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Convengo “Sviluppo sostenibile in agricoltura” ad EXPO

Sviluppo sostenibile in agricoltura: l’importanza del patrimonio agricolo nel sistema sostenibile della produzione di cibo e il contributo della ricerca e dell’educazione.

28 Settembre – 4 Ottobre 2015 – EXPO Milano 2015

Giovedì 1° Ottobre 2015 – Padiglione WAHF- IASS

Ore: 15.00 – 19.00 – Responsabile prof. Massimo Scalia
l programma di questa giornata verteràsui cambiamenti climatici e il loro impatto sul ciclo agroalimentare, un tema di drammatica importanza, che è invece del tutto sottovalutato, per usare un eufemismo, da EXPO 2015.
Verranno quindi allestiti dei poster e una proiezione di slide che illustrino il carattere di rottura della stabilità dei grandi cicli climatici ad opera del global warming e le conseguenze generali di tale rottura. In particolare, l’impatto sul ciclo delle acque, delle quali l’agroalimentare è tributario per l’80% dei consumi di acque dolci.
Nella tarda serata, o anche dopo cena la giornata sarà chiusa da un dibattito al quale hanno assicurato la loro partecipazione, oltre a Massimo Scalia, Gianni Mattioli, Sergio Ferraris e Mario Agostinelli. La partecipazione è aperta e saranno presenti Parviz Koohafkan e Stefano Grego.

SCARICA IL PROGRAMMA COMPLETO (PDF)

 

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24 settembre: Seminario “Agricoltura di Promozione Sociale” a Expo Milano 2015

Agricoltura di Promozione SocialeAGRICOLTURA DI PROMOZIONE SOCIALE E
TURISMO RESPONSABILE

ARCS e ARCI a Cascina Triulza – EXPO MILANO 2015
24 settembre 2015
ore 18.30 – 21.00

 

Le esperienze di agricoltura di promozione sociale e di turismo responsabile verrano presentate il 24 e 25 settembre all’interno del programma di “Infinito Futuro” presentato oggi e organizzato da ARCS e ARCI in Cascina Triulza, spazio dedicato alla società civile in Expo Milano 2015, per presentare esperienze e buone pratiche sperimentate sul territorio nazionale e nei progetti di cooperazione internazionale.

24 SETTEMBRE: L’agricoltura sociale e la trasformazione dei prodotti della Terra, stanno diventando nella rete dei circoli e dei comitati Arci, in tutta la penisola attività importanti nella vita delle nostre associazioni. Le esperienze mature da anni, incentivate da progetti e inseriti in reti importanti, o frutto dell’autonoma iniziativa dei cittadini che hanno poi trovato in Arci un interlocutore attento e pronto verranno presentate e messe in relazione durante il Seminario

Agricoltura di Promozione Sociale, l’Agricoltura e la trasformazione dell’agro-alimentare come percorsi e strumenti di inclusione sociale e emancipazione lavorativa, nella rete dell’Arci

Con la partecipazione di
Maurizio Martina, Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali,
Massimo Cortesi presidente Arci Lombardia,
Andrea Di Stefano direttore di Valori,
Vittorio Rinaldi presidente di Altromercato,
Silvia Stilli direttore di ARCS
Emanuele Patti della Presidenza Nazionale Arci,
introducono le esperienze: Officine del futuro (Arci Mantova), Progetto Terrae (Arci Rieti), Cooperativa Lavoro e non Solo di Corleone (Arci Sicilia), Arci Miele e Arci Club Gallery (Arci Lecce), Progetto Living Land (Arci Lecco), Arci Energia Felice (Arci Milano), Arci “La Staffetta” (Arci Pisa), progetti Arcs in Bosnia, Brasile, Cuba

