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1° Forum REGREENERATION – Roma, 17 gennaio 2018

Rigenerare come valore sostenibile crea valore immobiliare

Roma 17 gennaio 2018 ore 9,00 – 16,30
Hotel Nazionale – Sala Capranichetta

Organizza Tabula Rasa, agenzia green marketing e comunicazione ambientale in Collaborazione con Energia Felice, associazione di promozione sociale
Partner tecnico-scientifico NOMISMA

L’iniziativa segna l’apertura di “Homo Condòmini Tour 2018” il Roadshow 2018 per l’efficienza  energetica degli edifici e collegato ad Habitami, campagna pubblica riqualificazione energetica edifici.

Mettere attorno a un tavolo Istituzioni, Stakeholder, Uffici Studi,  Associazioni immobiliari e Associazioni  dei consumatori per individuare insieme le forme e gli strumenti più efficaci per far comprendere ai cittadini  come la riqualificazione energetica faccia bene all’ambiente, migliori il conto di gestione energetica e accresca  sia il valore degli edifici che degli immobili oltre a generare comfort abitativo.

Rigenerare come valore sostenibile è rigenerare come valore immobiliare  perché l’efficienza energetica non è un concetto astratto.

SCARICA IL PROGRAMMA IN PDF (178 Kb) >>>

 

PARTECIPANO

Sessione Ambiente e Clima
Stefano CASERINI – Mitigazione dei cambiamenti climatici Politecnico di Milano

Sessione Politica e Ambiente
On Ermete REALACCI – Presidente VIII Commissione Camera dei Deputati
On Serena Pellegrino – VicePresidente VIII Commissione Camera dei Deputati
Sen Gianni GIROTTO – X Commissione Senato
Ivan STOMEO – delegato ANCI Politica in materia di Energia

Sessione Efficienza Energetica
Federico TESTA – Presidente ENEA
Davide CHIARONI – ViceDirettore Energy & Strategy Group Politecnico Milano
Alessandro NOTARGIOVANNI – Economista dell’Energia
Giuliano DALL’Ò – Presidente Green Building Council Italia
Alessandro BALDUCCI – Presidente Urbanit

Sessione Real Estate
Paolo CRISAFI – Dir. gen. Assoimmobiliare
Maurizio PEZZETTA – VicePresidente Vicario FIMAA
Fabrizio SEGALERBA – Seg. Nazionale FIAIP
Paolo BELLINI – Presidente ANAMA
Rossana ZACCARIA – Presidente Legacoop Abitanti
Francesco BURRELLI – Presidente ANACI
Vittorio FUSCO – Presidente ANAPI

Sessione Cittadini Consumatori
Luisa CRISIGIOVANNI – Seg. gen Altroconsumo
Emilio VIAFORA – Presidente Federconsumatori
Francesco LUONGO – Presidente Movimento Difesa del Cittadino
Carlo DE MASI – Presidente Adiconsum

MODERANO
Marco MARCATILI – Economista e Responsabile Sviluppo di Nomisma
Giovanni PIVETTA – Responsabile Habitami e Homo Condòmini Tour 2018

SALUTI
Mario AGOSTINELLI – Presidente Energia Felice
Cristiana CERUTI – Ceo Tabula Rasa

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Per un mondo libero dalle armi nucleari e dall’inquinamento

Contro ilsuicidio dell’Umanità” (Papa Francesco)
Per una coscienza planetaria proattiva

Interveniamo alla COP 23 sui pericoli che incombono più urgentemente sul nostro presente e sul nostro futuro: quello nucleare e quello climatico. E sul loro intreccio.

Lanciamo, da Bonn, l’appello dei Disarmisti esigenti (www.disarmistiesigenti.org), attivi nei movimenti per il disarmo e per la giustizia climatica e sociale, alla mobilitazione globale unitaria della società civile.

