SILVIA COLANGELI – Il Manifesto
28.10.2013
Legambiente, Wwf, Greenpeace e imprenditori green in piazza. In via dei Fori Imperiali una intera giornata per chiedere nuove politiche energetiche. I sindaci: «Le politiche verdi sono convenienti»
Una nuova energia dai fori imperiali di Roma. L’Italia delle rinnovabili, convocata da Legambiente, Greenpeace e Wwf, si è fatta vedere e ascoltare per tutta la giornata approfittando della strada chiusa al traffico dall’amministrazione Capitolina. Dietro lo slogan «Il futuro passa per un’energia pulita ed efficiente», migliaia di cittadini, associazioni, imprenditori e rappresentanti delle istituzioni hanno pacificamente occupato l’antica via per dire sì a un rinnovamento concreto, che parta dall’ambiente.
Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente, spiega: «Ogni tanto bisogna dare notizie positive, siamo arrivati al 35% della produzione di energia tramite rinnovabili, nel 2005 eravamo solo al 15%. Bisogna continuare così, ogni famiglia spende dai 2.500 ai 3.000 euro di bollette: i costi potrebbero essere dimezzati convertendoci al solare, alle biomasse, all’eolico». I promotori di «Mobilitiamoci per un’Italia rinnovabile» si pongono nel lungo termine quattro sfide che Legambiente considera ambiziose, ma da intraprendere. Primo l’autoproduzione dell’energia contro i divieti imposti dalla burocrazia e dalle leggi. Secondo la legalità, perché neanche l’energia green è più al sicuro dalle infiltrazioni mafiose. Terzo: stop al finanziamento delle energie fossili. Quarto: rilanciare il mercato dell’edilizia attraverso la riqualificazione energetica. Il rilancio del settore delle costruzioni all’insegna del rinnovabile è stato al centro del dibattito pomeridiano nello stand predisposto per le conferenze. Oltre ai rappresentanti delle associazioni, c’erano numerosi sindaci che parlavano della convenienza di politiche locali green dopo averle sperimentate. Per esempio il sindaco del piccolo centro toscano di Santaluce ha puntato sull’eolico col pieno consenso dei cittadini. «A volte – prosegue Zanchini – basta informare nella maniera corretta per evitare conflitti fra i gruppi di cittadini e le istituzioni».
Il Wwf, tra i promotori della manifestazione, con una divertente istallazione che riproduceva i panda in fuga dal carbone ha catturato l’attenzione di migliaia di passanti che si sono fatti fotografare dietro agli animali simbolo dell’associazione, aderendo in questo modo alla campagna «Riprendiamoci l’energia» che chiede lo stop a tutti i tipi di finanziamenti delle energie fossili. Anche i volontari di Greenpeace erano intenti a raccogliere le firme, questo mese con una ragione in più: tentare di liberare i 30 attivisti arrestati alla fine di settembre dalla polizia russa mentre protestavano contro le trivellazioni nell’Artico. Fra di loro il napoletano Cristian d’Alessandro e due giornalisti free lance. Dice Giorgia, volontaria del gruppo di Roma: «Oggi siamo in piazza con la campagna Save the artic e oltre a nuove politiche energetiche chiediamo al governo una maggiore attivazione per la liberazione dei nostri attivisti. La ministra Bonino si mostrata disponibile e la mamma di Alessandro ha scritto una lettera a Napolitano, ma interessi forti ci legano alla Russia quindi occorre agire con forza sul piano politico e diplomatico».
L’associazione Libera ha voluto sottolineare quanto è importante la lotta per l’ambiente per combattere la criminalità organizzata: «Quest’anno due grosse operazioni condotte dalle forze dell’ordine hanno dimostrato che anche il mercato delle energie è ormai contaminato dalle infiltrazioni mafiose. Dobbiamo impedire che questa espansione continui e chiediamo alle istituzioni italiane maggior impegno e collaborazione per combattere questi fenomeni». Consistente anche la presenza d’imprenditori e aziende «bio»: erano presenti Almaviva green e altri leader del settore, ma anche piccoli produttori di biomasse e pannelli solari che chiedono al governo capacità e volontà di programmazione. Spiega Maria Laura Cantarella Cattaneo, di Studio applicazione energia solare: «L’energia verde non è una cosa da ricchi, ma un percorso che tutti sappiamo di dover intraprendere. Il Governo dovrebbe facilitare la conversione alle rinnovabili togliendo incentivi ai combustibili fossili e programmando interventi e investimenti nel settore».
Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente, spiega: «Ogni tanto bisogna dare notizie positive, siamo arrivati al 35% della produzione di energia tramite rinnovabili, nel 2005 eravamo solo al 15%. Bisogna continuare così, ogni famiglia spende dai 2.500 ai 3.000 euro di bollette: i costi potrebbero essere dimezzati convertendoci al solare, alle biomasse, all’eolico». I promotori di «Mobilitiamoci per un’Italia rinnovabile» si pongono nel lungo termine quattro sfide che Legambiente considera ambiziose, ma da intraprendere. Primo l’autoproduzione dell’energia contro i divieti imposti dalla burocrazia e dalle leggi. Secondo la legalità, perché neanche l’energia green è più al sicuro dalle infiltrazioni mafiose. Terzo: stop al finanziamento delle energie fossili. Quarto: rilanciare il mercato dell’edilizia attraverso la riqualificazione energetica. Il rilancio del settore delle costruzioni all’insegna del rinnovabile è stato al centro del dibattito pomeridiano nello stand predisposto per le conferenze. Oltre ai rappresentanti delle associazioni, c’erano numerosi sindaci che parlavano della convenienza di politiche locali green dopo averle sperimentate. Per esempio il sindaco del piccolo centro toscano di Santaluce ha puntato sull’eolico col pieno consenso dei cittadini. «A volte – prosegue Zanchini – basta informare nella maniera corretta per evitare conflitti fra i gruppi di cittadini e le istituzioni».
Il Wwf, tra i promotori della manifestazione, con una divertente istallazione che riproduceva i panda in fuga dal carbone ha catturato l’attenzione di migliaia di passanti che si sono fatti fotografare dietro agli animali simbolo dell’associazione, aderendo in questo modo alla campagna «Riprendiamoci l’energia» che chiede lo stop a tutti i tipi di finanziamenti delle energie fossili. Anche i volontari di Greenpeace erano intenti a raccogliere le firme, questo mese con una ragione in più: tentare di liberare i 30 attivisti arrestati alla fine di settembre dalla polizia russa mentre protestavano contro le trivellazioni nell’Artico. Fra di loro il napoletano Cristian d’Alessandro e due giornalisti free lance. Dice Giorgia, volontaria del gruppo di Roma: «Oggi siamo in piazza con la campagna Save the artic e oltre a nuove politiche energetiche chiediamo al governo una maggiore attivazione per la liberazione dei nostri attivisti. La ministra Bonino si mostrata disponibile e la mamma di Alessandro ha scritto una lettera a Napolitano, ma interessi forti ci legano alla Russia quindi occorre agire con forza sul piano politico e diplomatico».
L’associazione Libera ha voluto sottolineare quanto è importante la lotta per l’ambiente per combattere la criminalità organizzata: «Quest’anno due grosse operazioni condotte dalle forze dell’ordine hanno dimostrato che anche il mercato delle energie è ormai contaminato dalle infiltrazioni mafiose. Dobbiamo impedire che questa espansione continui e chiediamo alle istituzioni italiane maggior impegno e collaborazione per combattere questi fenomeni». Consistente anche la presenza d’imprenditori e aziende «bio»: erano presenti Almaviva green e altri leader del settore, ma anche piccoli produttori di biomasse e pannelli solari che chiedono al governo capacità e volontà di programmazione. Spiega Maria Laura Cantarella Cattaneo, di Studio applicazione energia solare: «L’energia verde non è una cosa da ricchi, ma un percorso che tutti sappiamo di dover intraprendere. Il Governo dovrebbe facilitare la conversione alle rinnovabili togliendo incentivi ai combustibili fossili e programmando interventi e investimenti nel settore».