramento dell’acqua sono elementi insiti nel capitalismo neoliberista, basato sullo sfruttamento della natura, delle persone e dei corpi (e ancora di più delle donne!). Dobbiamo rispondere insieme, costruendo alleanze e strategie.

Come ribadito al FAMA l’acqua è un bene comune e garantisce la vita dei popoli e degli ecosistemi. Deve essere protetto dallo sfruttamento, dall’accaparramento e garantito come diritto umano nelle leggi e nelle pratiche (anche attraverso politiche di non discriminazione, trasparenza, solidarietà e sostenibilità).

Così come si riconosce la sacralità dell’acqua nelle sue diverse forme e l’importanza della saggezza e delle pratiche tradizionali che devono essere difese come parte di questa lotta, radicata nella vita dei territori e dei popoli.

Come EWM ci uniamo alla lotta di tutti coloro che denunciano le politiche neo-liberiste e la complicità tra le élite politiche ed economiche che agiscono a favore della mercificazione e della privatizzazione dell’acqua. La partecipazione dei cittadini, delle comunità e dei popoli è una componente cruciale per una gestione democratica delle risorse idriche. Questa si basa sull’uguaglianza e sulla cooperazione, ma anche sull’accesso alle informazioni e agli strumenti di partecipazione. Se fossero sinceri nello loro sforzo per trovare azioni positive sull’acqua, i governi dovrebbero sostenere una gestione del bene comune acqua veramente democratica e pubblica ed agire nel rispetto delle disposizioni internazionali sui diritti umani che garantiscono il godimento del diritto umano all’acqua, proteggendo le popolazioni (in particolare le comunità indigene) dalla pressione commerciale e dall’accaparramento rispettando i diritti dei lavoratori.

La mercificazione dell’acqua è una parte delle strategie neoliberiste predatorie, è ingiusta e insostenibile, ed è anche illegale:

Água é direito, não mercadoria!

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Trump, i dazi imposti alla Cina hanno a che fare con la vendita di Shale gas

dal blog di Mario Agostinelli

logo-il fatto quotidiano 2015Donald Trump ci sta abituando a isolare singoli prodotti dell’ampio spettro commerciale per giustificare ritorsioni laddove i prodotti fatti in casa subiscono una più aspra concorrenza. Da questo punto di vista i pericoli non vanno sottovalutati, perché tra sanzioni, ritorsioni, dazi, il mondo si prepara a conflitti via via più insanabili e tutti a spese dei Paesi più indigenti.

Nell’ultimo post ho voluto ricondurre l’attenzione al gas e al petrolio, tradizionali “dominus” di tutte le guerre virtuali, commerciali e – soprattutto – autentiche dei secoli industriali. Ora vorrei mettere in luce come tutti gli scambi energetici smussati sotto Barack Obama siano diventati fonte di grande tensione sotto Trump.

Secondo il segretario al Commercio degli Stati Uniti Wilbur Ross, il gas naturale liquefatto (Lng o Gnl) sarebbe una delle soluzioni per ridurre il deficit commerciale della Cina con gli Stati Uniti. Infatti, in un’intervista con Bloomberg TV, Ross ha suggerito che la Cina potrebbe deviare i suoi acquisti di Gnl verso gli Stati Uniti al fine di non solo diversificare le sue fonti di Lng ma anche ridurre il deficit, che ha raggiunto 375 miliardi di dollari l’anno scorso.

Quanto Lng potrebbe davvero e in effetti contribuire a risolvere il problema e quanto non entrerà nella trattativa sulla riduzione dei dazi e dell’acciaio asiatico? Facciamo qualche conto.

Quest’anno la Cina consumerà 44 milioni di tonnellate (MMt) di Gnl, il doppio della capacità di esportazione degli Usa verso tutti i Paesi (che è di 22 MMt). Se la Cina acquistasse per intero il gas americano, ciò rappresenterebbe 6,7 miliardi di dollari di entrate (ipotizzando un prezzo Lng di 3$ + 115% di Henry Hub, che è il prezzo attualmente utilizzato dagli Lng degli Stati Uniti). In base a questa quantità proposta il deficit si ridurrebbe al 2%.