La nonviolenza è il cammino che dobbiamo imparare a percorrere (Stéphane Hessel)

La nostra missione a Bonn

Siamo venuti dall’Italia, da gruppi diversi ma uniti in coalizione, con i seguenti obiettivi, condivisi nella loro essenza dalla nostra delegazione:

perorare la causa del Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari (secondo alcuni di noi essa può essere rafforzata con il lancio dell’ipotesi di un referendum mondiale antinucleare (da discutere a Milano nel maggio 2018)

sensibilizzare sull’intreccio tra minaccia nucleare e minaccia climatica e sulla necessità di contrastarle con un salto di qualità del diritto internazionale

vigilare sui tentativi della lobby filonucleare di inserire la tecnologia “atomica” tra le energie pulite

promuovere la ricerca sulle LENR come ipotesi di soluzione del problema delle scorie radiooattive

rafforzare i collegamenti tra i movimenti disarmisti e i movimenti per la giustizia climatica valorizzando il protagonismo femminile

ribadire la nostra faccia propositiva di alternativi impegnati nella conversione energetica ed ecologica

 

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Cop23, articoli da A SUD

1

Cop23: non c’è un piano finanziario per le vittime del climate change

17 novembre, 2017 | Redazione A Sud
[di Abu Siddique e Megan Darby su climatechangenews. Traduzione di Cecilia Erba] I Paesi più vulnerabili hanno chiesto supporto ai Paesi sviluppati per affrontare i costi crescenti derivanti dagli uragani, … Leggi tutto

REDAZIONE A SUD (5)

I due volti degli USA alla Cop23

17 novembre, 2017 | Redazione A Sud
[di Cecilia Erba per A Sud] È quantomeno particolare la posizione degli Stati Uniti alla Conferenza delle Nazioni Unite sul clima (COP23) di Bonn. La delegazione ufficiale, molto ridotta rispetto … Leggi tutto

REDAZIONE A SUD (4)

COP 23: Le donne come agenti di cambiamento

17 novembre, 2017 | Redazione A Sud
[di Natascia Scaramuzza per A Sud] Negli ultimi decenni le organizzazioni per i diritti delle donne si sono battute per integrare le questioni di genere nella lotta al cambiamento climatico … Leggi tutto

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La nuova SEN vista con gli occhi di Parigi e di Bonn

a cura di Giuseppe Farinella (Energia Felice – Il Sole di Parigi) e Alfonso Navarra (Disarmisti esigenti – AK) – 14 novembre 2017

Il governo Gentiloni ha presentato il suo deludente piano energetico “a tutto gas”

Ma l’eliminazione dell’energia fossile è una “conversione logica” più che “ecologica” (anche verso una società pacifica)!

Meglio tardi che mai: finalmente abbiamo la nuova Strategia energetica nazionale – SEN presentata, a COP 23 di Bonn in corso, dal governo Gentiloni, con un piglio retorico (“uno dei due grandissimi assi della politica industriale dei prossimi anni”) cui non corrisponde la realtà deludente del testo.

La tempistica – la coincidenza con la manifestazione ONU che prosegue il percorso della COP 21 di Parigi – induce a pensare – non considerateci troppo maliziosi! – ad esigenze di immagine “verde” che prevalgono sulla sostanza “grigia”. Si parla di “addio al carbone” nel 2025 – e questo è indubbiamente positivo (l’Italia sarebbe la quarta nel G7 a programmarlo) – ma il ruolo sostitutivo e dominante, nella cosiddetta “transizione energetica”, è di fatto assegnato non alle rinnovabili ma al gas, per il quale si propongono massicci investimenti infrastrutturali. (Il primo pensiero corre alla Puglia e alla vicenda TAP contrastata dalla popolazione ma anche dalle Amministrazioni locali).

A garantirne l’attuazione si prevede una “cabina di regia”, in cui saranno coinvolti vari ministeri (in primo luogo Ambiente e Sviluppo economico, ma anche Economia, Trasporti, Beni culturali…).
Per la mobilità sostenibile, si prospetta l’obiettivo di 5 milioni di vetture elettriche al 2030, con incentivi da studiare per svecchiare il parco circolante: da finanziare sempre con bollette più care?
Perché, noi che , da ecopacifisti, abbiamo preparato la “missione collettiva a Bonn, per sensibilizzare sul “nesso su minaccia nucleare e mianaccia climatica” (è il titolo dei side event ufficiali che abbiamo incardinato come “Disarmisti esigenti” e WILPF Italia), ci dichiariamo insoddisfatti e lo abbiamo ribadito senza peli sulla lingua nel nostro intervento alla Conferenza ONU?

