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Verbale riunione 20 luglio, Comitato lombardo “Energia Felice” (SÌ rinnovabili No nucleare )

Care amiche ed amici, ci siamo riuniti il 20 luglio come costituendo “Comitato Energia Felice”, che prende l’abbrivio dalla necessità di promuovere e gestire in Lombardia la LIP sulle rinnovabili depositata in Cassazione il 7 giugno scorso da 30 ambientalisti “storici”.

Si fa presente che nella sede di via Borsieri 12 sono arrvati i moduli per la raccolta firme ed opuscoli di accompagnamento con il testo della proposta di legge stampato.

Si può contattate il sottoscritto allo 3400-878893 per venirli a prendere (si troverà un sostituto nell’eventualità – auspicata – di partenza per le vacanze).

Chi li ritira deve anche mettersi nell’ottica di farli vidimare presso le cancellerie dei tribunali.

Ad inizio settembre ci si rivedrà per la vera e propria partenza del lavoro organizzato di raccolta firme (e della campagna annessa e connessa).

Sono emerse dall’incontro, tra l’altro, le seguenti necessità:

  • redigere un volantino adatto per sensibilizzare i cittadini comuni ai banchetti;
  • redigere un documento per coinvolgere in un lavoro unitario le diverse reti antinucleari che si sono formate (es. il tavolo delle associazioni ambientaliste, il comitato “salute-ambiente-energia”, la Rete Nazionale Antinucleare, altro …)
  • scrivere un invito per contattare e coinvolgere le associazioni imprenditoriali e professionali che hanno interesse allo sviluppo delle rinnovabili (referente proposta: Antonio Fiascone);
  • preparare un progetto per una rete controinformativa che potrebbe nascere nel lavoro antinucleare per le rinnovabili (referente proposta: Roberto Brambilla).

Per agevolare l’adempimento di questi “compiti per le vacanze” trovate in allegato due proposte:

  1. una bozza di volantino per la sensibilizzazione ai banchetti;
  2. il documento per contattare e coinvolgere altre reti e realtà organizzate (ricavato dalla precedente proposta di volantino).

Saluti antinucleari e teniamoci comunque in contatto!

Mario Agostinelli, Alfonso Navarra

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Il 25 giugno il Comitato “SÌ alle energie rinnovabili NO al nucleare” inizia raccolta di firme a sostegno della proposta di legge di iniziativa popolare sulle energie rinnovabili

La proposta di legge, depositata in Cassazione il 7 giugno scorso, si propone di rilanciare un’iniziativa a tutto campo a sostegno delle energie da fonti rinnovabili e per la realizzazione degli obiettivi europei del 20-20-20 entro il 2020, rispetto ai quali il nostro paese soffre un ritardo evidente che rischia di pagare salato in termini di sanzioni. Come se non bastasse, il decreto legge attualmente in discussione al Senato minaccia di compromettere –in particolare con quanto disposto all’articolo 45- tutto lo sviluppo delle rinnovabili, mettendo a rischio grandi investimenti e 30.000 posti di lavoro, e non prevedendo il mantenimento della detrazione fiscale del 55 %, in scadenza a fine anno, per ristrutturazioni edilizie a fini di risparmio energetico, provvedimento che vale circa 3 miliardi di investimenti privati.

Obiettivo della proposta di legge di iniziativa popolare è dimostrare con chiarezza che il risparmio energetico, che può dare a breve enormi risultati, e lo sviluppo delle energie rinnovabili possono non solo garantire investimenti e occupazione di qualità ma anche maggiore autonomia energetica del nostro paese, che certamente non sarebbe garantita dalla costosa e pericolosa scelta del nucleare che comporta l’importazione di tecnologie e materia prima.

Per iniziare la raccolta delle firme a sostegno della proposta di legge, il 25 giugno, dalle ore 10.30, sarà presente a Roma, all’imbocco di piazza Farnese, un centro di raccolta a cui parteciperanno alcuni dei promotori tra cui: Alfiero Grandi, Maria Grazia Midulla, Massimo Scalia, Vittorio Cogliati Dezza, Gianni Francesco Mattioli, Vincenzo Vita, Angelo Bonelli, Umberto Zona, Stefano Pedica, Vittorio Bardi, Roberto Musacchio, Nando Bonessio.

Analoghe iniziative di raccolta si svolgeranno a Milano, Bologna, Palermo e in altre città. Il Comitato ringrazia la Cgil per la disponibilità ad ospitare i centri di raccolta durante le manifestazioni che ha organizzato in occasione dello sciopero.