Si noti che Henry Hub è un hub di distribuzione sul sistema di gasdotti a Erath, in Louisiana, di proprietà di Sabine Pipe Line Llc, una controllata di En Link Midstream Partners Lp che ha acquistato il bene da Chevron Corporation nel 2014. A dimostrazione del ruolo principale di esportatore di gas degli Stati Uniti, per la sua importanza Henry Hub presta il suo nome al punto di prezzo per i contratti future sul gas naturale.

Bloomberg New Energy Finance prevede che le importazioni di Gnl della Cina cresceranno fino a 82 milioni di tonnellate entro il 2030. Se tutto questo venisse acquistato dagli Stati Uniti, potrebbe contribuire con 27,7 miliardi di dollari al risanamento della bilancia commerciale degli Stati Uniti.

Naturalmente, questo ignora che la Cina (e gli Stati Uniti) hanno impegni che sarebbero difficili da rompere con la maggior parte del loro partner. Gli Stati Uniti hanno già venduto 13 milioni di tonnellate delle esportazioni del 2018 e la Cina ha contratto 42 milioni di tonnellate di importazioni da diversi produttori. Ciò lascia 2MM di volume di esportazione di riserva, all’incirca uguale alla quantità che gli Stati Uniti hanno esportato in Cina nel 2017 e che vale 613 milioni di dollari.

Allo stesso modo, solo il 40% delle importazioni cinesi del 2030 non è sotto contratto. Se la Cina avesse acquistato tale volume da una produzione degli Stati Uniti a prezzo ribassato, ciò comporterebbe un ricavo di $ 13,5 miliardi. Le cose, come si vede, sono assai complicate e sono regolate da rapporti di potere, di dipendenza, di facilities sul mercato.

Quindi le spedizioni di Gnl possono risolvere il deficit commerciale tra Cina e Stati Uniti? No. Potrebbero aiutare? Sì. Aumenteranno? Probabilmente. Gli esportatori statunitensi stanno già sollecitando gli acquirenti cinesi e la Cina sta cercando di diversificare le importazioni dall’Australia e dal Qatar, i suoi attuali fornitori primari. Proprio il mese scorso, PetroChina ha firmato il primo contratto di Lng a lungo termine della Cina per il gas degli Stati Uniti con Cheniere Energy. Questa tendenza continuerà probabilmente con l’espandersi del mercato degli Gnl negli Stati Uniti.

Importazioni di GNL della Cina, per fornitore

Fonte: Bloomberg New Energy Finance. Ufficio nazionale di statistica, dogana cinese. Queste sono le previsioni, che influenzeranno anche i dazi sul metallo che viaggia all’inverso dai mari della Cina

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Cercasi petrolio e gas da bruciare

dal blog di Mario Agostinelli

logo-il fatto quotidiano 2015Nel suo recente ed esauriente report sul futuro del petrolio e del gas la International Energy Agency (IEA: Oil 2018, analysis and forecasts to 2023) induce a riflessioni tutt’altro che scontate sul raggiungimento del picco delle fonti fossili. Anzi, caparbiamente le grandi corporation e i gruppi finanziari più esposti esplorano ogni possibilità di rilancio. Perfino, come descriverò, le più assurde dal punto di vista climatico ambientale e le più rischiose sul terreno finanziario e delle bolle ad esso associate. Tutto, pur di contrastare il cambio di modello energetico e di trasferire solo sul piano contabile di governi e multinazionali gli effetti di una combustione dichiarata incompatibile ad ogni impotente e quindi riunione delle Cop (ormai, con quella dopo Parigi e Bonn, arrivate al numero 23).