La concezione di questa SEN, secondo noi, in fondo, resta quella del governo Monti, incentrata sull’Italia come “hub del gas naturale”, con concessioni a nostro giudizio, ma non solo nostro, alquanto secondarie al settore delle rinnovabili. Non si vede come, con l’idea neanche tanto nascosta che la quota di mercato del gas vada comunque tutelata, se non aumentata, possa essere raggiunta la “decarbonizzazione”, nel senso tecnico di zero emissioni di gas serra.
Se guardiamo il problema con gli occhi di Parigi e di Bonn, cioè ponendo mente alla gravità del problema climatico, il giudizio su questa SEN dovrebbe essere logico: stiamo ancora perdendo tempo (e non ce n’è molto, secondo gli ultimi allarmi scientifici) sulla rivoluzione da compiere senza tentennamenti né contraddizioni verso le energie veramente pulite. Bisognerebbe invece puntare ad un “sistema rinnovabile” al 100% subito e proporre questo obiettivo come “imperativo”, secondo l’indicazione data da Hermann Sheer, l’autore della “Bibbia” per la completa riconversione del nostro sistema energetico (Edizioni Ambiente, 2012).

Qui a Bonn è ormai diventata quasi un luogo comune la frase: “Non dobbiamo più parlare di <conversione ecologica> ma semplicemente di <conversione logica>, di fronte ai moniti allarmati della comunità scientifica, sempre più compattamente preoccupata; ma anche alle tendenze evidenti del mercato: dopo l’accordo di Parigi si è manifestamente invertito il trend di investimenti di grandi banche e fondi privati dalle fossili alle rinnovabili! Ci torneremo su con i prossimi interventi.

Va anche considerato che l’Italia dovrà seguire l’Europa nel rivedere al rialzo gli obiettivi al 2030, se si vuole appunto dare seguito all’accordo di Parigi. Bisognerà che il nostro Paese affianchi in questo caso la Germania – e non la Polonia e le altre Nazioni diciamo “paratrumpiane” dell’ex Patto di Varsavia. E’ notevole che in questo senso, in sinergia con i nuovi orientamenti dei grandi investitori privati, si stia muovendo parte dell’industria elettrica europea, inclusa l’ENEL, mentre un’altra parte, in Italia l’ENI, vuole continuare a basarsi essenzialmente su gas e prodotti petroliferi.
Dopo anni di aggressione masochistica, con il taglio agli incentivi, al nostro settore delle rinnovabili – ci si è messi d’impegno nel tentare di ammazzare un business che prometteva benissimo! – si fa ora una parziale marcia indietro, ma non è l’inversione ad U richiesta dall’Accordo di Parigi, come già l’industria più intelligente comincia a chiedere.

Sarebbe opportuno, a nostro avviso, fare il contrario: tagliare i 16 miliardi circa di sussidi alle fonti fossili dirottandoli alle rinnovabili. Insomma, niente più sostegno pubblico (a spese dei consumatori) all’incenerimento dei rifiuti con il CIP6, alla costruzione dei rigassificatori, alle facili trivellazioni su mare e su terra!
Con l’orizzonte degli obiettivi climatici sarebbe importantissimo adottare una carbon tax non più rinviabile, che potrebbe essere applicata innanzitutto nei settori riscaldamento e trasporti (oggi beneficiati con varie esenzioni fiscali per chi consuma carburante), con collegata riduzione della pressione fiscale sul lavoro.
(Questo spostamento del carico fiscale dal reddito e dal lavoro alle attività dannose per l’ambiente viene indicato come “riforma fiscale ecologica”).

Va modificato il modello che definisce il mercato elettrico come un sistema basato su un numero ridotto d’impianti di generazione centralizzata e sulla distribuzione capillare attraverso le reti elettriche di alta, media e bassa tensione verso piccoli e grandi consumatori, sempre in modo unidirezionale. Per far fronte alla necessità di ricorrere a metodi di produzione d’energia elettrica sostenibili e in grado di fronteggiare la crescente domanda energetica a livello mondiale, le tecnologie della generazione distribuita, in particolare quella fotovoltaica ed eolica, permettono oggi di rendere disponibile energia pulita in prossimità dei punti di consumo, a prezzi sempre più competitivi.

Si tratta di appoggiare una nuova proposta di Direttiva UE che prevede espressamente che gli Stati membri debbano assicurare che le comunità locali abbiano diritto a generare, consumare, immagazzinare e vendere l’energia rinnovabile, anche attraverso accordi di acquisto di energia, senza essere soggette a procedure burocratiche esagerate e ad oneri sproporzionati. L’orizzonte sembra quindi definito, quantomeno a livello europeo, nonostante il percorso normativo-regolatorio non sia omogeneo e lineare neppure all’interno del nostro continente.