ROMA, 24/06/2010

Comitato “SI alle energie rinnovabili NO al nucleare”
Associazione costituita in Roma presso il notaio Gennaro Mariconda

sede legale c/o CGIL via Buonarroti n°12, VII piano stanza 701, 00183

tel.: 06-89827025
sito internet www.oltreilnucleare.it
email: oltreilnucleare@virgilio.it

Presidenza: Alfiero Grandi, Mauro Bulgarelli, Walter Mancini, Gianni Francesco Mattioli, Simona Ricotti, Massimo Scalia, Massimo Serafini

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Nota sulle modalità di raccolta delle firme

Come è noto il 7 giugno è già avvenuto il deposito in cancelleria della Cassazione della proposta di legge e in seguito è stata pubblicata dalla Gazzetta Ufficiale.
Ora occorre raccogliere le firme seguendo le seguenti indicazioni come previsto dalla legge.
I moduli stampati debbono essere tutti uguali, quindi stesso testo, dimensione, continuità e impostazione. Il modulo è di 4 facciate formato A4, i primi 2 con il testo (senza la relazione che non è richiesta in questa sede) e a seguire, senza soluzione di continuità, la parte per la raccolta delle firme.
I moduli stampati vanno presentati a cura di un qualsiasi elettore e fatti vidimare dalla segreteria comunale o dalla cancelleria giudiziale prima della raccolta delle firme. In sostanza i moduli vanno timbrati preventivamente per renderli validi, altrimenti le firme non sono valide.
I fogli debbono essere restituiti vidimati entro 2 giorni.
La raccolta delle firme può durare al massimo 6 mesi, partendo il 25 giugno la raccolta chiuderà prima del prossimo Natale.
Le firme minime necessarie e valide sono 50.000, naturalmente occorre mettere in conto un’alta percentuale di errori, quindi per stare tranquilli ne occorrono almeno 70.000 e se ragioniamo in termini di forza politica della proposta è evidente che più firme si raccoglieranno meglio sarà.
Accanto alla firma dell’elettore debbono essere indicati per esteso: nome cognome, luogo e data di nascita del sottoscrittore e il comune nelle cui liste elettorali è iscritto. Attenzione a questo aspetto. Come è noto oggi le carte di identità sono valide per 10 anni e quindi sono valide ma non è detto che il Comune in cui sono elettori sia lo stesso della Carta di identità.
L’autenticazione può essere per singola firma o complessiva su tutte le firme del modulo e va fatta da un pubblico ufficiale come definito dalla legge.
Possono autenticare le firme: i Notai, i Giudici di pace, i Cancellieri delle corti di appello e dei tribunali e i segretari delle procure della repubblica, i Presidenti delle Province, I Sindaci, gli Assessori comunali e provinciali, i Presidenti dei consigli comunali e provinciali, i Presidenti e i Vice Presidenti dei consigli circoscrizionali, i Segretari comunali e Provinciali, i Funzionari incaricati dal Sindaco o dal Presidente della Provincia, i Consiglieri comunali o provinciali che abbiano comunicato la loro disponibilità a farlo rispettivamente al Sindaco o al Presidente della Provincia.
Attenzione: gli amministratori comunali possono farlo nell’ambito comunale, quelli circoscrizionali in quello circoscrizionale, quelli provinciali in ambito provinciale.
Quando le firme sono state raccolte occorre chiedere al Comune di appartenenza degli elettori i certificati anche collettivi di iscrizione alle liste elettorali.
Completato l’iter di raccolta i moduli vanno tutti inviati ad un unico punto di raccolta per la consegna alla camera che controllerà anche la validità delle firme apposte.

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Bozza relazione DDL rinnovabili

E’ necessaria e urgente una svolta radicale e globale nelle politiche energetiche a favore delle fonti rinnovabili e di usi razionali ed efficienti dell’energia. La impongono il tendenziale esaurirsi del petrolio, più in generale delle fonti non rinnovabili e la drammatica accelerazione dei cambiamenti climatici.

O si agisce subito o alla crisi economica e sociale, che sta sconvolgendo la vita di miliardi di donne ed uomini, si intreccerà sempre di più quella ambientale e climatica.

Entrambi i problemi per essere risolti obbligano a notevoli discontinuità ed innovazioni nelle politiche economiche, in quelle fiscali ed industriali e negli stessi comportamenti e stili di vita delle persone.

Da subito vanno prese decisioni politico programmatiche per avviare una globale e graduale transizione dall’attuale dipendenza dalle fonti fossili verso l’uso razionale ed efficiente delle fonti energetiche rinnovabili, pulite e prive di effetti collaterali se non quello di sostituire le importazioni di petrolio con lavoro ed occupazione, che nel 2020, nella sola Italia, potrebbe contare oltre 300.000 nuovi posti di lavoro.

E’ questa la strada su cui si è incamminata l’Europa con la decisione unilaterale e vincolante per i suoi stati membri di ridurre, entro il 2020, le emissioni climalteranti del 20% realizzando, entro la stessa scadenza, un aumento sempre del 20% sia dell’efficienza energetica sia del utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili.

Si tratta di impegni vincolanti a cui anche il nostro paese dovrebbe far fronte ed invece non lo fa. Come per Kyoto, (dove per non averlo rispettato non saranno i dirigenti delle imprese inadempienti a pagare le multe che la comunità europea ci sta già infliggendo, bensì i cittadini italiani) niente si sta facendo per realizzare gli obiettivi della nuova direttiva europea per le fonti rinnovabili che va recepita entro il 5 Dicembre 2010. Il Governo italiano si è inoltre caratterizzato per un duro contrasto verso ulteriori decisioni europee più stringenti come la riduzione del 30 % delle emissioni di CO2. Fino ad ora inutilmente l’Europa sta chiedendo conto all’Italia di quali siano i nostri piani e quali progressi  sono stati compiuti nell’uso delle fonti rinnovabili.