Lo stesso direttore esecutivo della IEA, Fatih Birol, sostiene che dalla Cop 21 ad oggi si deve registrare una differenza notevole dovuta soprattutto all’impressionante ripresa della produzione di petrolio e gas da scisti negli Stati Uniti. L’impatto globale dell’aumento dello shale oil (LTO) comporta un cambiamento fondamentale nella natura dei mercati petroliferi globali.

US LTO scenari

Previsioni di produzione di LTO a seconda della velocità di esaurimento dei pozzi (http://peakoilbarrel.com/the-future-of-us-light-tight-oil-lto/)

La spina nel fianco di questa tecnologia di perforazione consiste nel più rapido esaurimento dei giacimenti (le varie curve indicano diverse velocità di estrazione – in barili al giorno – e quindi diverse previsioni più o meno pessimistiche di svuotamento dei pozzi). Si deve notare che la tecnologia, estremamente dannosa sul piano ambientale, va comunque ad esaurirsi entro la metà del secolo, ma che tutte le curve (tranne la più bassa) sono in crescita fino al 2023 e, quindi, l’inevitabile picco ancora non è raggiunto, consentendo agli Usa di solidificarsi come il principale produttore di petrolio al mondo mentre la Cina e l’India li sostituiscono come principali importatori di petrolio.

Il Fondo Monetario Internazionale vede una crescita economica globale del 3,9% all’anno fino al 2023 e le economie forti utilizzeranno più petrolio con una crescita della domanda a un tasso medio annuo di 1,2 milioni di barili/giorno. Dove sta la decarbonizzazione, parola d’ordine della Cop di Parigi e della Sen di Calenda?

Spesso si trascura che i prodotti petrolchimici sono un fattore chiave per la crescita della domanda di petrolio e che la corsa al riarmo concentra ancora di più il ricorso ad esso. Man mano che le spedizioni canadesi di shale oil e shale gas verso gli Stati Uniti crescono, questo libera il greggio statunitense più leggero per l’esportazione, in particolare per soddisfare la domanda asiatica di materie prime petrolchimiche. Ogni anno il mondo ha bisogno di rimpiazzare l’offerta persa dai campi maturi e questo è l’equivalente di sostituire un Mare del Nord ogni anno. Le scoperte di nuove risorse petrolifere sono scese ad un altro minimo storico nel 2017. Spinta dall’Lto, nel 2023 la produzione degli Stati Uniti crescerà di 3,7 milioni di barili al giorno, più della metà della crescita totale della capacità produttiva globale, di 6.4 mb/d prevista per allora. Gli Stati Uniti sono in una posizione favorevole per aumentare il proprio ruolo nei mercati globali. Per di più con Trump riprende nettamente la capacità e il ruolo della logistica e dei grandi impianti. Questo include importanti progetti canadesi come Trans Mountain e Keystone XL, e il gasdotto EPIC 550 kb/d di TexStar Logistics, che sarà operativo nel 2019 in Texas.

La domanda petrolifera europea, nel frattempo, dovrebbe tornare alla sua tendenza al declino a lungo termine. La maggior parte della crescita verrà dal Gpl e dall’etano. Buoni guadagni si vedranno anche nel consumo di kerosene dato che i viaggi aerei diventano più accessibili nei paesi non Ocse. La crescita della domanda di benzina rallenta nel periodo con standard più rigidi in materia di risparmio di carburante, mentre la crescita del gasolio rallenta in media dello 0,7% all’anno fino al 2023.

Segnalo alcuni temi chiave destinati a essere considerati nei prossimi 12-24 mesi per il settore globale del Gnl (gas naturale liquefatto), che prendono in considerazione prevalentemente i vantaggi di mercato, lasciando ricadere all’esterno sia i danni ambientali, che quelli sociali e i rischi finanziari (le fonti sono elaborate da informazioni della Banca Mondiale.