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Riflessione sull’Enciclica Laudato si’

di Mario Agostinelli

Chiunque legga questa enciclica ne è profondamente toccato, anche se sulla cura della casa comune essa non dice quasi nulla che già non sappiamo o abbiamo sentito riportare (Langer, Illich, Sachs, Beccattini etc). Il fatto è che, schiacciati su un presente continuo e distratti dalla velocità con cui inseguiamo avvenimenti periferici che ci raggiungono continuamente amplificati, subiamo un disorientamento temporale, ignoriamo quello che abbiamo sotto gli occhi e non abbiamo il coraggio di indicare un futuro socialmente e ambientalmente desiderabile. Constatazioni ragionevoli, principi condivisibili, aspirazioni legittime, sono diventati ormai verità senza ali, (“die nicht mehr beflügeln”, come afferma Peter Kammerer, alludendo alla delusione politica e ai Grunen in particolare).

Siamo di fronte, almeno nella cultura occidentale ad un collasso narrativo, che il papa ritiene necessario interrompere scegliendo il linguaggio della religione cristiana e le immagini dei suoi miti, ma ancorandole alla raffigurazione che la scienza moderna restituisce del pianeta che abitiamo. Si parte da pentimento, peccato, sacrificio, amore di Dio, ma li si riferisce alla previsione constatabile dell’agonia del pianeta. (Il patriarca Bartolomeo esprime la necessità che ognuno si penta del proprio modo di maltrattare il pianeta [8]).

Si ama, passando gradualmente da ciò che io voglio a ciò di cui ha bisogno il mondo di Dio. È liberazione dalla paura, dall’avidità e dalla dipendenza» [9]. Ma chi mi dice di che cosa “ha bisogno il mondo di Dio”? Non solo che ciascuno di noi si salvi, ma anche che venga salvata la Terra.

Tradizionalmente la missione papale è indirizzata alla salvezza dell’uomo: immortale, è proiettato nell’altra vita. Nella Laudato Sì il centro riguarda la salvezza del pianeta, senza la quale la specie umana potrebbe essere dannata. Con un capovolgimento originale, questa enciclica non parte da Dio, ma da terra, acqua, agricoltura, cibo, energia. A Dio si arriva dalla natura. Non più dall’uomo, perché l’uomo l’ha distrutta. L’uomo può recuperare il rapporto con Dio attraverso l’opera di salvezza della natura, che non si esaurisce nell’atteggiamento individuale. La Natura è la nostra casa comune, tuttavia ha un suo destino separato e potrebbe sopravviverci se precludessimo definitivamente l’equilibrio della biosfera. Noi la percepiamo attraverso la coscienza e ne condividiamo l’esistenza (un po’come immagine e realtà), ma non ci liberiamo da poteri “innaturali” cui abbiamo dato forma.

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Chi ha paura di Papa Francesco?

di Angelo Consoli

Lo scorso anno  uscì il libro “The Francis Miracle” del Vaticanista americano John Allen Jr, che  annunciava  ufficialmente l’intenzione di Papa Francesco di scrivere un’enciclica sul cambiamento climatico. Il libro si concludeva con le parole: “Prima dell’avvento di Papa Francesco, l’analista politico americano Jeremy Rifkin, previde che questioni quali il cambiamento climatico egli OGM avrebbero dissolto le divisioni obsolete fra destra e sinistra e creato una nuova “Politica della Biosferain cui si sarebbero riconosciuti sia i sostenitori della natura (di sinistra) che i sostenitori delle battaglie per la vita umana (tipiche della destra), che si sarebbero alleati contro l’iper industrialismo sfrenato del 21mo secolo che vede tutto, dalla natura alla vita organica, come una merce da scambiare. Francesco, Papa del Vangelo Sociale, potrebbe diventare il leader che permetterà alla previsione di Rifkin di avverarsi.