Le mancate risposte del Governo italiano nascondono una diversa strategia rispetto all’Europa e al suo pacchetto clima che affida la riduzione delle emissioni e la diversificazione dal petrolio all’avventura  nucleare, cioè a una fonte non rinnovabile e non prevista negli impegni europei, che non ha risolto i problemi delle scorie radioattive e della sicurezza, e che ridurrebbe le emissioni solo per una quota modesta della produzione di elettricità, e solo dopo il completamento delle centrale, ben oltre il 2020, data entro la quale gli altri paesi Europei avranno già ridotto le loro emissioni del 20% ed oltre. Va invertita la rotta che sta portando il paese fuori dall’Europa.

Inoltre l’attuale impianto normativo italiano non è in grado di consentire al paese di realizzare gli obiettivi assegnati al nostro paese dal pacchetto clima EU. Né fino ad ora sono state presentate proposte di recepimento della direttiva europea sulle  le fonti rinnovabili.

Con questa proposta di legge di iniziativa popolare si intende contribuire a colmare questo deficit e ad offrire un quadro normativo adeguato e in grado di recepire la direttiva.

In estrema sintesi la legge all’articolo 1 stabilisce le finalità di politica energetica fondata sulle fonti rinnovabili ed escludendo l’uso del nucleare all’articolo 2. L’articolo 3 chiarisce, dopo l’esperienza negativa del Cip6 e delle fonti assimilate, quali siano le vere fonti rinnovabili e fra queste quali sono sostenibili e quali no, ammettendo all’incentivazione solo quelle sostenibili.

L’articolo 4 stabilisce che la produzione di energia elettrica e di calore da fonti rinnovabili sostenibili, cosi come gli usi razionali ed efficienti dell’energia, sono da considerarsi attività di pubblica utilità. Per questa ragione hanno entrambe diritto ad una equa e giusta remunerazione che compensi l’energia effettivamente prodotta o quella risparmiata, ma anche i vantaggi ambientali che entrambe incorporano, non emettendo gas nocivi al clima o inquinanti l’aria che respiriamo.

L’articolo 5 afferma che l’energia elettrica prodotta con fonti rinnovabili deve essere, da parte del gestore, immessa obbligatoriamente in rete.

L’articolo 7 punta a far compiere al Paese un passo deciso per migliorare la propria efficienza energetica: un piano di riqualificazione degli edifici che ne riduca i consumi di elettricità e calore e sposti le attività del settore edile verso la manutenzione e riqualificazione del già costruito abbandonando la cementificazione  del territorio.

Promuovendo lo sviluppo delle rinnovabili sostenibili e promuovendo una forte politica di risparmio energetico la legge intende favorire l’abbandono dell’attuale modello energetico monopolista e centralista, per passare ad uno distribuito sul territorio e conquistare così democrazia energetica: ogni casa, ogni condominio, comunità, quartiere, centro commerciale, fabbrica potrà produrre energia per il fabbisogno sia proprio che del vicinato sfruttando le fonti rinnovabili più convenienti secondo le potenzialità del luogo. Coerentemente con questo contesto l’articolo 10 richiede interventi di adeguamento della rete elettrica a favore delle rinnovabili e stabilisce che la proprietà e la gestione della stessa debbono essere pubbliche.

Infine per quanto riguarda la mobilità l’articolo 13 intende favorire scelte capaci di sottoporre il territorio italiano ad “una cura del ferro” per spostare la mobilità di persone e merci dalla gomma al ferro, su tram, metrò, treni, e al cabotaggio sulle autostrade del mare, concentrando in questa direzione le scelte e  gli investimenti infrastrutturali anziché su strade ed autostrade e trasporto individuale.

Per realizzare gli obiettivi di questa legge emergono come fonti di finanziamento: il conto energia, la Tobin tax che potrebbe anche contribuire a regolare il mercato finanziario mentre si potrebbero usare a fini sociali le entrate della tassazione volta a scoraggiare la speculazione, l’istituzione di un fondo speciale presso la Cassa Depositi e Prestiti per adeguare gli edifici pubblici.

L’approvazione di questa legge consentirebbe a questo paese di conquistare una reale autonomia energetica perché  da un lato promuovendo usi razionali dell’energia ne ridurrebbe il fabbisogno e dall’altro perché produrrebbe l’energia necessaria con le uniche fonti di cui l’Italia resterà sempre veramente ricca: cioè il sole, il vento, le biomasse, la forza dell’acqua fluente e il calore che scorre sotto terra.

Mettere l’Italia al passo dell’Europa e inserirla fra i paesi che  guidano la lotta ai cambiamenti climatici è una straordinaria opportunità per uscire dalla crisi economica, creando nuovi posti di lavoro e ponendo le basi per uno sviluppo durevole, sostenibile e per una migliore qualità di vita.

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