L’accumulo nell’approvvigionamento di GNL (Gas naturale liquefatto) a livello globale è significativamente ritardato dalla capacità di liquefazione. Ciò è dovuto a numerosi fattori, tra cui ritardi di messa in servizio e interruzioni di fornitura non pianificate, spesso dipendenti da conflitti locali o dall’onerosità delle infrastrutture di trasporto e trasformazione. Nel 2018 è prevista la maggiore crescita in volume di qualsiasi anno passato, superando sostanzialmente la crescita della domanda globale. Tuttavia, dopo il 2019, la ristrutturazione della pipeline dei progetti di liquefazione si esaurirà e la crescita dell’offerta inizierà nuovamente a decadere. Ciò inciderà sul prezzo al mercato e sui rischi di investimento attuali.

L‘Europa punta ad adottare il ruolo del rigassificatore globale. Ciò vale anche per il carbone, il petrolio, o le biomasse, ma fa gola specialmente per l’esportazione di gas americano. La regione è unica nella sua capacità di assorbire l’avanzo globale, grazie ai suoi mercati del gas ampi, integrati e liberalizzati e ai significativi volumi di offerta flessibile. L’Europa deve però adottare il ruolo di consumatore di gas a livello globale: a questo puntano gli Stati Uniti (con l’esportazione di shale gas) e la Russia (con la costruzione di gasdotti). Nella competizione russo-statiuniti- canadese l’UE favorisce le iniziative di immissione in rete gassosa del Gnl da scisto nordamricano ai nodi degli attracchi europei (dalla Lituania, Estonia e Inghilterra per limitare il gas russo, alla Toscana, per favorire la metanizzazione della Sardegna messa sul piatto dal governo italiano). Nasceranno così nuovi problemi per il mercato del gas, dato che il fattore determinante dei flussi complessivi in ​​Europa sarà il prezzo, con i carichi di Gnl in competizione sugli hub dei porti per eliminare le forniture da gasdotti.

Gli Stati Uniti, nel breve periodo e in funzione del surplus di shale gas, sono probabilmente l’unica fonte di offerta di Gnl a livello globale, nonostante i suoi costi di produzione-liquefazione-trasporto-rigassificazione relativamente elevati. L’espansione del gas è quindi fonte di incertezze e di gravi disagi ambientali, oltre che di rischi finanziari notevoli. Ma tant’è: nonostante tutte le Cop organizzate con grande pompa, la decarbonizzazione paradossalmente rilancia il gas, sotto traccia nella percezione dell’opinione pubblica, abbagliata dalla narrazione sulle rinnovabili nei paesi di industrializzazione matura. Perché mai, visto lo scoraggiamento che dovrebbe provenire dagli appuntamenti sul clima? La verità è che le sanzioni finanziarie sui progetti saranno sostenute dall’aumento dei prezzi delle materie prime, dall’attenuazione dei vincoli di capitale sulle principali compagnie petrolifere e del gas, nonché da una forte deflazione dei costi dei servizi a sostegno dell’economia dei progetti di liquefazione. Ancora una volta il modello di sviluppo finisce sulle spalle del pubblico e dei consumatori, con la complicità dei governanti.

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19 marzo a Milano: 2° Forum Regreeneration

Rigenerare come valore sostenibile crea valore immobiliare

MILANO – 19 MARZO 2018 – ASSOLOMBARDA (Sala Falck) – Ore 9,00 | 13,30
Diretta Streaming su Facebook: Habitami.Italia 

Organizza  Tabula Rasa, agenzia green marketing e comunicazione ambientale in collaborazione con Energia Felice, associazione di promozione sociale, partner tecnico-scientifico NOMISMA, Società di studi economici  L’iniziativa segna l’apertura di “Homo Condòmini Tour 2018|19” il Roadshow per l’efficienza energetica degli edifici collegato ad Habitami, campagna pubblica riqualificazione energetica edifici.