Queste parole mi provocarono una reazione contrastante: da un lato la fierezza di lavorare con Rifkin da 12 anni, ed esser stato parte di un movimento ispirato alla sua visione che comincia a riscuotere riconoscimenti internazionali sempre più prestigiosi.
Dall’altro la paura che la canea fossile si sarebbe scatenata contro questo Papa (come in effetti è stato) non appena uscita l’Enciclica.
Quello che non avrei mai immaginato è che gli attacchi più subdoli a questa straordinaria Enciclica sarebbero venuti da quei settori progressisti dell’intellighenzia americana ultra liberal e supporter di Obama. Infatti se i trogloditi alla Jeb Bush non potevano che attaccare il papa in difesa dei loro “vested intersts” petroliferi, e questo era scontato fin dall’inizio e ci sta tutto, meno scontato è che si sarebbe schierata contro il Papa in radicale dissenso da quest’Enciclica anche l’èlite obamista americana, che non difende il petrolio ma lo shale gas e il fracking.

Ecco dunque comparire in prima pagina sul New York Times (l’organo dei progressisti americani),  un editoriale firmato da uno dei più celebri giornalisti e commentatori liberal, David Brook, con l’agghiacciante titolo di “Fracking and the Franciscans“.

Adesso non ritengo utile entrare in una confutazione punto per punto della sequenza di imprecisioni, castronerie, menzogne e falsità termodinamiche contenute nell’articolo di David Brooks, (ciascuno potrà rendersene conto leggendolo perchè lo riproduco alla fine).

Nè intendo tanto meno indulgere  nell’illustrazione delle visioni pastorali e magistrali dell’Enciclica o nella difesa dei suoi inalienabili valori, visto che c’è chi può farlo in modo molto più qualificato e autorevole. No, con questo post  voglio attirare l’attenzione su una diversa drammatica realtà. Aldilà del gioco di parole sull’omofonia fra la fratturazione idraulica, e il nome dell’Ordine Religioso ispirato al Santo di Assisi, mi sembra che questo attacco giornalistico al Papa della prima Enciclica “verde” della storia della Chiesa, e farlo già dal titolo per la contrarietà espressa nell’Enciclica in difesa di ambiente e clima, per il fracking,  tecnologia pervicacemente invasiva e totalmente antiecologica di estrazione dei fossili, sia rivelatore del livello di degrado etico e culturale a cui si sono ridotte la politica e la società  americane, da sempre (ma evidentemente oggi ancor di più) sottomesse  agli interessi delle grandi lobby fossili e finanziarie.

In pratica, la guerra all’Enciclica di Papa Francesco, rivela che alle prossime elezioni, gli americani si troveranno davanti alla diabolica scelta fra Repubblicani, asserviti alle logiche fossili e comandati dalle lobby petrolifere,  e i Democratici, piegati a stuoino alla propaganda delle grandi società dello shale gas e del “fracking” presentati da David Brooks come tecnologie in grado di salvare l’umanità dal disastro climatico e quindi da sostenere apertamente e non da combattere. Dio ci scampi da una simile scelta!

Papa Francesco ci dice con grande chiarezza che il problema non è ecologico ma umano, nel senso che i danni al clima e all’ambiente sono la conseguenza di  comportamenti umani alla ricerca e esasperata del profitto estremo e la sua idea è che la tecnologia debba servire a proteggere e non a devastare la “casa comune”  Quindi questa non è un’Enciclica (e questo non è un Papa) anti-tecnologia, ma  è una Enciclica (ed un Papa) che invita a distinguere fra diverse tecnologie e stigmatizza quelle che anziché proteggere  i delicati equilibri ed ecosistemi del pianeta ne accelerano il deterioramento nell’interesse del profitto di pochissime persone.

Fra queste tecnologie devastanti, certamente vi è quel fracking contrapposto ai Francescani con un gioco di parole di dubbio gusto, che l’Enciclica considera a buon diritto, deteriore e pericolosa perchè si tratta di una tecnologia che compromette l’assetto idrogeologico e sociale del Commons, la casa Comune che siamo tutti chiamati a difendere perchè difendendola difendiamo noi stessi e le probabilità dell’essere umano di continuare a popolare il pianeta azzurro chiamato Terra…

Sulla problematica della  subalternità ai poteri fossili e alle tesi dei negazionisti della politica americana (tutta la politica americana) segnalo questa interessante e ben documentata analisi di Dario Faccini di ASPO Italia. Eì agghiacciante…

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