Altro punto da non dimenticare: la conferma del “no al nucleare”, che il popolo sovrano ha affermato con ben due referendum. dovrebbe comportare una gestione seria e non affaristica (o affaristico-clientelare) del triste lascito delle scorie radioattive, cosa di cui l’attuale struttura SOGIN non ci garantisce affatto.  Nel corso degli anni la SOGIN ha accumulato ritardi nei lavori che sono arrivati fino al 170%, i costi preventivati sono più che raddoppiati e l’incremento di attività degli ultimi anni è un dato “drogato” perché è dovuto all’impegno sullo smantellamento delle strutture civili, mentre la parte nucleare è ancora al palo.

La morale di questo intervento è che dobbiamo prendere sul serio il “bando dei combustibili fossili” decretato a Parigi il 12 dicembre del 2015. Questo grande cambiamento richiede una “transizione” con aspetti di gradualità ma l’indirizzo del percorso deve essere chiaro: il passaggio al 100% rinnovabili deve avvenire quanto prima possibile, escludendo la “centralità del gas” o “l’imbroglio nucleare”. Tanto più se si considera che il modello energetico rinnovabile è intrinsecamente collegabile ad una società più pacifica, non fosse altro perché ciascun Paese può controllare risorse diffuse di cui dispone “a casa sua”, senza dipendere da situazioni esterne, magari da “stabilizzare” con pressioni o addirittura interventi militari.
O seguiamo una strategia coerente o proseguiamo per inerzia facendoci annebbiare da una cappa fumosa di parole: ma ci permettiamo ancora una volta, scusandoci della ripetitività, di mettere in guardia da questa seconda opzione, comoda ma catastrofica. Il risultato più probabile di essa sarà di ottenere che il Pianeta, rotto l’equilibrio, faccia fuori la nostra arrogante ma stupida specie.

Dovremmo parafrasare la formula di Albert Einstein sulle armi nucleari, e qui a Bonn stiamo provando a condividerla con molte orecchie consenzienti: “O l’Umanità farà a meno dei combustibili fossili, o la Terra farà a meno dell’Umanità!”.

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Maggior tutela addio

a cura di Roberto Meregalli – Energia Felice – agosto 2017

Il DDL Concorrenza dopo un percorso lungo ed accidentato è giunto alla meta diventando legge dello Stato. Al suo interno ci sono norme importanti che riguardano il gas e l’elettricità di cui si è molto parlato. Soffermiamoci sull’elettricità.

La nuova legge ha definito la fatidica data di cessazione del servizio di maggior tutela: dal 1 luglio 2019 rimarrà solo il mercato libero e il servizio di salvaguardia. Dopo la liberalizzazione del sistema elettrico l’utente finale, sia domestico che aziendale, poteva liberamente scegliere il proprio fornitore, passando al mercato libero o restare dov’era, cioè nel cosiddetto servizio di tutela dove l’Autorità per il servizio elettrico, il gas e i servizi idrici (AEEGSI), ogni tre mese stabilisce i prezzi delle bollette, calcolando il costo della parte energia in base ai costi sostenuti da una società pubblica (l’Acquirente Unico) creata appositamente per rifornire i clienti in questo servizio.

Cosa cambierà dal 1 luglio 2019?
Cesserà questo servizio e a chi non sarà passato nel frattempo al mercato libero rimarrà solo il servizio di Salvaguardia che – si badi bene – è ben diverso dalla tutela anche se spesso si fa confusione fra i due  termini.

Sinora questo servizio era disponibile solo per le aziende (clienti con Partita IVA) che non avevano optato per un fornitore del libero mercato ed era stato istituito al fine di evitare che un cliente aziendale del mercato libero, rimasto senza contratto di fornitura, restasse senza elettricità (da qui la denominazione di “salvaguardia”). Tale tutela però presenta un prezzo che, in alcuni casi, determina il raddoppio dei costi energetici ed è gestita da operatori territoriali di riferimento, che regolano e definiscono le condizioni economiche e che sono a loro volta sottoposti al controllo dell’AEEGSI.

Quindi nel mercato di Salvaguardia il prezzo praticato è costituito da una componente energia, rappresentato dai prezzi di acquisto della “Borsa Elettrica” (PUN medio mensile) e dal parametro omega (Ω), che è una maggiorazione che rappresenta una sorta di penale per essere rimasti senza contratto (tecnicamente si tratta di un fattore di rischio).

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