Mettere attorno a un tavolo Istituzioni, Stakeholder, Uffici Studi , Associazioni immobiliari e Associazioni dei consumatori per individuare insieme le forme e gli strumenti più efficaci per far comprendere ai cittadini come la riqualificazione energetica faccia bene all’ambiente, migliori il conto di gestione energetica e accresca sia il valore degli edifici che degli immobili oltre a generare comfort abitativo. Regreenerationrigenerare come valore sostenibile crea valore immobiliare perché l’efficienza energetica non è un concetto astratto.

ore 9,00 Registrazione
ore 9,30 INIZIO FORUM
Partecipano (hanno confermato la loro presenza):


Marco GRANELLI
Assessore Mobilità Ambiente Comune di Milano

Carlo INFANTE
Urban Experience, piattaforma di resilienza urbana
Final Tag 1° Forum spunti di riflessione

Giovanni PIVETTA
Responsabile Habitami Homo Condòmini Tour 2018|19
Il ruolo dell’informazione e il “facilitatore” per l’innovazione

Gianni SILVESTRINI
Direttore scientifico Kyoto Club
Cambiamenti climatici e politiche energetiche

Federico TESTA
Presidente ENEA
Contratti di garanzia e marchio di qualità per la deep renovation
Edoardo CROCI
Direttore di ricerca allo IEFE dell’Università Bocconi
Strategie energetiche e nuovi modelli di business sostenibile
Marco MARCATILI
Economista e Responsabile Sviluppo di Nomisma
Rinnovamento urbano per la ripresa dell’Italia valori derivanti da un investimento in riqualificazione urbana
Vittorio CHIESA
Direttore Energy & Strategy Group Politecnico Milano
Gestione dell’energia e modelli incentivanti per l’efficienza energetica
Giuliano DALL’Ò
Presidente Green Building Council Italia
Mutui verdi, un modello standard di valutazione dell’immobile
per finanziare gli interventi di efficienza energetica
Paolo MENEGHINI
AD A2A Energy Solutions
Cristian ACQUISTAPACE
Chief Sales Officer and Board Member E.ON Italia S.p.A.
Roberta BENEDETTI
Senior advisor efficienza energetica SNAM Spa
La multiutility quale acceleratore della riqualificazione energetica in Italia
Paolo CRISAFI
Dir. gen. Assoimmobiliare
Facility management ed efficienza energetica
Vincenzo ALBANESE
VicePresidente FIMAA
Gian Battista BACCARINI
Presidente Nazionale FIAIP
Paolo BELLINI
Presidente Nazionale ANAMA
Stime e valori immobiliari: gli agenti immobiliari i nuovi “valorizzatori”  dell’efficienza energetica

ore 12,15 Dibattito
Modera
Emilia BLANCHETTI
Vicepresidente Festival dell’Energia
Invitati al Dibattito:

Luisa CRISIGIOVANNI
Segretario generale Altroconsumo
Carlo DE MASI
Presidente Nazionale Adiconsum
Emilio VIAFORA
Presidente Nazionale Federconsumatori
Francesco LUONGO
Presidente Nazionale Movimento difesa del cittadino
Massimiliano DONA
Presidente Nazionale Unione Nazionale Consumatori
Marco FREY
Presidente Nazionale Cittadinanza Attiva

Saluti
Mario AGOSTINELLI
Presidente Energia Felice
Gli interventi dei relatori sono 10’/12′ per consentire nell’ultima ora uno spazio aperto a domande e considerazioni sugli interventi precedenti. chiuderanno le final tag del 2° Forum “REGREENERATION”

Segreteria organizzativa: Tabula Rasa – 039 389433
info@homocondominitour.it
Coordinamento: Cristiana Ceruti
Responsabile progetto: Giovanni Pivetta


Gli acceleratori dell’efficienza energetica per abitare sostenibile

Gli edifici sono responsabili del 30% delle emissioni nocive sul nostro pianeta e del 40% dei consumi energetici. La riqualificazione energetica del parco immobiliare esistente offre a tutti gli attori della filiera una grande opportunità ed è al centro dell’attenzione in Europa. L’attuale livello di riduzione dei consumi del comparto edilizio è molto inferiore rispetto ai trend previsti dagli scenari europei di decarbonizzazione al 2050.

Occorre dunque porsi il problema di come accelerare la riqualificazione spinta (quella deep renovation che nel Nord Europa è un’importante realtà già da tempo) di edifici e quartieri. Bisogna realizzare norme e parametri per garantire il ritorno dell’investimento privato. Gli ecobonus potenziati possono aprire il mercato della sostenibilità per la riqualificazione energetica dei condomìni. Solo con un modello nazionale “mediterraneo” è possibile sviluppare l’economia circolare in Italia.

Mettendo a punto sistemi di diagnosi e soprattutto parametri certificati degli interventi di riqualificazione integrata degli edifici con l’apporto di Ecobonus (che prevedano per tutti la cessione del credito d’imposta anche agli istituti bancari) e di fondi privati si può garantire la deep renovation di milioni di edifici privati e pubblici in Italia.

Un privato può impegnarsi e mettere risorse in un progetto di riqualificazione energetica profonda degli edifici o di valorizzazione di un bene immobiliare, ma oggi è frenato dal fatto di non avere la possibilità di verificare l’efficienza economica del progetto. Si stanno facendo gli interventi giusti? Nel modo corretto e con i costi congrui? È con l’ottenimento di queste garanzie che si possono moltiplicare gli interventi dei privati.

C’è bisogno di un’opera di standardizzazione degli interventi da programmare, classificandoli in base ai risultati che sono in grado di portare, omogeneizzando modalità, tecniche, tipologie di materiali e costi. A quel punto si potranno attrarre investitori privati secondo un modello abbastanza semplice: quello della concessione, come succede per le opere pubbliche, dalle autostrade agli aeroporti.

Un privato investe, l’investimento crea subito risparmio energetico e minori costi. Una parte di questi costi inferiori viene riversata agli utenti e un’altra parte ripaga, in un tempo prefissato, l’investimento. In pratica un edificio “efficientato” con i soldi di un privato pagherà a quest’ultimo le bollette energetiche.

I motivi per cui gli interventi non sono stati fatti, oltre a ragioni di tipo tecnico, risiedono anche in questioni legate ai finanziamenti. In particolare: se si offrono delle detrazioni fiscali, è necessario che il soggetto che vuol fare l’intervento abbia un reddito tale da poter utilizzare le detrazioni. Se non ha reddito, l’intervento gli viene a costare il 100%, non il 35%. Se rendiamo cedibili le detrazioni a fondi e istituti bancari, tutti possono ottenere questi benefici. Regreeneration, perché l’efficienza energetica non è un concetto astratto.

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Partecipazione alla Via Crucis Pordenone-Aviano del 18 marzo 2018

L’iniziativa è promossa dai Beati i Costruttori di Pace di Pordenone e Padova e dal Centro di Accoglienza Ernesto Balducci di Zugliano.

Il percorso della “marcia”, che chiede la rimozione delle armi nucleari di Aviano, è tra i 12 e i 14 km. La Via Crucis parte dalla piazzetta San Marco (Cattedrale) alle 13:30 e i conclude alle davanti alla Aerobase di Aviano alle 18:00

Il Punto Pace di Pax Christi di Tradate e i Missionari Comboniani di Venegono Superiore organizzano un pullman per raggiungere Pordenone con le seguenti indicazioni logistiche:

Andata

– Ore 08:30 Partenza da Varese (piazzale delle FF.SS.)

– Ore 09:00 Partenza da Tradate (piazza del mercato)

– Ore 09:30 Partenza da Saronno (presso Lazzaroni – Ingresso autostrada)

– Ore 13:15 Pordenone

Ritorno

– Ore 18:00 Partenza da Aerobase Aviano

– Ore 21:45 Arrivo a Saronno (presso Lazzaroni – Ingresso autostrada)

– Ore 22:15 Arrivo a Tradate (piazza del mercato)

– Ore 22:45 Arrivo a Varese (piazzale delle FF.SS.)

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